Pg/Pair:
Sheriff Stilinski
Word Count: 540
Rating:
PG-13
Avvertimenti: Nessuno spoiler, se avete visto la
2x11
Disclaimer: I personaggi appartengono a Jeff
Davis e pure ad MTV.
Note: No, non ho nessuna fantasia per
i titoli...
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Dov'è? Dove cazzo
è?
Dove cazzo è finito tuo figlio?
Che qualcuno
te lo dica, in fretta, altrimenti... Altrimenti cosa?
Che farai?
Cosa credi di poter fare, eh? Pensi che perdere la calma lo possa
aiutare?
No. Resta lucido. Piantala con le domande, che tanto
nessuno ha le risposte che vorresti sentire. Neppure tu.
Accetta
che non serve a niente avere una stelletta sul petto o una pistola
nella fondina, se non sei nemmeno in grado di proteggerlo. Una verità
che ti è stata sbattuta in faccia per la seconda volta in
pochi giorni, prima alla stazione di polizia ed ora qui... sul campo
di lacrosse che doveva essere il palcoscenico del trionfo di tuo
figlio – e Dio, quant'eri orgoglioso di lui fino a pochi attimi
fa – e si è trasformato nel suo patibolo.
Non che
Stiles ti renda il compito facile, con tutte le sue bugie ed i suoi
segreti, ma non ci sono scusanti per il tuo completo fallimento.
Rifletti. Ci sarà pure un motivo se è arrivato a
commettere bravate tanto idiote quanto il rubare il furgone della
polizia e far sparire un suo compagno.
Eppure non hai indagato
oltre, hai finto di berti la scusa dello scherzo andato troppo oltre.
Hai lasciato che l'ultima discussione seria che avete avuto vertesse
sulla completa mancanza di fiducia che hai nei suoi confronti.
Hai
dato per scontato che fosse, come sempre, il gemello siamese di Scott
– e Scott non farebbe male a una mosca, andiamo - ma in fondo
che ne sai, davvero? Potrebbe star frequentando cattive compagnie.
Gente con cui ha dei conti in sospeso, gente che ha pensato bene di
regolarli stasera.
Potrebbe. O anche no.
Cazzo. Certe cose,
non come Sceriffo ma come padre, tu dovresti saperle.
Brancoli
nel buio, sentendoti così stupido. Piccolo. Impotente, in
balia delle avversità.
Come quando, dopo aver sognato per
tutta l'infanzia di essere un medico, un pompiere o un poliziotto,
hai capito che perfino un eroe non può salvare tutti quanti.
Che le persone possono morirti tra le braccia, nonostante le tue
belle promesse sull'altare.
Inevitabilmente ti torna in mente
quella sera di sedici anni fa.
Quel silenzio quasi angosciante –
con il senno di poi, diresti che stava conservando il fiato per
quando avrebbe imparato a parlare – che però non osavi
rompere. Rumori fuori dalla camera ce n'erano, naturalmente, come ora
ci sono ancora gli echi delle grida di chi è fuggito dal campo
e le voci che si consultano sulle condizioni di Whittermore.
La
tua attenzione, però, era concentrata su una sola persona. Che
ora non vedi né senti.
Sedici anni fa lo hai stretto per la
prima volta tra le braccia, in quella camera – non ti vergogni
di dire che non hai avuto il coraggio di assistere al travaglio, date
le urla disumane di tua moglie – e hai giurato a te stesso che
lo avresti protetto a costo della tua stessa vita. Che avresti fatto
il possibile perché crescesse con dei buoni principi, perché
fosse in salute. Che avresti fatto di tutto, anche l'impossibile,
perché fosse felice.
Se te ne ricordi così
chiaramente, smettila subito di autocommiserarti.
Non c'è
tempo da perdere, okay?
Non ora che Stiles ha bisogno di te.