Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: niki_    20/08/2012    0 recensioni
La pace di Cateau-Cambrésis è un accordo concluso il 2 aprile 1559 tra la Francia e l'Inghilterra e il 3 aprile tra la Francia e la Spagna. La Francia ottenne Calais, prima inglese, i vescovati di Metz, Toul e Verdun, e alcune piazzeforti piemontesi, mentre restituiva la Corsica ai genovesi e Piemonte e Savoia a Emanuele Filiberto. La Spagna mantenne la Franca Contea e vide sancita la sua supremazia in Italia. [tratto dall’enciclopedia Treccani]
[Potrebbe - non ne sono ancora sicurissima - contenere accenni SpagnaxSud Italia]
Genere: Fluff, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mmmm, sì. Bene, salve a tutti.
Volevo scrivere una Spamano, anzi l'avevo già iniziata ed ero anche a buon punto, ma prima che me ne potessi rendere conto avevo aperto un nuovo file word e Rosso come il sangue, rosso come la vita si è praticamente fatta da sola, senza che dovessi sforzarmi troppo. Prima o poi riuscirò a finire anche la Spamano, lo devo a questi due.
Anyway, questo periodo si sta rilevando pieno di soddisfazioni come autrice di fanfiction: dopo Death Note riesco a pubblicare la mia prima storia anche in Axis Powers Hetalia. Sono davvero contenta.
Ringrazio di tutto cuore la mia sensei che - oltre ad avermi fatto scoprire questo manga - me l'ha betata nonostante la differenza di fuso orario. Sei sempre la migliore, ti voglio bene! E già che ci sono ti voglio dire solo "PASTAAAA~"
Grazie, inoltre, a tutti coloro che leggeranno questa storia e la recensiranno.

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro. Axis Powers Hetalia e i suoi personaggi appartengono a quel genio di Himaruya Hidekazu.

Rosso come il sangue, rosso come la vita

La guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi.
Carl von Clausewitz

Non riesci a sentire i pugni di Romano. O meglio, senti le piccole manine paffutelle del bambino che ti colpiscono il petto, il ventre, le braccia, qualsiasi parte del corpo che riescono a raggiungere, ma non ti procurano alcun male.
Fai una smorfia di dolore e un piccolo gemito ti sfugge dalle labbra quando l’Italia del Sud ti colpisce sul fianco destro – dove la spada di Francia ti ha lasciato un piccolo ricordino – e a quel suono il piccolo si ferma all’improvviso con ancora le mani sollevate a mezz’aria. Vedi per un secondo la preoccupazione passare nelle iridi ambrate di Romano che lascia cadere le braccia lungo i fianchi – mantenendo pur sempre i pugni serrati – e volta stoicamente il volto verso sinistra.
“Romano”, azzardi allungando la mano per sfiorargli una guancia rossa rossa, ma quello fa un passo all’indietro per sfuggire al contatto “Romano”, ripeti con tono stanco, quasi di supplica.
Lui ti guarda di sfuggita con la sua solita espressione imbronciata. Si mordicchia leggermente il labbro inferiore e gli trema un pochino la voce mentre ti chiede “Quand’è che mi abbandonerai? O meglio: quand’è che mi sostituirai con mio fratello?”.
Sbatti le palpebre, perplesso. Lo fissi dal basso, inginocchiato sul pavimento di casa tua dove ti sei lasciato cadere appena entrato, stanco morto dopo aver combattuto per anni, e socchiudi le labbra secche cercando di dire qualcosa, ma sembra che oltre a quelle ti si sia prosciugata anche la bocca.
“Tutti preferiscono Veneziano. Veneziano è il più bravo, il più talentuoso, il più tutto”, il tono sta sfiorando l’isterico “Si farebbero ammazzare tutti, dal primo all’ultimo, pur di averlo per sé”.
“Romano...”, provi di nuovo a toccarlo, ma di nuovo lui si ritrae abbassando la testa.
“Puoi anche dirmelo, bastardo, che mi hai già scambiato per Veneziano. Tanto meglio: a me non piace questo schifoso clima spagnolo...”.
Arranchi nuovamente verso di lui e riesci ad appoggiare una mano sulla sua spalla per trattenerlo e l’altra sulla sua guancia. Senti la sua pelle che vibra leggermente mentre cerca di trattenere le lacrime di rabbia e frustrazione mordendosi il labbro inferiore più esplicitamente di prima.
Con delicatezza sposti la mano sotto al suo mento e lo sollevi per fissarlo negli occhi. “È vero, mi sono quasi fatto ammazzare”, sorridi leggermente sentendo – ora come non mai – le ferite che bruciano “Ma l’ho fatto per te. Ho vinto, mi querido: ora sei solo mio”, lo baci sulla fronte e quel gesto è per te il sigillo che rende la tua ultima frase il giuramento più solenne che tu abbia mai pronunciato finora.
Lo circondi con le tue braccia obbligandolo a poggiare la guancia contro il tuo petto, proprio all’altezza del cuore. “Questo vuol dire che Francia non mi molesterà più?”, ti domanda con tono monocorde non muovendosi di un millimetro.
“Esatto”, gli carezzi i capelli castano scuro, fini e delicati “Se mai oserà farlo se ne pentirà amaramente”.
Romano borbotta qualcosa che somiglia ad un “Ogni tanto fai qualcosa di utile, bastardo di uno spagnolo”, per poi posare una mano sul tuo torace. Rimane fermo così per un paio di secondi, strusciando impercettibilmente la guancia sulla tua divisa strappata e macchiata di sangue, e poi fa pressione per sciogliere quell’abbraccio.
“Ti sei sporcato col sangue”, ti umetti il pollice “Vieni, fatti pulire”.
“Tu devi darti una pulita”, ti blocca la mano indurendo lo sguardo “Puzzi di sangue, sudore e morte. Ti preparo un bagno, ma solo perché sei ridotto così male”, e ti dà le spalle avviandosi a passo sicuro verso il corridoio.

Hai ancora impressi negli occhi tutti quei corpi senza vita, tutto quel sangue che colora la terra di un rosso cremisi innaturale. Li strizzi, cercando di cancellare questi ricordi, ma appena li rilassi ecco che rincominciano in un loop senza fine. È il prezzo da pagare, lo sai, ma ti disgusta ogni volta.
Ti giri nuovamente nel letto, dando le spalle alla porta, cercando di trovare pace fisica e mentale: baci il crocefisso che porti al collo, pronunci qualche preghiera, ti metti in una posizione comoda che non ti faccia dolere una qualche ferita. Un’impresa alquanto ardua dato che il tuo stesso corpo è un campo di battaglia: ad esempio il taglio sulla coscia sinistra viene da Garigliano*, quello più profondo sul braccio da Ceresole* e quello, superficiale ma fastidioso, da Cerignola* sulla spalla destra. E ce ne sono tanti altri, ognuno con la propria storia da raccontare ricca di sangue, morte e ambizione dei potenti.
La porta cigola lentamente per poi venire richiusa con delicatezza. Chiudi di scatto gli occhi fingendo di dormire mentre Romano si avvicina al letto e ti passa una mano davanti al viso per vedere se sei sveglio. Non reagisci e il Sud Italia, pensando che tu sia nel mondo dei sogni, sale sul letto e, attento a non sfiorarti alcuna ferita, si accoccola contro di te incastrando – è incredibile quanto i vostri corpi combacino alla perfezione – la testa nell’incavo del tuo collo.
"Guai a te se mi abbandoni, bastardo”, sussurra dopo un paio di secondi prima di addormentarsi come un angioletto.
Ecco. Ti è bastata quella semplice frase per far sparire tutti i brutti ricordi e farti pensare che tutto ciò che per cui hai combattuto è stato giusto e indispensabile: stringendo di più il caldo corpicino di Romano capisci che neanche una goccia di sangue è stata sprecata, nessuna vita strappata via per uno scopo inutile.
Il Sud Italia è qui con te, ora. È tuo, tutto tuo, dopo sessantacinque anni di guerre ininterrotte, ma anche tu – lo hai capito solo adesso – già gli appartieni.



*Garigliano: decisiva battaglia che ebbe luogo nei pressi del fiume Garigliano, vicino Gaeta, il 29 dicembre 1503. Gli spagnoli vinsero le ultime resistenze dei francesi con un attacco a sorpresa e grazie a questa vittoria la Spagna ottenne l’Italia meridionale. Per maggiori informazioni consultare la pagina di wikipedia Battaglia di Garigliano.
*Ceresole: battaglia svoltasi a Ceresole Alba, in Piemonte, l’11 aprile 1544 e vinta dai francesi. Per gli standard dell’epoca il numero dei caduti fu decisamente elevato e tra questi c’erano molti ufficiali imperiali. Per maggiori informazioni consultare la pagina di wikipedia Battaglia di Ceresole.
*Cerignola: battaglia svoltasi a Cerignola, provincia di Foggia, il 28 aprile 1503. Fu una vittoria schiacciante – a mio parere – per gli ottomila soldati spagnoli (comandati da Gonzalo Fernández de Córdoba) a discapito dei trentaduemila francesi guidati dal duca di Nembours, Louis d’Armagnac, il quale morì durante la stessa. Per maggiori informazioni consultare la pagina di wikipedia Battaglia di Cerignola.
  
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