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Autore: MissMargaery    21/08/2012    1 recensioni
Non riusciva a credere che quel ragazzino robusto, dai capelli ramati e scompigliati e quegli ingenui occhi blu, fosse l’uomo che si trovava davanti. Portava fiero una leggera peluria rossiccia sulle guance e sul mento, Greyjoy sapeva che era un impacciato tentativo di imitarlo, ma non gli dava fastidio, anzi ne era orgoglioso.
Una serie di missing moments riguardanti l'amicizia tra Theon Greyjoy e Robb Stark.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note: La fan fiction è ambientata in un lasso di tempo che va dall' arrivo di Theon a Grande Inverno, fino al suo ritorno alle Isole di Ferro. Ho deciso di scriverla quando ho finito di leggere "I Fiumi della Guerra", poiché, per ovvi motivi, la mia testa era piena zeppa di Throbb feelings. Non credo che molti vedano le cose nella mia stessa maniera, dato che il signor Martin ha fatto apparire Theon come un povero idiota,che ha "tradito" il suo migliore amico (anche se io non la penso esattamente così, ma questa è un'altra storia), ma la mia interpretazione dei fatti nasce da una particolare frase de "Il Regno dei Lupi". Spero possiate gradire in ogni caso questa One-Shot.
 

We must never be apart




Protetto.
Che parola strana.
Dovrebbe significare sentirsi al sicuro, ma che senso ha la parola protezione, senza potersi sentire a casa?
Voleva solamente salire su una nave lunga e navigare fino alle Isole di Ferro, perché lui era un uomo di ferro, l’unico figlio vivo rimasto a Balon Greyjoy, ed era il suo erede.
Ma ora era a così tante iarde di distanza da casa, e l’unica cosa che desiderava fare era abbracciare sua madre.
“No, Theon. Hai dieci anni, sei quasi un uomo fatto. Sei forte.”
Ma le lacrime scivolavano lungo il viso e sembravano congelarsi sulle sue guance, nel cortile di Grande Inverno. Le asciugò, prima che qualcuno se ne accorgesse. Era lì in piedi, inerme, mentre la folla lo fissava. Non dovevano vederlo piangere come un bambino.
Eddard Stark posò la mano sulla sua spalla, mentre camminavano verso il castello. Theon non avrebbe mai immaginato quanto potesse essere calda, ma nonostante ciò, non riusciva a sentire affetto in quel gesto.
La moglie di Lord Stark era lì ad aspettare suo marito, con lei c’erano i suoi figli.
Due bambini di cinque, sei anni circa, stavano correndo verso di loro. Il più alto saltò in braccio a suo padre.
«Mi sei mancato, padre.» disse pieno di gioia. Anche l’altro sorrise e si unì all’abbraccio.
«Mi siete mancati anche voi.»  rispose Eddard. Era la prima volta che Theon lo vide sorridere. Per tutto il viaggio, il suo viso era stato una maschera di serietà e freddezza. I suoi occhi grigi rispecchiavano il ghiaccio di cui era fatto, ma il calore della sua famiglia l’aveva sciolto completamente.
«Oh, Ned!»  sospirò Lady Catelyn. Tra sua braccia c’era una neonata, una bambina dai capelli ramati e grandi occhi blu. Eddard baciò sua moglie e guardò Theon.
«Questo è Theon Greyjoy, il mio protetto. Theon, sono felice di presentarti la tua nuova famiglia, questa sarà la tua nuova casa.» 
“No!” avrebbe voluto urlare. “Io ho già una famiglia e Pyke è casa mia.”
Ma non una parola uscì dalla sua bocca.
Il ragazzino si guardò intorno. Il mare non c’era, e nemmeno le barche o il vento salmastro, non c’era persino un raggio di sole o la sabbia.
Come poteva sentirsi a casa?
Uno dei due bambini lo stava fissando con particolare attenzione. Era più piccolo, di questo ne era certo, ma nonostante ciò era alto quasi quanto lui ed anche più robusto.  Theon notò un certo interesse nel suo sguardo, quasi fosse realmente felice della sua presenza. L’altro lo osservava mentre abbracciava la gamba di suo padre, sembrava quasi spaventato.
“Questi sarebbero i miei nuovi fratelli?”
Erano troppo giovani, Maron e Rodrick erano molto più grandi di lui. Voleva loro bene, ma ormai erano morti e gli mancavano terribilmente, anche se lo prendevano in giro, talvolta. Gli mancava persino Asha, in quel momento.
«Sono Robb Stark, e questo è il mio fratellastro, Jon Snow.»  disse sorridendo. 
Quel semplice gesto lo fece sentire quasi meglio. Quella morsa che gli serrava lo stomaco sembrava essersi alleggerita, facendo rilassare il suo volto, costretto a mostrare un’ espressione troppo seria, per nascondere tutta la paura che aveva.
Si sciolse così in un sorriso liberatorio, non rideva da quando aveva abbandonato casa, il che era strano a dirsi, poiché era solito esibire grandi sorrisi, anche nelle situazioni meno opportune.
Forse non sarebbe stato poi tanto male lì, o almeno lo sperava. 
Decise di fidarsi di quei ridenti occhi blu, che non gli si volevano staccare di dosso e di quell’espressione bonaria ed ingenua dipintagli sul volto. 
Strinse la mano paffuta che Robb gli tendeva e si lasciò trascinare alla volta del castello.


Il cielo plumbeo era popolato da nuvole grigie che quasi nascondevano il suo colore livido. Durante la notte era piovuto, e grosse pozzanghere invadevano il cortile di Grande Inverno, formando piccoli laghi ferrigni.
Theon saltò in una delle pozze schizzando ovunque acqua piovana. Rise divertito, vedendo Jon zuppo fino al midollo.
«Greyjoy!» lo rimproverò, esaminando la sua tunica bagnata e lorda. L’umore di Snow era nero quanto il suo volto.
Il ragazzino ghignò, non appena notò di aver suscitato la risata di Robb con la sua bravata.
Erano momenti come quelli in cui Theon dimenticava da dove provenisse, sembrava quasi che il Nord fosse sempre stata casa sua, ma erano solamente istanti, la mancanza tornava sempre a farsi più forte, sino a corroderlo dall’interno.
Quei pensieri lo rabbuiarono, ma mostrava sempre un sorriso vivido sul suo volto.
Robb però sembrava averlo capito e la sua risata andò scemando, fino a scomparire.
«Non sei divertente.»  berciò nuovamente Jon arrabbiato. «Adesso dovrò cambiarmi, altrimenti potrei raffreddarmi.»  disse correndo via.
Robb era diventato silenzioso, lo osservava cupamente senza dire una parola.
Theon si sentì letteralmente a disagio, percependo gli occhi di Robb addosso, ma non smise per un solo secondo di sorridere.
«C’è qualcosa che non va?»  chiese solamente quando fu sicuro che Jon non ci fosse.
Robb era al corrente di quanto non gli fosse simpatico Snow. Quanto il suo essere mesto e sulle sue lo infastidisse. 
«No.» disse, pur consapevole che non avrebbe creduto a quelle parole. «Va tutto bene.»
Theon sapeva che il piccolo Stark aveva una certa attenzione nei suoi confronti. Se ne era reso conto dall’attimo in cui si erano conosciuti, e non ne aveva dubitato mai. Lo trattava con rispetto e lo ammirava, che fosse per il suo alto lignaggio o perché fosse più grande e provenisse da una terra lontana, questo non lo sapeva.
Robb per lui era una sorta di fratello più piccolo, in un certo senso. 
Stavano crescendo insieme e aveva raggiunto l’età che lui aveva quando era arrivato a Grande Inverno. 
Quasi non ci credeva che fossero passati quattro lunghi anni da quando aveva visto casa per l’ultima volta, da quando aveva detto addio al mare e agli scogli delle sue Isole. 
Eppure Robb lo aveva aiutato a soffocare quella mancanza con la sua allegria, a riempire quel vuoto che aveva all’altezza del cuore, facendolo sentire quasi come se fosse parte di quel posto così freddo e distante da casa sua. 
Avevano condiviso così tanto insieme, l’addestramento seguiti da Ser Rodrik e le lezioni con Maestro Luwin, così come i giochi nel cortile gli scherzi alle sue sorelle, oppure qualche volta anche a Jon. Theon sapeva che avrebbero condiviso ancora altri lunghi anni insieme. Quando si sarebbe fatto più grande l’avrebbe persino portato al bordello, e regalato un soldo di rame per la sua prima donna. 
E se ci fosse stata una guerra sarebbero stati dalla stessa parte, avrebbero combattuto insieme, come avevano vissuto. 
Quando sarebbe ritornato a casa, gli sarebbe persino mancato.

 

«Quindi l’hai baciata?» chiese Jon ansioso. Theon scommetteva che ci fosse anche un pizzico di invidia nelle sue parole.
«Certo che l’ho baciata!» ribatté Robb con orgoglio. «E, beh, io...»
«Cosa? Come è stato?» 
«Come vuoi che sia stato?» Theon, dall’alto dei suoi diciotto anni spezzo l’entusiasmo dei due giovani. «E’ un innocente bacio, a meno che Robb non abbia fatto ciò che gli ho consigliato.» 
Robb era arrossito di colpo, il suo pallore non poteva nascondere l’avvampare delle sue guance.
«Che cosa?» chiese Jon curioso. «Su ditemelo, perché mi nascondete queste cose? Ho la stessa età di Robb, sono anche io quasi un uomo fatto.»
Per quanto fossero coetanei, Theon riusciva a notare una sostanziale differenza tra i due fratellastri. 
Quando si trattava di donne, il giovane Stark assecondava sempre qualunque cosa lui dicesse, mentre Snow, dal suo canto, era immaturo da quel punto di vista.
Non sapeva se si sentisse inadeguato o impaurito di fronte al genere femminile, ma a Theon interessava ben poco.
Greyjoy spostò la sua attenzione sull’amico. Cercò di decifrare se davvero avesse ascoltato il consiglio che gli aveva dato la sera precedente, quando era corso nella sua stanza pieno di timori.

«Tyanna mi ha sorriso quando le ho chiesto se poteva portarmi un’altra porzione di agnello. Mi ha detto che se l’avessi voluta davvero, sarei dovuta andarla a prendere nelle cucine stanotte. Che cosa devo fare?» aveva detto eccitato quanto spaventato.
«Prendere tutto ciò che lei ti voglia offrire!» gli aveva consigliato ridendo.

«Ho accettato tutto quello che mi ha offerto.» fece soddisfatto, lasciandosi scappare un sorriso malizioso.
Theon rise e gli diede una pacca sulla spalla, mentre un timido sorriso appariva sulla faccia di Jon che sembrava aver capito l’allusione, con un leggero ritardo.
«E allora, com’era?» chiese Jon impaziente di conoscere i dettagli.
«Più dolce del vino con il miele!» esultò.
Robb stava crescendo, era un uomo ormai. Era diventato più alto di lui, nonostante la differenza di età, aveva le spalle grandi e forti e braccia muscolose. 
Non riusciva a credere che quel ragazzino robusto, dai capelli ramati e scompigliati e quegli ingenui occhi blu, fosse l’uomo che si trovava davanti. Portava fiero una leggera peluria rossiccia sulle guance e sul mento, Greyjoy sapeva che era un impacciato tentativo di imitarlo, ma non gli dava fastidio, anzi ne era orgoglioso.
Anche il fatto che avesse cominciato ad interessarsi alle ragazze e a chiedergli così spesso consiglio, era un modo per compiacerlo.
«Domani vieni con me al bordello.» decretò Theon. «Snow, se ne hai voglia puoi unirti a noi.»
Stark sembrava entusiasta dell’invito, mentre Jon risultò titubante nel rispondere.
«Non credo sia una buona idea.»
«Jon, dai, sarà divertente.» lo intimò il fratellastro.
«Che si fotta! Avremo più soldi per noi!»


Il rumore delle onde che si infrangevano contro la prua della nave era l’unica cosa che riusciva a rilassarlo. Un vento gelido gli sfiorava il viso ed i capelli, come le dita di una donna vogliosa del suo corpo. 
Aveva sentito la mancanza di tutto quello, come avrebbe sentito la mancanza dell’aria che respirava.
Una parte di lui non credeva a ciò che stava accadendo.
“A casa. Sto tornando a casa.”
Sebbene se lo continuasse a ripetere, non gli sembrava verosimile. Aveva passato dieci lunghi anni lontano dal mare, quasi aveva dimenticato tutte le sfumature di verde che potesse assumere.
Ma ora era lì e mancava poco prima dell’approdo, prima di rimettere piede su quelle coste rocciose ed aspre, ma nonostante le Isole di Ferro fossero ritenute così inospitali, non c’era alcun posto al mondo in cui non si sentisse così a casa, neppure Grande Inverno, dove aveva passato l’altra metà della sua vita.
Era stato così strano ad abbandonare quel luogo, ma Robb aveva raccolto i vessilli di guerra sotto suo consiglio e Theon non aveva esitato nemmeno un secondo a seguirlo.
Ed ora stringeva tra le mani un messaggio che lui stesso gli aveva chiesto di consegnare a suo padre. Robb aveva bisogno del suo aiuto, e lui gli sarebbe stato accanto, fino alla fine della guerra, non perché era il suo re, ma perché erano amici.

“Re del Nord, che sciocchezza!” pensò immediatamente quando gli fu affibbiato quel titolo. Quel ragazzino dal viso dolce con cui era cresciuto era un re adesso, assurdo. Non esitò a dirglielo, quando furono soli nella tenda, a bere un corno di birra.
«Bada a come parli, Greyjoy. Ora devi chiamarmi maestà.» nemmeno il tempo di terminare la frase, Robb scoppiò in una fragorosa risata insieme all’amico.
«Lo sai che non se ne parla, Stark.» aveva detto lui, guardando il sorriso beffardo che Robb continuava a mantenere. «Però c’è un lato positivo. Avrai più donne di quante ne ho mai avute e solo il Dio Abissale sa quante donne ho avuto.»
«Per favore, non è uno scherzo, Theon. E’ una cosa seria.» quell’allegria scomparve così velocemente, che Greyjoy non ebbe nemmeno il tempo di rendersene conto.
Era la prima volta che Robb si mostrava intimorito, da quando i suoi uomini l’avevano riconosciuto come re. Non lo aveva ammesso a nessuno, soltanto a lui.
Dietro quel re valoroso che non aveva perso una sola volta in campo si nascondeva ancora un ragazzino fragile.
Lo stesso ragazzino con cui aveva condiviso gli addestramenti, che correva via quando veniva colpito, in modo che nessuno lo vedesse piangere di dolore.
Theon gli diede una pacca sulla spalla, che quasi si trasformò in una timida carezza. Tutto ciò lo imbarazzò per un breve istante, ma sapeva che Robb aveva bisogno del suo appoggio.
«Sarai un ottimo re, come sei un ottimo soldato. Certo, non puoi competere con me con le doti in camera da letto, ma stai imparando.» gli disse.
«Grazie.» sussurrò piano. «Sarai sempre al mio fianco, vero?» 
Theon incurvò le labbra in un sorriso che sciolse qualunque dubbio Robb avesse.

Guardava la costa rocciosa avvicinarsi pericolosamente. Inspirò sentendo il sale nei polmoni, esisteva un odore che reggesse il paragone? Forse solo quello della pelle di una donna, ma il piacere di sentirsi a casa, superava qualunque cosa una donna gli potesse offrirgli.
Non appena la nave fosse attraccata al porto, avrebbe cercato con lo sguardo il suo vecchio padre. Era così impaziente di vederlo, gli avrebbe dato subito quel messaggio che portava fiero.
Sarebbe voluto restare alle Isole un po’ più di quello che gli era stato concesso, ma Robb aveva bisogno del suo aiuto, quindi il suo soggiorno sarebbe durato il tempo sufficiente di convincere suo padre ad unirsi alla causa del re. 
L’avrebbe reso orgoglioso, come Theon stesso era stato così fiero di lui, in tutti quegli anni.
“Non ti deluderò, Robb.”

   
 
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