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Autore: Muchlove1Dlove    19/08/2012    0 recensioni
Sono davanti allo specchio a sistemarmi i capelli per la serata. Sono così felice, finalmente dopo tanto tempo io, Tess e Dave siamo felici.
Prendo il ferma capelli della mamma, quello con delle piccole pietre color smeraldo incastonate sopra, ci passo il polpastrello del pollice sopra e ripenso a come siamo arrivati fin qui…
-Lo sai che non possiamo,vero?-
-Certo,ma non mi interessa di loro e di quello che penseranno a me interessa solo di te...voglio solo te-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.
Sono davanti allo specchio a sistemarmi i capelli per la serata. Sono così felice, finalmente dopo tanto tempo io, Tess e Dave siamo felici.
Prendo il ferma capelli della mamma, quello con delle piccole pietre color smeraldo incastonate sopra, ci passo il polpastrello del pollice sopra e ripenso a come siamo arrivati fin qui…
La mia storia inizia 17 anni fa come un “errore”. Mia madre aveva appena detto ad Adams, quell’uomo che in teoria dovrei chiamare padre, ma lo è solo perché lo dice il DNA…io non ho un padre. Comunque gli aveva appena detto di essere incinta e lui, che a mala pena aveva “cresciuto” già due figli (entrambi due “errori”) una di 17 e l’altro di 10 anni, si ritirò e ci abbandono tutti e quattro. Solo la speranza aveva convito mamma a mandare avanti la gravidanza, infatti mi chiamò Hope, Hope C. Edwards è così che mi chiamo e C sta per Cher, mia madre adorava quella cantante.
Per quasi tutta l’infanzia non mi pesò molto il fatto di non avere un padre perché io avevo Dave, mio fratello, e poi sono cresciuta nella periferia più remota di Londra infatti molti dei miei amici erano senza padre o perché l’avevano ucciso in una delle tante sparatorie oppure era in prigione.
Dove abitavo io ero l’unica femmina, ma ero comunque la più tosta…ero una di loro, un maschio. Tant’è che mi chiamavano per cognome, Edwards, io non lo sopportavo molto spesso facevo anche a botte con dei bambini finche loro erano diventati molto più grossi di me.
Quando avevo 10 anni mia madre morì, lei ne aveva solo 44 perché aveva avuto mia sorella quando ne aveva 17, comunque è morta di cancro. Lei non c’è l’aveva detto di essere malata…
Da quel giorno andai a vivere con mia sorella in centro Londra, dove lei già abitava perché stava frequentando l’università  lì. Mio fratello per far continuare a studiare me e mia sorella aveva trovato un buon lavoro nell’Irlanda del Nord, e molti dei soldi che guadagnava li mandava a noi, naturalmente.
Si è  Dave la mia figura paterna, lui non assomiglia molto ad Adams. Dave è biondo cenere abbastanza alto, Adams invece aveva i capelli neri e non era molto alto. In una sola cosa noi tre fratelli siamo uguali, abbiamo gli stessi occhi. Cioè azzurri cobalto, come quelli della mamma, quando siamo felici che quando siamo tristi o arrabbiati variano verso il verde, come quelli di Adams.
 
Mia sorella si è fidanzata con Lucas, un uomo poco più grande di lei, ma con già un divorzio alle spalle e un figlio che lui e la sua ex moglie avevano adottato quando aveva 10 anni, ora ne ha 18, uno in più di me. Lucas è di origini italiane, come la mamma, questo forse vuol dire vacanza in Italia u.u
Questa sera conoscerò il “figlio” di Lucas, il nome non lo so Tess non vuole dirmelo. Comunque io ho indossato il mio vestito verde smeraldo che fa risaltare la mia pelle ambrata, quello che indosso nelle grandi occasioni. Lasciato i miei lunghi, ricci e biondi ossigenati così come sono ci metto solo il ferma capelli della mamma. I miei capelli hanno avuto una trasformazione continua da quando sono nata: fino ai 5 anni erano come adesso(mi chiamavano riccioli d’oro), fino ai 10 mossi e biondo più scuro e poi sono tornati come all’inizio schiarendosi man mano.
Anche se non serve molto, metto un po’ di eyeliner nero con poco mascara per far risaltare i miei occhi che non sono mai stati più blu. Ho poi voluto esagerare con il rossetto rosso, come faceva mamma, diceva che portava fortuna.
-Hope sbrigati! Stanno arrivando!-Mi grida Tess da sotto, è così agitata per questa serata. Scendo le scale infilandomi le mie Laboutin nere. Tess è davanti alla porta più cella che mai…Ha lasciato i suoi lunghi e mossi capelli neri pece sciolti  e con il vestito nero che indossa il suo fisico perfetto è messo in risalto dai diamantini che incorniciano la scollatura sul seno.
Lei è veramente bellissima come la mamma, molti dicono che siamo uguali ma io non mi ritengo bella come lei, anche perché lei è così femminile.
Io invece sono un vero e proprio maschiaccio, anche se dall’aspetto fisico non si direbbe, ma dentro sono completamente diversa. Cerco anche di nascondere tutte le sensazioni e le emozioni che provo se sono troppo forti, ho sempre paura di soffrire di nuovo. Comunque fino hai 10 anni giocavo nella squadra maschile di calcio poi dopo che la mamma è morta volevo in qualche modo seguire i suoi passi, così ho incominciato a fare danza classica che poi ho mollato perché mi vergognavo di mettere il bodi per via del mio seno, che confronto a quello delle altre ballerine era molto più grande.
Tess è davanti alla porta più bella che mai che mai, che si mangia le unghie dal nervosismo.
-Piantala di mangiarti le unghie se no ti rovini tutto lo smalto- Gli dico appena alzo gli occhi dopo che ho sceso l’ultimo gradino.
-Giusto, hai ragione- Smette subito di mangiarsi le unghie-Però tu promettimi che sarai gentile ed educata e non farai una delle tue solite sfuriate- Ah, si dimenticavo, ogni tanto sono un tantinello aggressiva. Beh in realtà aggredisco proprio le persone gridandogli in faccia magari anche rompendo qualche cosa che lì accanto se qualcuno mi fa arrabbiare.
Mi prende dalle spalle in modo che io la guardi dritta negli occhi.
-Prometto-Dico con gli occhi chiusi e una mano sul cuore.
-Ok, sono qui…- Incomincia a respirare come una donna che sta partorendo.
-Calma, calma. Lucas ti ama, non andrà male- La prendo come lei mi aveva preso prima- D’accordo!? Ora ti stampi in faccia un bel sorriso e apri quella porta- E gli indico la porta, ma nessuna delle due segue la direzione di quel dito. Mi fa cenno di si con la testa, mette la mano sulla maniglia, fa un sorriso gigantesco e apre la porta…
 


Lei è Hope: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=395062360551876&set=a.374295039295275.83905.374271179297661&type=1&theater

Q
uesto sarebbe sarebbe il prologo a me piace abbastanza spero di non peggiorare andando avanti e beh se leggete mi fareste felicissima
se lasciaste una recensione.
XX Ale.


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