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Autore: avalonne    19/08/2012    2 recensioni
Storia che ha partecipato al contest "Harry Potter: the reunion" di ticci e si è classificata prima!
Il tema era, appunto, una ruonione tra ex compagni di scuola del mondo di Harry Potter. Che ne è stato di loro? C'è chi si è sposato, chi è incinta, chi si è lasciato.Insomma hanno ricominciato a vivere. Per qualcuno è stato più difficile che per altri, come nel caso di Goyle, lo scagnozzo di Malfoy, la cui vita sembrava essersi fermata alla morte di Tiger, il suo migliore amico. Ma gli anni sono passati anche per lui, ed è pronto a incontrare i suoi ex-compagni di scuola e mostrare loro il nuovo Gregory.
Il punto di vista è proprio quello di Goyle, uno "scimmione ritardato" a cui ho voluto ridare un po' di dignità, un Gregory che si è buttato alle spalle chili e pregiudizi! Spero che vi piacerà leggere di lui come a me è piaciuto scrivere!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gregory Goyle, Millicent Bullstrode, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Innanzitutto ringrazio ticci per aver indetto il Contest e per il suo giudizio che riporto in calce (gli errori di grammatica e stile sono stati corretti)
Mi sono molto divertita a scrivere di Goyle, anche se non è mai stato uno dei miei personaggi preferiti, e spero che a voi piaccia leggere di lui!




Nick (da mettere sul banner): Avalonne
Titolo: Un nuovo me
Personaggi principali: Gregory Goyle, Millicent Bulstrode
Personaggi secondari (eventuali): Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Hermione Granger, Ginny Weasley
Genere: Generale, introspettivo
Avvertimento: One-shot
Introduzione: Sono passati gli anni, i protagonisti di Harry Potter sono cresciuti, si sono sposati, sono in dolce attesa, insomma hanno ricominciato a vivere. Per qualcuno è stato più difficile che per altri, come nel caso di Goyle, lo scagnozzo di Malfoy, la cui vita sembrava essersi fermata alla morte di Tiger, il suo migliore amico.  Ma gli anni sono passati anche per lui, ed è pronto a incontrare i suoi ex-compagni di scuola e mostrare loro il nuovo Gregory.
NdA (eventuale): So che Goyle non è uno dei personaggi più amati, né uno di quelli con maggiore personalità, così ho deciso di rimediare io! Quello di cui leggerai è un nuovo Gregory, che si è buttato alle spalle chili e pregiudizi, forse arrivando a essere un pelino OOC (spero di no) ma con le sue motivazioni!  Il punto di vista è il suo. Per quanto riguarda lui e Millicent … li ho sempre visto perfetti insieme, mentre ho deciso di dare dignità a Pansy Parkinson e non farla innamorata persa di Malfoy.
 
 
   

Un nuovo me

 
Sto osservando la porta dei “Tre manici di scopa” da cinque minuti buoni senza avere il coraggio di aprirla. Sono questi i momenti in cui rimpiango di non avere qualcuno che mi ordini cosa fare o cosa no. Obbedire è molto più facile che scegliere. Scuoto la testa con forza, cercando di scrollare via, oltre alla neve che si è depositata sui miei capelli, anche queste vecchie idee malsane. Sono qui proprio per dimostrare che sono cambiato. Mi guardo un’ultima volta intorno: vorrei non essere solo, vorrei che Vincent fosse qui con me. Con l’ultimo pensiero rivolto al mio amico, spingo la porta ed entro.
 
Il mio ingresso non suscita scalpore, al massimo qualche occhiata curiosa. Sei anni in più e trenta chili in meno devono avermi cambiato molto.
La prima a riconoscermi è Pansy Parkinson.
- Goyle, sei proprio tu? –
Rispondo con un cenno imbarazzato della testa. La sua voce squillante mi ha messo al centro dell’attenzione e non credo di essere ancora pronto per affrontarlo.
Pansy si avvicina elegantemente e mi porge la sua guancia da baciare. Il suo atteggiamento formale è tradito dall’emozione che trapela dalla voce quando mi sussurra all’orecchio: - Dove sei stato? Eravamo preoccupati. –
La guardo attentamente: a ventiquattro anni ha l’aria della donna soddisfatta della vita. La sua famiglia non ha patito troppo per le conseguenze della guerra, non essendo i suoi genitori attivi sostenitori del Signore Oscuro. Il mio sguardo corre automaticamente a cercare Draco accanto a lei, ma lo intravvedo solo a qualche tavolo di distanza, affianco a una biondina che mi ricorda un po’ Daphne. Lui mi guarda, mi riconosce e si avvicina.
- Greg? È molto che non vediamo. Dove sei stato? – Domanda con il suo solito tono imperioso e strascicato allo stesso tempo.
È incredibile la capacità che hanno i Malfoy di cadere sempre in piedi, persino dopo aver perso una guerra. Devo essere rimasto a rimuginare su questo troppo a lungo perché Pansy mi rivolge un debole sorriso di incoraggiamento, mentre Draco mi lancia il solito sguardo che mi ricorda quanto sono tonto. Mi riscuoto e rispondo: - Sono stato da mia zia. –
È la verità!
Dopo la Battaglia di Hogwarts, quando sono tornato a casa, la mia vita era in pezzi. Mio padre era in prigione, mia madre in piena crisi isterica e io mi sentivo completamente svuotato dopo aver assistito alla morte di Vincent. Quello è un trauma che non credo supererò mai.
Elizabeth, la sorella di mia madre, è piombata come furia a casa nostra in un giorno di fine maggio e ha preso in mano le redini della situazione. Io, all’epoca, non la conoscevo neppure; sapevo solamente che aveva abbandonato la casa paterna appena finito Hogwarts, non condividendo le idee di famiglia sulla purezza del sangue. Ha impiegato anni a spiegarmi perché noi e i Nati Babbani non fossimo così diversi e altrettanto tempo a ricostruire la mia dignità e la mia autostima. È grazie a questo suo duro lavoro che posso guardare Malfoy negli occhi e domandargli: - E tu come stai, Draco? –
Un rapido sbattere di ciglia mi comunica che è stupito dalla mia intraprendenza.
- Bene, grazie. Anzi ti presento mia moglie: Astoria Greengrass in Malfoy. –
La biondina mi rivolge un debole sorriso. Dunque avevo visto giusto con la somiglianza: è la sorella di Daphne. Stringo la mano di Astoria e studio la reazione di Pansy: è sempre tranquilla e allegra, sembra che l’interesse per Malfoy si sia sciolto come neve al sole. La vedo raggiungere con un sorriso altre due ragazze che mi danno le spalle. Una è piccolina, con lunghi capelli biondi e suppongo sia proprio Daphne, l’altra la riconoscerei tra mille. I capelli scuri si sono allungati, il fisico si è snellito, ma non posso sbagliarmi: Millicent Bulstrode. Un nodo mi attorciglia le viscere quando la vedo girarsi e incrociare il mio sguardo. È ancora più bella di come la ricordassi. So che in pochi condivideranno la mia opinione, la maggior parte dei ragazzi a scuola la credeva imparentata con un bisonte, ma io ho sempre avuto un debole per lei. Arrossisco e distolgo lo sguardo, mettendomi a osservare i piedi con grande attenzione.
Il silenzio cala nuovamente su di noi, un velo di imbarazzo si è posato sui Serpeverde, da un angolo Zabini e Nott mi rivolgono un breve cenno di saluto ma non si avvicinano. Mi chiedo se sia la mia assenza che mi ha allontanato da loro, la morte di Vincent o se non mi abbiano mai davvero considerato.
Giro lo sguardo nella stanza: il Trio dei Miracoli è accanto agli altri Grifondoro, i Corvonero fanno fronte comune vicino al bancone e i Tassorosso sorridono a tutti ma restano uniti. Gli equilibri non sono mutati molto da quando eravamo a Hogwarts.
Mi piace l’espressione che ho usato, zia Beth sarebbe fiera di me. Lei non ha curato solo il mio recupero psichico, si è davvero impegnata a rendermi una persona migliore. Nessuno, prima di lei, si era preoccupato troppo della mia educazione, mi consideravano semplicemente troppo stupido. È stata mia zia a scoprire che ero dislessico e per questo facevo tanta fatica a leggere e imparare. In questi sei anni mi ha anche permesso di recuperare tutte le nozioni che avevo trascurato durante Hogwarts. È per lei che ora lascio il gruppo di Serpeverde e mi dirigo al centro del locale; le ho promesso che avrei parlato con almeno una persona di un’altra Casa. Arrivato in mezzo, però, mi blocco. Sento gli sguardi di tutti fissi su di me, non so che cosa dire o fare.
È la Granger a muovere il primo passo; mi guarda dubbiosa e chiede: - Gregory Goyle? –
Rispondo con un cenno di assenso. Posso immaginare cosa direbbe mio padre se mi vedesse parlare con una Mezzosangue, ma lui ora è ad Azkaban, mentre io sono qui. Finalmente alzo lo sguardo e li osservo bene: Weasley e Potter sono in un angolo e mi guardano torvo, tento un sorriso al loro indirizzo, ma credo risulti alquanto stentato.
Fisicamente nessuno di loro è cambiato molto, caratterialmente ancora meno. Una rossa, che riconosco come la sorella di Weasley, in evidente dolce attesa, si avvicina bellicosa a me e alla Granger e domanda all’amica: - Tutto bene, Hermione? –
- Sì, credo di sì. – Risponde lei titubante.
Saltello agitato sul posto e, alla fine, mi decido a rivolgere loro la parola: - Come state? Se non volete parlare con me lo capisco! – Aggiungo frettolosamente mettendo le mani avanti di fronte a un loro possibile rifiuto.
La Granger sembra decidere che non sono pericoloso, mi sorride e risponde: - Tutto bene, io e Ron ci siamo sposati e Ginny aspetta un bambino da Harry. Tu, invece? Sembravi scomparso dal Mondo Magico! –
Weasley ha sposato la Mezz … la Granger? Pensavo che alla fine avrebbe scelto Potter, invece per una volta è stata la “spalla” a spuntarla! Dai loro sguardi interrogativi mi accorgo di essermi di nuovo estraniato.
- Diciamo che sto bene. Ho avuto bisogno di riprendermi dopo la … la Guerra. –
Negli occhi della riccia passa un lampo di comprensione, lei era presente quella maledetta notte nella Stanza delle Necessità.
- La morte di Tiger deve essere stata un brutto colpo per te. – Mormora.
Abbasso lo sguardo e devo farmi forza per far uscire le parole dalle mie labbra: - Era come un fratello per me. –
Mi aspetto che replichino che era solo un lurido Mangiamorte che si è meritato quella fine, invece restano in silenzio, poi la Weasley fa qualcosa che credevo impossibile: mi prende le mani e me le stringe, forte.
- Anche io ho perso un fratello, ti capisco. – Mi dice, lanciandomi un ultimo sguardo di comprensione prima di tornare dal marito e dal fratello. La Granger mi saluta con un cenno del capo e io resto lì, al centro della sala, con l’impressione che qualcosa di straordinario sia appena accaduto.
Non solo sono andato alla festa, ho anche parlato con due Grifondoro, una delle quali Nata Babbana, e loro mi hanno capito. Sento che potrei fare qualsiasi cosa, anche andare da Millicent e dirle che la amo!
 
Torno lentamente dai miei ex compagni di Casa, che mi guardano stupiti e lievemente disgustati. Ignoro Malfoy che sta per aprire bocca e mi dirigo verso Millicent. Lei è lì, fiera e altera come sempre e io non so da dove cominciare.
- Millicent, io … - Mi blocco dopo le prime due parole, non ce la posso fare.
- Uh? – Non sembra volermi aiutare.
- Io ti volevo chiedere … sei dimagrita? –
Sono un idiota, un dannatissimo idiota!
Un rapido sorriso illumina il suo viso quando mi risponde con falsa modestia: - Un pochino. –
- Altro che un pochino, quanto avrai perso? Venti? Venticinque chili? Sei una favola, non hai più un filo di pancia! Sei un’altra persona rispetto a prima, eri … come dire? Enorme! Adesso invece … -
Deglutisco quando la vedo storcere il sorriso in un’espressione feroce, persino i suoi denti hanno un’aria muscolosa[1]! Ora mi picchierà e ha anche tutte le ragioni per farlo.
- Scusami, io non intendevo … volevo dire … non sono mai stato bravo con le parole! –
- Gregory, taci! – Mi sibila Pansy sottovoce.
Mi tappo la bocca e mi fisso i piedi, di nuovo. Alle mie spalle sento Zabini ridacchiare con Malfoy e mormorargli: - Non cambierà mai, è sempre il solito scimmione ritardato! –
Avvampo, ma non faccio nulla, anche perché Millicent lo zittisce con un’occhiataccia, poi si rivolge a me, come se non fosse successo nulla.
- Anche tu sei dimagrito. – È un’affermazione, non una domanda.
- Ventisette chili. – Ribatto laconico.
- Io diciotto. – Replica lei calma.
- Millicent, io ti … -
- Sì, anche io! – Ribatte senza lasciarmi finire e mi bacia. Rispondo al bacio incredulo, mentre accanto a noi Pansy abbraccia Daphne con le lacrime agli occhi, Theo dà pacche sulla schiena a Blaise che si sta strozzando con il vino elfico e Draco è semplicemente basito. Con la coda dell’occhio intravvedo Potter che ci sta indicando a un attonito Weasley e le loro mogli che mi sorridono; poi Millicent mi bacia di nuovo e tutto il resto perde importanza.
 
 







Giudizio di ticci
Grammatica: 4.9/5
Stile: 9.85/10
Attinenza al tema: 10/10
IC personaggi: 10/10
Originalità: 10/10
Gradimento personale: 10/10
Totale: 54.75/55
 
Grammatica: 4.9/5
È assolutamente perfetta: non ho trovato nessuna imprecisione, tutti i verbi sono coniugati alla perfezione.
L’unica sbavatura è in questa frase (io avrei messo una virgola prima di “mentre”): “Devo essere rimasto a rimuginare su questo troppo a lungo perché Pansy mi rivolge un debole sorriso di incoraggiamento, mentre Draco mi lancia il solito sguardo che mi ricorda quanto sono tonto” (-0.10).
Stile: 9.85/10
Anche lo stile va molto bene: l’utilizzo del POV di Gregory è stato assolutamente una mossa ben riuscita, nonché ha arricchito notevolmente il racconto.
La scelta del lessico è molto buona, variegata e ben adatta con quello che stai raccontando. Ti ho tolto qualche punto per queste frasi che non mi suonano bene
-“qualcuno che mi ordini cosa fare o cosa non fare” -> potresti scrivere “qualcuno che mi ordini quello che devo fare oppure no”, “qualcuno che mi ordini cosa fare o no”.
- “Tutto bene, io e Ron ci siamo sposati e Ginny aspetta il primo bambino da Harry” -> avrei evitato “primo”.
Come vedi sono sfumature, giudizi assolutamente personali, niente di grave. Globalmente mi è piaciuto, e anche molto!
 Attinenza al tema: 10/10
La “Reunion” compare, è molto ben sviluppato e trattato dal punto di visto di un personaggio assolutamente secondario.
I miei complimenti.
 IC personaggi: 10/10
Visto che hai utilizzato molti personaggi, ho deciso di darti una valutazione per ciascuno!
Gregory:10. Il tuo timore di essere caduta nell’OOC è infondato. Il tuo Gregory è la perfetta maturazione di un ragazzo che ha visto morire il migliore amico tra le fiamme, che ha visto il proprio padre finire ad Azkaban, che ha visto la propria famiglia messa alla deriva dal mondo magico, che ha visto sua madre crollare. Alcuni tratti della sua personalità (come ad esempio perdersi e cadere in uno stato da farlo sembrare stupido) sono rimasti, anche se tu sei riuscita a spiegare il perché. Ottimo lavoro.
Draco: 10. È assolutamente lui: spocchioso, sicuro di sé e trovo assolutamente perfetta la tua frase: “È incredibile la capacità che hanno i Malfoy di cadere sempre in piedi”.
Hermione e Ginny: 10. Anche se compaiono poco, sono assolutamente loro, soprattutto Ginny: all’inizio bellicosa, pronta a difendere l’amica, ma poi sensibile di fronte al dolore di Gregory.
Pansy: 10. Perfetta maturazione della “faccia-da-carlino” del libro. Alcune caratteristiche sono rimaste, come alcuni tratti pomposi o il fare comunella con le amiche, ma la dignità che le hai dato la rendono perfettamente caratterizzata. Le amanti del personaggio sarebbero orgogliose della tua Pansy!
Millicent: 10. Di lei non sappiamo assolutamente nulla, quindi ho valutato come l’hai caratterizzata. Che dire? Ben fatto! Mi sembra un po’ la versione femminile di Gregory, insicura di sé, sotto valutata dagli altri. Ho apprezzato il loro approccio goffo.
In generale, tutto ben fatto!
Originalità: 10/10
10 perché hai usato un personaggio che non mi sarei mai aspettata. 10 per la spiegazione che hai dato per la sua maturazione. 10 perché hai inserito tutta la combriccola dei Serpeverde. 10 perché non hai reso Draco perfetto. 10 perché hai inserito una storia d’amore davvero strana.
Complimenti Avalonne.
 Gradimento personale: 10/10
Alla luce di tutto quello che ti ho detto, non dovrebbe stupirti! Ho apprezzato il tono introspettivo e divertente con cui hai descritto l’intero avvenimento, l’IC perfetto dei personaggi, l’utilizzo di Gregory e il suo approccio con Millicent (che ridere!). Ho terminato la lettura con un sorriso sulle labbra e un affetto per Gregory che non avevo mai provato per lui.
Ti riporto le mie frasi preferite: “Mi chiedo se sia la mia assenza che mi ha allontanato da loro, la morte di Vincent o se non mi abbiano mai davvero considerato”, “Gli equilibri non sono mutati molto da quando eravamo a Hogwarts”, “Negli occhi della riccia passa un lampo di comprensione, lei era presente quella maledetta notte nella Stanza delle Necessità”, “- Io ti volevo chiedere … sei dimagrita? – Sono un idiota, un dannatissimo idiota!”, “[…] poi Millicent mi bacia di nuovo e tutto il resto perde importanza”.
Bravissima!



[1]Questa espressione l’ho presa in prestito dal libro “Signori bambini” di Daniel Pennac.
  
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