“Amore svegliati, ho preparato la colazione!” Sarebbe stato un buon risveglio se non fossi arrivata in cucina e avessi trovato quel troglodita ad addentare i MIEI Pancake! “Quelli sarebbero i miei!” sbottai già furiosa di prima mattina. “Davvero? Io non vedo nessun nome qui..” disse addentandone un altro. “Maledetto..” masticai tra i denti. Come cominciare peggio la giornata? “Silvia, questi pancake sono buonissimi!” disse dando un bacio sulla guancia a MIA MADRE “Peccato che Emma non li abbia voluti..” mi guardò con uno sguardo di superiorità e se ne andò. Cristo se lo odiavo. “Amore non avevi fame?” fui costretta a rispondere “No.. ho un po’ di mal di stomaco..” Mia madre lo adorava, non avrebbe mai creduto che fosse un ragazzo diabolico che ne combinava una più del diavolo per farmi dispetti! E Ora si era preso anche il bagno! Ma porc.. “Apri Andrea, cazzo apri questa porta oppure..” “Oppure cosa?” disse aprendo la porta e fermando la mia sfuriata. “Abbi rispetto per le persone più grandi di te PICCOLETTA..” per come pronunciò quel ‘piccoletta’ mi fece andare su tutte le furie! “Numero uno, io non sono per niente ‘piccoletta’, ho solo 12 fottutissimi mesi in meno di te, e numero due, io ho rispetto per le persone più grandi di me intellettualmente e tu non sei di certo uno di questi. Ora levati dalle palle!” mi bloccò per un braccio, e mi sbatté contro lo stipite della porta. “Non mi piacciono le persone così insolenti sai?” disse con fare minaccioso “E a me non piacciono i coglioni che vogliono fare i bulli da strapazzo..” “Ti renderò la vita un inferno sai?” “Peggio di così è impossibile!” mi mollò e mi lasciò entrare in bagno, dove chiusi immediatamente la porta. Mi diedi una rinfrescata e mi vestii. Ero in ritardo, di nuovo per colpa di quel cazzo ambulante. Scesi di corsa le scale, diedi un bacio a mia madre e mi avviai di corsa a scuola. Mentre stavo per oltrepassare il cancello d’entrata un’auto quasi mi investiva. Era quell’idiota di Andrea, con al suo fianco la sua ragazza, Elisabetta. Entrai in classe e mi posizionai al mio banco. “Ho visto Andrea stamattina..che bello che era!” “Lara ti prego! Sai che lo odio e che non voglio parlare di lui.. mi irrito già solo se pronunci il suo nome..” “Scusa Emmuccia!” disse pizzicandomi la guancia e sorridendomi. Menomale che c’era lei. Era l’unica che non si era fatta corrompere dal fascino del mio “fratellastro” (mi fa schifo anche solo pensarlo). Il fascino ce l’aveva, ma se si fosse comportato con gli altri come si comportava con me, il mondo intero l’avrebbe odiato come lo odio io. Ne sono certa. Le ore trascorsero velocemente, a ricreazione restai in classe, non mi andava di vederlo (purtroppo la sua classe era di fronte alla mia..). Era l’ultima settimana di scuola e se da un lato ero sollevata, perché il peso dello studio mi stava uccidendo, d’altro canto sarei dovuta rimanere a casa tutto il giorno e casa è uguale Andrea. Non si prospettava per niente un bell’estate..
Eccomi con la mia seconda storia! Lasciatemi il vostro parere in una recensione se vi va.A presto con il prossimo capitolo. Un bacio, Teresa :)