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Autore: babykit87l    20/08/2012    5 recensioni
A volte basta l'innocenza di una bambina per tornare a vivere...
Note dell'autrice: questa fanfiction è risultata Prima Classificata al Contest "Stupidi sentimenti terrestri" indetto da Bolla12 e normina23.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Babykit87l

Fandom: Dragon Ball
Titolo: Fix You
Personaggi: Bra e Videl
Rating: verde
Generi: malinconico
Sentimento: tristezza
Avvertimenti: one-shot
Introduzione: 
A volte basta l’innocenza di una bambina per tornare a vivere

Note dell'autrice: questa fanfiction è risultata Prima Classificata al Contest "Stupidi sentimenti terrestri" indetto da Bolla12 e normina23.

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Fix You

Era passato qualche anno da quando Majin Bu era stato sconfitto grazie all’aiuto di tutti i terrestri e tutto era tornato alla normalità. Ognuno era tornato alla propria vita. Goku e Chichi avevano recuperato tutto il tempo in cui lui era mancato. Bulma e Vegeta avevano avuto una bambina, Bra, che ora aveva tre anni. Gohan e Videl si erano sposati e da poco meno di un mese era nata la piccola Pan. Erano tutti andati a trovarli e a vedere la neonata e proprio in uno di questi giorni la famiglia Brief si era presentata a casa dei due giovani genitori. Tutto sembrava andasse per il meglio. Ma si sa, non è tutto oro quello che luccica.
- Ciao Gohan, siamo venuti a vedere la piccola di casa- Disse una raggiante Bulma quando il giovane saiyan aprì la porta. Dietro di lei, Vegeta con le braccia incrociate e affianco Bra, che si guardava intorno incuriosita.
- Oh ciao! Non vi aspettavamo- Era decisamente stupito della visita.
- Non è un buon momento?- Gohan abbassò lo sguardo, rattristato.
- Non è questo, è che Videl non si sente bene- Ammise.
- È depressa?- Chiese allora la scienziata. Il ragazzo non rispose. Lei pose di nuovo la domanda.
- Un po’. Lei dice che è normale, che ha solo crisi di pianto ma non è così-
- Mi dispiace. Se vuoi torniamo in un altro momento-
- No, assolutamente. Voglio farvi vedere quanto è cresciuta la bambina-
Li fece accomodare e li portò nella stanza della piccola. Bra però si distaccò ed entrò in un'altra stanza, incuriosita da quella casa a lei sconosciuta. Quella camera era in penombra, ma qualcuno era sdraiato sul letto posto al centro della stanza. La bimba entrò e si avvicinò al letto mentre si sentì di sottofondo un pianto sommesso.
- Perché piangi?- Chiese allora all’ombra scura. Essa si tirò su a sedere, spaventata dalla voce improvvisa.
- Bra, che ci fai qui?- Chiese Videl, palesando la sua figura.
- Ciao! Sono qui con la mia mamma e il papà, mio fratello non c’è- Rispose innocentemente la bambina. Poi guardandola con un lieve sorriso e la testa inclinata da un lato riformulò la domanda.
- Sono solo un po’ triste- Spiegò la ragazza, mentre la faceva salire sul letto, vicino a lei.
- E perché sei triste?- Continuò la piccola saiyan. Videl alzò le spalle con un mesto sorriso.
- Non c’è un motivo- Bra la guardò stupita.
-  Sì invece, io quando sono triste, so perché lo sono. Hai litigato con Gohan? La mia mamma è sempre triste quando litiga con il mio papà-  Era un fiume in piena la principessina- O stai male? Io sono sempre triste quando sto male. Anche se non sto quasi mai male- Continuò mettendosi una mano davanti alla bocca, con gli occhi vispi e il sorriso furbetto, tipici dei bambini.
- Vedi, mi sento un po’ giù perché è nata mia figlia-
- Non sei contenta? Io lo sarei- Videl ci pensò su. Quella bimba era molto intelligente nonostante la tenera età e aveva ragione. Perché stava così male?
- Io sono felice della nascita, solo che prima era parte di me e ora non lo è più e non so se sono in grado di prendermi cura di lei- Bra sembrò pensarci. Per lei, che era così piccola, era difficile comprendere quel ragionamento, però essendo d’animo buono, voleva aiutarla a riprendersi, perché nella sua testa era inconcepibile la tristezza in un mondo così bello e sereno. Di certo ancora non conosceva la paura o il dolore e ancora molti anni dovevano passare prima che essi le facessero visita nella sua vita.
- Secondo me è sempre parte di te… Sai la mia mamma dice sempre che io sono sangue del suo sangue, però non so se c’entra qualcosa con quello che mi hai detto- Videl sentendo quelle parole innocenti scoppiò in lacrime.
-Ti ho fatto piangere, no- Bra si rattristò vedendo quelle lacrime e quel dolore, dispiaciuta.
- No piccola, tranquilla, è solo che mi rendo conto che hai ragione. Sei una bambina davvero intelligente, lo sai?-
- Sì, lo so, me lo dicono tutti- Rispose con un sorriso- Senti però io non ho capito che vuol dire essere in grado di prenderti cura di lei?-
- Beh la tua mamma ti educa e ti insegna come ci si comporta e cose così giusto? Insomma si occupa di te, vero?- Lei annuì- Ecco io non so se sono capace di farlo con la mia bambina-
- Ma certo, se sei una mamma lo sai fare- Rispose sicura, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Videl rimase piuttosto sorpresa dalla risposta.
- Sei così dolce- Si asciugò le lacrime e l’abbracciò.
- Anche tu lo sei. Forse ti serve un po’ di pratica, il mio papà dice sempre che “per migliorare bisogna fare pratica” magari ti presto uno dei miei bambolotti così poi quando sei con la tua bambina sarà facilissimo e sarai una mamma bravissima- Propose poi entusiasta.
- Grazie, non credo ce ne sia bisogno. Hai ragione, devo fare solo un po’ di pratica e riprendermi-
- Ti ho aiutata?- Chiese allora speranzosa.
- Sì, direi di sì- Rispose ancora con sguardo triste. Nel frattempo, Bra venne richiamata dalla madre e, dopo averla salutata, insieme ai suoi genitori se ne andò.
Videl si alzò dal letto e lentamente si avvicinò alla culla. Prese in braccio la bambina mentre le lacrime ripresero a scorrere silenziose. Poi le parole della piccola saiyan le rimbombarono nella testa e decise che voleva riprendersi. Non poteva continuare così. Certo, ci sarebbe voluto del tempo ma quella chiacchierata l’aveva rincuorata. Non l’avrebbe mai detto che una bimba di soli tre anni le avrebbe dato la forza di venir fuori da quel tunnel nero, eppure era stato proprio così.

   
 
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