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Autore: Swaggie    19/08/2012    5 recensioni
“Ehy...cosa...?“
“Sh...zitto Jongin, non facciamoci sentire.“
Si strusciò contro il suo corpo in maniera decisamente sexy e lui non riuscì a trattenere un gemito.
“Così Jong...“ si avvicinò all‘orecchio che riempì di baci e morsi. “lasciati andare.“
Deglutì sentendo il suo corpo tremare sotto quelle attenzioni. “S-Sei ubriaco...“ provò a contestare, ma non si muoveva di un solo centimetro, si lasciava sovrastare ed anche la sua voce faceva intuire che non volesse smettere davvero, non riusciva mai ad opporsi era la solita storia. “Quindi? Non ti farò male, lo sai, sta‘ tranquillo.“ E detto questo, le sue labbra si posarono su quelle del povero Kai, che si lasciava usare come sempre.
“Io ti amo.“
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Se resti con me, posso anche rischiare di uscirne distrutto;






“Ehy...cosa...?“ 
“Sh...zitto Jongin, non facciamoci sentire.“ Si strusciò contro il suo corpo in maniera decisamente sexy e lui non riuscì a trattenere un gemito. 
“Così Jong...“ si avvicinò all‘orecchio che riempì di baci e morsi. “lasciati andare.“ 
Deglutì sentendo il suo corpo tremare sotto quelle attenzioni. 
“S-Sei ubriaco...“ provò a contestare, ma non si muoveva di un solo centimetro, si lasciava sovrastare.
La sua voce faceva intuire che non volesse smettere davvero, non riusciva
mai ad opporsi era la solita storia. 
“Quindi? Non ti farò male, lo sai, sta‘ tranquillo.“ 
E detto questo, le sue labbra si posarono su quelle del povero Kai, che si lasciava usare come sempre. 
“Io ti amo.“ 




 
 
Io ti amo. La frase che piú odiava. 
Ogni volta che l‘altro gliela diceva il cervello andava in tilt ma era solamente questione di un attimo, perché sapeva che fosse una bugia, un misero modo al sapore di alchool per convincerlo a stare ai suoi giochetti subdoli e lui lo odiava. 
 
Perché non c‘era cosa peggiore dell‘amare in silenzio ed essere presi in giro proprio dalla persona che si desidera, a suo parere. 
 
Il caffé nella sua tazza colorata era ancora bollente, tanto da non poterlo bere perciò rimase fermo, all‘impiedi a guardare attraverso la finestra la città che lentamente prendeva vita, che si risvegliava sotto quei caldi e timidi raggi primaverili. 
 
C‘era un buon odore nell‘aria, odore di rinascita che aveva sempre caratterizzato quella stagione che però, purtroppo, spariva troppo in fretta per via dello smog e di tutte quelle altre sostanze inquinanti. 
Chiuse gli occhi. 

 
“A-AH!“ 
“Ti piace eh, Kai?“ 
“S-Sì...ah~“ 
 

 
Odiava anche se stesso. Avrebbe dovuto resistere, mandarlo via e fermare quella follia ma ogni volta che il compagno arrivava barcollante e s‘infilava nel suo letto, svegliandolo e parlandogli non riusciva a cacciarlo. 
 
Perché lo voleva. E tanto. 
 
Quindi non fiatava e continuava immaginando con tutte le sue forze che l‘altro provasse qualcosa, che sentisse il cuore correre e fermarsi di botto, che tremasse per l‘eccitazione e il desiderio, che amasse ma ormai, stava perdendo le speranze. 
La sua era solo un'effimera quanto inutile specie di autoconvincimento per provar a non odiar definitivamente entrambi. 
 
Lo sentiva sempre e comunque distante. 
Però c‘era una cosa che non capiva. Perché continuava ad avvicinarglisi, a sorridere complice, a coccolarlo anche davanti agli altri se non signigicava veramente nulla? 
 
S‘accorse d‘aver stretto troppo la presa sulla tazza solo quando sentì i polpastrelli bruciare. 
“Merda.“ imprecò lasciando la tazza sul tavolo rettagolare prima di avviarsi al lavandino e cercare nell‘acqua fredda un po‘ di sollievo. 
 
Cosa doveva fare? Non voleva e poteva andare avanti così, il suo povero cuore sarebbe scoppiato arrivando al limite prima o poi e lo sapeva benissimo. 
 
Ma quella labbra e quel corpo eccitante erano una droga di cui era praticamente dipendente. 
 
“Buongiorno.“ 
Il cuore sussultò, come al solito, ma quella volta non gli rispose perché prevalse l'orgoglio. 
 
Fu per quello probabilmente che l‘ultimo arrivato guardò con occhi confusi la sua bella schiena, graffiata e morsa durante la notte precedente, e rimase zitto senza aggiungere altro. Lasciò poi la cucina e solo allora il povero Kai riprese a respirare. 


 
“Ci...sono quasi!“ Ansimò continuando a muoversi freneticamente sul corpo del piú grande. 
Jong non rispose, urlò perché arrivò all‘orgasmo in quel preciso istante. 
Il castano sopra, non gli ripette piú d‘abbassare il tono, infondo quella voce stravolta dal piacere era un toccasana per le sue orecchie perciò se ne infischiò che qualcuno come Chanyeol nella stanza accanto potesse sentire. 
Con quei pensieri e qualche altra spinta venne anche lui all‘interno di quel corpo caldo, stretto e insopportabilmente afrodisiaco. 
S‘accasciò su di lui, ansante e stremato, godendo della sensazione di quella pelle accaldata e sudata sotto la sua. 
Uscì dal suo corpo, per stendersi accanto a lui di fianco. 
Rimase un po' a contemplarlo, a guardare il suo petto che continuava ad abbassarsi e alzarsi irregolarmente, le sue labbra ancora schiuse e rosse per tutte le volte che le aveva morse, assaporate e suggellate ed infine gli occhi lucidi e addolorati. 
Prese a disegnargli dei cerchi sul petto con l‘indice. “Ti ho fatto male?“ gli sussurrò preoccupato. Non voleva ferirlo, davvero anche se sentiva che ultimamente soffrisse dentro e che a fargli del male fosse lui medesimo. 
Kai scosse la testa e lui ebbe un capogiro, probabilmente dovuto a tutti i bicchieri che prima si era scolato in quel locale. 
Subito dopo s‘addormentò con la musica che aveva ascoltato in quel posto a ronzargli nella testa dolorante. 
 
Quando riaprì gli occhi Jong non c‘era. 



 
 
 
“Jongin, hai visto i miei occhiali?“ 
Kai non si mosse dal divano, continuò a guardare la parete bianca che aveva di fronte con le mani intrecciate sulle gambe. 
 
Sehun si voltò a fissarlo un po‘ irritato per quell‘improvvisa indifferenza che stava ricevendo quindi lo raggiunse e gli agitò una mano davanti agli occhi scocciato. 
Jongin sobbalzò e lo guardò riprendendosi. “Eh?“ indietreggiò imbarazzato tanto fosse vicino all‘amico. 
 
“I miei occhiali.“ ripeté atono Sehun infilando le mani nella tasche del jeans stretto che gli fasciava benissimo le esili gambe. “Li hai visti o no?“ isistette un po‘ stizzito. 
 
“No.“ ammise infine Kai abbassando lo sguardo sotto gli occhi perplessi del piccolo. 
 
“Ti senti bene?“ 
Ma vedendo d‘essere ignorato ancora, Hun roteò gli occhi al cielo tornado alla ricerca dell‘oggetto perduto. 
Un senso di nausea gli attanagliava lo stomaco, e sapeva che non fosse dovuto solo alla sbronza dell'altra sera. 
 
Trovò ciò che cercava sulla mensola nera e chiedendosi come fossero finiti lì, li indossò. 
“Ah, D.O...“ si disse tra sé. 
 
Non appena si voltò si spaventò: Kai era a un soffio da lui, gli occhi profondi belli aperti e la bocca schiusa. 
Gli prese l'accessorio fra le dita per poi gettarlo lontano, rischiando di far scheggiare quella bellissima e costosa montatura facendo incazzare il proprietario.
“Ma c-...“ 
 
Fu trascinato a terra, sul pavimento dalle sue braccia forti e rimase a guardarlo attonito. 
Si fece un po‘ male ma non ci badò. 
 
Jongin gli bloccava le mani e continuava a fissarlo a poca distanza. Stava scoppiando, non ne poteva piú così prese a baciare Se che sgranò gli occhi. 
Quei contatti fra loro c‘erano sempre stati soltanto in quelle notti di follia. 
Non si rilassò neanche per un secondo, perciò. Il cuore arrestò i suoi battiti in modo talmente veloce che credette di morire. 
Cominciò a mancargli l‘aria e si separarono. 
Hun non sapeva cosa dire, si sentiva scombussolato. 
 
E voleva altri baci. 
 
Lo afferrò per il busto, portandolo sulle mattonelle con lui. 
Kai si stupì a sua volta di quel comportamento ma non esitò a carezzargli ancora una volta la bocca con la sua.
 
Sorrideva, intanto. 
 
Sentiva che c‘era qualcosa di diverso
Stava cambiando tutto e a sentirlo non era solo lui, ma anche Sehun che pensò di non aver mai sentito cose così profonde per via dell‘alchool che gli aveva sempre offuscato la mente. 
 
E a proposito d‘alchool... 
 
I movimenti furono troppo veloci e il suo povero stomaco già stravolto non li resse. 
Allontanò Jong velocemente e corse o meglio arrancò, fino al bagno. 
Fece appena in tempo a raggiungere il WC che prese a vomitare spaventando il povero Chanyeol che si era svegliato da poco e si stava sciacquando il volto, a talpunto da procurargli un urletto quasi femminile. 
Il maggiore una volta essersi ripreso e aver portato una mano al petto accorse Sehun, avvicinandosi preoccupato e superando il senso di nausa che gli istigava quella scena. 
 
Kai, che era stato buttato via violentemente, rimase seduto in quella posizione per un po‘, troppo sconvolto dagli avvenimenti per agire. 
 
Si erano baciati. L'avevano fatto per davvero, con qualcosa che gli permetteva di vedere le stelle seppur in cielo ci fosse un sole alto e sicuro: l'amore
 
Forse, stava ancora sognando. 
Infondo poteva essere una spiegazione plausibile, quella scena non poteva appartere alla realtà ne era qualcosa di avulso. 
 
Comunque utopia o meno, il pensiero del suo Sehun in pessime condizioni lo fece alzare, quindi raggiunse il bagno e allontanò dolcemente Chan rimasto lì un po' schifato dicendogli “Va‘ a far colazione, tranquillo, ci penso io.“ 
 
Questo aveva annuito titubante ed era uscito chiudendosi la porta alle spalle per dirigersi in cucina, anche se ora non aveva più voglia di mandar qualcosa nello stomaco per saziarlo. 
 
“Calmati.“ Sussurrò Jongin all‘orecchio del ragazzo stravolto da quei conati e gli scostò dolcemente i capelli in modo che non si sporcassero. 
 
 
 
 
 
 
 
 
Chanyeol era pronto, ma prima di uscire aveva controllato che Sehun mangiasse almeno due fette biscottate in modo da placare il suo intestino. 
Diceva che gli avrebbero fatto bene, anche se Kai tutto sommato era lievemente scettico. 
 
“Sicuro di star bene, posso andare tranquillo?“ 
Sehun rispose in modo un po‘ burbero “Per la miseria non sto morendo!“ facendo ridere l'altro seduto al suo fianco. 
 
Chanyeol aveva sbuffato ma poi sorriso. 
Fece un cenno a Jong “Trattalo bene.“ li salutò e uscì di casa per i suoi impegni. 
 
Sehun sospirò, finì di mangiare e andò in bagno per lavarsi nuovamente i denti. 
Kai lo aspettò sul divano. 
 


 

 
Non appena tornò lo fece sedere sulle sue gambe facendolo arrossire e stupendosi non poco. 
Gli faceva questo effetto, dunque? 
 
“Come ti senti?“ domandò premuroso accarezzandogli i capelli affondandoci la mano. 
“Bene.“ fece una pausa prima di biascicare a fatica “Emh...grazie per...ecco essermi stato vicino...prima.“ 
Jong sorrise e a Sehun si smosse qualcosa dentro. 
 
Ad un certo punto, sentendosi oppresso dalla marea di sentimenti che lo colpí si adagiò sconfitto sul suo petto. 
Ripensò a tutto ciò che gli aveva causato e a quello che continuava a fargli anche in quel momento e si sentì talmente detestabile, che provò ribrezzo per se stesso. 
Ed era una cosa assolutamente nuova per uno come lui, che a cose di quel genere non c'aveva mai veramente pensato. 
“Aaah, che stronzo!“ esclamò coprendosi gli occhi con le mani, lasciando Kai basito. 
 
“Io.“ s‘affrettò a spiegare. “Sono venuto sempre a rompere le palle a te quelle notti ignorando le tue proteste. E facevo così...perchétiamoenonsapevocomealtroaverti.“ Concluse ripensando tristemente a quanti drink si era fatto solo per essere consolato in seguito proprio da lui. 
Parlò veloce come un razzo che Kai fece uno sforzo immane per capire e...aveva appena detto d‘amarlo? 
Boccheggiò alla ricerca d‘aria, aderendo con la schiena allo schienale morbido dietro di sè. 
Se tutto quello era frutto della sua immaginazione, non aveva la minima disposizione al risveglio. 
 
Sehun era imbarazzato oltremodo, rosso in viso come non lo era mai stato e non gli piaceva dover dipendere a talpunto da qualcuno...solo che Kim Jongin era speciale, quindi non si oppose. 
Lasciar libero sfogo ai suoi sentimenti, non voleva davvero farlo ma quello che avevano articolato le sue labbra era venuto fuori come ... come... 
Non lo sapeva sinceramente. 
Come qualcosa di subdolo che lo stava lentamente fregando e portando alla desuetudine, probabilmente. 
 
Quel silenzio che ottenne come risposta gli scatenò panico. 
“Ti...prego, dì qualcosa.“ lo implorò sempre senza guardarlo, troppo terrorizzato da ciò in cui si sarebbe infallibilmente inabissato. 
 
Kai provò a rispondergli tante volte, ma le sue labbra carnose non articolarono nessuna delle frasi che penosamente riuscì a mettere insieme nella sua testa. 
Perché la sua immaginazione non poteva arrivare a tanto, non poteva prenderlo per il culo in quel modo e questo stava a significare che fosse tutto incredibilmente autentico oltre ogni tipo di logica! 
Per questo, si sistemò meglio a sedere, gli prese le guance fra le mani guardando quegli occhi spalancati prima di sostituire quella vista col muro nero delle sue palpebre e lo baciò profondamente, assaporandone il sapore dall'interno della bocca.  
 
Sehun piacevolmente sconvolto chiuse gli occhi e si lasciò andare solo dopo qualche secondo abbondante. 
Allora, quella cosa non era poi tanto subdola se riusciva a infondergli tanto di quel piacere. 
Decise di far qualcosa, e andò a carezzargli amorevolmente la schiena con movimenti lenti ma decisi mentre le mani dell‘altro gli s‘infilarono delicatamente nei capelli per scendere lungo il collo infondendogli compiacimento. 
 
Si avvicinarono di piú e s‘eccitarono. 
 
Quando si separarono, si sorrisero. 
 
“Wow...“ commentò Sehun letteralmente bordeaux. “Devi tenere davvero a me per baciarmi dopo aver vomitato.“ 
Risero insieme di gusto. 
 
“Mi hai fatto soffrire tanto, idiota.“ proruppe Kai. “Io ti amo da tanto, ed il pensiero che tu mi usassi solo a tuo piacimento mi stava consumando.“ 
Gliel'aveva detto. Era così bello liberarsi da quel peso...
 
Se fece spallucce “Sono stronzo, te l'ho detto.“ 
“Ahaha, lo so e anche per questo ti amo.“ 
Fece per far cambaciare ancora le loro labbra dolci ma ... 
 
“Buooongiorno!“ esordì D.O stiracchiandosi ed entrando in stanza facendo così allontanare i due imbarazzati. 
Fece una faccia storta domandando “...Disturbo?“ come se fosse rimasto deluso
 
Questi scossero il capo, forse talmente tesi che non capire fossero stati disturbati era impossibile. 
Per questo, l'ultimo arrivato non chiese altro ma bensì se ne tornò in camera, dove ci trovò Suho seduto sul letto. 
 
"Ciao hyung." Salutò sforzandosi di sorridere. "Ti serve qualcosa?" 
 
Il leader si puntellò su un gomito mettendosi di fianco, piegando la testa scrutò il proprietario della stanza con grande attenzione, tanta da metterlo in estrema soggezione e fargli voltare lo sguardo. 
"Ti ho riportato il cd che mi avevi prestato." Disse infine. 
 
"Ah." fece Kyung-soo stropicciandosi l'angolo interno dell'occhio. "Ti è piaciuto?" 
"Tanto." 
 
Jun-myun fece spazio all'altro che lo raggiunse e si raggomitolò sul suo petto, stringendogli fortemente fra le mani la maglietta rossa. 
"...Sta con Sehun. Credo." 
 
Suho sospirò e si morse le labbra pensando accuratamente a cosa dire. 
Sapeva cosa provasse D.O nei confronti di Kai come sapeva che qualsiasi cosa ora avrebbe detto sarebbe sembrata, senza ombra di dubbio, stupida. 
Lo strinse forte al petto, lasciandogli un bacio sulla testa. 
Strinse gli occhi nel dire "...Hai me." 
 
D.O sgranò gli occhi e deglutì a vuoto prima di lasciare le labbra schiuse, sulla quale il maggiore ci passò lentamente un dito con sguardo vacuo. 
Per qualche insensata ragione, gli piacque essere toccato in quel modo dal suo caro e amato leader. 
Però l'immagine di Kai arrivò in fretta prepotentemente e sconquassò tutto, distruggendo quella strana atmosfera. 
 
Scattò a sedersi, guardandosi le mani che ora stringevano le coperte. 
 
Suho lo guardò e solo dopo un po' osò avvicinarsi. Si mise in ginocchio e gli posò le mani sulle spalle facendole ricadere delicatamente lungo le braccia, e ancora più giù fino a che riuscì a far intrecciare le loro dita. 
Gli si avvicinò, aderendo col petto alla sua schiena e gli baciò la guancia. 
Poteva sentire i suoi muscoli tirarsi, il suo respiro diventare irregolare. 
"...Kyung-soo?" Lo chiamò dolcemente facendogli voltare appena la testa verso di lui. 
Erano così vicini con quel solo soffio a dividerli, sarebbe bastato così poco per scambiarsi un bacio innocente. 
 
D.O rimase in attesa, a guardarlo fisso negli occhi così brillanti in quel momento. 
Aveva un leader così bello, e così premuroso con lui... 
E così, si allungò chiudendo gli occhi, continuando ad aspettare. 
 
Un lieve sorriso increspò le labbra del più grande che con flemma abbassò le palpebre anche lui. 
Cercò di non badare alle palpitazioni del cuore. 
Erano così vicini eppure così lontani che sembrava non accorciarsi mai quella tremenda distanza, che non faceva altro che aumentare il loro desiderio, quella curiosa brama di sfiorarsi e baciarsi. 
 
A dirla tutta, a Kyung-soo era capitato d'immaginare come sarebbe stato poter aver l'onore di vellicare quella bocca. 
A dirla tutta, Jun-myun l'aveva pensato molte più volte. 
Ma a dirla tutta, in quel momento non contava più nulla. 
 
Perché in quel momento, le labbra stavano combaciando perfettamente, in un bacio pulito, amorevole e magico che entrambi desideravano, chi esplicitamente, chi segretamente acceccato da un'altra figura. 
 
Ma alla fine, quella di Kai era solo una scusa per non tuffarsi in qualcosa di cui D.O aveva paura di uscirne distrutto. 
 
Suho gli accarezzò il volto e si allontanò, facendo combaciare le loro fronti. Sorrideva, non riusciva a fare altrimenti. 
Era stato meglio di quanto potesse sperare. 
E cosa ancora migliore era che ora, Kyungsoo non temeva più, era stato rassicurato. 
E voleva essere consolato maggiormente. 
Perciò prese le sue mani, le portò al viso stringendole tra le sue e accarezzandole col pollice e gli indirizzò, finalmente, un sorriso ricevendone in cambio uno altrettanto caloroso. 
 
Jun-myun lo tirò fra le braccia, stritolandolo quasi, inebriandosi di quel profumo e sorridendo sulla sua spalla. 
D.O lo strinse forte a sua volta, poi si ritrovò steso, il leader che lo sovrastava. 
Andò a cercare la sua mano in modo da unirla con la gemella e aspettò di ricevere un altro bacio che non tardò ad arrivare. 
 
"...Kyungsoo, non vogli-" 
Ma il discorso del leader, a cui l'idea d'essere manipolato per poi essere abbandonato coi suoi sentimenti non piaceva per nulla, fu zittito da quelle soffici labbra. 
"Voglio davvero averti accanto." 
 
Suho gli rispose baciandolo ancora, ormai parevano non saper far altro, profondamente. 
D.O si rilassò completamente, dimenticando dell'immagine di prima, di Kai, di tutto. 
Aveva un'altra persona ad amarlo e si era anche accorto di ricambiare. 
. Si disse. Credo...di poter rischiare d'uscirne distrutto. Se resta con me. 
 


 
Fuori, Kai mosse le labbra in una specie di sorriso. Aveva visto il leader entrare da D.O prima, e aveva sentito che sarebbe successo qualcosa. 
Meglio, non voleva avere pesi sulla coscienza. Nè tanto meno ferire il suo amico... 
 
"Tutto ok?" domandò Sehun, accarezzandogli il volto e guardandolo incuriosito. 
"Umh-umh." Confermò. 
Battè una volta la mano sulla sua gamba e gli fece cenno con la testa d'alzarsi. 
Sehun ubbidì, tirandosi su e stiracchiandosi. 
Era un po' preoccupato, pensava che l'arrivo di D.O avesse mutato qualcosa, ma Kai si issò e lo prese per mano cominciando a guidarlo. 
"...Dove andiamo?" Domandò, anche se qualcosa aveva già intuito. 
"In camera mia. Non credi sia meglio?" 
"...Credo sia anche diverso. Finalmente." Mormorò col capo chino e le guance imporporate teneramente. 
 
Kai bloccò i suoi passi, si prese un brevissimo arco di tempo per analizzare quella frase nella sua testa, e sorrise, guardando una foto rappresentante il gruppo sulla parete opposta. 
Riprese a camminare col cuore più leggero. 




Fine




...E' troppo smielata, credo. Ma per qualche insulso motivo, la pubblico lo stesso. 
Che dire? 
Sinceramente non so cos'altro aggiungere, quindi lascio a voi i commenti <3 
Chuu
~





   
 
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