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Autore: LetiScrive    21/08/2012    1 recensioni
La mia è una storia a due voci, che risale ai tempi dei Malandrini.
L'ultimo anno di Eris e Sirius nella scuola di Magia di Hogwarts è ormai alle porte, dovrebbero essere entusiasti, iniziare a pensare a cosa fare, eppure cercano di rimandare al più tardi possibile la loro scelta. Per non pensare troppo al futuro. Lei, intelligente e coraggiosa. Lui, spavaldo ed intraprendente. Così simili, eppure così diversi. Sconosciuti fino a quando il fato non ci metterà lo zampino.
Può una tempesta scoppiare solo per far apparire un meraviglioso arcobaleno?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Eris



Eris Backery era una ragazza allegra, intraprendente, piena di vita.
Tutti coloro che avevano a che fare con lei, anche per pochi istanti non potevano fare altro che pensare a quanto potesse essere bella, e non soltanto fisicamente, ma anche dentro. Era una di quelle ragazze che gli uomini avrebbero potuto definire delle perfette mogli. Ma questo solo fino a quando non la iniziavano a conoscere davvero.
Eris Backery era una ragazza allegra, intraprendente, piena di vita, ma era anche forte, enormemente coraggiosa, determinata a fare qualcosa di davvero importante nella sua vita ed intelligente, talmente intelligente da spaventare quegli uomini secondo cui gli unici veri compiti di una donna erano i servizi per rendere la loro casa splendente mentre cercava di istruire tutti i bambini che avrebbe sfornato il loro felice matrimonio. Ma conoscendola, sapevano che non sarebbe stata quel genere di moglie e allora, per paura che la loro superiorità potesse essere messa a repentaglio lasciavano perdere.
Succedeva così: dopo il terzo appuntamento a nessuno veniva più in mente di stabilire un ulteriore incontro.
Ma questo ad Eris Backery non importava minimamente.
Aveva cose più importanti a cui pensare, cose che se avesse raccontato ai suoi pretendenti, questi avrebbero pensato che fosse davvero pazza.
Ma ad Eris Backery questo non importava, c’erano tantissime persone, un’intero mondo con cui condividere il proprio segreto.
Secondo i suoi coetanei della zona Londinese di Bromley, a sud della città, Eris Backery era una ragazza molto strana, ma non lo era sempre stata.
Tutto era accaduto all’età di undici anni, quando lei aveva abbandonato per inspiegabili ragioni il collegio femminile dove andava da quando aveva sei anni ed era letteralmente scomparsa, finita in chissà quale altra scuola dell’Inghilterra per poi tornare soltanto per le vacanze natalizie, quelle di Pasqua e per l’estate. Cosa ancora più strana era stato per loro scoprire che lei aveva iniziato ad odiare questa stagione e a preferire tutte le altre.
Come può una normale ragazza di buona famiglia odiare l’estate?
Di certo, Eris non era poi così normale.
La ragazza aveva anche abbandonato le sue amicizie e nessuno riusciva a chiedersi il perché. Per qualche anno l’avevano ignorata, non che a lei potesse importare, ovviamente, ma poi da quando aveva compiuto quindici anni tutti i suoi coetanei maschi della zona avevano iniziato a guardarla con occhi diversi, sotto lo sguardo sbalordito di quelle che cercavano di attirarli già da anni.
La verità era che due settimane dopo il 7 Luglio 1971, data del suo undicesimo compleanno, Eris aveva notato un gufetto maculato fuori la finestra spalancata della cucina, l’aveva preso tra le mani e aveva trovato una lettera chiusa da un bizzarro sigillo rosso sul cui dietro erano stati scritti a mano i suoi dati: nome cognome, indirizzo e città. Non c’erano dubbi, quella lettera era proprio per lei.
Così tutta eccitata era corsa su per le scale fino alla seconda porta sulla destra, aveva bussato e, dopo aver aspettato un paio di secondi era piombata all’interno, colpita dal forte aroma di tabacco proveniente dalla pipa che il padre teneva spiaggiata sulla scrivania del suo studio.
Quando era entrata lo aveva trovato di profilo, con lo sguardo perso nel panorama che si stagliava fuori dalla finestra, poi l’aveva guardata con quell’espressione di dolcezza che teneva in serbo solo per lei e la mamma.
Tra le sue mani aveva scorto la lettera col sigillo e aveva capito che era giunto il momento di dirle la verità.
Eris si era accomodata su una di quelle poltroncine di fronte la scrivania e aveva aspettato che il padre le iniziasse a raccontare la sua storia prima di poter aprire la lettera.

Da quel 21 Luglio erano ormai passati cinque anni,ma Eris lo ricordava nei minimi particolari..
«Oh Eris, è giunto finalmente il momento>> le aveva sussurato con una nota di entusiasmo il suo papà
«quella è la lettera di ammissione per una delle migliori scuole mai esistite al mondo..>>
«Ma papà!>> l’aveva interrotto lei «io vado già a scuola, perché dovrei cambiarla?>>
«Su amore, lasciami il tempo di raccontarti tutta la storia, lo sai, la curiosità è la migliore virtù che ogni uomo possa avere, ma solo se equilibrata con la pazienza..>> l’aveva fermata lui.
«Come ti stavo dicendo, questa lettera proviene da una scuola, una scuola di Magia>> a quelle parole Eris divenne più curiosa di quanto non lo fosse prima, ma cercò di non darlo a vedere al padre e sentì la sua storia senza interromperlo nemmeno una volta.

Quando era uscita dallo studio del padre, probabilmente un’ora dopo l’inizio del suo racconto c’era un’unica frase che le affiorava nella mente tra tutte quelle miriadi di cose che aveva scoperto.
Era una strega.
Sì proprio lei, Eris Backery, era una strega.
E suo padre prima di lei, ma non era solo questo: c’erano intere generazioni, un intero mondo magico pronto ad accoglierla. La lettera che aveva ricevuto proveniva dalla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts dove tutti i bambini figli di maghi venivano iscritti alla nascita, era loro diritto e a nessuno veniva negato.
Quando era riuscita finalmente ad aprirla, aveva trovato una pergamena bianca che riportava i saluti del direttore, Albus (e una serie di numerosi nomi) Silente che la informavano del suo diritto a frequentare la Scuola, delle date di scadenza per l’iscrizione e di quella, più importante secondo lei, di partenza. Annesso al primo foglio ce n’era un altro che riportava tutto l’occorrente che le sarebbe servito per la nuova scuola.
Era corsa subito nello studio del padre, ed era piombata dentro col fiatone:
«Ma papà, guarda! A Londra non c’è nessun posto che venda queste cose!>>
«Oh amore, certo che c’è, devi solo sapere dove cercare>> l’aveva rincuorata lui.

E adesso si ritrovava lì, nel bel mezzo dell’ultima vacanza che sarebbe terminata col suo ritorno ad Hogwarts, la cara vecchia Hogwarts.. Le sarebbe mancata e le sarebbero mancate anche tutte le amiche incontrate lì, i posti di ritrovo, quelli in cui nascondersi quando Gazza era nei paraggi e loro avevano enormemente superato il coprifuoco. Al castello avrebbe lasciato una parte della sua adolescenza, perché anche se molti la definivano solo una scuola, per quelli che erano vissuti lì, Hogwarts era soprattutto un rifugio, una casa sicura che sarebbe stata sempre lì pronta ad accoglierli…
«Eris, è pronto! Aiutami a mettere in ordine!>> la voce della madre la richiamò alla realtà. Si alzò dalla panchina su cui era sdraiata con una copia di “Orgoglio e Pregiudizio” in grembo ed entrò in cucina assaporando con piacere il profumino proveniente dalla stanza.

La prima metà di giugno passò lentamente, tra libri babbani, uscite con i genitori per incontrare gente che non la spingevano a fare amicizia e i vari incantesimi che finalmente poteva fare anche a casa..
Odiava l’estate perché proprio non sopportava di non poter essere se stessa per così tanto tempo, ma adesso che poteva praticare la magia anche fuori dalla scuola, non le dispiaceva poi così tanto passare un po’ di tempo a casa assaporando quell’aria di Londra che aveva snobbato per sei anni.

Adesso si trovava in casa, ad aiutare la madre in cucina mentre aspettavano il ritorno del padre dal Ministero della Magia, dove lui lavorava come Auror.
«Mamma, dai non preoccuparti, si sarà trattenuto a parlare col signor Dragger come al solito, e lo sai che quando inizia poi non la smette..>> Eris cercava di rassicurare la madre che da mezz’ora a questa parte non aveva fatto altro che affacciarsi dalla finestra aspettando il ritorno del marito.
«Oh cara.. Lo so, certo.. E’ che..>> le sue parole vennero interrotte da uno strano tonfo proveniente dal salone.
Entrambe, madre e figlia, corsero nella stanza dove, ad aspettarle fuori dalla portafinestra, c’era un anziano gufo messaggero.
«Mamma, dai qua.. Leggo io..>> Eris tolse la lettera alla madre. Lesse le prime righe di quella pergamena bianca prima che una lacrima potesse rigarle il viso.
Cercò di trattenere il singhiozzo e mantenere un tono adeguato prima di parlare.
«Si tratta di papà.. Prendi la metro polvere. Dobbiamo andare subito al San Mungo..>> le parole uscirono in un attimo, ma bastò quell’attimo perché il mondo crollasse addosso ad entrambe le donne di casa Backery.




Spazio dell'autrice:
Spero vi sia piaciuto il capitolo introduttivo.
Lei, Eris, è un personaggio da me inventato, quindi posso capire che non vi interessi più di tanto, beh segiutemi e vedrete ;)
Per qualsiasi critica e/o domanda vi prego di inserire le vostre recensioni.
Sarò lieta di rispondervi e poter migliorare grazie ai vostri consigli.
  
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