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Autore: Edoatar    19/08/2012    1 recensioni
Qui presento uno spezzone degli ultimi istanti di vita del generale francese Octavien de Valois, prima che Ezio Auditore lo assassini per il rapimento di Pantasilea, moglie dell'amico Bartolomeo d'Alviano. Soprattutto, ho voluto far notare lo spirito patriotico italiano di Ezio nei confronti degli invasori francesi.
Genere: Avventura, Azione, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I racconti di zio Edo'
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La fine di Octavien de Valois

 

 

Riassunto: Ezio Auditore si è travestito, insieme agli uomini di Bartolomeo d'Alviano, da tenente francese, ed è riuscito ad entrare nel quartier generale di de Valois, il quale ha rapito Pantasilea, la moglie di Bartolomeo.

 

De Valois in persona era alla testa di un gruppo di ufficiali, la prigioniera Pantasilea al suo fianco, le mani legate dietro la schiena e manette allentate alle caviglie, che le permettevano di camminare ma solo a piccoli passi. Nel vederla, Bartolomeo non poté evitare di emettere un iroso grugnito. Ezio gli sferrò un calcio.

De Valois sollevò una mano. “Non c'è bisogno di violenza, tenente, anche se mi congratulo con voi per il vostro zelo.”

Volse la sua attenzione su Bartolomeo. “Mio caro generale, a quanto pare avete visto la luce.”

-”Finitela con le stronzate!” Ringhiò Bartolomeo.”Liberate mia moglie e toglietemi queste manette.”

-”Oh, mio caro”, esclamò de Valois. ”Quanta arroganza, e da una persona con un nome che vale meno di niente.”

Ezio stava per dare il segnale, quando Bartolomeo rispose per le rime a de Valois, alzando la voce:”Il mio nome è valido, a differenza del vostro che è falso!”

Le truppe che li circondavano ammutolirono.

-”Come osate?” domandò de Valois, pallido di rabbia.

-”Pensate che essere al comando di un esercito vi conceda di per sé prestigio e nobiltà? La vera nobiltà d'animo deriva dal combattere fianco a fianco con i propri soldati, non dal rapire una donna per evitare una battaglia con l'inganno.”

-”Voi selvaggi non imparate mai”, replicò de Valois, malevolo, ed estrasse una pistola, l'armò e la puntò alla testa di Pantasilea.

Ezio capì di dover agire alla svelta, estrasse una pistola e sparò un colpo in aria. Nello stesso attimo Bartolomeo, che aveva atteso con ansia il momento, strinse i pugni e le finte manette volarono via.

Scoppiò un pandemonio. I condottieri mascherati attaccarono immediatamente gli stupiti soldati francesi e Bartolomeo, strappando la sua spada, Bianca, al mercenario che la teneva sul fianco, poi si lanciò su per le scale, ma de Valois fu troppo veloce per lui. Tenendo ben stretta Pantasilea, ritornò nel suo alloggio e si chiuse la porta alle spalle.

-”Ezio!” Implorò Bartolomeo.”Devi salvare mia moglie. Solo tu puoi farlo. Questo posto è costruito come una cassaforte.”

Ezio annuì e tentò di rivolgere all'amico un sorriso rassicurante, poi esaminò l'edificio. Non era grande, ma aveva una struttura robusta, costruita dagli architetti militari francesi e progettata per essere inespugnabile.

Non c'era altro da fare che tentare di entrarvi dal tetto, da dove nessuno si sarebbe aspettato un assalto e dove, quindi, avrebbero potuto esserci punti deboli.

Le pareti dell'alloggiamento di de Valois potevano anche essere state progettate per essere inattaccabili, ma avevano un numero sufficiente di rientranze e fessure da consentire a Ezio di tracciare un percorso con gli occhi, e nel giro di pochi secondi fu sul tetto.

Era un tetto piatto e di legno ricoperto di tegole e c'erano cinque sentinelle francesi di guardia che pretesero, appena lui saltò oltre il parapetto, la parola d'ordine. Dato che non poteva darla, corse verso di loro e dopo aver fatto scattare le lame nascoste, assassinò le prime due con la velocità di un fulmine. Fu una fortuna che nessuno di loro fosse armato con armi da fuoco.

Appena un soldato francese caricò contro di lui con l'alabarda abbassata, Ezio saltò su di una cassa li' vicina e saltò al di sopra dell'aggressore, superandolo. Quando atterrò, sguainò la spada e ingaggiò un veloce duello con le altre due, ancora paralizzate per l'arrivo dell'assassino. Sconfisse subito una guardia che menando un fendente troppo ampio, aveva lasciato ad Ezio lo spazio per infilare la spada nel suo torace.

La seconda sembrò più esperta, ma non brava come Ezio.

La contrattaccò spingendola sul bordo del tetto e la fece cadere con un calcio. Ne rimaneva solo una, la quale dopo aver visto il totale massacro dei suoi compagni, aveva gettato la sua arma e, in francese, stava implorando Ezio di risparmiarle la vita. L'assassino rinfoderò la sua spada e sul viso della guardia era comparsa un'espressione di speranza. Poi Ezio lo puntò e sparò con la pistola celata, mettendo fine ai suoi giorni.

Nel centro del tetto c'era una grande apertura quadrata. Dopo aver ricaricato la pistola, si avvicinò con cautela.

Mentre osservava dal bordo, schioccò uno sparo e una pallottola gli sibilò oltre l'orecchio sinistro, inducendolo a ritirarsi. Non sapeva quante pistole aveva de Valois. Infilati nella cintura aveva cinque dardi avvelenati, ma era troppo lontano per usarli e non voleva fare nulla che potesse mettere in pericolo Pantasilea.

-”Non avvicinatevi oltre!” Gridò de Valois dal basso. “O la ucciderò.”

Ezio indugiò accanto al bordo, guardando nel cortile, ma la visuale era limitata dal tetto sporgente. Non riusciva a vedere nessun altro, ma poteva percepire il panico nella voce di de Valois.

-”Chi siete?” Gridò il generale. “Chi vi ha mandato?”

-”Consegnatemi subito Pantasilea, se ci tenete a ritornare in Francia vivo.”

-”Se faccio come dite, mi lascerete andare?”

-”Vedremo. Alla donna non deve essere fatto alcun male. Venite dove possa vedervi”, ordinò Ezio.

Sotto di lui de Valois uscì con cautela dal colonnato che circondava il cortile e prese posizione accanto alla fontana.

Ezio si chiese quanti uomini fossero nascosti là sotto con lui, anche se il tono spaventato della voce del generale indicava che era rimasto senza alternative e si sentiva messo alle strette.

Poi Octavien cominciò a parlare: ”Cesare ha continuato a corrompere i cardinali per allontanarli dal papa e farli passare dalla sua parte. Una volta che avesse sottomesso il resto del paese a Roma, sarei dovuto marciare sulla capitale e impossessarmi del Vaticano e di chiunque si fosse opposto alla volontà del generale.”

De Valois sventolava la pistola in modo incontrollato e, mentre si girava, Ezio vide che ne aveva altre due infilate nella cintura.

-”Non è stata una mia idea”, continuò de Valois.

Quando gli diede le spalle, Ezio si mosse in fretta e con audacia saltò dal tetto nel cortile, atterrando in posizione accovacciata come una pantera.

-”Non avvicinatevi!” Gridò de Valois.”O io...”

-”Toccatele un solo capello e i miei arcieri vi riempiranno di frecce più di san Sebastiano”, sibilò Ezio.”Allora, piccola anima nobile, voi che ci avreste guadagnato?”

-”Dal momento che faccio parte del casato deValois, Cesare mi concederà l'Italia. Governerò qui, come si addice al mio diritto di nascita.”

Ezio stava per scoppiare a ridere. Bartolomeo non aveva esagerato, anzi, quando aveva chiamato quel vanitoso chiacchierone cervello di gallina! Tuttavia teneva in ostaggio Pantasilea, quindi era ancora pericoloso.

-”Bene. E ora lasciate andare la donna.”

-”Prima portatemi fuori. Poi la lascerò andare.”

-”No.”

-”Re Luigi mi ascolta. Chiedete ciò che volete in Francia e vi sarà dato. Forse una proprietà? Un titolo?”

-”Quelle cose le possiedo già. Qui.”

-Lasciatemi andare...vi prego.”

Ezio prese un profondo respiro prima di ricominciare a parlare. ”Ora vi dirò una cosa che vale per voi e per i vostri compatrioti francesi e soprattutto per i vostri padroni templari. VOI NON CI DOMINERETE MAI. Né voi, né Cesare, né il papa, né chiunque non abbia pace e giustizia al suo fianco governerà mai l'Italia finché ci sarà vita nel mio corpo”, dichiarò deciso Ezio, spostandosi lentamente in avanti.

La paura sembrava avesse bloccato il generale francese.

Si sentiva un rumore forte e costante, come di colpi lenti e deliberati, e le porte esterne dell'alloggio vibrarono.

Bartolomeo doveva aver sconfitto i francesi e fatto portare degli arieti.

De Valois lanciò un'occhiata all'apertura nel soffitto, tentando di intravedere gli arcieri immaginari di Ezio.

L'assassino Avanzò di un altro passo.

-”Per favore”, lo implorò il generale, ”Vi darò tutto ciò che volete...Farò tutto ciò che vorrete.”

Quel tizio era così patetico che Ezio si chiese se valesse la pena di ucciderlo. Quell'uomo si vedeva veramente come re d'Italia?

Ezio ora gli era vicino e i due uomini si fissarono negli occhi.

Lentamente Ezio tolse prima la pistola, e poi la corda che Pantasilea aveva legata al collo e quando fu libera, quella zoppicò via dal francese e osservò la scena con gli occhi spalancati.

-”Io...io volevo solo rispetto.”

-”Ma il vero rispetto bisogna guadagnarselo, non riceverlo in eredità o comprarlo. E non lo si può ottenere con la forza, servendo i Borgia.”

-”Io servo il mio re, Luigi XII.” De Valois era avvilito. ”Ma forse avete ragione. Solo ora capisco.”

La speranza gli illuminò gli occhi. ”Ho bisogno di più tempo...”

Ezio sospirò. “Ahimè, amico. L'avete esaurito.” Sguainò la spada , mentre de Valois, avendo capito e comportandosi con dignità, si inginocchiava e chinava la testa.

-”Requiescat in pace”, disse Ezio.

  
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