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Autore: Ryta Holmes    01/06/2004    13 recensioni
“Ogni tanto il ricordo di quell’esperienza le riaffiorava alla mente, facendole rivivere le strane emozioni che aveva provato e che l’avevano tanto sconvolta. Ma durava solo un attimo, perché quando la vita la riportava al presente, le ricordava con la stessa intensità, un concetto fondamentale, che ormai non poteva più cambiare le cose… Lui, era il suo nemico.”
Genere: Avventura, Azione, Fantasy, Malinconico, Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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01

Sei Il Mio Nemico

Capitolo 1

Nuove vite

La silenziosa campagna londinese fu guastata all'improvviso dal suono acuto e intenso di una sirena, che richiamava all'ordine gli Auror dell'Ordine della Fenice. Nella base di addestramento, nascosta tra la brughiera, l'agitazione prese il sopravvento. Decine di Auror, intenti in quel momento, chi ad allenarsi, chi a fare una pausa, si precipitarono non appena sentirono il fischio della sirena, verso il cortile esterno della base, dove li attendeva il loro Comandante per istruirli e guidarli nelle loro operazioni.

"Muovetevi!" li esortava l'uomo autoritario, ma dall'aspetto bonario. "I Mangiamorte non aspettano che voi vi facciate belli! Se non ci sbrighiamo combineranno una strage!"

Tre Auror, che si trovavano nella saletta relax dell'edificio, intenti a sorseggiare una tazza di caffè bollente, scattarono in piedi non appena avvertirono il rumore della sirena, ma si attardarono rispetto agli altri che avevano già raggiunto il cortile.

"Dove accidenti è Ginny?" chiese l'Auror più alto, indossando un cappuccio sulla tuta grigia scura, che gli celò la capigliatura rossa come il fuoco.

"Non lo so... mi pare che dovesse fare un sopralluogo a Trafalgar Square... ma era una faccenda di lavoro top-secret!" spiegò l'unica ragazza del trio, mentre anche lei nascondeva una folta capigliatura castana sotto un cappuccio grigio.

"Allora, non disturbiamola... forza, ragazzi, andiamo prima che il comandante ci urli contro!" concluse il terzo, correndo verso il corridoio che conduceva al cortile.

"Aspettaci Harry!!!"

Arrivarono che il Comandante già aveva iniziato a spiegare ai suoi sottoposti la situazione, piuttosto frettolosamente.

"Ascoltatemi bene, tutti! Stanno attaccando un centro Babbano, si tratta di Trafalgar Square! Ora, state attenti, perché hanno preso in ostaggio diversi Babbani, e potrebbero ucciderli da un momento all'altro! Siate prudenti, ragazzi, e mi raccomando, fate un buon lavoro!!" concluse, mentre veniva accompagnato dai consensi urlati degli Auror, che sparirono all'istante Smaterializzati.

"Accidenti!" imprecò l'Auror dai capelli rossi, mentre spariva assieme ai suoi compagni.

*   *   *

L'Auror Ginny Weasley passeggiava con calma tra la folla che imperversava nella grande piazza di Londra. Era stata mandata in ricognizione, per quel caso che le era stato affidato e fu una fortuna che si trovasse lì, proprio quando un gruppo piuttosto folto di Mangiamorte, aveva attaccato il posto.

Immediatamente aveva dato l'allarme con la sua bacchetta e aveva indossato il cappuccio sopra la divisa per non farsi riconoscere. Quella era stata un'idea di Hermione. Indossare anch'essi dei cappucci come i Mangiamorte, per confonderli e per evitare che gli attacchi di quegli assassini si concentrassero spesso e volentieri su Harry Potter, che militava tra le file dell'Ordine assieme a loro. Il loro comandante si era rivelato molto interessato all'idea, tanto che negli ultimi attacchi avevano adottato quella tecnica con ottimi risultati.

Pensò bene di attendere i suoi compagni, dato il numero dei nemici, e di nascondersi assieme ad un gruppo di Babbani che si trovava vicino a lei.

Ma qualcosa andò storto. Aveva appena raggiunto la folla di persone nascosta dietro il separé di una pasticceria della piazza che nascondeva i tavolini posti fuori, che un grande boato nelle sue orecchie e una luce intensa, unite ad una folata di vento incandescente la catapultarono all'indietro, provocandole una rovinosa caduta per terra.

Un'esplosione.

Nonostante fosse dolorante si alzò in piedi con molta fatica e cercò di mettere a fuoco l'immagine che aveva davanti a sé. Le fiamme lambivano quella che fino ad un minuto prima era stata una delle più famose pasticcerie di Londra e bruciavano tutto quello che avevano trovato sul loro cammino.

Con orrore vide i corpi bruciati di alcune vittime e quelle che ancora correvano terrorizzate, mentre il fuoco le uccideva. Corse immediatamente in loro aiuto, e solo in quel momento si accorse che finalmente i suoi compagni l'avevano raggiunta e non avevano perso tempo a darle una mano.

Scagliò un incantesimo alle fiamme cercando di fermarle, ma queste dovevano essere state incantate con una magia, perciò fu impossibile impedire che l'edificio soccombesse sotto il potere del fuoco. Per fortuna, però, i Babbani colpiti furono portati in salvo, prima che finissero bruciati.

E quando i Mangiamorte notarono l'arrivo degli Auror, si scatenò l'inferno. Come sempre.

Ginny si impegnò a soccorrere le vittime, ma poco dopo, dovette rendersi conto che diversi nemici l'avevano accerchiata, pronti a colpirla.

"Dove pensi di andare?" sentì una voce sarcastica da sotto il cappuccio.

"Al tuo funerale!" ribatté schietta lei, impugnando saldamente la bacchetta e preparandosi a combattere.

Nello stesso istante in cui i tre Mangiamorte attaccarono, lei corse verso uno di loro e con una semplice mossa di autodifesa, fermò il braccio che impugnava la bacchetta di quello dietro la spalla, e usò il suo corpo come scudo. Liberatosi del primo, lanciò in pochi secondi uno Schiantesimo e una Pastoia Total-body, fermando così gli altri due, che rimasero spiazzati da tanta velocità. 

Ginny, infatti, data la sua magrezza e la sua statura non molto alta si muoveva con rapidità e precisione, quasi fosse una gazzella.

Non appena ebbe sconfitto i suoi tre nemici, si fece largo a suon di Schiantesimi per raggiungere il punto in cui due Babbani chiedevano disperatamente aiuto, circondati da una decina di Mangiamorte, pronti a divertirsi con loro.

"Maledetti bastardi, me la pagherete!" sibilò furiosa, notando che le vittime erano una madre con il suo bambino.

"Che vogliono fare quei cani!" ruggì una voce familiare al suo fianco. Ginny si distrasse un attimo e si voltò verso l'Auror che l'accompagnava e nonostante avesse anch'egli il cappuccio grigio, lo riconobbe immediatamente.

"Harry!" esclamò più sollevata.

Il ragazzo puntò lo sguardo verso di lei, e Ginny poté notate i suoi occhi verdi dai buchi del cappuccio.

"Ginny, sei tu? Meno male, stai bene..." sospirò per un secondo. "Avanti, diamo una lezione a quegli animali!" la esortò poi, caricando contro il gruppo nemico e distogliendo così la loro attenzione dai due Babbani verso di loro.

Ingaggiarono un duro combattimento, aiutati poi da altri tre colleghi che li avevano notati in difficoltà. I Mangiamorte sembravano molto più forti della volta precedente, e non fu facile batterli tutti.

Ginny schivò più volte solo per un pelo le numerose maledizioni che scagliarono contro di loro, ma alla fine riuscì a prendere il bambino prima che un Mangiamorte gli sferrasse un'Avada Kedavra.

"Veditela con me! Crucio!" esclamò, causando un dolore inimmaginabile nel corpo del nemico, tanto che ebbe diverse difficoltà a rialzarsi in piedi.

Ginny non perse tempo e approfittando di un momento di distrazione di tutti quanti, decise di portare in salvo il bambino. Ricordava l'esistenza di un vicolo nascosto nelle vicinanze, e lì avrebbe potuto nasconderlo, per poi tornare a combattere.

Corse con quanto fiato aveva in gola, cercando di tranquillizzare il piccolo, che non poteva avere più di cinque anni, che piangeva disperato chiamando sua madre.

Ma sua madre non poteva sentire, perché la Babbana che lo aveva difeso con tanto coraggio, era caduta sotto i colpi dei loro nemici...

Cercò di ricacciare nella mente quel pensiero e di evitare una Cruciatus vacante che per poco non l'avrebbe presa in pieno. Quello che invece non le riuscì di scansare fu un potente incantesimo di Espello, che la colpì alle spalle, senza che lei potesse fare nulla.

Capitombolò per terra, ma preferì battere la sua testa piuttosto che permettere al bambino che aveva in braccio di farsi del male. Era stata davvero rovinosa la caduta, tanto che per un attimo credette di non potersi più alzare in piedi. Ma non poteva farlo, aveva una missione da svolgere e quel bambino non meritava di morire a causa di quello scempio.

Si mise in piedi traballando e iniziò a camminare sperando che le gambe la reggessero. Solo allora, si rese conto di non avere più in mano la bacchetta. L'aveva persa durante la caduta, quando aveva mantenuto con la mano la testa del piccolo.

Non c'era tempo, però, per pensare anche alla sua arma. Ricordò di avere anche una spada che le pendeva da un fianco. La sguainò velocemente e si fece spazio sperando ardentemente di non venir attaccata da qualche incantesimo. In caso contrario per lei sarebbe stata la fine.

Per fortuna riuscì a raggiungere il vicolo nascosto. Ignorò il cappuccio che le si era sfilato e ora la infastidiva strozzandole il collo con il suo peso. Se l'avessero vista, allora avrebbe potuto spaventarli anche con il suo sguardo.

E così accadde forse, quando all'improvviso, la figura ammantata di un Mangiamorte riempì l'entrata del vicolo. Ginny notò la sua ombra riflessa davanti a lei e si voltò di scatto rabbiosa.

Sapeva che non avrebbe potuto sostenere un combattimento senza la sua bacchetta, per questo aveva anche deciso di non tornare sul campo di battaglia, ma impugnò comunque la spada in modo ancora più saldo e la puntò contro il nemico, che la fissava in silenzio.

"Avanti, che stai aspettando!!!" urlò furiosa la ragazza, incurante dei capelli rossi incollati al viso per il sudore e l'aria stravolta che le deformava la faccia. "Sappi che non mi tiro indietro!!!"

Il Mangiamorte, però, dopo le sue parole, preferì risparmiarla e andare via, lasciandola lì, ancora con la spada rivolta all'entrata del vicolo.

Possibile che avesse fatto così paura?

Emise un lungo e profondo respiro, e si accasciò senza forze per terra, quando si rese conto di essere ancora viva. Il bambino, che fino a quel momento si era accoccolato piangente dietro un bidone dell'immondizia, si avvicinò a lei.

"Dov'è la mia mamma?" chiese con gli occhi lucidi e arrossati.

Ginny lo abbracciò dolcemente e gli sorrise. "La mamma è andata in un bel posto piccolo... ora stai un po' con me..."

*   *   *

La battaglia così com'era iniziata era anche finita. Il risultato fu quasi di parità, visto che furono quasi nulle le perdite di entrambi gli schieramenti. Questo perché negli ultimi tempi entrambe le fazioni erano diventate molto più forti.

Era quella l'idea squallida che demoralizzava tutti quanti, il fatto che non si giungesse mai ad un punto di approdo, e che nonostante ci fossero diversi combattimenti, la situazione non cambiasse mai. Erano anni che continuavano così, cinque per la precisione, cioé da quando era iniziata la Seconda Guerra.

Gli unici che ci rimettevano erano i Babbani che venivano coinvolti nelle loro battaglie e i pochi maghi che si trovavano in giro quando accadeva.

Questo perché Voldemort aveva deciso che bisognasse eliminare tutti i Babbani, dato che ormai trovava noioso uccidere i maghi. Preferiva giocare con le vite di ignari esseri umani che mai fino a quel momento avevano conosciuto quel male così orribile e terrificante che loro combattevano da così tanto tempo.

Ginny non aveva esitato a scegliere cosa diventare, quando durante il suo quarto anno aveva combattuto contro alcuni Mangiamorte assieme ai suoi compagni al Ministero della Magia... quando Sirius...

Da allora, anche contro i timori della sua famiglia e di suo fratello, si era prefissa la sua meta e il quinto anno ne aveva parlato alla professoressa McGranitt e aveva scelto i corsi che le avrebbero permesso di diventare un'Auror.

Si trovava nell'Infermeria della base, quando si era messa a pensare al suo passato. La stanza bianca e asettica pullulava di colleghi che venivano medicati per le numerose ferite della battaglia. Pochi erano quelli gravi, e tra loro a lei era stato ordinato di restare a letto, a causa del forte colpo preso per quell'incantesimo che l'aveva beccata dietro le spalle.

"Ehi, Ginny, come ti senti?" le aveva chiesto Harry, avvicinandosi e dandole una leggera pacca sulla spalla. Lui era stato ferito ad un braccio, che gli era stato medicato con una strana lozione maleodorante e di un colore che ricordava una palude.

"Prima che ti avvicinassi, molto meglio..." si lamentò lei, tappandosi il naso con due dita per quell'odore insopportabile.

Harry, la guardò imbarazzato. "Ops... scusa... era per questo che tutti mi evitavano..." constatò, deluso, guardandosi poi la ferita.

"Lascia stare, cercherò di resistere!" lo esortò lei, sorridendogli. Harry Potter era un buon amico. Ricordava ancora con un sorriso nostalgico la cotta che aveva avuto per lui nei primi anni in cui aveva frequentato Hogwarts. Ma adesso lo considerava proprio come un fratello maggiore. E lui non era da meno.

"Appena ti senti un po' meglio, dobbiamo stilare il rapporto sull'attacco. Mi hanno detto che sei stata tu a lanciare l'avviso..." iniziò lui, sedendosi sulla sedia che costeggiava il letto di Ginny.

La ragazza annuì. "Se vuoi possiamo farlo anche adesso. Sono solo stanca, ma qui a letto posso sempre parlare!" propose lei, sorridente.

Harry ricambiò il sorriso. "Perfetto, Ginny..." ma il loro lavoro non iniziò mai, perché una furia mora, molto poco femminile, interruppe il discorso e si tuffò sul letto in cui era distesa la rossa.

"Ginny, Ginny, come stai!!!" urlò la voce della della ragazza che li aveva interrotti. "Mi hanno detto che hai perso la bacchetta, sei tutta intera!?!?!?" continuò parlando tutto d'un fiato con un tono di voce esagitato.

La rossa le posò una mano sulla spalla tentando di calmarla. "Tranquilla Zoe, va tutto bene! Sono solo un po' acciaccata..."

La ragazza si portò una mano sul petto e sospirò molto più sollevata. "Meno male, ho temuto per te... se lo avessi saputo in quel momento mi sarei liberata prima di quei cinque Mangiamorte e ti avrei aiutato..." si lamentò con aria delusa.

Sembrò però, che solo in quel momento si fosse resa conto che al suo fianco qualcuno stava ridendo. Si voltò di scatto e per poco non fece un balzo sul letto che seguiva quello di Ginny, quando si accorse di avere Harry a pochi centimetri di distanza.

"Oddio!!!" esclamò arrossendo all'improvviso e scendendo dal letto. "C-credo che andrò a vedere come stanno gli altri..." farfugliò, allontanandosi con passo spedito e incespicando in un carrello che si rovesciò causando un gran rumore e un accorrere di infermiere per rimettere a posto.

Ginny si portò una mano alla bocca per nascondere una risata argentina, mentre Harry osservava interdetto la ragazza che si allontanava.

"Ma... cosa le prende, ogni volta?" chiese confuso il ragazzo, mentre Ginny lo guardava sorpresa.

"Non è possibile, non so chi dei due sia più simile ad un Troll, tra te e mio fratello!" esclamò stupefatta.

Harry non comprese le sue parole, perciò Ginny preferì lasciar perdere.

La sua amica Zoe Del Vecchio, era italiana, aveva la sua stessa età, ed era entrata nel corpo degli Auror assieme a Ginny. Erano diventate subito delle grandi amiche, soprattutto grazie alla vitalità e alla vivacità della ragazza, che riusciva ad infondere allegria a chiunque. Era anche molto coraggiosa e decisamente mascolina. Insomma una piccola furia dalla capigliatura castana e dagli occhi di un azzurro così intenso che davano l'idea di un cielo limpido e sereno.

L'unico segno di femminilità che Ginny aveva visto in quella ragazza, era stato quando lei si era innamorata persa di Harry, cioè da quando lo aveva visto per la prima volta. Il fatto era che Zoe ogni volta che si trovava davanti il ragazzo, perdeva completamente tutte le facoltà mentali di cui disponeva, e finiva col combinare disastri come quella volta e scappare via. 

Harry ancora non aveva compreso il comportamento della ragazza, nonostante i suoi amici tentassero di farglielo capire... persino Ron se ne era accorto! Ma il moretto, nonostante la trovasse molto carina e simpatica non aveva mai dato segno di un vero interesse nei suoi confronti, tanto più che la conosceva poco, visto che Zoe scappava via ogni volta che capitava l'occasione.

Harry si alzò all'improvviso, notando l'arrivo del comandante. Questi, impose il suo silenzio nell'intera Infermeria, non appena mise piede in essa. Tutti gli Auror presenti, infatti, volevano sapere cosa fosse successo e se c'erano delle novità.

"Avete fatto proprio un buon lavoro, ragazzi!" esordì l'uomo sorridendo. "Ma purtroppo nemmeno questa volta siamo riusciti ad avere un buon risultato... come noi, anche loro sono diventati molto più potenti, perciò non è stato semplice sconfiggerli questa volta! Mi voglio però congratularmi con voi per il lavoro che avete svolto, infatti è grazie a voi se la maggior parte dei Babbani ora sono ancora in vita!"

Nella sala riecheggiò un applauso unanime, a cui si unì lo stesso comandante. Questi iniziò a percorrere le corsie soffermandosi ad ogni letto.

Era un'usanza ormai, che si protraeva da quando era stata fondata quella base. Il Comandante Robert Gladstone, questo era il suo nome, aveva la fama di essere un grande combattente, nonostante per l'età si fosse ritirato da alcuni anni. Aveva però, deciso di guidare le forze degli Auror dell'Ordine della Fenice, perché era ancora un uomo particolarmente scaltro e sapeva bene quello che voleva dalle sue truppe. Sapeva inventare strategie imbattibili a tempo di record e queste spesso si erano rivelate affidabili e avevano avuto sempre un gran successo.

Eppure dall'aspetto non si riusciva ad immaginarlo un intrepido combattente della Prima Guerra. Aveva degli occhi azzurri e una barba grigia che gli davano l'aria di un Babbo Natale, non ancora troppo in là con gli anni. Aveva molto a cuore i suoi giovani Auror e non smetteva mai di dimostrarlo. E quella visita dopo la battaglia era un modo di questi.

"Ho capito..." sospirò Harry rassegnato. "Lo compileremo dopo il rapporto..."

Fece per alzarsi, ma all'improvviso a Ginny venne in mente il piccolo Babbano che aveva portato in salvo. "Aspetta Harry!" lo richiamò. "Come sta quel bambino che ho salvato?" chiese fiduciosa.

Harry sorrise. "Sta bene... se solo non avesse perso la madre..." concluse amaramente. "E' stato Lucius Malfoy ad ucciderla, Jason e Margaret lo hanno visto mentre si toglieva il cappuccio prima di ucciderla..."

Ginny rimase in silenzio e attese che Harry la salutasse e si allontanasse dal suo letto.

Avvertì una rabbia amara salirle in corpo, e strinse con furia il lenzuolo che aveva tra le mani. Era furente, non aveva mai provato tanto odio per quell'uomo come in quel momento... o forse no...

Come sempre negli ultimi cinque anni, si trovò ad associare quell'uomo a suo figlio... era vero, anche allora lo aveva odiato, quando aveva rovinato la vita al suo erede.

E allora ripensava a quando la sua vita era stata sconvolta completamente...

Continua…?

«««»»»«««»»»«««»»»«««»»»«««»»»«««»»»«««»»»«««»»»«««»»»«««»»»«««»»» 

Allora, per chi è arrivato alla fine di questo capitolo, vorrei che sapesse alcune cose importanti: 1) questa storia mi è venuta in mente all'improvviso, e siccome se non scrivo quanto prima quello immagino, rischio di impazzire, spero che i lettori (e mi rivolgo in particolare a quelli che già conoscono l'altra mia storia su Harry Potter) non se la prendano a male. 2) Avevo pensato di farne una One-shot, ma dato che mi sono venute in mente delle altre idee, ho pensato di continuarla. Nel prossimo capitolo, potremmo scoprire cosa si cela nel passato di Ginny e sapere delle cose molto importanti. 3) (e questa è la parte più importante),perciò se volete sapere come continua fatemelo sapere, magari con qualche bella recensione (non siate tirchi!^^). Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensiate e se vi piace oppure no. Io aspetto i vostri commenti impaziente, mentre curo gli ultimi dettagli del secondo capitolo (che ho già finito... eh eh^^).

MI RACCOMANDO, COMMENTATE, GENTE, COMMENTATE!!!

Un bacio a tutti, Ryta Holmes

Titolo del prossimo capitolo "Ripensando a te..." (sempre se vi va...^^)

   
 
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