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Autore: Emera96    22/08/2012    10 recensioni
Ho deciso di descrivere il momento in cui Peeta e Katniss si conoscono, quando lui le lancia il pane bruciato.
Dal testo:
Con ancora il segno rosso delle mani di mia madre sulla guancia, prendo il pane bollente, e mi avvicino alla porta.
Il pavimento cigola sotto il peso dei miei piedi, ma non ci faccio caso. Non è la prima volta che mia madre si arrabbia per la mia distrazione. Io stesso a volte mi sorprendo di come in pochi minuti riesca a perdere il filo del discorso semplicemente pensando a una persona. Ai suoi occhi grigi. Alla sua treccia scura. Al suo dolore represso.
No, basta.
Il pane, devo portare fuori il pane.
Il vento fa sbattere la porta, e solo quando esco fuori mi accorgo che la flebile pioggia di pochi minuti fa si è trasformata in un terribile temporale.
Ma non è la pioggia, nè la sua violenza, a catturare la mia attenzione. E quando per una frazione incontro quegli occhi grigi così spenti, occhi da Giacimento, il dolore che provavo fino ad un minuto prima si affievolisce, fino a diventare solo un fastidio sopportabile. Solo un problema che posso affrontare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Odio la pioggia.
Fa sembrare tutto quello che mi circonda fragile. 
Come se tutte quelle goccie spazzassero via il bene che c'è nel mondo.
Come se quelle insignificanti goccioline potessero annulare i colori, ed ingrigire tutto quello che toccano.

I colori riescono a strapparmi un sorriso.
Quando decoro le torte che poi vendiamo, e vedo quelle macchie di colore che per alcuni potrebbero sembrare fastidiose, io sorrido.
E finchè posso, evito di cancellare quegli sprazzi di felicità dalle mie dita. Perchè dovrei cancellare una cosa positiva?
Mia madre non sembra pensarla così. A volte cerco di ricordare un tempo in cui anche lei sorrideva ai colori, e non li respingeva.
E tutte le volte mi accorgo che non ho ricordo di un suo sorriso.

Perso nei miei pensieri, mi accorgo della puzza di bruciato.
E lo capisco esattamente un secondo dopo mia madre, davanti a me, che quel pane che dovevo tenere d'occhio, è completamente inutile.
Il ceffone arriva subito dopo, e il tonfo sordo che sento sulla guancia fa sembrare il dolore ancora più acuto. Una lacrima solitaria, causata dalla botta proprio sotto l'occhio sinistro, cola sul mio viso, sporco di farina e di umiliazione. Sento ancora bruciare le cinque dita di mia madre, quando comincia a inveire contro di me con tutta la sua rabbia.

- Possibile che non sai fare niente? Mi distraggo cinque minuti e cosa trovo? PANE BRUCIATO! Ancora, ancora e ancora! -
- Mamma, i-io... -
- Tu cosa? Ti dispiace? Beh, io non so che farmene delle scuse! E adesso, muoviti, vai a dare quella roba ai maiali! -
- .. Mamma.. -
- Vattene, Peeta. -

Con ancora il segno rosso delle mani di mia madre sulla guancia, prendo il pane bollente, e mi avvicino alla porta.
Il pavimento cigola sotto il peso dei miei piedi, ma non ci faccio caso. Non è la prima volta che mia madre si arrabbia per la mia distrazione. Io stesso a volte mi sorprendo di come in pochi minuti riesca a perdere il filo del discorso semplicemente pensando a una persona. Ai suoi occhi grigi. Alla sua treccia scura. Al suo dolore represso.


No, basta.
Il pane, devo portare fuori il pane.

Il vento fa sbattere la porta, e solo quando esco fuori mi accorgo che la flebile pioggia di pochi minuti fa si è trasformata in un terribile temporale.
Ma non è la pioggia, nè la sua violenza, a catturare la mia attenzione. E quando per una frazione incontro quegli occhi grigi così spenti, occhi da Giacimento, il dolore che provavo fino ad un minuto prima si affievolisce, fino a diventare solo un fastidio sopportabile. Solo un problema che posso affrontare.

Il sorriso che mi illuminava il viso viene sostituito dalla rabbia.
Perchè Katniss è qua, a frugare nella mia spazzatura, da sola? Perchè il suo viso è così smunto, perchè le sue braccia sono così magre? Perchè è sola, sotto la pioggia, senza nessuno che guardandola negli occhi le dica - Non sei sola - ? Posso quasi toccare il dolore e lo smarrimento che si cela in quegli occhi grigi. E quasi mi vergogno di quello che sto per fare.
Io per colpa di un po' di distrazione, do il pane ai maiali, quando Katniss, la ragazza che amo, la causa della mia distrazione, sta scomparendo a causa della fame.
- Non è solo la fame. - penso.

La fame si limita a uccidere.
Ma il dolore che provi quando muore qualcuno che ami, quello ti porta via l'anima.
L'annienta, la brucia fino a quando anche l'ultimo pezzettino non è andato in fiamme. Il dolore distrugge ogni cellula del tuo corpo.
E vedere quel dolore dipinto sulla faccia di Katniss, mi stringe il cuore al punto che per un attimo mi viene meno l'aria.

Con gli occhi nei suoi, butto il pane.
Ma non verso il piccolo cortile fangoso dei maiali.
Lancio quel pane bruciato verso Katniss, distogliendo lo sguardo, non vedendo la sua faccia stupita.
Lancio quel pane che mi aveva fatto sentire così in colpa verso il suo viso triste, bagnato dalla pioggia.
Lancio quel pane sperando solo che ricordi.

Che quel viso tornerà bello come prima.
Che quegli occhi tornino a piegarsi quando lei sorride.
Che magari ricordi me, che ricordi il mio gesto.

Che ricordi 'il ragazzo del pane.'






Spazio autrice:

Oh God.
La mia prima os in questo fandom *-* 
Comunque, torniamo a noi.
Amo Peeta, sia nei libri che nei film (infatti amo pure Josh Hutcherson, l'attore che lo interpreta.)
Avevo questa idea da un po', mi sembrava banale, ma ho deciso di buttarmi...
In poche parole, ho solo descritto il giorno in cui Katniss e Peeta si sono ''conosciuti''.
A mio parere è un momento dolcissimo, e non poteva non essere descritto da Peetuccio (?)
Vabe', spero che vi piaccia. Ciao ciao.

PS. se vi interessa, scrivo pure una raccolta su questo Fandom. Vi aspetto.



   
 
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