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Autore: GiadaGrangerCullen    22/08/2012    2 recensioni
Storia d'amore fra Francisco e Adela, fra antichi libri e gli scaffali di una biblioteca.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia ad Alyssia Black, che è sempre stata tanto carina e gentile con me. A lei che è stata paziente con le recensioni delle mie storie e che ha sopprortato le mie, una più demenziale dell'altra.
E' vero che su un sito come Efp si possono conoscere persone fantastiche. Grazie PiccolaStella!
Ed ora buona lettura!



Quel pomeriggio di metà novembre volgeva al termine. Una leggera pioggerellina cadeva dal cielo grigio, quando Adela uscì dalla biblioteca dove lavorava e chiuse a chiave il portone d'ingresso.

Iniziò a camminare lentamente, diretta verso casa, sotto il suo ombrello lilla, il quale dava l'unico tocco di colore all'ambiente circostante. Nessuno stava all'aperto con quel tempo: la gente preferiva rimanere in casa, magari con una cioccolata calda davanti al caminetto o tutt'al più usciva di fretta con l'automobile per fare le commissioni o recarsi al lavoro.
Ad Adela, invece, piaceva molto la pioggia. Adorava il rumore che faceva quando tamburellava sul suo ombrello, la sensazione fresca dell'acqua sulla pelle e persino l'umidità. Trovava tutto questo molto romantico, anche se i suoi amici la credevano pazza. “Come si fa a trovar romantica la pioggia?” le dicevano, ma lei non sprecava le sue spiegazioni, perché non avrebbero capito. Loro non provavano una felicità simile alla commozione quando vedevano un bel paesaggio, non sapevano apprezzare qualsiasi situazione per la sua propria particolarità: sapevano solo lamentarsi del troppo freddo, del troppo caldo, di tutto. Non erano sentimentali come Adela, non facevano attenzione come lei ai minimi dettagli delle cose.
Camminava spesso con gli occhi al cielo, per osservare la forma delle nuvole ed inventare per loro storie fatate: cavalieri che combattevano contro draghi, animaletti che si rincorrevano nell'azzurro e statue che piangevano.
Quella sera, però, stranamente camminava a testa bassa, immersa nei suoi pensieri. Non prestava attenzione a ciò che la circondava, perché quello che le importava dimorava nel suo cuore. Aveva appena finito di leggere un libro che l'aveva appassionata; pensava e ripensava alle vicende narrate, immaginava finali alternativi e piano piano prendeva le distanze da quel mondo, congedava i nuovi amici che vi aveva trovato e tornava alla realtà. Era indispensabile per lei farlo: riporre il libro fuori dalla mente, nel cuore.
Per questo si accorse solamente appena si ritrovò all'inizio della strada di casa sua, di avere la via sbarrata da una ruspa. Poco lontano da lei un giovane stava parlando con uno degli addetti alla manutenzione stradale, gesticolando come un italiano. Adela lo riconobbe come il nuovo inquilino della palazzina dove viveva, Francisco Durante. Non aveva l'ombrello ed i vestiti gli si erano incollati al corpo; Adela ammise a se stessa che era molto carino. Si avvicinò.
Che succede qui?” chiese, coprendo i due uomini con il suo ombrello allegro.
Abbiamo avuto dei problemi a spostare la nostra ruspa, ma fra pochi minuti avremo la strada sgombra e potrete passare tranquillamente.” rispose l'addetto, prima di salire sulla macchina per aspettare i segnali dei suoi colleghi.
Francisco ed Adela aspettarono in silenzio sotto lo stesso ombrello per quasi dieci minuti, poi la ruspa iniziò ad allontanarsi. I loro sguardi si incrociarono e lui rimase colpito dagli occhi azzurri della giovane, i quali sembravano così strani sul suo viso scuro incorniciato da capelli di un nero intenso, ma forse era proprio quel particolare a renderla una bella ragazza, non solo carina, proprio bella.
Mi chiamo Francisco!” disse d'un tratto porgendole la mano.
Lo so...” rispose lei stringendola. “Sono Adela, abito nell'appartamento sopra il tuo.”
Allora posso approfittare di un passaggio sotto l'ombrello fino a casa!” scherzò. “Ed il numero dei vicini che conosco ammonta a tre.”
Lei si aprì in un ampio sorriso. “Sei simpatico, sai?”
Arrivati davanti all'ingresso lei aprì la porta e fece segno a Francisco di entrare, mentre lei chiudeva l'ombrello. Lui le tenne la porta aperta, poi la richiuse alle sue spalle.
Beh, ci vediamo.” fece Adela iniziando a salire in fretta le scale.
Quella notte Francisco pensò più volte alla ragazza del piano di sopra. Non aveva parlato molto con lei, avrebbe voluto scoprire molti particolari della sua vita. Avrebbe voluto conoscerla, gli sarebbe piaciuto trovare un'amica in quel paese dove non conosceva ancora nessuno.
Aveva terminato l'Università di Salamanca laureandosi in legge l'anno precedente ed ora si era trasferito in quel piccolo paesino del nord della Spagna perché aveva trovato un ottimo lavoro. Gli mancava quella città e ancora di più il suo paese natale, ma ora era giunto il momento di far conoscere al mondo il suo valore. Fra quei pensieri un po' turbinosi, si addormentò.
La mattina seguente, mentre usciva di casa per recarsi in ufficio, sentì un gran tonfo per le scale, scese di corsa e vide Adela accucciata a terra a raccogliere frettolosamente un plico di volantini colorati, che le era rovinato a terra. Poi si alzò in fretta e salutò con un gesto della mano prima di sparire in strada. Francisco rimase qualche secondo a fissare la porta nuovamente chiusa, prima di accingersi ad uscire. Un foglietto bianco sul pavimento attirò la sua attenzione: era un volantino pubblicitario.

 

VISITE GUIDATE DELLA BIBLIOTECA STORICA

Lun-Ven dalle 17 alle 21

 

contattare Adela Moratin

 

Con un sorriso sulle labbra si accinse ad iniziare la sua giornata.

 

***

 

La campana rintoccò le otto e Adela si riscosse. La biblioteca era vuota; persino la sua superiore se n'era andata lasciandola sola come ogni sera. Aveva finito di sistemare i libri sugli scaffali e le restava solamente di aspettare l'orario di chiusura, studiando gli appunti presi quella mattina a lezione. Frequentava l'ultimo anno della facoltà di lingue e letterature straniere.
Ad un tratto la porta si aprì. Adela posò i suoi libri per andare a vedere se il visitatore avesse bisogno d'aiuto.
Sono qui per la visita guidata della biblioteca”. Era Francisco.

 

***

 

Da quella prima volta, Francisco aveva fatto visita alla biblioteca ogni sera, solamente per poter trascorrere un po' di tempo con Adela poi tornare a casa insieme a lei. Dopo pochi incontri aveva imparato a memoria l'itinerario della visita e spesso la aiutava se era con qualche altro visitatore, ma la maggior parte del tempo la trascorrevano seduti su delle poltroncine a parlare o a leggere libri insieme alla Paolo e Francesca.
Fra quei libri ingialliti e quell'odore di carta antica era nata una storia d'amore durata alcuni anni.
Francisco le aveva promesso che l'avrebbe sposata al ritorno da un viaggio di lavoro in America che sarebbe durato sei mesi, ma non fece più ritorno. Il suo aereo era precipitato nell'oceano in seguito ad un attentato.
Dell'ultima sera insieme Adela conservava ancora il ricordo delle lacrime cadute sulla copertina di un vecchio libro, degli abbracci e delle promesse non mantenute.
Ora a cinquant'anni di distanza rifaceva visita con sua nipote a quella biblioteca. Tutto ciò che aveva tentato di dimenticare riaffiorava nella sua mente. Fra quelli scaffali Francisco viveva ancora.









Questa storia è nata per un compito di spagnolo, mi piaceva quindi ho deciso di tradurla e pubblicarla qui. Spero che anche voi abbiate apprezzato!
A presto,
GGC :D

   
 
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