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Autore: hele    22/08/2012    2 recensioni
Mi strattonò con forza costringendomi ad entrare nella stanza. La carne del mio polso nudo, serrato nella morsa impietosa del suo pugno, bruciava lì dove le dita stringevano. Guidata dal suo avanzare arrivai alla parete sbattendovici contro. Sapevo cosa sarebbe successo di lì a poco. Sapevo che non avrei potuto fare nulla per sfuggirgli, per divincolarmi. Sapevo che mi avrebbe preso e che non sarebbe stato come nei miei sogni.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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bulma e vegeta love story                                                                                  Il sogno...


-E' tornato di nuovo in quella stupida cella gravitazionale.. - sospirai scotendo la testa.

I suoi vestiti erano sporchi, macchiati di sangue e sudore; li gettai con un misto di rabbia e rassegnazione nel vano della lavatrice pieno da scoppiare.

Da quando la nostra casa si era trasformata in una sorta di centro di addestramento per guerrieri disperati non si faceva altro che lavare, stirare e cucinare. Considerando poi il fatto che il guerriero in questione fosse uno solo, la mole di lavoro da gestire era decisamente eccessiva. 

Vegeta, infatti, mangiava per tre, sporcava per cinque e distruggeva qualsiasi cosa gli capitasse sotto mano.

Eppure la faccenda sembrava non pesare a nessuno, ad eccezione della sottoscritta naturalmente.

Mia madre accanto a me canticchiava allegra, piegando ed impilando magliette e pantaloni, mutande e calzini. Come la invidiavo, lei era sempre così spensierata.  

-Tesoro, quel ragazzo è proprio affascinante- trillò improvvisamente, stringendo al petto una maglietta dello staff della Capsule Corporation che era solito indossare Vegeta -E' così misterioso e questa sua totale dedizione al combattimento lo rende così sexy, non trovi anche tu?-

-Mamma, vuoi essere seria per una volta! E' solo uno zoticone maniaco della guerra!- esclamai scaraventando l'ennesimo paio di pantaloncini consunti e sudici nell'elettrodomestico. -E soprattutto non vuole ascoltarmi, ogni volta esce da quella stanza ricoperto di sangue e..-

-Dovreste fidanzarvi voi due, avreste dei figli così graziosi!- continuò con aria sognante.

-Cosa dici mamma!! Io sto con Yamcha, lo sai bene!-

 Era inutile cercare di fare una conversazione seria con mia madre, pensai esasperata, chiudendo con un gesto secco lo sportello della lavatrice.

-Sì, Yamcha è un bravo ragazzo, nulla da dire, però gli manca quel qualcosa... quel fascino animalesco-

Arrossii.

Come faceva a dire certe cose con una tale leggerezza!

-Perchè non lo inviti a prendere il tè con noi oggi pomeriggio, cara? mi farebbe tanto piacere averlo per un'oretta dentro casa-.

Cercai di visualizzare per un attimo il Sayan seduto in poltrona, nel salotto di casa mia, con mia madre tutta sorridente che gli ronzava attorno. Un attimo dopo l'immagine venne sostituita da una scena ben più inquietante e realistica, che vedeva protagonista la mia casa ridotta ad un cumulo di macerie fumanti ed una me stessa orfana e disperata per essere rimasta sola al mondo.

-No. Non credo sia una buona idea! E poi lo sai che io e lui non riusciamo a comunicare, è così presuntuoso e maleducato!-

-Evidentemente ha una cotta per te uhuh-

-Ma che scemenze!-

Seccata afferrai la pila di panni perfettamente stirati e profumati da sotto il naso di mia madre ed uscii dalla sala lavaggio. Era difficile  sopportare tutto quel parlare a vanvera, Vegeta qui, Vegeta là... ma che ci trovava poi di tanto speciale!

Sapevo di aver fatto un favore all'umanità accogliendolo in casa mia, chissà cosa avrebbe potuto combinare se fosse stato lasciato solo a se stesso (rabbrividii al solo pensiero), però ora era diventata una vera seccatura il doverlo sopportare ad ogni pasto.

Io non potevo farci proprio niente, mi irritava, punto.

Mai una grazie, mai una parola gentile. Eppure sgobbavamo tutti per far favori a lui.

Mio padre costruiva notte e giorno marchingegni sempre più complessi per i suoi allenamenti impossibili (ovviamente lui non mancava di distruggerli ogni volta, non aveva alcun riguardo!), mia madre ed io cucinavamo dalla mattina alla sera per sfamarlo.

Mai un sorriso.. macchè, niente di niente. 

E poi quel Donna ... okay, neanche io andavo fiera del mio nome, però si dava il caso che ce l'avessi, cosa gli costava impararselo?! Dopotutto era più di un anno che girava per la MIA casa.

Diedi un calcio alla porta della sua stanza e nel farlo provai un piacevole senso di soddisfazione. Mi faceva una tale rabbia che l'idea di prenderlo a schiaffi e pugni mi solleticava ogni volta, se non ci fosse stato il rischio di venire eliminata dalla faccia del pianeta anche solo per averlo pensato l'avrei fatto.  Quindi mi accontentavo di maltrattare le sue cose.

Non c'era il rischio di trovarlo in giro a quell'ora, dall'alba al tramonto se ne stava rinchiuso in quella sua camera a gravità 300 cercando di distruggersi il fisico.

Io sono il principe dei Sayan e blablabla sbraitava ogni qualvolta che gli si faceva notare che un po' di riposo non avrebbe fatto altro che giovare alla sua salute fisica e mentale.

Vai a far del bene.

Ma sì, infondo che me ne importava, che si ammazzasse da solo, dopotutto sarebbe stato solo un problema in meno.

Poggiai i panni sul bordo del letto per poi sedermici a mia volta.

Mi lasciai andare giù distesa. Ero stanca, esausta, ed erano solo le cinque di pomeriggio.

Chiusi gli occhi concedendomi un attimo di riposo, soltanto cinque minuti, pensai,  inspirando ed espirando profondamente, poi mi sarei rinchiusa nel mio studio.

Avevo cominciato a lavorare ad un nuovo progetto; da quando Goku ci aveva detto che quel bel ragazzo dai capelli viola era venuto dal futuro con una macchina del tempo mi ero messa in testa che anche io sarei stata in grado di costruirne una.

*

-Tesoro, tesoro! Vieni ad aiutarmi presto. Vegeta ha accettato l'invito per il tè, sarà qui a momenti!-

-Cosa?! Mamma non è possibile, avrai frainteso- esclamai sorpresa, alzando lo sguardo dalla rivista di moda che stavo sfogliando. 

Quel giorno mia madre aveva deciso di indossare un vaporoso abito rosa con delle maniche a sbuffo, era l'abito che generalmente sfoggiava nelle grandi occasioni.

-Dai su cara, aiutami con questi- disse porgendomi due vassoi stracolmi di biscottini e pasticcini dai colori bizzarri e dalle forme inverosimili.- E poi vatti a mettere qualcosa di più aduguato. Voglio che tutto sia al meglio, oggi é il grande giorno!Non vorrai mica farti trovare in jeans e maglietta- 

-Grande giorno? Quale grande giorno?- domandai cercando di alzarmi dalla poltrona, sorreggendo con precario equilibrio i due vassoi.

-Ma come Tesoro! Il giorno della mia proposta, sciocchina. Gli chiederò di sposarmi. Non sei contenta? Vegeta diventerà il tuo nuovo papà uhuhuhuh!-

-Eh?-

-Uh eccolo qui, presto tesoro vallo ad accogliere-

Mi girai verso la porta d'ingresso frastornata dalla sconvolgente notizia appena appresa.

Non poteva essere.

Lasciai cadere i vassoi a terra i quali fecero un rumore spropositato per le loro dimensioni, i dolciumi si sparpagliarono sul pavimento, scivolando sino ad urtare gli stivali dell'alieno.

Era davvero lui. Vegeta mi stava fissando con quel suo spaventoso sguardo accigliato, appoggiato allo stipite della porta, impresso sul volto un ghigno malvagio.

Non avevo il coraggio di proferire parola .. non poteva essere. Di sicuro era venuto per ammazzarci a tutti o se così non fosse l'avrebbe fatto dopo aver ascoltato  la fantastica notizia che aveva intenzione di dargli mia madre .

Mi sentii pervadere da un senso di terrore senza pari. Lo vedevo avvicinarsi lentamente, un passo dopo l'altro, i biscotti scricchiolavano, sbriciolandosi sotto i suoi piedi. Si dirigeva verso di me, non c'era dubbio.

Non riuscivo più a percepire nient'altro attorno a noi, nessun rumore oltre a quel suo ghignare sommesso che ecchegiava nella mia testa.

-Hai paura?- la sua voce mi raggiunse aspra e tagliente.

Sentivo le ginocchia tremare e la gola seccarsi.

-Sai che per te è giunta la fine, vero donna?- continuò imperterrito, oramai a pochi centimetri dal mio viso.

-I..io-

Solo in quel momento mi resi conto che indossava la stessa divisa che aveva la prima volta che lo vidi. La coda arrotolata a mo' di cintura attorno alla vita.

Chiusi gli occhi atterrita.

-Dì le tue preghiere donna..-

-Donna-

-Donna-
 


-DONNA!-
 
-TI PREGO NON FARMI DEL MALE!!- urlaii disperata mettendomi di scatto a sedere sul letto.

Ci misi qualche istante per realizzare dove mi trovavo.

Sulle mie gambe si era rovesciata la pila di abiti puliti. Misi a fuoco la stanza, le pareti, i mobili...la camera di Vegeta! Dovevo essermi addormentata, accidentaccio a me!

-Fiuu- sospirai sollevata. Era stato solo un brutto sogno, un incubo spaventoso, constatai portandomi una mano sul cuore che fino ad un attimo prima stava battendo all'impazzata. Eppure la sua voce.. avrei giurato di averla sentita davvero come se la sua presenza...

-ALLORA?! VUOI DIRMI COSA DIAVOLO CI FAI NELLA MIA STANZA?!-

-AH!- sussultai. Non mi ero accorta che alla mia destra, proprio accanto al letto, Vegeta, con un asciugamano in spalla e una maglietta talmente impregnata di sudore da esserglisi incollata al corpo, mi stava squadrando dall'alto in basso.

 E vi assicuro che la sua espressione non era delle più rassicuranti.




Chi bazzica in questa sezione di EFP da un po' di tempo probabilmente sarà già incappato in questa fanfiction che avevo cominciato a pubblicare a gennaio. Per problemi strettamente personali ho deciso di interromperne la pubblicazione. Ora che i miei problemi in parte si sono risolti e la mia mente  risulta essere un po' più sgombra tornerò a pubblicarla con l'intento di terminarla.
Un bacio e vi aspetto al prossimo capitolo!
Hele




















  
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