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Autore: Cable    23/08/2012    0 recensioni
Parodia del libro "La dodicesima carta" di Jeffery Deaver.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 La Settima carta
 
 
 



 
Genova Seattle aveva 16 anni, ed era talmente grassa che i suoi amici la chiamavano Precious. Si trovava al museo per una ricerca di scuola.
Quanti adolescenti vanno ancora al museo per fare una ricerca?
Mentre sfogliava una rivista pornografica vintage, Genova si allarmò sentendo dei passi echeggiare inquietanti nei corridoi deserti. Stava già andando a vestirsi da manichino, ma poi ricordò che la sua taglia non esisteva nel 1800.
Ad ogni modo, si tranquillizzò parecchio quando sentì che l’uomo parlava al telefono: una risata sadica e macabra passa totalmente inosservata ad Harlem.
“Muahahahahahahahahahahahahahah!!!!!! Devo stuprare una ragazza, ti richiamo dopo.”
Genova riprese la sua “ricerca”. Nel frattempo, lo stupratore tirò fuori dal sacchetto di Hello Kitty la settima carta del mazzo di tarocchi, un pacchetto di fazzoletti, le chiavi di casa, un set da stupro, una pistola ad acqua, una bussola che non punta al nord, ma verso la vicina paninoteca.
Si soffiò il naso, poi impugnò la pistola ad acqua e si diresse furtivo verso Genova: si imbarcò clandestinamente, dormì nella stiva e quando sbarcò stette un paio di giorni a casa mia. Allora gli spiegai che Genova era il nome della ragazza, e prese l’aereo per New York, ma dovette fare scalo ai Caraibi e a Cuba per motivi personali.
Finalmente tornò a Manhattan, e scoprì che la ragazza aveva dormito lì tutto il tempo e lo stava aspettando. Appena scorse il verde fosforescente della pistola ad acqua esclamò:
“Era ora! Aiuto! Aiuto! Vuole stuprarmi!” Corse, chiamò l’ascensore e aspettò che arrivasse: non sarebbe passata per la porta di servizio.
Fortunatamente, lo stupratore la inseguì con la velocità dei serial killer dei film ed ella scomparve tra la folla, lasciandosi una scia di cadaveri tumefatti sotto i piedi.
‘Peccato, sarà per la prossima volta,’ pensò lui.
 


 
******
 
 

 
Amelia Sachs entrò nella camera di Lincoln Rhyme.
“Professor Xavier!”
Rhyme sospirò. “Prendi un bel respiro, Jean. Hai avuto un altro crollo psichico.”
“Professo, io sono… Fenice!”
Rhyme premette il pulsante d’emergenza, e Thom apparve sulla porta.
“Ecco, signorina Grey, prenda le sue medicine.”
Sachs ingoiò le pastiglie e si guardò intorno.
“Rhyme,” disse con voce ferma, “hanno tentato di stuprare una ragazza, Genova Seattle.”
“Prendi il prossimo volo per Genova, io azionerò il turbo della mia sedia a rotelle e in dodici giorni sarò a Seattle.”
Sachs scosse la testa. “La ragazza è stata aggredita a Manhattan.”
“Manda Sellitto.”
“Non capisci, Rhyme. La ragazza si chiama Genova Seattle.”
“Poverina.”
“Già. E non l’hai ancora vista dal vivo: vengono dubbi sull’orientamento sessuale dello stupratore… Forza, andiamo, ti spingo la carrozzella.”
Rhyme alzò il dito medio, l’unica parte del corpo che riuscisse ancora a muovere: certe volte si rivelava incredibilmente utile.
“Faccio da solo, GRAZIE. Computer: Teletrasporto.”
In un istante l’intero ufficio fu trasportato al museo. “Dopo di te,” disse Rhyme, che non poteva aprire le porte, ne tirare lo sciacquone o farsi il bidè.
Sachs si presentò ai poliziotti che erano accorsi sulla scena: “Detective Stella Buonasera.”
Rhyme guardò Thom, che diede un'altra pastiglia a Sachs.
La scena del crimine era incredibilmente banale: la ragazza stava facendo una ricerca sulla pornografia vintage quando un maniaco aveva tentato di stuprarla, stufo di fare il voyeur in disparte.
Rhyme guardò la carta posata accanto alle chiavi di casa: era la settima, quella del Carro.
“Chissà cosa significa,” disse tra sé e sé.
Sachs lo guardò saccente. “Anche tu dovresti sapere che tira di più un pelo di fica che un carro di buoi. È un chiaro messaggio subliminale.”
Rhyme si grattò il mento, e tutti lo guardarono sbalorditi. Lui abbassò  la mano imbarazzato, e poi aggiunse: “È per non pagare le tasse, va bene?”
Tutti si voltarono dall’altra parte e fecero finta di niente. Rhyme continuò.
“Bene, abbiamo le chiavi di casa dell’aggressore con su scritto l’indirizzo completo. Possibile Alzheimer precoce. I fazzoletti ci indicano che è raffreddato. Un occhio esperto come il mio vede che ha usato otto fazzoletti, quindi è MOLTO raffreddato. L’arma del delitto è assente, quindi è molto probabile che tornarà a finire il lavoro. La domanda è: come mai manca l’arma del delitto se è un tentativo di stupro?
Il set da stupro comprende caramelle, lecca lecca e chupa-chupa: ciò indica che lo stupratore ama corrompere le proprie vittime con i dolciumi. Pian piano inizio a capire perché ha fallito.
La bussola è antica, della metà del 1700 direi. Probabilmente un eredità di famiglia. Non punta al nord. A dire il vero, punta contro Sellitto.”
I due si scambiarono un’occhiata d’intesa.
Sachs si avvicinò, e la bussola puntò verso Rhyme. “Sembra che la bussola indichi chi o cosa desideriamo,” osservò. Poi aggiunse, seccata: “Rhyme, perché la bussola puntava contro Sellitto?”
Rhyme arrossì. “Sellitto nasconde una ciambella nella tasca del giubbotto. Ha detto che potrò averla a fine indagine.”
Sachs sospirò, poi iniziò l’analisi tattica.
“Per quanto riguarda l’inseguimento, lo stupratore ha scelto il modulo SSFNCCNFPO, ovvero ‘si sente furbo e non corre come nei film e perde l’obiettivo’. Sarà un caso dannatamente facile. Guardate cosa ha lasciato.”
Sachs tirò fuori un bigliettino scritto a mano che diceva: ‘Questa è la mia impronta. Grazie per l’interesse, lo stupratore. P.S. In realtà sono un killer su commissione’.
“Lo stupratore è in evidente stato confusionale, direi di procedere con la cattura.”
In quel momento si udì uno scrosciare d’acqua. Tutti, tranne Rhyme, si precipitarono fuori.
Lincoln, rimasto solo, allungò la mano, scartò una caramella e se la ficcò in bocca prima di seguire gli altri.
Fuori, la situazione era chiarissima: il killer era tornato per uccidere l’unico testimone con una pistola d’acqua. Gli aveva sparato in bocca: per il signor Strawbarry, l’unico testimone di Geova, non c’era più nulla da fare.
Uno schizzo bagnò la guancia di Sellitto, che iniziò a grattarsi come un matto: era allergico all’acqua.
Un bambino passò di li ed esclamò: “Mamman un drogato!”
“Non fidarti mai della polizia, figliolo.” Rispose lei.
Sachs sospirò. Doveva trovare il killer: era sicuramente nei paraggi a comprare zucchero filato. 




 
   
 
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