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Autore: GiuliaFray    23/08/2012    0 recensioni
Nuova FF su Alec Lightwood. E' diversa dalle precedenti che ho pubblicato.
-Sono allergico alle castagne.- Dopotutto, era vero. Ogni volta che ne aveva mangiate un po', era esploso in una successione apparentemente infinita di starnuti ed aveva provato un fastidioso prurito al naso.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alec Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alec Vs. Emily


Alec si sentì raggelare. Alzò lo sguardo dal piatto fumante e lo posò su Isabelle. -È uno scherzo di cattivo gusto?- Izzy si voltò con un'espressione infuriata dipinta in volto. Alec si morse il labbro per non scoppiare a ridere e lanciò un'occhiata Jace, seduto comodamente al suo fianco. -Se voi due vi credete tanto bravi, perché la prossima volta non cucinate voi? Sono proprio curiosa di sperimentare le vostre doti culinarie.- Jace ridacchiò ed affondò il cucchiaio di plastica dentro la zuppa. Intorno, gorgogliarono delle bolle che al suo tocco leggero scoppiarono emettendo uno sgradevole odore. -Ebbene, se tutti i cuochi newyorchesi fossero di questo calibro, a quest'ora non saremmo affatto una delle città più popolose.- Alec annuì, più per far irritare Isabelle che per altro. -Ti do perfettamente ragione, Jace.- Isabelle sbuffò e con una manata scostò i piatti da sotto i visi dei due parabatai con un moto di stizza. Isabelle, mentre depositava sul bancone della cucina i due piatti colmi di un denso liquido verdastro dall'odore nauseabondo, borbottò qualcosa, di cui ad Alec giunsero solo le parole “idioti” e “infantili”. Poi si voltò e li squadrò, scrocchiandosi le nocche con aria minacciosa. -Dato che dimostrate di non avere molta fame, perché non ci alleniamo in qualcos'altro di diverso dal movimento mascellare?- Alec inarcò un sopracciglio e si sbilanciò indietro, dondolandosi sulla sedia con le sole gambe posteriori appoggiate sul pavimento. -Vuoi davvero usare man forte con noi, due Cacciatori innocenti che desiderano solo pranzare?- Isabelle con una falcata posò i palmi delle mani sul tavolo apparecchiato per tre e avvicinò il viso a quello del fratello, tanto che il respiro di lei gli solleticò le guance. -È esattamente quello che avevo intenzione di farvi fare.- Jace le posò una mano sulla spalla per tirarla indietro. Non erano affatto rari gli episodi in cui Isabelle perdeva il controllo di sé e si sfogava su Alec. -A modo tuo, Izzy- mormorò Alec. Lei scattò indietro e si pulì le mani curate sporche di residui di cibo sul grembiule non più candido legato in vita. Prima che Jace potesse esplodere in una delle sue battute irritanti, la porta si spalancò e Maryse fece la sua apparizione nella cucina. Aprì la bocca come se stesse per parlare, ma s'interruppe, arricciando il naso. -Ma cosa è successo qui dentro? Avete bruciato qualcosa?- Maryse fece un respiro profondo e fissà il suo sguardo in quello di Jace, per poi spostarlo lentamente in quello di Alec. -Ragazzi, mi dovete una spiegazione.- Alec fece spallucce e con un gesto pigro indicò la sorella, appoggiata in un posa apparentemente rilassata al bancone della cucina. -È stata Isabelle. Ha cucinato.- Jace sorrise e sospirò. -Già. È un brutta realtà da concepire, vero?- Isabelle incrociò le braccia sul petto e ignorò i due Shadowhunters. Alec non poté non provare un briciolo di compassione nei suoi confronti. Dopotutto, sua sorella non faceva altro che cercare di ritagliarsi un ruolo importante in quella società maschilista. Così, Alec cercò di trovare un modo per sviare l'argomento. -Come mai da queste parti, mamma?- Maryse distolse il suo sguardo terrorizzato dal pentolone fumante e scrutò il figlio. I suoi occhi percorsero i suoi tratti delicati come se provasse a capire cosa fosse successo in quella trappola infernale che era la cucina dell'Istituto. -Ci sono ospiti. Gradirei che voi scendeste per accoglierli.- Jace fu il primo a saltare in piedi. Diede un affettuoso buffetto alla spalla di Maryse e sparì oltre la soglia, correndo lungo il corridoioe alla ricerca di qualcuno con cui fronteggiarsi, rifletté Alec. -Chi sono?- chiese Isabelle, sinceramente curiosa. -Ashdown. Resteranno qui per alcuni mesi per apprendere nuove tecniche di combattimento.- -Noi non siamo così rivoluzionari-, osservò Alec con sarcasmo. Non gli piaceva molto ricevere visite, soprattutto dopo aver gustato il pranzo di Isabelle, ossia con lo stomaco vuoto ed assetato di qualcosa di appetibile. Si alzò e sviò la madre, seguendo Jace attraverso l'intricato labirinto che era l'Istituto. Mentre camminava pacato con le mani ficcate nelle tasche dei jeans, sentì i lamenti di Isabelle e le dolci parole di Maryse che cercavano invano di consolarla. -Un altro disagio del matrimonio, Izzy: dover preparare il pranzo al proprio uomo con i gusti raffinati.- Alec sentì un sospiro, probabilmente di Izzy. -Vedi, Isabelle? Gli uomini ti fanno solo disperare.- Come al solito, Maryse cercava di convincere la figlia a rinunciare al matrimonio, il che era solo un bene anche per lui. Le voci si affievolirono e svoltò l'angolo, pronto al peggio. Il salotto era affollato e per istinto lo sguardo blu corse per la stanza fino a trovare Jace. Era appoggiato svogliatamente alla finestra vicino al divano di velluto rosso e parlava con una ragazza più bassa di lui, dai mossi capelli castani. Alec alzò un sopracciglio. Possibile che dovesse subito partire all'attacco? Senza guardare altro che il suo parabatai -provando per l'ennesima volta una fitta allo stomaco per la sua bellezza-, si fece strada a gomitate fino a lui e gli si parò davanti, di fianco alla giovane Cacciatrice. Jace lo notò e gli disse, con voce volutamente allegra: -Alec, dov'è Izzy?- La ragazza si voltò e socchiuse la bocca. Alec la degnò a malapena di un'occhiata e continuò a fissare intensamente Jace. Cos'era quello sfarfallio allo stomaco che lo tormentava? Per l'Angelo, proprio in quel momento doveva mostrarsi geloso? -Sta arrivando con la mamma, credo.- Jace sorrise e indicò la Shadowhunter, che continuava a fissare Alec con una scintilla nei grandi occhi verdi contornati da una miriade di lunghe ciglia. -Lei è Emily Ashdown, una Cacciatrice inglese.- Emily fece un debole sorriso, mettendo in mostra i denti bianchi e perfetti, e allungò la mano verso di lui. Alec la guardò e fece una smorfia. Era geloso. Perché? Jace ed Emily si erano limitati a parlottare come due nuovi conoscenti. Le strinse la mano, mettendo a tacere il suo istinto di respingerla, e mormorò, con voce roca: -Mi chiamo Alec.- Solo dopo aver deglutito, aggiunse: -Piacere di conoscerti.- Perché continuava a fissarlo come se fosse un quadro da ammirare affisso ad una parete del museo? Aveva qualcosa che non andava in viso? Staccò la mano da quella di lei e si passò una mano tra i capelli mori. No, non aveva proprio niente di male. -Il... il piacere è.... è tutto mio.- Alec aggrottò la fronte e tornò a guardare Jace. -Be', per quanto tempo dovranno restarsene qui?- Farsi odiare a suo piacimento era una delle sue specialità, ne era certo. E di solito gli usciva anche bene. Jace sembrò diveritito e gli posò una mano sul polso, stringendoglielo delicatamente. Alec rabbrividì e desiderò fare lo stesso con lui. -Per pochi mesi. Il tempo che basta per allenarsi adeguatamente, insomma.- Emily balbettò, con voce indecisa e le guance arrossate: -Ehm, giusto. Vi... vi presento mio fratello Jared.- Come se fosse stato chiamato davvero, un ragazzo sorridente alto quanto Alec dalle spalle larghe, fece la sua apparizione accanto ad Emily. Era molto simile alla sorella: i capelli avevano la stessa tonalità di colore, così come gli occhi, vivaci e solari. Jared passò un braccio attorno alle spalle di Emily e la strinse a sé, quasi come se temesse di perderla da un momento all'altro. -Piacere, ragazzi. Tu sei... Alec Lightwood?- aggiuse socchiudendo gli occhi smeraldini. Alec staccò il braccio dalla presa di Jace e ricambiò l'occhiata. Era molto carino, non poté non notarlo, il genere di ragazzo con cui Isabelle sarebbe uscita. Isabelle, precisò nella sua testa. -Ehm, sì, sono io. Come fai a conoscere il mio nome?- Jared sembrò rasserenarsi e gli porse la mano, stringendo la sua con calore. La sua morsa era forte e solidale al contempo. -Be', i Lightwood sono una famosa discendenza, amico. In più, sei il parabatai di Jace Wayland, uno dei più forti Shadowhunters- rispose Jared, sorridendo a Jace con aria di pura ammirazione. Jace non rispose e si limitò a fissarlo intesamente, con quell'espressione che Alec sapeva significasse: Non provare a fare il leccapiedi solo per comprarti la mia gratitudine, vigliacco. Jared socchiuse gli occhi ancor di più e distolse lo sguardo, per posarlo sulla sorella. Era colmo di affetto e quando Alec li guardò, notò che Emily lo stava ancora fissando. Alzò gli occhi al cielo e si allontanò, consapevole degli occhi verdi di Emily su di lui.


 

La giornata passò lentamente e Alec non fece altro che accoccolarsi sul divanetto ed asoltare i discorsi degli adulti del Conclave. Alla fine, aveva imparato tutti i nomi dei nuovi Shadowhunters: oltre Emily e suo fratello Jared, aveva conosciuto i loro genitori, Mary e Carlos; i cugini maggiori si chiamavano Daniel e Julie, erano gemelli ed avevano ventitré anni. Gli Ashdown avevano portato con loro anche una graziosa bambina di nome Solly e il fratellino di tre anni Marcus. Solly e Max avevano la stessa età e Alec aveva notato con un certo divertimento quanto Max la guardasse di sbieco, come se non volesse farsi notare. Emily, durante la riunone privata del Conclave a cui nessuno -ad eccezione dei due gemelli- aveva portuto partecipare, si era avvicinata timidamente ad Alec e gli porto un pancake alle castagne portato dalla madre. Alec lo aveva rifiutato con una smorfia. Vedendo la sua espressione di dispiacere, si era giustificato: -Sono allergico alle castagne.- Dopotutto, era vero. Ogni volta che ne aveva mangiate un po', era esploso in una successione apparentemente infinita di starnuti ed aveva provato un fastidioso prurito al naso. Emily era scoppiata in una risatina nervosa. -Nessuno è allergico alle castagne.- Alec aveva sfoderato la sua più odiosa occhiata, capace di ridurre un muro in cenere. -E tu come fai a saperlo? Sei per caso esperta di allergie?- Emily non aveva ceduto e si era sporta su di lui. Alec aveva deglutito, ma prima che riuscisse a tirarsi indietro, lei lo aveva baciato sulla guancia, pericolosamente vicino alla sua bocca. Alec aveva fatto un balzo indietro ed era scappato nela sua stanza, incurante della risata di scherno della sorella. Mentre correva a testa bassa passandosi il dorso della mano sul punto in cui Emily lo aveva baciato senza neppure averlo conosciuto, si era imbattuto in Hodge, il suo tutore, con tanta furia che gli aveva quasi sbattuto contro. -Oh, il nostro giovane Lightwood si è trovato una donna- aveva commentato indicando sorridente la traccia di rossetto brillantinato sulla sua pelle. -E a giudicare dal tuo rossore, è alquanto affascinante.- Alec si era sentito ribollire di rabbia verso il mondo e verso sé stesso. Perché proprio lui, un Cacciatore appartentente ad una delle più ambite famiglie di Cacciatori, doveva essere diverso dagli altri? Voleva solo mischiarsi tra la folla senza essere notato, ma avere altre gusti significava -soprattutto in una rigida società come quella degli Shadowhunters- risaltare come un faro acceso in un porto marino o come se indossasse vestiti fosforescenti tutto il giorno. Avrebbe trovato, prima o poi, uno Shadowhunter che avrebbe potuto amarlo? Jace era da scartare e Alec aveva svolto questa operazione da tempo. Dopo l'imbarazzante incontro con Hodge, Alec era corso fino al bagno nella sua stanza e si era passato più e più volte la spugna della doccia sulla guancia, fino a farla diventare viola. Si era accasciato sul pavimento e aveva pianto, stupidamente. Era solo, solo davvero. Certo, aveva Isabelle e Jace, Max e i suoi genitori che non facevano altro che coccolarlo come un bambolotto, ma ora era cresciuto e, guardando nostalgico le coppiette innamorate che passeggiavano mano nella mano nel Central Park parlottando tra loro e scambiandosi dei baci appassionati, non aveva ancora trovato una persona che potesse amarlo non per la sua discendenza o il suo coraggio, ma per quello che era davvero, l'Alec che si nascondeva sotto quel corpo ricoperto di rune e cicatrici permanenti e non. Mentre ancora rifletteva e cercava di immaginarsi al fianco di qualcuno che desiderava baciarlo in ogni momento, qualcuno bussò alla sua porta. Se fosse stata Isabelle o qualcun altro, sarebbe entrato senza nemmeno bussare, così Alec si alzò non prima di aver sbuffato e aprì, dopo essersi asciugato ogni traccia di lacrima. Era Emily. Alec sentì un formicolio alla radice dei capelli. Perché proprio lei che gli aveva rovinato la giornata e oltre? Senza parlare, aspettò che fosse lei a farlo. Ma Emily, prima di articolare parola, lo squadrò da capo a piedi, passandosi la lingua sulle labbra. Ma che diavolo di problemi ha? -Ehm, ciao.- Alec non rispose. Emily si avvicinò e si alzò sulla punta dei piedi. Era sempre stato alto per la sua età e lei voleva risultare meno bassa. Aveva una canottiera blu elettrico troppo scollata, che metteva in risalto il suo seno prosperoso, e un paio di jeans neri attillati. -Ti piace la mia combinazione di colori?- gli chiese maliziosa. Alec ebbe un brivido. Davvero era così affascinante da attirare l'attenzione di una ragazza che avrebbe potuto avere ai suoi piedi decine di ragazzi? -Cosa ci fai qui?- Emily sorrise e si avvicinò di nuovo a lui. Perché non era capace di trovare il coraggio per dirle che lui non era ciò che si aspettava? -Volevo vedere la tua stanza.- Alec si sistemò davanti alla soglia in modo che lei non riuscisse a vedere niente oltre di essa. -Stavo per farmi la doccia. Non ho tempo.- Un bagliore luminoso si fece strada attraverso gli occhi verdi di lei. -Pensavo che sarei potuta entrare lo stesso.- Alec ebbe la forte tentazione di indietreggiare e sbatterle la porta in faccia, ma si fermò quando capì dall'odore di alcol che trasudava dalle sue forme femmili che era ubriaca. Ne ebbe la certezza quando Emily ridacchiò e gli gettò le braccia al collo, seppellendo il viso nel collo di lui. -Per l'Angelo... - mormorò Alec ed ebbe paura della reazione che Jared avrebbe avuto a vederli avvinghiati a quel modo. Facendo leva sulle sue spalle nude, la spinse indietro ma Emily era molto forte ed emise uno strillo di isteria quando lei gli baciò il collo. Come lui era geloso di Isabelle, Jared lo era di Emily, così, con un grande sforzo di volontà, la spinse via con energia ed Emily ruzzolò a terra, sbattendo la schiena con un tonfo. Non l'avrebbe mai fatto con una donna. Far del male ad una ragazza era contro i suoi principi -ovviamente fino a quando non avesse minacciato la sicurezza della sorella o di Jace-, ma Emily era andata oltre il limite. Senza preoccuparsi troppo, si rifugiò nella sua stanza e chiuse la sua porta con la chiave di argento sul comodino accanto al suo letto. Corse ancora in bagno e ripeté lo scrupoloso lavaggio sul collo, questa volta, per poi abbandonarsi sul materasso e seppellire il viso tra i cuscini, ignorando le suppliche di Emily e i suoi insulti alla sua vigliaccheria. -Se sei gay, avresti potuto dirmelo prima, sai? Provarci con mio fratello non porterà a niente-, la sentì dire. A questa domanda retorica, seguirono dei passi pesanti in direzione del salotto, segno che Emily se n'era andata. Finalmente. Senza smettere di pensare ad un possibile bacio di Jace, scoppiò in un rumoroso pianto che non s'interruppe fino a quando, stremato dalla sofferenza, non si addormentò. 


Angolo autrice: Ciao, Shadowhunters! Eccomi qui con la mia terza storia riguardante Alec Lightwood. Spero che non vi stanchi e che non vi annoi con le mie storie, per me molto importanti e significative. 
Una cosa: il personaggio femminile, Emily, è lo stesso che viene vagamente annunciato nella mia prima FF, chiamata "Malec". Ebbene, sotto consiglio di una mia amica, ho creato una storia che spiegasse l'atteggiamento di Emily nei confronti di Alec, una ragazza con un amore irraggiungibile e puro che non potrebbe mai ottenere. 
Grazie a tutti coloro che leggono le mie storie e prego i miei lettori di commentare le FF, per conoscere un vostro parere e delle eventuali critiche.
Un bacio!
GiuliaFray


 

  
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