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Autore: gwendolyn    20/08/2012    9 recensioni
Questa storia è arrivata Prima al contest "Amor, ch'a nullo amato amor perdona." di Eliessa & Misslittlesun95.
Dal testo:
"Mi ricorda il mio passato, ma io da esso devo scappare.
"Dobbiamo andare." dico io impassibile.
Mi avvio verso la porta senza nemmeno guardare se l'interlocutore mi sta seguendo.
Mi fermo davanti alla porta che finalmente mi permetterà di uscire da questa agonia.
C'è una lettera, probabilmente qualcuno l'avrà infilata da sotto la porta, nessuno sapeva che ero tornata da mia madre, eccetto Sara.
La mia vita è cambiata, ho passato questi lunghi anni senza sperare a nulla in particolare, ho imparato che le speranze portano solo alle delusioni."
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ricorda per sempre la nostra ultima notte.
 
Ed eccomi qua, ad aprire di nuovo questa porta ormai chiusa da troppo tempo.
Sono passati ben due anni dall'ultima volta che sono venuta qui, ma non avevo il coraggio di varcare questa porta da sola.
E di certo non potevo farmi accompagnare da lui, non sarebbe stato giusto.
Apro la porta, davanti a me vedo riaprirsi quel mondo.
Mi gira la testa, mi sento mancare l'aria, vorrei morire all'istante.
Non voglio rivivere tutto questo.
Sento una mano che preme la mia, ma non riesco a trattenere quelle lacrime che più volte avevano rigato il mio viso.
Io non ce la faccio, non ne sono capace.
Troppi ricordi, troppi attimi, troppe speranze distrutte!
Asciugo le lacrime: non posso piangere, non davanti a lei, non davanti al mio passato.
Dopotutto questi due anni non li ho vissuti inutilmente, ho capito cos'è l'amore incondizionato.

Mi faccio coraggio e guardo meglio: tutto è al suo vecchio posto, e questo rende le cose ancora più difficili.
Basta. Devo chiudere la porta e andarmene: non sono ancora pronta per tutto questo. C'è troppa confusione nella mia testa.
Non faccio in tempo a chiudere la porta, vedo una figura andare con passo frettoloso dentro una stanza.
"Hey, no! Non puoi, aspetta!" le urlo io, ma perché mi rende le cose ancora più complicate?
Non ci penso su due volte e mi avvicino a quella porta socchiusa, la apro e vedo l'intruso tra le coperte di quel letto disfatto.
Io mi fermo alla porta e ammiro quella camera vuota, beh forse vuota no, ma tanto spenta e triste. 
Tutto è rimasto uguale anche qui, d'altronde gli unici che avevano le chiavi di questo nido d'amore eravamo io e lui.
Non ho il coraggio di avvicinarmi a quel letto, mi ricorda troppe sensazioni che mai rivivrò. Mi ricorda quell'ultima volta, quell' ultima ora in cui lui era stato mio, quell' ultima notte in cui lui mi ha sussurrato che sarei sempre stata sua, che ha tanto bisogno di me, che non potrebbe mai amare nessuno come ama me.
Mi ricorda il mio passato, ma io da esso devo scappare.
"Dobbiamo andare." dico io impassibile.
Mi avvio verso la porta senza nemmeno guardare se l'interlocutore mi sta seguendo.
Mi fermo davanti alla porta che finalmente mi permetterà di uscire da questa agonia.
C'è una lettera, probabilmente qualcuno l'avrà infilata da sotto la porta, nessuno sapeva che ero tornata da mia madre, eccetto Sara.
La mia vita è cambiata, ho passato questi lunghi anni senza sperare a nulla in particolare, ho imparato che le speranze portano solo alle delusioni.
Leggo che è di Francesco, la lettera.
Ed è stata scritta il 5 febbraio 2010. 

"Cara Alessia,
Ricordi quel giorno in cui ti avevo chiesto: "Se due persone si amano, ma non riescono in alcun modo a convivere... quand'è che si dovrebbero lasciare?" 
Tu avevi risposto: "Penso mai ..."
Ricordo che avevi abbassato lo sguardo, ma io non afferrai il motivo. 
Non in quel momento perlomeno.
Forse ci dovremo lasciare, ma ci siamo già lasciati più volte e anche adesso
Forse dovremo tornare insieme.. ma siamo già tornati tante volte. Ne vale la pena?
Sono successe tante cose tra di noi. Ci lasciavamo e poi tornavamo insieme, era come un gioco. 
Ma noi non siamo bambini Alessia, non più. Posso capire che l'amore è una cosa difficile, posso capire che è impossibile dimenticare chi si ha amato.
So che non potrai mai dimenticare Marco, ma ora lui non c'è più.
Sei cambiata, dal giorno dell'incidente non sei più tu.

Non accetterò mai il fatto che tu avevi amato lui come non avevi voluto amare me.
Parole, Alessia. Solo parole... possibile che una domanda sciocca come quella abbia rovinato tutto?
Dove sono finite le promesse che ci eravamo fatti a vicenda?
Dove è finita la passione che ardeva negli occhi di entrambi? 
Torniamo indietro, devo trovare il coraggio di cambiare.
Tante volte avrei voluto dirti che meriti di restare da sola.. ma il mio cuore non era mai d'accordo.
Il mio cuore ogni giorno urla "TI AMO"..
Ti sto perdendo ...
forse inutilmente, non so ..
Ti basta sapere che,
ti ho sempre amata!
Porterò questo amore nel cuore con gli anni ... ecco tutto.
Hai fatto finire il nostro amore, hai tagliato quei fili che ci legavano. 
Sai che per un periodo molto lungo sentivo un dolore fortissimo e costante dove non avevo mai sentito prima? .. questo è ciò che si prova quando l'anima lascia il corpo probabilmente... 
Mi sentivo vuoto, inutile.
Quando vado in giro mi capita di guardare le persone negli occhi, i loro volti.. i loro stupidi sorrisi.
Mi vieni in mente te e dio sa quante volte avrei voluto urlarti:
"TI DETESTO, TI DETESTO CON TUTTO IL CUORE!"..
Ma non l'ho mai fatto e tanto meno lo farò ora.
Stringevo i pugno in attesa di un cambiamento .. 
E' mia la colpa di tutto? 
Forse sono io lo stupido che non ha saputo amarti come avrebbe dovuto.
Spero che tu possa tornare, spero che tu possa ricordare ciò che c'è stato tra di noi.
Francesco."


In quel periodo uscivo con Francesco: dovevo dimenticare Marco, l'incidente.
Ma perché doveva andare a prendere quelle stupidissime sigarette?
E' successo tutto in un attimo. Era stato tutto talmente inatteso.. se quel camionista non avesse bevuto, se lui non fosse uscito, se io l'avessi trattenuto con me, nel nostro letto, questo non sarebbe successo.
Ero in preda alla depressione, avevo bisogno di aiuto.
Francesco c'era stato, ma non ero capace di amarlo come lui amava me.
Così finiva sempre che lo lasciavo, fino a quando, dopo due mesi di tira e molla mi sono stancata di tutto.
Non faceva bene né a me né a lui.
Ero tornata da mia madre, alla fine.
A volte mi chiedo se Francesco mi sta ancora aspettando.
Sorrido a questo pensiero, da Francesco ci si può aspettare di tutto.

Finalmente anche la terza vittima di quel dolore esce da quella porta, così la posso chiudere.
Ci dirigiamo al cimitero, anche se ho paura di crollare di nuovo, ci devo andare.
Son già 26 mesi che non ci vado, e lui deve sapere in un modo o nell'altro che l'ho amato e non l'ho dimenticato.
Non è tanto difficile trovare la sua lapide, è una delle poche che ha il privilegio di trovarsi sotto un albero.
Mi siedo lì accanto e guardo la sua foto.
"Bene, a quanto pare ci rivediamo Marco.." cerco di ridere per sdrammatizzare, ma come si fa a sorridere quando il cuore piange e urla disperatamente che è un'ingiustizia, che lui era solo un giovane ragazzo che aveva ancora tutta la vita davanti? 
Infatti non riesco più a trattenere le lacrime, così mi poggio sulle gambe la mia accompagnatrice e continuo sussurrando " Sai, lei è tua figlia.. Spero che ti ricorderai per sempre la nostra ultima notte, perché per me è così. Lei ne è la prova."



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Contest: 
AMOR, CH’A NULLO AMATO AMOR PERDONA 
  
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