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Autore: rukiachan15    20/08/2012    6 recensioni
Salve :)
Sono qui per presentarvi la mia ff su Larry *--*
Oh,io amo questa coppia, spero di avergli reso giustizia.
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" Perché l’amore che provava per lui non era razionale, non aveva schemi, era un amore fuori da tutto. E aveva pianto disperatamente lacrime amare, lacrime di dolore,lacrime di frustrazione, lacrime d’amore."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice :3
**Buonsalve a tutti :) Se avete aperto questa FF significa che siete fan del Larry o che semplicemente siete curiose di sapere come io l'abbia messo per iscritto xD L'ho scritto di getto, è stata una cosa davvero spontanea. Spero vi piaccia e fatemi sapere che ne pensate. Sono pronta a critiche, consigli di qualunque genere :)
Grazie in anticipo :3 Buon lettura <3

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Dalla finestra entrava una piacevole brezza fresca che scompigliava i capelli del riccio. I suoi smeraldi erano fissi oltre la finestra,oltre qualunque cosa ci fosse di materiale. Fissi nel vuoto, incantati da due zaffiri che lo attraevano verso di essi.
Quegli occhi.
Erano i più belli che avesse mai visto prima. Riusciva ancora a ricordare, nonostante fosse passato parecchio tempo, la prima volta che li aveva incrociati, così, timidamente, quasi non facendo caso alla straordinaria bellezza che racchiudevano, non facendo caso alla luce che emanavano.
Non lo avrebbe mai più scordato.

 Il loro rapporto era cresciuto di giorno in giorno, sempre di più. Era sicuro che tra loro ci fosse più che semplice amicizia. Il loro era un legame speciale. Loro erano Louis e Harry, nonostante tutto ciò che accadeva intorno a loro. Erano semplicemente loro stessi in qualunque situazione.
Una brusca folata di vento fece ricadere un ricciolo davanti ai suoi occhi. Li chiuse per un istante.
 La sua figura era lì, ad osservarlo sorridente ,come sempre. Indossava una delle sue magliette a righe che delineava i lineamenti del suo corpo. Era bellissimo.
 
Non riuscii a sopportare un attimo di più la vista di quella visione e aprii gli occhi di scatto, sporgendosi dalla sedia su cui si era rannicchiato con le ginocchia al petto.
Il suo respiro era affannato, quasi avesse appena affrontato una corsa sfrenata, una fuga dalla morte. Le sue mani tremavano inspiegabilmente. Alzò la testa e il suoi occhi incontrarono il riflesso del suo viso sul vetro della finestra. Riusciva ad intravedere gli occhi rossi dal pianto e il viso pallido,quasi ceruleo. Era davvero in pessime condizioni, ma in quel momento poco gli importava.In quel momento soltanto una persona lo avrebbe salvato da quel baratro infinito e oscuro in cui stava sprofondando. Louis.

Gettò la testa all’indietro, abbandonandosi al silenzio della camera dove si trovava. Fortunatamente i ragazzi non erano al corrente del suo stato attuale, altrimenti si sarebbero preoccupati e l’unica cosa che  non voleva era proprio questo. Anche se non erano stupidi, e sicuramente si erano perfettamente accorti cosa era successo tra loro. Forse facevano finta di nulla per non intromettersi, per non mettersi in mezzo e causare ulteriore confusione. Ce n’era già abbastanza in fondo!
Gli occhi spalancati verso il soffitto. Non ci aveva mai fatto caso prima ma era stato verniciato di giallo.
Quel colore era vivace,  faceva sentire il calore del sole, lo ricordava molto. Si addiceva molto al suo carattere, ma non al suo stato in quel preciso momento. Sospirò, cercando di non singhiozzare. Ci aveva messo un po’ a calmarsi e a fermare il pianto, ma ci era riuscito. Difficile anche solo pensare di rifarlo.

Si strofinò gli occhi con forza, quasi volendo togliere le tracce ormai troppo evidenti del pianto, della disperazione, del dolore che lo albergava. Lo amava. Era così sbagliato? Cosa c’era di così sbagliato nell’amare una persona del tuo stesso sesso? 

Harry, le persone che abbiamo intorno..Non tutte la pensano liberamente come noi, purtroppo.” 

Questa frase balenò improvvisamente nella sua mente e sembrò rispondere alle domande che si era appena posto nella sua mente.Glielo aveva detto poco prima di confessargli cosa aveva intenzione di fare, qual’era il suo piano.
Inutile opporre resistenza” si era detto, convinto  a non muovere un passo, a non piangere, a non disperarsi, e ad accettare la sua scelta razionalmente, proprio come avrebbe fatto una persona matura, proprio come avrebbe fatto un adulto.
Ma ciò che era seguito dopo era stato l’opposto di tutto ciò che si era prefissato.

 Perché l’amore che provava per lui non era razionale, non aveva schemi, era un amore fuori da tutto.
E aveva pianto disperatamente lacrime amare, lacrime di dolore,lacrime di frustrazione, lacrime d’amore. L’aveva stretto a sé, per non lasciarlo mai più.

Voleva tenerlo con lui.

 Sapeva che non se ne sarebbe andato per sempre, che sarebbe stato qui, ancora, forse più tempo di quanto  pensasse. Ma non sarebbe stata la stessa cosa. Mai più.
Erano nella stessa band. Si vedevano tutti i giorni costantemente. Non poteva tornare tutto normale, così come se niente fosse. Non poteva chiedergli una cosa del genere, e forse non lo stava facendo.
Aveva visto la sua figura scomparire e chiudersi la porta alle spalle, silenziosamente. Sapeva che anche lui stava soffrendo tanto quanto lui, ma ormai aveva preso una decisione e se lo conosceva bene, non avrebbe cambiato idea.

Si alzò da quella sedia scomoda. Si guardò intorno per un attimo e poi andò dritto al frigo per cercare qualcosa da bere, qualcosa di forte che gli facesse dimenticare tutto anche solo per poco.

Vodka”.Proprio quello che cercava. Trasparente come l’acqua ma ardente come il fuoco.

Stappò la bottiglia e ne prese un sorso. IL liquido scese giù e bruciò. Si appoggiò al tavolo per deglutire.
Che schifo!” pensò nella sua mente, ma prese un altro sorso. Strizzò gli occhi con forza. 
Perché lo stava facendo? Non sarebbe servito a nulla, ne era consapevole, ma nonostante ciò continuava. Aprii gli occhi, appoggiando la bottiglia sul tavolo.
Davanti a lui vide delle chiavi. Erano le chiavi della sua macchina.

Stava per prendere l’ennesimo sorso di quella robaccia che lo stava avvelenando quando lasciò la bottiglia per afferrare le chiavi. A grandi passi si avviò verso la porta. Era deciso più che mai.
Non sapeva se fosse l’effetto dell’alcool in circolo o se era stato proprio quest’ultimo  a permettergli di fare quella scelta tanto azzardata quanto giusta e desiderata.
Salii in macchina e accese il motore, partendo senza una meta precisa. Non sapeva dove avrebbe potuto trovarlo, ma l’avrebbe cercato dappertutto.
Non si sarebbe arreso fin quando il suo cuore avrebbe retto.

Accelerò sulla strada che portava a casa sua. Gli occhi bruciavano e le mani sul volante sudavano più che mai. Non sapeva se sarebbe riuscito a farcela in quelle condizioni.
In pochi minuti arrivò a destinazione. Scese lasciando aperta la portiera della macchina. Sentii il rumore di un motore avvicinarsi sempre più dietro di lui.
Si fermò di colpo e lui si voltò a guardare. I suoi occhi diventarono due piccolo fessure , cercando di distinguere le figure. Il sole lo accecava e non gli permetteva di vedere.

“Harry?” disse una voce che lui conosceva benissimo.

Al sentire la sua voce fu come se la vista non gli servisse più e gli corse incontro, ormai fuori di sé.
Louis era lì, sconcertato da ciò che stava guardando. Era incerto se fosse lui oppure se fosse semplicemente una visione a causa del caldo torrido. Si avvicinò di qualche passo e lo abbracciò.
Gli tocco’ i riccioli e lo strinse forte a se. Adesso si sentiva decisamente meglio, era come se avesse vissuto per un periodo troppo lungo senza respirare. 


Louis  sapeva benissimo di aver preso una decisione, ne era consapevole. Ed era consapevole anche del perché l’aveva presa e aveva le sue buone motivazioni.
Voleva proteggere quella che per lui era diventata la persona più importante, senza la quale non avrebbe potuto vivere. E per tale motivo non poteva mettere a rischio lui, lo amava troppo per farlo.
Aveva improntato una scusa, consapevole di essere un bravo bugiardo e altrettanto consapevole di quanto fosse facile far crederlo ad Harry.
Era ancora un ragazzo ingenuo.

Non pensava però che quelle parole avrebbe fatto così male. Non aveva pensato che quelle parole pronunciate avessero avuto quell’effetto.
 Dopotutto aveva pensato che anche se gli avrebbe fatto credere che dovevano lasciarsi, e comunque terminare la loro storia, lui avrebbe potuto vederlo, ogni giorno.
Erano sempre insieme del resto!
Così avrebbe potuto continuare a sopravvivere con la sua presenza vicino, ma sicuramente non avrebbe più vissuto.

Solo Dio sa quante volte aveva provato quella scena nella sua mente. Quante volte ci aveva pensato e ripensato su sulla decisione da prendere, se fosse giusta o sbagliata, alle conseguenze.
Ma pensare non gli aveva fatto bene.Non era arrivato ad alcuna conclusione e alla fine aveva deciso di farlo.
Si era trattenuto dal piangere di fronte ad Harry, per dimostrare che ciò che stava facendo era giusto. Ma il riccio che tanto amava non aveva fatto lo stesso.
E faceva male, troppo male, pensarlo in condizioni estreme senza nessuno che lo sostenesse, senza di lui.
E adesso se lo ritrovava di fronte, stretto a sé. Il suo viso era pallido e gli occhi erano rossi e gonfi. Strinse i denti nel vederlo. Era colpa sua se si era ridotto così. 

Louis, non lasciarmi!” aveva singhiozzato.

Sentii il fiato caldo e alcolico del riccio su di sé. “Harry..” sussurrò interrompendosi all’istante. 

Gli occhi del più grande divennero lucidi. Non poteva sopportare una cosa del genere. Per quanto fosse forte, per quanto avesse più esperienza.
Sentiva il suo cuore spezzarsi ad ogni lacrima, ad ogni singulto. Lo attirò a sé e lo strinse forte, talmente tanto da fargli male.
Sentiva il profumo dei suoi ricci, di nuovo. Sentiva il calore della sua pelle, e le sue labbra su di sé, ancora una volta.
Come aveva potuto solo pensare di lasciarlo? Come? In quel momento quell’idea gli sembrò talmente folle che gli venne quasi da ridere.

Ormai i suoi occhi erano stanchi di trattenere le lacrime, come del resto il suo cuore era stanco di trattenere per sé tutto l’amore. 

“Scusami.Non ti lascerò,Harry. Non ti lascerò mai più, amore!” gli sussurrò mentre lacrime rigavano il suo viso silenziose mentre il più piccolo si lasciava andare tra le sue braccia.
Lo strinse ancora più forte a sé. 

Harry finalmente tornava a ragionare. Tornava ad essere completo, si sentiva se stesso.
Quelle ore, quelle lunghe e interminabili ore che aveva passato senza di lui, abbandonato, si era sentito vuoto, senza senso, inutile. Adesso tutto tornava come prima.
Il suo profumo lo inebriò e per un attimo accennò un sorriso. Adesso aveva tutto ciò di cui aveva bisogno.

Ti amo, amore.” Sussurrò sulle sue labbra il riccio.
Chiunque altro si sarebbe aspettato un “ti amo anche io” o un “ti amo” ma lui no. Non aveva importanza sentirglielo dire.
Glielo aveva dimostrato già. Quel semplice e breve sorriso ,commosso ed emozionato ,era stata una risposta perfetta alla sua frase.

Adesso aveva la sua promessa, aveva la sicurezza, la certezza che non lo avrebbe lasciato e che mai più ci avrebbe pensato.
Adesso aveva lui, e tutto il resto non aveva più importanza.
  
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