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Autore: Fuecchan    20/08/2012    2 recensioni
Piccola oneshot sul fandom di Kuroko no Basket (Midorima x Takao).
Midorima prende una decisione sul futuro del suo basket, cosa accadrà?
Commentate :3
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ Change. ~

Cambiamento.

Midorima x TakaoKuroko no Basket.

 

È buffo quando persone che ti sono intorno tutti i giorni, decidono di punto in bianco di scomparire dalla tua vita.
Perché?
Il perché è molto semplice: Aspirazioni.
Le aspirazioni uccidono le interazioni umane, ma da uno come Midorima Shintaro me lo sarei dovuto aspettare. Mi sarei dovuto aspettare che non ero altro che un misero supporto per poter spiccare.
Come nei film, quando mettono un co-protagonista stupido per far apparire il protagonista più intelligente di quanto in realtà sia davvero.
Ma io non sono stupido. Faccio finta. Ma non lo sono.
Semplicemente l’essere ingenuo mi ha salvato da parecchi dolori personali, ma per una volta, in tutta la mia vita, non voglio essere stupido.

Takao.”
Mh?”
“Ho deciso di iscrivermi in una league straniera di basket.”
Ehhh? Ma come, non ti piace stare in squadra con noi?”
“Non è questione di piacere o meno la squadra. È una questione di diventare il migliore. E stando qui, in Giappone, non potrò certo concludere niente, se non qualche stupida partitella tra liceali.”

 

Io non gli dissi niente quando cominciò a farmi quella partaccia.
Non dissi niente perché non ero mai stato abbastanza forte da comprendere le sue ambizioni, per quanto mi fossi sempre sforzato di volerlo capire, per quanto abbia provato ad accettare il fatto che prima o poi una cosa del genere sarebbe successa.
Non era servito a niente. Un castello di certezze, completamente andato a farsi fottere.
E per chi? Per un povero pazzo che va dietro agli oroscopi, pieno di se, arrogante, egoista.
Ma sapevo che senza di lui non sarebbe la stessa cosa giocare a basket, semplicemente vincere o perdere, non sarebbe la stessa cosa, senza le sue lacrime per una nostra disfatta dopo una partita, o il suo sguardo sprezzante in una vittoria.
Non morirei di certo.
Però, sarebbe meglio che rimanesse qui con noi.
Con me.

La sua partenza era prevista qualche settimana dopo, per l’America, da cui era venuto il rosso del Seirin, Kagami Taiga.

Non avevo neanche intenzione di andarlo a salutare. Alcuni senpai mi avevano chiamato la mattina della partenza di Shin-chan, ma ero steso nel letto, in pigiama, ancora, e guardavo il soffitto, pensando a quanto fosse stato stupido decidere senza consultare la squadra, senza consultare le esigenze di quest’ultima. Senza consultare prima me, di questa decisione, avvisarmi solo un paio d settimane prima.
Ma era riconosciuto per il suo rinomato egoismo, Shin-chan.

Probabilmente mi ero appisolato, perché fui svegliato dal frequente vibrare del mio telefono.
Distrattamente, allungai una mano, cominciato a toccare a tentoni il comodino. Afferrai il cellulare e lo aprì senza controllare chi fosse al cellulare.

Takao.”

Il solito vocione che impone di Shin-chan al telefono. Ma lui non doveva essere già in America a quell’ora?
Mi alzai di scatto dal letto, spalancando gli occhi, deglutendo. Non dissi niente.

Takao, insomma rispondi.”

“Che c’è Shin-chan, ehe, già senti la mia mancanza lì in America?”

Mi incurvai su me stesso dopo aver detto quella frase col mio solito tono di voce sbruffone, di chi se ne frega. Ma me ne fregava, anche troppo secondo i miei parametri.
Lo sentii sbuffare nella cornetta del cellulare, ascoltandolo parlare, già lontano ormai.

“Invece di fare l’idiota, affacciati fuori dalla finestra.”

Non mi dette neanche il tempo di replicare anche la cosa più stupida da dire in una situazione del genere, che mi chiuse la chiamata in faccia. La mia finestra era praticamente accanto al letto. Lanciai il cellulare, vecchio di almeno tre anni, giù dal letto, fiondandomi a quella finestra che mi sembrò più lontana del solito in quel momento.
Spalancai la tendina e aprì le ante.

“Muoviti, Takao, andiamo ad allenarci. Non voglio mai più vedere un aereo in vita mia.”

Shin-chan mi stava aspettando sotto la finestra della mia stanza con il carretto che eravamo soliti portare a turno, e quella volta lo stava portando lui.
Sorrisi.
Anzi, scoppiai letteralmente a ridere, sbattendo dopo le ante della finestra per poi andarmi a vestire con una tuta da ginnastica, anzi, una maglietta con manica a tre quarti e dei pantaloni di una tuta, presi a caso. Poi le scarpe da ginnastica, e scesi velocemente da casa urlando un “MAMMA STO USCENDO, NON ASPETTATEMI PER PRANZO!”

Appena varcai la porta di casa, lo trovai mentre si sfogliava un oroscopo, come al solito. Salii sul carretto stendendomi.
Nessuno disse niente.
Semplicemente cominciai a sentire il pedalare della bicicletta, e il vento per via del movimento tutto intorno.

“E così sei rimasto. Non avevi detto che rimanere in Giappone non ti avrebbe portato a niente?”

“Taci, o faccio pedalare te. Ringrazia che non sia già in America.”

Ahahaha va bene va bene!”

Non chiesi poi perché fosse rimasto, però un senpai mi disse che mentre era in aeroporto disse che senza di me non voleva partire.  Pare che abbia paura dell’aereo. Ma chi sono io sua madre che gli deve fare coraggio! Ahah, sono davvero contento infondo.
Non dissi niente a Shin-chan che sapevo di quella storia, avrebbe finito per odiarmi seriamente, e poi altro che America, non sarebbero bastati mille turni a pedalare per farmi perdonare da lui.

Ma, eheh, poco importa, per una volta non si è macchiato del suo solito egoismo, per me.
Bel traguardo, no!

 

Note dell’autrice.

Siate clementi questa è la mia prima onesto su Kuroko no Basket, tra l’altro per la prima coppia che ho cominciato a shippare del fandom di Kuroko, non tenendo conto delle KagamixKuroko, spero che comunque abbiate apprezzato perché rileggendola sono soddisfatta del mio risultato.
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J

   
 
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