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Autore: shizuka    03/03/2007    5 recensioni
..."Non le disse che la stava aspettando. Tanto lei, sapeva sempre tutto."
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E Fu La Notte


Passi strascicati. Passi pesanti che salivano un sentiero perso tra la nebbia.

Passi, furtivi come ombre, letali come spettri. Passi che lasciavano dietro di sè tracce sul terreno fangoso.

Non ci misero molto, quei passi, ad arrivare in cima al pendio e a gettare l'occhio sul paesaggio sottostante. Gli alberi spogli con i rami bagnati di rugiada - ma forse erano lacrime -, senza un filo di vento.



Soltanto quell'aria pesante che riempiva le narici, e l'odore acre del terreno. Eppure mai come in quel momento, il paesaggio, riusciva a trasmettere una pace quasi irreale. La calma prima della tempesta.

I passi rimasero pietrificati. Immobili ancora una volta, di fronte alla bellezza della natura, che come una matrigna crudele snodava davanti allo sguardo vacuo del loro proprietario, soltanto rovine sepolte nel verde. E Draco Malfoy non avrebbe mai neanche lontanamente immaginato, che i resti di Hogwarts - di quella che una volta era stata Hogwarts - potessero fare così male.

Se qualcuno glielo avesse predetto, lo avrebbe giudicato un folle. Avrebbe giurato su ciò che aveva di più caro - il suo prezioso anello, la sua scopa - che se quella maledetta scuola fosse andata a fuoco - insieme a tutti coloro che la frequentavano - avrebbe ringraziato un Dio, in cui neanche credeva.

Perchè Draco Malfoy non aveva un cuore, non aveva mai voluto averlo. Avere un cuore, provare dei sentimenti, erano tutte debolezze che non si addicevano ad un Malfoy.

Malfoy non doveva amare.

Malfoy non doveva provare pietà per nessuno.

Malfoy era convinto che le cose più importanti della sua vita fossero la ricchezza, l'orgoglio e il buon nome della sua casata; fino a quando lei, per una sorta di sottile vendetta, non gli era entrata nel sangue, corrodendo tutte le sue certezze.

Lei, che si era lasciata tentare dal serpente, e che come Eva, aveva ceduto alle sue lusinghe.

Lei, così forte e fragile al tempo stesso.

Lei, la mezzosangue...Hermione Granger.

Se suo padre fosse venuto a conoscenza della loro relazione, le sue labbra non avrebbero più potuto schiudersi in quelle di lei.

Tuttavia, Draco ne era consapevole, era solo questione di tempo. Non sarebbero riusciti a mantenere quel segreto per sempre. Draco Malfoy amava Hermione Granger e la cosa risultava perfino grottesca tanto era incredibile.

Impossibile, aveva negato categoricamente lei.

Impossibile, aveva tentato di convincersi lui.

Ma tutto questo era successo in un tempo lontano. Se da Hogwarts era cominciata ogni cosa, ad Hogwarts sarebbe finita. Un sorriso amaro si dipinse sul volto pallido e smagrito del ragazzo. Non avevano neanche avuto il tempo di diplomarsi.

La guerra, era divampata all'improvviso. Quella guerra covata da lunghi anni nelle viscere, non aveva risparmiato nessuno, e si era presa gioco delle loro vite innocenti. Quella stessa guerra che li aveva visti di nuovo divisi, schierati dalle parti opposte, perchè l'amore non cancella l'odio, e quello che li legava non era abbastanza forte da poter resistere al gioco del fato.

Il loro idillio - se così si poteva chiamare, una relazione tra loro due - era durato quanto il battito d'ali di una farfalla, nel momento in cui avevano accettato il fatto che le cose potessero cambiare, il tempo stava per scadere.

Ricordava le giornate passate a insultare la Granger e la sua cricca di falsi eroi, a deriderla, a sentire il cuore stringersi in una morsa mentre vedeva le mani di Weasley, o di Potter sfiorarla. E nonostante questo continuava ad accanirsi contro di lei, in quel modo assurdo. Sei tu che mi stai cambiando, sei tu che mi hai fatto perdere tutto, sei tu che non mi fai più capire chi sono.

E lei, con quegli occhi scuri e gelidi lo fissava, ignorandolo, come una sfida personale, per poi arrivare, nel cuore della notte, a incendiare le sue ferite, a fargli scoprire, che anche lui era umano come tutti gli altri. Non la marionetta nelle mani suo padre, non soltanto l'ultimo discendente di due casate dal sangue purissimo. Semplicemente, un ragazzo, un uomo. Non Malfoy, ma solamente Draco. Draco...quanto amava sentire il suo nome pronunciato dalle labbra di lei. Proprio in quelle notti, in cui lo spirito era più debole, facevano l'amore più intensamente, consapevoli che quel toccarsi, quel sentire le proprie mani sul corpo dell'altro, era l'unico modo per tenere legati due mondi distinti.

Ma subito avevano fatto l'amara scoperta che nulla di tutto ciò sarebbe bastato...il calore che i loro corpi emanavano, si disperdeva presto. E fuori, il buio e il silenzio erano pronti ad inghiottirli.

Il loro desiderio, cieco.

Quel sentimento viscerale. Attrazione? Disperazione?

Odiarsi, amarsi, che differenza c'era?

Ed ora, erano già passati più di due anni. Due anni volati in un soffio. Due anni che avevano portato Draco ed Hermione su due binari diversi, ma paralleli. Binari prestabiliti. Binari divisi da quella linea sottile che separava il bene dal male.

Il loro amore, perso tra i corridoi di Hogwarts. Così lontano, da dubitare che fosse realmente esistito. Le loro vite, destinate a combattere. Fino alla fine. E la fine, giungeva proprio quella mattina. La battaglia finale, quella che avrebbe deciso il futuro del mondo magico e avrebbe decretato vincitori e vinti. Una stupida battaglia che non avrebbe portato che morte e distruzione.

Draco non credeva in quella guerra. Non ci aveva mai creduto. Non erano i suoi ideali, non lo erano mai stati. Qualcun altro aveva scelto per lui, e lui passivamente aveva accettato quella decisione. Hermione aveva pianto nel sentire la voce di lui dire che la sua vita, fin dal primo istante, era stata offerta all'Oscuro Signore. Aveva urlato, pregato che non fosse vero, quando aveva visto sul suo braccio il Marchio Nero. Hermione aveva sempre cercato una via d'uscita, un modo per salvarlo, per salvare il fiore nato nel loro giardino. Non ci era mai riuscita.

Si toccò il braccio, il tatuaggio pulsava di vita propria. La fine era vicina. Improvvisamente un fruscio, e il rumore di alcuni passi, lo fecero voltare. Hermione Granger avvolta in un cappotto scuro con le mani sprofondate nelle tasche e i capelli selvaggiamente lunghi e ribelli, stava a pochi passi da lui. Una cicatrice lunga qualche centrimetro, deturpava il suo volto, residuo del suo coraggio. Un coraggio che lui, non aveva mai avuto. Il coraggio per portare fino in fondo le proprie scelte.

Non le disse che la stava aspettando. Tanto lei, sapeva sempre tutto.

Hermione fissò l'uomo davanti a lei, con intensità. Voleva imprimersi nella mente l'immagine del ragazzo che per brevi istanti era riuscito a toccare il suo cuore. Quel cuore che aveva ostinatamente tenuto chiuso, per paura di essere ferita. E che proprio la sofferenza di lui, invece aveva aperto. Eppure niente era mai stato facile, tra loro, così diversi, eppure così uguali.

Perchè l'aveva amato. Perchè ambiva le sue mani gelide sul volto. Perchè, ora, si sentiva una marionetta nelle mani del fato. No, non l'aveva mai capito. Troppe domande, che non avrebbero mai avuto risposte. Soltanto un cieco e cupo dolore a devastarle l'anima. Ora che Ron non c'era più, erano rimasti solo lei ed Harry. E Harry il suo destino lo stava pagando, giorno dopo giorno. Vittima, dopo vittima.

Abbassò lo sguardo per qualche secondo, sentiva gli occhi bruciare. Fece per dire qualcosa ma lui la precedette. "Ed eccoci, Granger: il mondo alla fine del mondo." Un ghigno ridisegnò le sue labbra. Teatrale, come sempre. Hermione sospirò.

"Sei ancora in tempo..." gli ripetè, ancora e ancora. Conosceva la risposta, eppure sperava che Draco la stupisse ancora una volta, che uscisse da quel ruolo che gli era stato ricamato addosso con tanta maestria, perchè non era giusto, no, non era giusto che tutto finisse in quel modo.

"No" fu la sua laconica risposta. "Draco..."

"Non potevo cambiare quando avevo diciassette anni, era già troppo tardi allora." "Non è mai troppo tardi..." continuò, ma la voce si stava incrinando. Non voleva piangere. Non poteva piangere, non di fronte a lui. Lui non l'aveva mai saputa consolare, non sapeva fermare le sue lacrime. Lui, non ci aveva neanche mai provato.

"Granger, non tentare di propinarmi i tuoi soliti discorsi, sai che con me non attaccano. I serpenti non stanno dalla parte giusta, i serpenti tradiscono, non hanno scelta. " E nella sua voce non c'era amarezza, ma soltanto rassegnazione. Era troppo stanco anche per odiare.

Hermione assottigliò le labbra, in un espressione quasi furiosa. Ma tacque, perchè non c'era dialogo con Draco Malfoy. Lui si avvicinò e le rubò un bacio a fior di labbra, indugiando un momento, fino a quando la mano della ragazza non si abbattè con forza sulla sua guancia. Lei, vibrava di rabbia e disperazione.

"E' questo che volevo da te, Granger. Tu mi fai sentire vivo." Un tempo l'avrebbe uccisa, per un affronto simile. Ma ora, quelle parole aleggiavano nell'aria, più leggere del vento. Non possiamo amarci, questo lo sai. Hermione percepì chiaramente che quello era un addio, e sapeva che non poteva essere altrimenti. Lo vide avvicinarsi alla scarpata, con quel portamento arrogante che non aveva mai perso. Un passo dopo l'altro, e un secondo prima di cadere nel vuoto, sparì.

Draco Malfoy aveva sempre amato esasperare Hermione Granger, fino alla fine.



E fu la notte la notte per noi notte profonda sul nostro amore e fu la fine di tutto per noi resta il passato e niente di più ma se ti dico "Non t'amo più" sono sicuro di non dire il vero e fu la notte la notte per noi buio e silenzio son scesi su noi e fu la notte la notte per noi buio e silenzio son scesi su noi (E Fu la Notte - Faber De Andrè)
  
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