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Autore: LostHope    20/08/2012    9 recensioni
Alice Wright percepiva i Posseduti. Non sapeva esattamente da cosa essi fossero controllati. Ma sapeva solo una cosa: quando una persona cambiava, diventava aggressiva, insomma, quando non era più lei, Alice riusciva a vedere un'aura nera attorno a quella persona. E cominciava ad avere paura. Una fottuta paura.
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STORIA AL MOMENTO SOSPESA
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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"Per essere più sicure di se, un ottimo modo è indossare il vestito o l'accessorio preferito ... mmm ha senso, ma non posso mica indossare tutti i giorni la stessa maglietta..."
"Che stai leggendo ?"
"I-Io ? Nulla Tammy, una rivista da poco..."
"Si? Dai fammela vedere, tanto i Korn mi hanno annoiata."
Alice sbuffò rassegnata e gli porse la rivista, pronta per la sfuriata
"Alice, hai speso cinque euro per questa ridicola rivista da femminucce ?!?"
"SSSSH non gridare Tammy, sennò il prof ci ammazza"
"Ma chi se ne frega, tanto questo idiota è sordo e cieco !!!" la ragazza indicò il vecchio Pannofili, intento a spiegare il teorema di Pitagora, con una lentezza mortale. "Mi spieghi perché da un anno a questa parte, ti trovo con il naso infilato in queste rivistacce ?! Basta, questa viene ufficialmente eliminata" 
Ecco...Addio, non la rivedrò mai più pensò Alice, mentre l'amica infilava la rivista nel suo zaino.
Tammy indossò una delle cuffie dell'ipod e fissò l'amica, sorridendo
"Dai, spiega !"
"Ecco...voglio solo imparare ad essere più sicura di me, che c'è di male ?"
"Sicura di te, ehhh ?" la giovane mise una mano sulla testa dell'amica, scuotendo la testa in modo teatrale "Prima non ti facevi nessun problema ma,proprio quando LUI si è fidanzato con la nostra compagna di classe Sabrina Io-ho-tutto-voi-nulla-povere-pulci-da-circo, te ti metti a leggere queste riviste del cavolo ! Suvvia, non vorrai diventare come lei, spero!"
Alice spostò lo sguardo verso la fila di banchi a destra, dove c'era Sabrina Slidelight. Era una bella ragazza con i capelli lunghi e color caramello, gli occhi verdi da gatta, alta e snella, sempre vestita con gli ultimi capi alla moda del momento (dopotutto era nata in una ricca famiglia di avvocati) e, sopratutto, era molto sicura di sé e di quello che voleva dalla vita. Alice ,invece, aveva i capelli neri lunghi e indomabili, un paio di occhiali giganteschi, non era alta, indossava solo un paio di jeans e un maglione verde spelacchiato,che vestivano  un corpo acerbo e con un' autostima bassissima. Tammy le diceva sempre che era carina, dolce e che avrebbe voluto avere il suo aspetto da orsetto tenerone. Parlava lei: capelli rossi legati in due trecce, occhi di due colori diversi (splendida giada il sinistro e calda ambra il destro), naso e guance coronate da lentiggini, vestita con una lunga canottiera nera, calze a righe e anfibi. Un mix tra pippi calzelunghe, un rapper e un mastino napoletano, ma aveva qualcosa nel volto che faceva girare la testa hai ragazzi. Ma sono l'unica qui che non assomiglia ad una  top model svedese con una schiera di ragazzi ai piedi !?!?! DEVE ESSERE UN MALEDETTO COMPLOTTO !!! 
Tammy la fissò a lungo, poi sbuffò "Tutte queste seghe mentali per un ragazzo..." strinse i pugni, ringhiando "Tutta colpa di quel finocchio !"
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Mark Green sbuffò dalla noia, spostandosi il ciuffo marrone. La lezione di scienze più noiosa della storia, la Manini non si sprecava con le alghe azzurre quella mattina. L'unica cosa che non lo faceva alzare, prendere l'astuccio e tirarlo a quell'incapace era il fatto che dopo doveva uscito con Sabrina. Meglio lei che una visita dal preside. E poi, per lei stava trascurando Raphael, il suo miglior amico. Avrebbe dovuto farsi perdonare. Già si immaginava la scenata napoletana dell'amico, il modo in cui avrebbe tirato fuori le sue lacrime di coccodrillo e avrebbe detto, con voce rotta, piagnucolante " TU NON MI AMI ABBASTANZA".
Gli comprerò dei fiori, non voglio che la mia "mogliettina" si senta trascurata
La campanella, per allietare il cuore degli alunni, si decise a suonare e tutti fuggirono verso l'esterno, salutando gli amici e riempiendo in fretta e furia lo zaino. Mentre usciva, qualcosa gli andò addosso. Si imbatté in due occhi azzurri, tendenti al violetto. Alice Wright, compagna di classe di Sabrina, la conosceva da cinque anni grazie al tennis.
"Ehi Alice"
" C-ciao Mark..." La ragazza arrossì e si rimise per bene gli occhiali " Come v-va ? T-tutto bene ?"
Mark annuì, sorridendo " Sai per caso se Sabrina è uscita ?"
" Ah...No, è rimasta a parlare con la rappresentante di classe..."
"Oh ok, allora ciao !"
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Finalmente, Tammy era riuscita ad avere l'indirizzo di quella fumetteria, finalmente, una luce illuminava il buio. Peccato che la sua amica Alice era troppo presa a parlare dello stesso argomento: il finocchio e l'oca.
"Perchè Sabrina ? Cioè, capisco che Mark sia un bel ragazzo e se ne meriti una carina, ma perché lei...mi sarebbe andato bene chiunque, ma così mi fa soffrire. Ma perché lo amo, Tammy, perchè mi sono innamorato di lui ?"
" NON LO SO !!! Aggiungiamolo insieme ai cerchi nel grano ed al mostro di Loch Ness, poi vediamo se ti prendono a Mistero ! La vogliamo piantare ?!"
Alice la fissò contrariata  " Io ne parlo quanto mi pare e piace, ok ? E non capisco perché ti arrabbi così..." 
La rossa sbuffò e afferrò per le spalle l'amica. "Il finocchio è un imbecille e tu puoi trovarti di meglio ! Dai andiamo a prenderci un caffè ! Ci andremo la prossima volta alla fumetteria "
" Si ma Mark non è...."
" EH NO ! BASTA !!" Tammy si tappò le orecchie con le dita "Io non ti ascolto più !!!"
"Dai ... Tammy, scusa..."
" La la la... I trade my soul for a wish, pennies and dimes for a kiss...la la la"
Ormai le due erano arrivate ad un semaforo. Una ragazza di vent'anni, alta e bruna, la faccia piena di trucco e vestita in modo provocante passò vicino ad Alice e le guardò male, poi continuò a camminare.
"Ma hai visto quella, Alice ? Sembrava la figlia di Joker !" Tammy si girò, preoccupata, non sentendo l'amica rispondere "...Alice ?"
La mora si era bloccata. Il viso era impallidito di colpo, si era piegata ed aveva cominciato a vomitare. Tremava tutta e non riusciva a rialzarsi. " Tammy mi fa tanto male, tanto, tanto..."
"Ok non ti preoccupare sorella !" La rossa prese sulle spalle l'amica, cominciando a correre.
"...A quanti siamo ?"
"Undici...credo"
" Sono aumentati, merda !"

Alice Wright percepiva i Posseduti. Non sapeva esattamente da cosa essi erano controllati. Ma sapeva solo una cosa: quando una persona cambiava, diventava aggressiva, insomma, quando non era più lei, Alice riusciva a vedere un'aura nera attorno a quella persona. E cominciava ad avere paura. Una fottuta paura.
Tutto era cominciato il giorno in cui aveva incontrato Tamara Slim. Uno dei bambini era diventato aggressivo: cominciò a gridare e tirava sedie contro tutti. Alice si era avvicinata, cercando di capire cos'era quella cosa nera attorno al bimbo. Prese una sedia in piena faccia.
Non era importante quante volte lo ripeteva, nessuno credeva che quel bimbo fosse posseduto.
A parte Tamara, la sua compagna di classe, che il giorno dopo si sedette al suo tavolo da pranzo (dall’incidente, nessuno voleva più sedersi con Alice).
" Sei tu quella che dice di vedere i mostri ?"
"E a-allora ?! Vuoi prendermi in giro anche te ?"
" No..."
"E allora ?"
"...Volevo solo dirti che sei mitica !"
Da lì erano diventate amiche. E Tamara aveva giurato di proteggerla, fino alla fine.

"Una strana tempesta, seguita da una strana nebbia nera, si sta dirigendo verso la città. Non sappiamo ancora bene di cosa si tratti, ma cercheremo di tenervi informati. Per il momento rimanete nelle vostre case, non prendete i mezzi di trasporto..."
Tammy spense la tv e fissò Alice. Dopo due caffè e un po' di televisione spazzatura, era riuscita a farla addormentare, ma sul volto della mora era dipinta una smorfia di dolore, come se stesse facendo un orrendo incubo. Uno spiffero gelido entrò nel soggiorno "Meglio chiudere la finestra"
Tammy si sorprese: con il freddo, era arrivata anche una sensazione di paura spaventosa. La rossa indugiò, poi prese coraggio e chiuse le imposte. Ma sentiva ancora il gelo e il terrore riempire tutta la stanza. Alice aveva cominciato a tremare e la sua espressione di dolore era diventata ancora più intensa.
"Non mi piace...Non mi piace proprio per nulla !"
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"Mark, sei sicuro di voler andare ? Hanno detto di non girare per strada con l'avvicinarsi della nebbia" Sabrina gli circondò il collo con le braccia e cercò di dargli un bacio, ma il ragazzo si mise il casco e le fece una piccola carezza  "Dai, è solo un po' di nebbia, se peggiora mi fermerò e andrò a piedi ! Ti chiamo domani" Salì sulla moto e partì.
Mentre guidava, notò che, piano piano, la città sprofondava in una pesante nebbia. Ma non era grigia. Era nera. Nerissima.
La visuale era coperta, non si vedeva nulla e decise di parcheggiare. Mark si tolse il casco e scese dalla moto, facendo pochi passi. Non riusciva proprio a capire dov'era " Era meglio se rimanevo da Sabrina...chi si aspettava una nebbia del genere ?!".
"...morire."
Il ragazzo si fermò: aveva sentito una voce da qualche parte. C'era qualcuno"C-cosa ?"
"...Ho detto...che hai trovato un ottimo posto....dove morire."
"Ma chi cazz..." balbettò Mark. 
Una macchina nera sbucò fuori dalla nebbia e lo prese in pieno. Il petto cominciò a bruciargli, cadde all'indietro e sbatté ripetutamente la testa sul marciapiede. Rotolò per un po', il dolore si era esteso: ora gli faceva male tutta la cassa toracica e sentiva il suo sangue scivolare giù dalla testa. Non riesco a respirare...qualcuno mi aiuti...
All'improvviso, una strana figura si parò davanti agli occhi del ragazzo. Mark non riusciva a focalizzarla bene, il sangue gli copriva gli occhi.
"Vuoi una mano ?".
La voce di prima.
" Io posso aiutarti a far finire questo dolore, ma dopò avrai un gran debito nei miei confronti. Vuoi lo stesso una mano?”
Mark rantolò e un grumo di sangue gli uscì dalla bocca.
" Lo prendo come un sì"
Il ragazzo continuò a rantolare, il dolore ormai era impossibile da sopportare.
Poi, le sue palpebre si fecero pesanti.
E vide solo nero.

La strana figura lo osservò bene, da vicino.
".....Sei vivo ?"
Il corpo non dava segni di vita. "Mmmm...credo che non importi più il mio aiuto eh ?"
Prese per la collottola il cadavere e lo squadrò: capelli lunghi e bruni, occhi marroni, alto e snello.
"....Ha un bel viso, certo, ma avrei preferito trovare qualcuno di più...mmm..particolare ! E poi, guarda qui come è conciato: sangue, orrendi capelli lunghi e vestiti da fighetto !!! Bhè, dopotutto" fece infine, storcendo il volto in un sogghigno "le mie sorelline dicevano sempre che non ho gusto nel vestire"



La mia prima storia...dopo essere stata costretta a scrivere dalle mie, diciamo "amiche", ho finalmente scritto qualcosa ! Sono felice di aver scritto qualcosa, ma la paura mi attanaglia: e se non piacesse ?!??!
Per ora, vediamo cosa succede. Un saluto e un grazie a chi la leggerà e mi lascerà una recensione (spero di ricevere dei commenti positivi o utili a migliorarmi)
HONK :O)

  
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