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Autore: Cilyan    20/08/2012    2 recensioni
Speranze, desideri, amori, fusi in un alone di speranze, battiti, ciglia coinvolte in sguardi tenebrosi e complici, ma qualcosa cambierebbe se, un giorno, l'ingranaggio della perfezione si spezzasse?
" Why don't you love me?"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Why don’t you love me?”
Prologo

“I can feel your heart tonight                                                          
It's killing me “


Erano queste le parole che balenavano nella mente di Harry in ogni momento in cui stava con Zayn,
in cui si fissavano e si sussurravano di volersi bene,in cui si coccolavano e/o semplicemente si sfioravano l’un l’altro; ma il loro rapporto era ambiguo: non stavano insieme e continuavano a definirsi solo amici, ma  si potevano definire tali dopo che erano finiti insieme , nello stesso letto, a baciarsi, a strusciarsi, a possedersi , a … a fare ognuna di quelle cose che, di solito, fanno due amanti?Allora lo si potevano definire?Solo affetto lo definiva il moro, amante delle
creste e delle pieghe perfette, ma per il riccio non lo era affatto. Non era solo quell’amore fraterno che può scoppiare in qualche scappatella con l’amichetto ogni tanto, no, per lui era amore
e nulla avrebbe cambiato la situazione. Loro non potevano essere amici di letto o semplici coinquilini, perché Harry non lo avrebbe mai accettato. Eppure, sembrava che non gli dispiacesse il fatto che Zayn, quel giorno come tanti, fosse particolarmente voglioso. Certo, almeno all’inizio,quando il bel moro era entrato nella sua stanca, già nudo e lo aveva spogliato in fretta
e furia, facendogli salire i brividi su tutto il corpo, e lui ne aveva goduto; si era perso in quel tocco leggero e puntellante lungo i suoi fianchi e lo aveva lasciato fare, ma solo fino ad un certo punto.
Si,  perché non appena i baci lascivi e dolci sulle sue spalle divennero più voraci e “pericolosi” alla sua incolumità mentale, Harry decise che era ora di smetterla con quella situazione e, dopo essersi scostato malamente, da quelle labbra fameliche, che avevano preso a lambirgli il collo, senza dire nulla, uscì dalla stanza e si mise a correre per il lungo corridoio del loro appartamento; ma, mentre correva quasi a perdifiato, pensando alla figuraccia che aveva fatto con l’amico, alle inutili spiegazioni e bugie che avrebbe dovuto raccontargli, si rese conto che, forse, sputargli la verità in faccia non sarebbe stato poi tanto male e, infatti, così fece, non appena si sentì tirare per un polso da dietro.
E lui, ne sono sicura, non avrebbe mai voluto voltarsi e guardarlo in faccia, mentre le lacrime gli si trattenevano a stento tra le palpebre e le grida di dolore e delusione, per un’ amore impossibile, gli si bloccavano in gola, formandoci un grosso groppo, quasi indissolubile; ma, non ce la fece a resistere a quella presa, forte e possente e, alla fine, dopo una leggera resistenza , finalmente si girò e glielo disse.
Gli spiattellò la cruda ed amara verità, sotto lo sguardo scrutatore ed interrogatorio dell’”amico”:
- Io ti … io ti amo- urlò guardandolo per un micro secondo, per poi correre ad abbassare la testa, subito seguito dall’altro che non sapeva cosa fare o come agire, se non dire la verità:
- Mi dispiace io … io non posso ricambiare- disse semplicemente, perché Zayn non era un tipo di tante parole e quindi non avrebbe mai aggiunto inutili suppellettili come del tipo “ Non provo quello che provi tu per me, ma ti voglio un bene immenso”, oppure “ Non vorrei farti soffrire”; no, non lo avrebbe fatto perché i due si conoscevano come le proprie tasche e Zayn stesso era sicuro che lui avrebbe capito. E non si guardarono nemmeno negli occhi, a capo chino, il riccio andò verso la veranda, con indosso praticamente nulla e l’atro, che si era rivestito, con dei semplici pantaloni del pigiama, grigi, e una maglietta bianca,si diresse verso la sua camera da letto, incurante di cosa avrebbe fatto o pensato l’amico dopo quel rifiuto, all’apparenza così freddo e sprezzante, ma, nel profondo, pieno di significati reconditi.
Ed  il piccolo Hazza si diresse così, bello, come mamma lo aveva fatto, con quegli occhi che,cambianti colore, come se fossero parte di un arcobaleno , si guardavano a destra e a manca, in cerca di qualcosa da mettere , finché non posarono lo sguardo sul divano dove Harry, la sera prima, aveva piegato la biancheria pulita, da brava casalinga quale era .
Così vi si avvicinò, prese un paio di boxer  neri, con gli orsacchiotti colorati, ed una maglietta a mezze maniche marrone. I pantaloni no perché faceva troppo caldo e lui odiava tenere quelle costrizioni pressanti e pesanti che erano i vestiti, tanto quanto odiava quella situazione.
SI diresse, poi, verso l’amaca da cui si trovava a qualche passo di distanza. Avrebbe solo dovuto tirare la porta scorrevole, mettere un piede fuori e appoggiarsi su quell’oggetto che gli ricordava tanto la parola “casa”. E quando finalmente accadde, si lasciò cullare da quelle braccia in legno di mogano, facendosi avvolgere come in una coperta, da quel panna così puro, ma mai quanto il bianco, perché, si, Né Harry, né Zayn si sarebbero mai sentiti veramente puri, non in quel momento almeno. L’unica cosa che però era certa, era che ,una volta arrivato a casa, Harry amasse farsi stringere e abbracciare, per ,poi , poter dire e urlare tutto quello che avrebbe voluto sperperare ai quattro venti e non poteva. E fu così che si ritrovò a piangere ininterrottamente, singhiozzando, piano, in modo da non farsi sentire da niente e da nessuno.
Zayn, invece, al contrario di Harry, non si sentiva per niente a casa e non aveva nessuno con cui sfogarsi, nemmeno un oggetto, perché l’unico con cui si sentiva a casa e di cui si fidava cecamente , era la causa di tutta quella confusione che si trovava ad affrontare in quel frangente, mentre, andando avanti ed indietro per la sua stanza, si torturava instancabilmente le mani , cercando di arrivare alla fine della questione.
Quando gli sembrò di essere arrivato ad una soluzione, almeno momentanea, si decise a bloccare il suo incessante andare avanti e indietro per la stanza, e raggiunse Harry nell’unico posto dove sapeva lo avrebbe trovato:La veranda, anzi no, più precisamente:l’amaca in veranda.
E così fece, dirigendosi a passo lento e incalzante verso il luogo prestabilito, con un andamento tale da essere in totale contrasto con quello di prima nella sua stanza. Nel momento stesso in cui giunse, però, non poté fare altro che bearsi della figura di un Harry addormentato, con alcuni riccioli svolazzanti al vento ed altri appiccicati sulla fronte, sudata e bagnata, così come lo era tutto il suo viso che, probabilmente, doveva essere stato invaso da un fiume  di lacrime calde quanto la lava rovente.
Zayn guardava la scena dispiaciuto, a mio modesto parere, si, sicuramente dispiaciuto e non si ci stupisce di quel che fece poi, conoscendo l’enorme affetto che provava per la persona stesagli di fronte. Quindi, le si sedette a fianco, soffermandosi a guardarlo  un istante, per poi sdraiarcisi letteralmente sopra , così da poterlo abbracciare forte,come non aveva mai fatto.
E mentre lo avvolgeva a se, sostituendo la coperta di linus che era l’amaca, divenne tutt’uno con Harry, quasi come se la coperta ed il bambino si fossero fusi in qualcosa di nuovo, ma nulla poté cambiare la situazione, tantomeno, il silenzio quasi estenuante di Zayn che, con la sua presenza pressante, svegliò il “piccolo riccio” che cominciò il suo monologo singhiozzante:
- ...ma …  io…  ti amo- disse come se gli avesse già intrapreso prima un discorso come forse aveva, effettivamente, fatto nella sua mente.
- Lo so , lo so- ribatté soltanto Zayn, stringendo più forte a se l’amico.
- Io ti amo, capisci?- e l’altro non disse nulla, rimanendo solo ad ascoltare i “ Ti amo, ti amo, ti amo”; martellanti ed incessanti dell’amico che, nel frattempo era corso a stringergli forte la maglietta, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo , facendogli così solletico col suo piccolo nasino, finchè le sue urla e i suoi gemiti non divennero solamente un piccolo sussurro lontano che, solamente una formichina avrebbe potuto udire. Si, una formica, perché era quello che erano in quel momento i due:due formiche operaie che lavorano tutto l’anno e che non hanno tempo per l’amore. Se uno si innamora è finito perché ha perso tempo buono per la produzione: Harry era la formica “bianca” e Zayn quella brava , ma premurosa e disposta ad esternarsi dal gruppo pur di far felice l’amica, perché per le formiche quel che conta è il lavoro di squadra e Zayn non avrebbe mai e poi mai lasciato un compagno da solo, non nel momento del bisogno almeno, non se il problema era lui e non se c’era di mezzo il diavolo dell’amore.
 
 

  
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