Le loro strade si sono incrociate spesso durante gli anni, odio e rancore hanno caratterizzato i loro reciproci sguardi, ogniqualvolta si sono posati l’uno sull’altro.


Ci sono stati scontri, scazzottate, dispetti… Tipici comportamenti infantili, difficili da interpretare, o forse solo da accettare.


Eppure, ora che la parola fine è vicina, tutto sembra completamente diverso.


Si ignorando a vicenda, sebbene nei loro cuori siano in attesa di un cenno, un qualsiasi segno da parte dell’altro.


E ormai la scuola è finita, è ora di entrare nel mondo degli adulti, affrontare le paure, andare avanti a testa alta. È la fine dei giochi.


S’incontrano al lago, forse entrambi lì per pensare: una parola tira l’altra, e la lite scoppia facilmente.


Draco sbatte violentemente l’altro ragazzo contro il tronco di un albero, afferrandolo per la camicia, l’espressione contratta in una smorfia indecifrabile, e ricambiata da uno sguardo bieco da parte di Harry.


«…Maledetto Potter, non osare farti uccidere dal Signore Oscuro!» afferma il giovane Serpeverde. L’espressione del Grifondoro si fa incredula, confusa, passando per diversi stati di perplessità, mentre il biondino lascia la presa, e muove qualche passo all’indietro.


«Sono io quello che ti deve battere, Potter… ricordalo!» Queste sono le ultime parole, prima che Malfoy si allontani con passo veloce, ed espressione corrucciata.


Harry, dal canto suo, gli occhi ancora leggermente sgranati per la sorpresa, non può fare a meno di sorridere indecifrabile, prima di dirigersi anche lui verso la scuola, pronto a partire.


Pronto ad andare verso un futuro incerto. Ma con la sicurezza di avere qualcuno per cui sopravvivere.