Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: postit2    04/03/2007    7 recensioni
1814. Una ragazza dai poteri diversi da quelli degli altri maghi dovrà innamorarsi di un mostro e baciare un principe... La leggenda narra che chi trovi una rosa in pieno inverno abbia trovato il vero amore...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 
Capitolo 17
 
 
 
Jhon Fellow si era sempre considerato un uomo realista e moderno, una vera rarità in quei tempi dove tutti davano credito alla magia e ad altre baggianate simili. Da pochi minuti, anche per quell’anno, se n’era andato settembre, lasciando il posto ad un uggioso 1 ottobre. Essere il portiere notturno del Grosvenor Victoria casinò non era cosa facile per nessuno, ma in quasi venti anni di carriera, Jhon aveva visto di tutto e nulla più lo poteva impressionare. O meglio, questo era quello che andava blaterando con sua moglie o con chiunque avesse ancora voglia di ascoltarlo. Persino quando fu vecchio senza più storie da raccontare, disse mai ad anima viva quel che accadde veramente quella sera.
Della folata di vento disumana che si abbatté sul grande portone di ferro battuto, della miriade di foglie e spazzatura volanti davanti ai suoi occhi inebetiti e della strana figura al centro del putiferio, non rimase quasi nulla nei suoi racconti. Solo una stramba ragazza, probabilmente una maga da quattro soldi, che lo pregò di entrare ed accompagnarlo nella stanza di un ospite. Naturalmente essendo Jhon un portiere diligente in principio aveva detto fermamente di no, ma poi commosso dalla tristezza della giovane, aveva ceduto a patto di accompagnarla. Con il tempo avrebbe dimenticato dove portò la ragazza, non ricordò più lo strano vestito troppo grande per il suo esile corpo e le parole che lei gli rivolse cambiarono nella sua mente talmente tante volte da non avere più significato. Eppure, qualcosa di lei rimase impresso a fuoco nella sua memoria. In modo così profondo che spesso nel cuore di quelle notti d’inverno fredde e piovose, ritornava ad essere vivido e reale, come se la fanciulla si trovasse nuovamente davanti a lui. I suoi occhi. Avevano la stessa energia divoratrice del fuoco vivo, erano rabbiosi e si spostavano frenetici osservando tutta la stanza. Mai in vita sua Jhon Fellow aveva visto cosa più bella. Uno sguardo tanto terrificante da essere sublime.
Il nostro confuso portiere esce qui dalle scene, lasciando Ginevra sola davanti alla porta 421.
“Ginevra? Hai finalmente capito che resistermi è fatica sprecata?”
“Devo trovare un uomo”
“Perché io ti sembro una mangusta?”
“Meglio che non ti risponda”
“Ginevra che ti è successo?”
Per tutta risposta il pesante scialle di lana che avvolgeva le spalle nude della ragazza scivolò a terra. La pelle diafana della ragazza scintillava sotto la fioca luce delle candele appese alle pareti. Il vestito di Hermione afferrato al volo prima di uscire era troppo grande per lei, e le sue ridotte forme non riempivano gli spazi in cui l’altra ragazza stava quasi stretta. Malfoy imbambolato da tanta luce perse per un secondo il suo classico sguardo ironico e distaccato, restando semplicemente fermo. Stupidamente intontito da quella piccola ragazza seminuda davanti a lui. Così tenera eppure dannatamente forte.
“Sei meravigliosa e non sai quanta voglia ho di toglierti di dosso quel ridicolo vestito ma non capisco dove sia il tuo prob… ma dov’è finita la tua collana?”
Improvvisamente si rese conto di come risultasse vuoto il collo di Ginevra, d’immensa bellezza questo è certo, ma tristemente arido. Come una bella signora vestita a festa seduta sola in una locanda.
“Un verme me l’ha rubata, al posto di un pollo”
“Era meglio se gli davi subito il pennuto” sentenziò sarcastico Draco appoggiandosi mollemente allo stipite della porta.
Gli occhi di Ginevra s’infiammarono di ceca rabbia e con sicurezza si avvicinò al ragazzo tanto da poterne sfiorare i vestiti.
“Non sono venuta qui per ascoltare i tuoi consigli indesiderati e stupidi. Conosci i sobborghi malavitosi di Londra molto meglio di me ed ero convinta che potessi portarmi in una locanda o in qualsiasi altra bettola sudicia in cui i ladruncoli si riuniscono per festeggiare con una sbronza i loro bottini. Evidentemente sei troppo occupato a parlare al vento, quindi torna a letto e dimentica di avermi visto”
Con un gesto veloce raccolse lo scialle da terra e perse a camminare a grandi passi verso l’uscita.
“D’accordo se me lo chiedi con così tanto garbo e gentilezza ti accompagnerò” cantilenò Draco chiudendosi la porta alle spalle.
“Ginevra mi aspetti o dobbiamo continuare a camminare a venti metri di distanza?”
“Io non ti aspetto, ti sbrighi tu” rispose melensa Ginevra sventolando elegantemente una mano.
 
“Sto cercando un uomo”
“Tesoro, ti sei guardata attorno? Qui ci sono solo uomini e puttane. Sono sicuro che con un bel visino come il tuo non avrai difficoltà a trovare chi cerchi”
Malfoy afferrò la ragazza un attimo prima che la lesta mano del barista le sfiorasse una ciocca di capelli.
“Ma vieni qua. Adesso me ne occupo io, tu stai zitta e buona” ordinò secco il ragazzo avvicinandosi al balcone e lasciando una stizzita Ginevra dietro di sé.
“Ha circa quaranta anni, alto e con i capelli castani. Adesca le donne per derubarle con la scusa di voler restituire un fazzoletto sfuggito alle loro borse” spiegò con calma Malfoy attirando l’attenzione del locandiere con una scintillante moneta.
“Ogni tanto viene qui un tipo, si vanta sempre dei suoi colpi e di come quelle galline ci caschino ogni volta. Le donne sono stupide quando ci si mettono. Questa sera non si è visto, peccato perché è un ottimo cliente. Beve ma è troppo sbronzo per mettersi a fare una rissa. Di solito sta con quei ragazzi laggiù, fanno sempre un baccano infernale” snocciolò mugugnando l’uomo.
“Molto gentile” disse con finta riconoscenza Malfoy, allontanandosi verso la tavolata occupata da una massa informe d’operai e vagabondi.
“Il grande uomo va in azione” bisbigliò fra se e se Ginevra osservando scocciata Malfoy parlare con quegli ubriaconi. Era bravo con la gente, lo si vedeva subito da come si poneva. Non pretendeva di avere la parte del grande uomo ricco e determinato, ma chiedeva un’informazione con eleganza e modi gentili. Ginevra si sorprese ad ammirare quel ragazzo così sfaccettato e adattabile. Non le sarebbe mai riuscita una tale diplomazia, ma promise a sé stessa di imparare.
Ora però qualcosa era cambiato, un uomo si stava alzando barcollante cercando di essere il più minaccioso possibile. Da solo era ridicolo ma Ginevra sentiva che se tutti i suoi compagni lo avessero imitato non sarebbe stata una bella situazione. Con passo svelto si avvicinò alle spalle di Malfoy, cercando di portare un minimo di calma.
“Sono sicuro che ne avrai a centinaia” biascicò l’uomo in piedi muovendo veloce le mani in aria.
“E questa sarebbe una buona ragione?” domandò divertito Malfoy.
“Non ti dirò nulla sull’uomo che cerchi. Ti sembra una ragione migliore?”
“No” rispose deciso Malfoy. Sembrava quasi che si divertisse a provocare quel tipo e la cosa infastidiva tremendamente la ragazza che era alle sue spalle.
“Ascoltate signore, sapere dove poter trovare quel ladro è molto importante per me. Ve ne prego” disse Ginevra ormai stanca di aspettare i comodi di Malfoy.
“Allora di al tuo amico qui che deve darmi la sua bella giacca” rispose beffardo l’uomo indicando Draco.
“Da la tua giacca al signore” ordinò secca la ragazza rivolta al ragazzo.
“Certo se me lo ordini tu rinuncerò volentieri ad una giacca da centoventi sterline per recuperare un ninnolo di tua mandre” disse Malfoy con enfasi.
“Sei più vanitoso di una ragazzina viziata” lo ribeccò Ginevra fissandolo da capo a piedi.
“Ehi ragazzina volendo potrei fare a meno della giacca, infondo non sei poi così male” disse l’uomo avvicinandosi e scostandole di poco lo scialle dalle spalle.
“Non mi tocchi” esclamò inviperita Ginevra girandosi di scatto verso l’uomo.
“Visto ragazzi che bambina cattiva, non mi vuole” cantilenò il tipo voltandosi verso i suoi compagni. Ma non arrivò nessuna risata alle sue orecchie, nemmeno un accenno di sorriso era presente sul viso dei suoi amici. Se non fosse stato per lo stupore sui loro visi, avrebbe quasi detto che erano terrorizzati. Incredulo rivolse nuovamente la sua attenzione alla ragazzina petulante e rimase indispettito dal vedere quanto si fosse avvicinata a lui.
“Dimmi, qual è il tuo nome?” chiese una voce sottile e affilata, inadatta ad un viso dolce come quello di Ginevra.
“Mike” disse titubante l’uomo facendo un passo indietro. Non sapeva cosa gli era preso ma sentiva rimescolarsi le viscere davanti a quella ragazza con la testa chinata verso terra.
“Mike, non hai capito bene la situazione in cui ti trovi” mormorò dolcemente Ginevra. Pareva la voce di una mamma amorevole ma era al contempo spaventosa.
“Quel tuo amico, mi ha sottratto una cosa a me molto cara e lo devo ritrovare. Finirà male per una persona questa notte e non vorrei che toccasse lo stesso infausto destino anche a te” continuò Ginevra restando con la testa china e i capelli sparsi sulle spalle come lingue di fuoco.
Quella stupida bambina lo stava impaurendo, le donne erano esseri adatti al piacere e alle pulizie, non si sarebbe fatto intimidire da una mocciosa.
“È una minaccia tesoro?” chiese beffardo avvicinando il collo al viso chinato di Ginevra.
“Ora non più”
Solo un sussurro. Appena percettibile. Quasi ridicolo e scontato se non fosse stato per quegli occhi. Erano fuoco vivo ed erano puntati dritti su di lui.
Il mare di Dover. Quello che accadde dopo gli ricordò una giornata d’estate passata a correre e a nuotare fra le alte onde. Quella volta si era divertito a venire spazzato a riva da una forza più grande di lui, sentire le gambe perdere il contatto con la morbida sabbia e lasciarsi andare. Anche adesso i piedi non toccavano più il terreno, ma non c’era l’acqua a sostenerlo. Fu il vento a spingerlo, una furia improvvisa lo gettò veloce contro il muro. Mike sentì il dolore improvviso percorrergli la spina dorsale e per un terribile attimo non riuscì a trovare aria per i polmoni.
“Dimmi Mike i tuoi amici qui lo sanno di chi sono i soldi che spendi? Loro lo sanno che tua moglie si brucia gli occhi cucendo giorno e notte, mentre tu sei qui? Immagino di no. Parafrasando una frase del locandiere, gli uomini sono stupidi quando ci si mettono. Sai cosa sta facendo tua moglie adesso? Si sta pettinando” disse cantilenando Ginevra girellando attorno all’uomo ancora schiacciato contro il muro “pensa tu sei qui a scialacquare i suoi soldi in alcool e prostitute mentre lei si fa bella per te. Per avere un tuo sguardo, perché tu la voglia toccare come nei primi anni di matrimonio, quando ancora la baciavi, quando le portavi dei fiori. Una primula. Cosa potrà mai essere una singola primula? Lo stai pensando lo so. Dimmi dove posso trovare quel ladro” concluse quasi ringhiando a pochi passi da Mike.
“Forse è alla taverna del Gallo, se non viene qui resta là a giocare a carte” bofonchiò la limite del panico l’uomo.
“Grazie. Mi hai fatto felice. Visto come una piccola cosa possa rendere una persona contenta? Vai a casa e fai l’amore con tua moglie, ti assicuro che sarà più appagante che con qualsiasi altra donna” esclamò sorridendo gaia Ginevra e voltandosi se ne andò spedita verso la porta, lasciando dietro di se un corteo di uomini spaventati e increduli. Compreso Malfoy.
 
“Credi che seguirà il mio consiglio?” chiese con curiosità Ginevra mentre affrettava il passo.
“Si, ci sono buone probabilità” rispose Draco voltandosi a fissare la ragazza al suo fianco.
“Non che in genere riesca a trovare la tua compagna piacevole, ma quando mi fissi così sei insopportabile” borbottò Ginevra senza voltarsi.
“Grazie lo so. La ragazza dentro quella taverna chi era?” domandò con semplicità Malfoy fermandosi di scatto.
Ginevra sentì un piccolo, ma gelido, cubetto di ghiaccio scivolarle giù lentamente lungo la schiena calda.
“Ero io. In genere controllo questi poteri strani, li argino dentro di me con pazienza e calma. Ma a volte straripano e divento cattiva. Quello che ho fatto a quel tipo, non è nulla in confronto a quello che potrei fare. Per colpa mia ci siamo trasferiti tre volte. Un bambino è quasi affogato”
“Cosa era successo?” chiese cauto ma curioso Draco.
“Mi prendeva in giro, da piccola ero piena di lentiggini e mi ostinavo a vestirmi come un maschio. Quel giorno c’era una festa in paese e mia madre mi obbligò ad indossare un ridicolo vestito pieno di balze, e quel bimbo, credo si chiamasse Jamie, mi prese in giro tutto il giorno. Poi lo vidi, stava facendo il bagno nel laghetto del parco e allora decisi di fargliela pagare. Non permisi all’acqua di lasciarlo andare”
“Cosa vuol dire che ‘non permisi all’acqua’?” esclamò perplesso Draco avvicinandosi alla ragazza ferma poco più avanti. Ginevra con lo sguardo perso in quella giornata di festa rovinata, alzò lentamente gli occhi fino ad incontrare quelli lucenti di Malfoy.
“Riesco a gestire forze più grandi di me, è per questo che perdo il controllo. Sono troppo forti e io debole. Promettimi che se mi vedrai esagerare con quel ladro mi schianterai”
“Non devi preoccuparti per questo, ti terrò al guinzaglio” rispose ironico Malfoy mentre girava attorno a Ginevra.
“Credimi, se non mi fermi farò del male anche a te. Non vorrai che il tuo bel visino si rovini?”
“Un graffietto è un giusto prezzo per vederti infuriata. Diventi un tizzone ardente, sensuale e pericoloso. Mi fai impazzire”
“Ma se hai fatto una tragedia per una bruciatura da nulla sul collo? E come hai fatto? La mai povera e delicata pelle bruciata? No, aspetta com’era… ah, una scottatura piuttosto profonda, neanche ti avessi spellato vivo!” disse Ginevra scimmiottando la voce forte e vibrante del ragazzo, cercando così di ignorare il rossore allarmante delle sue guance.
Un fugace movimento rovinò il gioco e entrambi i ragazzi tornarono seri. Ginevra lo riconobbe subito. Non aveva dei brutti lineamenti tutto sommato, ma la barba incolta e i capelli unti rovinavano il quadro generale. Stava cercando di restare in postura eretta mentre camminava appoggiato al muro di una casa. Fu strano come sia lei che Malfoy non fecero nulla. Restarono fermi, guardarono l’uomo passare e girare in uno stretto vicolo sparendo dalla loro vista.
Il freddo risvegliò Ginevra. L’aria gelida che penetrava dai piccoli fori dello scialle servì a ricordarle il suo ciondolo e la rabbia crebbe in lei come la marea. In pochi veloci passi raggiunge il vicolo e senza esitare si gettò nel buio sudicio di quella strada.
“Fermati e vedi di riuscire a stare dritto” gridò autoritaria appena intravide la sagoma contorta dell’uomo barcollare nel buio.
Il ladro spaventato prese a correre ma inciampando sui suoi stessi piedi o forse su qualche straccio, rotolò goffo a terra.
“Chi sei? Cosa vuoi?” urlò spaventato portandosi una mano davanti agli occhi per dare un volto alla figura che lo sovrastava.
“Vuoi vedermi? Ebbene sia”
Un secondo dopo l’intero vicolo era immerso dalla luce d’alte e calde fiamme nate dal nulla. Il suo inferno personale e quello davanti a lui non poteva essere altri che il demonio. Nessuno sulla terra aveva occhi tanto spaventosi e belli.
“Questa mattina. Ricordi la ragazza davanti al negozio di verdure? Le hai rubato la collana. Sono qui per riprenderla” disse quel mostro con voce inumana e atona.
“La pietra viola, certo ricordo. L’ho venduta” sussurrò balbettando l’uomo mentre indietreggiava terrorizzato.
“Pessima scelta”
E le fiamme gli furono addosso. Vedeva il corpo inconsistente, ma vivo del fuoco a pochi centimetri dai suoi occhi spalancati e quella donna ora gli era vicinissima.
“Sai cosa succede alla pelle di un uomo quando entra in contatto con una fonte di calore forte come il fuoco? Neppure nei tuoi sogni più orribili riusciresti ad immaginare un simile dolore. È atroce e non finisce mai. Resta con te finché non decidi di combatterlo o di lasciarti andare alla morte. In entrambi i casi resterai marchiato a vita, e dovunque andrai sentirai il dolce lambire di fiamma sul collo nudo” così sensuale e terribile quella voce gli entrava nel cervello e rimbombava come il suono delle campane per tutta la città.
“Momenti d’oro. È lì la collana, nel negozio qua dietro” gridò disperato l’uomo mentre una lacrima solcava il suo viso sfigurato dalla paura.
“Non rubare più, è da vigliacchi e tu non sei nato per esserlo” disse la donna allontanandosi piano con la testa rivolta a terra. Ora gli appariva solo per quello che era, nessuno demonio o mostro, ma una ragazzina da volto terribilmente triste. La sua voce era diventata dolce, quasi materna, senza nulla di spaventoso.
“Scusami ragazzina” brontolò l’uomo intimidito dalla possibile reazione di Ginevra, e ancora spaventato dalle fiamme intorno a loro.
“Vai a casa” bisbigliò dolce Ginevra mentre un piccolo sorriso le risplendeva in viso.
L’uomo svanì in pochi istanti dietro un alto muro di mattoni e Ginevra, rimasta sola con la sua anima dannata, si accasciò a terra. Se ne restò lì, non seppe dire per quanto. Un fagotto di stoffa e carne circondato dal fuoco. Poi sentì i suoi passi, non potevano essere di nessun altra persona. Chi sarebbe stato così folle da entrare in un vicolo invaso dalle fiamme e per di più con un passo tanto deciso e svelto? Solo lui, e il sapere di poter essere raggiunta da quel unica persona la riempì di gioia pura. Qualcosa si posò sulle spalle e sentì la terra cedere sotto il suo peso. Forse la stava risucchiando, così finalmente sarebbe finita in un posto adatto ad una come lei. Ma non stava cadendo, delle forti braccia la sostenevano con facilità e capì di essere al sicuro. Per la seconda volta si sentì protetta e felice. Sentì il cuore sciogliersi e lasciare libero tutto il peso che si era portata appresso per tanto tempo.
“Sono un mostro, una persona tremenda” mormorò piano affondando il viso nella spalla di Draco.
Lui non rispose e continuò a camminare imperterrito.
“Mi odia, anche lui. Ora mi poserà per terra e lo dovrò ringraziare se non mi farà internare in un qualche manicomio. Se ne andrà, non voglio” pensò disperata Ginevra e per istinto si artigliò come più poté alle spalle del ragazzo. Infine arrivò il momento di tornare con i piedi per terra.
Restò con lo sguardo fisso a terra, se non lo avesse guardato negli occhi magari avrebbe aspettato qualche secondo di più per andarsene per sempre. Fu una fatica inutile perché era già sparito. Davanti a lei solo una strada vuota. Cercò di piangere ma non ci riuscì, forse il cuore faceva troppo male anche per piangere.
Poi qualcosa di freddo le si posò sul collo nudo, lasciato scoperto dallo scialle finito chissà dove. Anche in quel momento il cuore le doleva ma non per la tristezza. La sua ametista era tornata, splendeva più bella che mai nell’incavo del seno e sembrava darle il bentornata. Si voltò e tornò ad attenderla lo sguardo incantato di quel ragazzo così strano e bello che la perseguitava nei sogni e duranti il giorno. Avrebbe voluto dirgli un milione di cose, spiegargli quello che era successo ma non le fu dato il tempo di fare nulla. E fu meglio così.
 
 
 
Ed ecco il nuovo capitolo! Ho impiegato una vita per scriverlo ma volevo che venisse al meglio. Qui si svelano in gran parte i poteri di Ginevra e tutto doveva piacermi. Volevo farla sembrare cattiva ma non patetica spero di esserci riuscita! In più desidero ringraziare di cuore tutti coloro che hanno recensito la mia altra storia ‘Lezioni di baci per ragazze confuse’. Un grazie sincero, non mi sarei mai aspettata che piacesse tanto ma ne sono felicissima! Lasciate un piccolo commento per questo capitolo? Ci tengo grazie! Un bacio.
 
Per Aurora: allora cosa ne dici dei poteri di Ginevra? Ancora non sono bene delineati ma vedrò di chiarirli meglio in futuro! Un bacio.
Per Thaiassa: che ne pensi? È molto ridicola Ginevra arrabbiata? Fammi sapere mi raccomando un bacione.
Per dady: ha fatto paura Ginevra arrabbiata? Spero sia venuta bene! Ciao un bacio!

 

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: postit2