Fanfic su artisti musicali > Arctic Monkeys
Segui la storia  |       
Autore: Sixteen16    23/08/2012    3 recensioni
"..Mi sembrò giusto. Decisi di presentarmi. ‘Sono Babù, piacere!’ dopo avergli passato l’ormai stropicciato foglietto aspettai la fatidica domanda, ma ciò che ritornò indietro fu questo ‘Sono Alex, il piacere è tutto mio!’ con uno smile vicino. Quando alzai la testa con la faccia un po’ da rimbambita lo trovai a fissarmi e non appena incrociò i miei occhi sorrise. Che sorriso stupendo, il suo.."
Pronti per degli Arctic Monkeys adolescenti?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
See me ride out of sunset
On your colour TV screen
Out for all that I can get
If you know what I mean

 
 
CAPITOLO 2
“Perché hai detto ad Alex che potevo andarci a quella stramaledettissima festa? Contavo sul tuo buonsenso, per una volta!” le dissi guardandola male, arrabbiata com’ero.
Julia soffocò una risata.
“Il mio buonsenso?”
Ebbene si, nemmeno un briciolo di buon senso in quella testolina da canarino.
“Scusami, a volte dimentico che tu non ne sei dotata! Non volevo offendere la segatura che risiede al posto del tuo cervello” dissi ironica.
“Daai, sciocca di una figlia! Si vede da un miglio che lui ti piace, io ti ho solo dato una spinta” l’aria da innocente non le si addiceva per niente.
Alex Turner? Piacermi? Non mettevo in dubbio il fatto che fosse un bel ragazzo, ma per piacermi una persona ci voleva ben oltre di due occhi marroni da cerbiatto, così intensi..
“Pianeta Terra chiama Babù! A cosa pensavi? Forse ai suoi occhi?”
Cazzo.
Ero diventata prevedibile o cosa?
“Potresti prendere in giro anche te stessa, ma con me non ci riusciresti mai! Sono tua madre e certe cose me le sento e prima che tu faccia qualche cazzata spetta a me aprirti gli occhi.. dai, ora vieni qui e abbracciami”
Quanto aveva ragione.
Era l’unica che con un semplice sguardo era sempre riuscita a capirmi ancor prima che ci riuscissi io stessa.
“Solo se mi prometti che la finisci con questa storia, perché sia chiaro, IO NON HO UNA COTTA PER ALEX TURNER!” feci bene attenzione a sottolineare le ultime parole.
“Si, si certo..”
Mi avvicinai a lei e la strinsi forte.
Julia era più alta di me di circa 10 centimetri, quindi mi lasciai cullare sul suo petto chiudendo gli occhi.
“E comunque anche lui si è preso una bella sbandata per te!” mi sussurrò all’orecchio.
Mi allontanai da lei e la guardai male.
Questa era una delle tante volte in cui avevo desiderato avere un inceneritore laser negli occhi.
Mi buttai sul divano e chiusi gli occhi.
Pace eterna.. o forse no.
Infatti l’undicesima piaga d’Egitto era ancora in azione.
“Hai pensato a cosa indosserai stasera? Sai, nel tuo armadio c’è quel vestitino sbrilluccicoso che ti regalai e che non hai mai messo..” partì in quarta tutta entusiasta.
No.
Ti prego no.
“..oppure potresti mettere quei jeans scuri che stanno tanto bene con le scarpe con il tacco..”
Mi prendi in giro, spero.
“Oppure che ne dici di una muta da sub? Credo sia l’ideale per una festa del genere!” risposi con un mix di acidità e sarcasmo.
Mi guardò male.
“Ammazzi tutto il mio entusiasmo così”
“Mamma, non credo nemmeno che ci andrò! Perché farsi tanti problemi?”
Ancora uno sguardo, questa volta pieno di frustrazione.
“E va bene, ci vado! Basta che la smetti di assillarmi e ovviamente decido io cosa mettermi!”
Mi fece il labiale della parola ‘Vaffanculo’.
Che tenera mia mamma.
“Ti voglio bene anche io!” e le mandai un bacio volante.
Andai in camera mia facendo attenzione ad evitare tutti gli scatoloni.
Quante volte c’eravamo trasferite? Avevo perso il conto ormai. Eravamo passate in Italia, in Francia e parecchie volte in Inghilterra. Per me spostarmi non era mai stata una tortura perché in tutti i posti in cui andavo mi fermavo talmente poco da non riuscire a stringere amicizie particolarmente importanti. Non ricordavo nemmeno la mia prima casa, nemmeno il posto in cui ero nata! Non ricordavo i miei parenti e nemmeno mio padre, ovviamente se ne avevo uno. Eravamo solo noi tre, o farei meglio a dire noi due perché con la maggiore età mia sorella si era ‘ allontanata da questa dolorosa routine’, era così che aveva detto prima di andarsene.
In una scatola trovai il mio vecchio diario segreto. Quando iniziai a scriverlo avevo sette anni.
Lo aprì e cominciai a leggere la prima pagina:
Caro diario, tutti mi chiamano Babù ma il mio vero nome è..
Sentì un urlo agghiacciante e, per lo spavento, lanciai in aria il diario. Presi la prima arma che mi trovai davanti comunemente chiamata mazza da baseball e corsi nel luogo da dove mi era sembrato che provenisse l’urlo: camera di mia madre.
La porta era socchiusa e si intravedevano un sacco di vestiti buttati dappertutto: sul letto, sul comodino e per terra.
Povera Julia! Cosa le avevano fatto?!
Decisi di aprire la porta all’improvviso con la mazza in aria pronta a colpire la testa di un eventuale assassino/ladro.
Coraggio, coraggio Babù!
Lo feci e.. sorpresa!
Trovai mia madre china sugli scatoloni con un vestito in mano. Tutta la camera era in soqquadro ma nessun estraneo in giro.
“Ma sei letteralmente impazzita? Sheffield ti ha dato alla testa!?” per lo spavento mi era rimasto il cuore in gola.
 “Ce ne hai messo di tempo ad arrivare! Se mi avessero fatto un attentato probabilmente adesso sarei già morta!” disse tenendosi sulle sue.
Placai l’istinto di picchiarla con la mazza da baseball.
“Ho trovato il vestito perfetto. Rispetta i miei e i tuoi di gusti, è raffinato, non è volgare ed è semplicemente meraviglioso! Avanti provalo”
Mi spogliai e lo provai senza fare storie.
Tanto comunque l’avrebbe avuta vinta.
I vestitini.. cazzo, un po’ più complicati no?
Ahhh ironia portami via!
“Devi mettere una braccio qui.. No, aspetta hai sbagliato braccio” tentava di aiutarmi ad infilarlo ma non so chi fosse più imbranata delle due.
Fatto.
“Sei uno splendore. Cadranno tutti ai tuoi piedi” aveva gli occhi luccicanti.
Mi guardai allo specchio.
Pesavo 55 kg e per il mio metro e 65 erano piuttosto buoni, quindi il vestito mi andava perfettamente. Mi arrivava fino a metà coscia ed era di un tessuto leggero. Avete presente quei vestitini che svolazzano al vento? Ovviamente quando c’è il vento. Beh, era uno di quelli. La parte superiore sembrava quella di una canotta ed arrivava fin sotto il seno. Era nera e aveva una scollatura, ma non eccessiva. Sennò non l’avrei mai indossato, sia chiaro. Appena sotto la parte di questa ‘canotta’ iniziava la parte ‘svolazzante’ che era a fiori.
Si, mi piaceva.
“Può andare”
Julia mi sorrise soddisfatta.
 
Women to the left of me
And women to the right
Ain’t got no gun
Got no knife
Don’t you start no fight!
 
Erano esattamente le ore 20.27.
Forse c’era qualche speranza che il bel moro si fosse dimenticato dell’appuntamento.
Che poi di appuntamento non si poteva parlare, è ovvio.
Julia aveva passato tutto il pomeriggio a cercare di agghindarmi in qualche modo. Zero speranze per una ragazza femminile a modo suo! Prima i capelli lavati accuratamente con uno shampoo all’eucalipto (lezione numero uno di come farsi assalire da un koala! Scientificamente provato.) poi una leggera passata di smalto sulle unghie e infine la scelta delle scarpe. E su questo c’era stato molto da discutere.
“Tacchi.”
“No, Converse.”
“Ballerine.”
“Ripeto: Converse.”
“Stivaletti.”
“Parto con l’ultima offerta e dico.. mmmh vediamo: Converse!”
Ovviamente avevo vinto io.
“E sia per quelle maledette Converse nere!”
Dolce sapore della vittoria.
Ore 20.29
Un filo di mascara e di Alex nessuna traccia.
E se il vestito non dovesse andare bene? E se fossi troppo poco femminile? E se..
Oddio da quando mi facevo troppi problemi? Forse era il troppo caldo di quella cittadina sperduta.
“Mamma, sono le 20.30 e lui non si è ancora presentato, hai vist..” non feci in tempo a finire la frase che suonò il campanello.
Corsi giù per le scale e, ovviamente, inciampai rotolando per l’intera rampa e per finire caddi di culo a terra di fronte alla porta.
Mamma no! Non aprire quella dannata porta.. Ok, troppo tardi.
“Ciao Julia! Dov.. Oddio che ci fai li a terra Babù?!”
“Mi piace abbracciare il pavimento! È la nuova moda italiana, non lo sapevi?” mi rialzai cercando di aggrapparmi a quel poco di dignità che mi era rimasta.
Mi stava fissando. Era passato prima dai miei occhi azzurri, poi alle mie labbra di un colore leggermente rosso naturale, poi ai miei capelli castani rossicci che mi arrivavano fin sotto al seno e infine..
“Alex, di grazia, smetteresti di fissarmi le tette?” dissi sarcastica.
“È.. è che sei stupenda!” era imbarazzato.
Che tenero.
“Bene, possiamo anche andare! Ciao mamma!”
“Ciao Julia, la riporterò a casa sana e salva, tranquilla!”
Non sono di cristallo porca miseria e non sono nemmeno quel cazzo di vaso di quella stupida pubblicità che andava portato in salvo!
“Ciao ragazzi! Divertitevi e ricordatevi..”
Ora.
Se lei fosse stata una madre normale probabilmente avrebbe finito la frase con un ‘e ricordatevi di non bere’ oppure ‘e ricordatevi di tornare presto’.
Ma lei è fuori dalla norma.
“..e ricordatevi: niente seconda base al primo appuntamento!”
Si era beccata un doppio facepalm in un colpo solo.
 
I’m dirty, mean, I’m mighty unclean
I’m a wanted man
Public enemy number one
Do you understand
 
Avevamo parlato per tutto il tragitto. Aveva detto di volermi conoscere meglio e che li piaceva chiacchierare con me. ‘Vale lo stesso per me!’ era questo che avrei voluto rispondergli, ma ovviamente non lo feci, rimasi in silenzio abbassando la testa per nascondere un sorriso. Succedeva sempre quando ero in imbarazzo ed erano poche le persone che riuscivano a far emergere la parte più timida di me. Al ché lui mi aveva detto ‘Sei carina quando ti imbarazzi e quando le tue guancie diventano tutte rosse’. Queste parole fecero aumentare notevolmente il mio rossore.
“Siamo arrivati! Ti presento casa di Cookie!” disse con un sorriso.
Enorme era dire poco ed in più la musica si sentiva fin fuori.
Suonammo e ci aprì un Matt al quale si illuminarono gli occhi appena ci vide.
“Ciao ragazzi!” disse entusiasta.
Gli sorridemmo e Matt mi fece il baciamano. Antico ma elegante.
Dopo ciò Alex non sorrideva più bensì inceneriva con lo sguardo il povero Matt.
“Stavamo giusto aspettando voi! Sono già tutti arrivati”
“Scusami, è colpa mia! Ho fatto un po’ di ritardo e ad Alex è toccato aspettarmi”
“Ah, siete venuti insieme..”un velo di delusione nella sua voce.
“Si, qualche problema?” si inserì nel discorso Alex.
Che imbarazzo.
“Ehi ragazzi, li ci sono Andy e Cookie! Io vado da loro!” dissi.
“Vengo con te!” dissero in coro.
 
So lock up you daughter
Lock up your wife
Lock up your back door
And run for your life
The man is back in town
So don’t you mess me around
 
“Ehi Babù! Sono felice che tu sia venuta alla festa! Ti presento la mia ragazza Katie.”
“Piacere, sono Katie” disse con un sorriso a trentadue denti la ragazza di Cookie.
“Il piacere è mio, sono Babù!” le risposi con altrettanta allegria.
Le persone felici mi mettono sempre allegria.
“Ma il tuo vero nome è Babù?” mi chiese perplessa.
“No, però preferisco essere chiamata così!”
Katie stava per fare un’altra domanda ma per fortuna si intromise Andy nel discorso.
“Ciao Babù!” mi diede il cinque e poi battemmo il pugno.
“Ehilà Andy!”
“Babù, ti va di ballare?” mi chiese Matt all’improvviso.
Sguardo di Alex indecifrabile.
“Certo! Alex, Andy? Venite con noi?”
Che dovevo fare? Cercare di salvare la situazione ovviamente!
Ma il titolo di Superwoman non mi si addiceva per niente.
 
‘cause I’m T.N.T I’m dynamite!
T.N.T but I’ll win the fight!
T.N.T I’m a power load
 
Complice qualche drink di troppo, ci ritrovammo io, Alex, Matt ed Andy buttati sul prato dell’immenso giardino di Cookie in un angolo nascosto, dietro un albero.
Eravamo tutti e quattro un po’ troppo brilli.
“Vi va di giocare ad obbligo o verità?” chiese Andy all’improvviso.
Io che ero sdraiata alzai la schiena di scatto.
“Ci sto!” risposi.
“Per me va bene! Al che ne dici?” chiese Matt.
“Non saprei..” rispose titubante Alex.
“Hai qualcosa da nascondere?” chiesi io in contropiede.
“Veramente no..”
“Allora giochiamo!”
“Inizio io, vediamo un po’.. Matt! Obbligo o verità?” dissi.
“Obbligo!” era sicuro di sé il ragazzo.
“Ti obbligo ad andare vicino alla piscina, buttarti dentro e ritornare qui”
“Cosa c’è di più facile?” si alzò in piedi ridendo sguaiatamente.
Ma io non avevo ancora finito.
“Ovviamente dovrai farlo nudo”
Andy e Alex si guardarono e scoppiarono a ridere mentre io dal mio canto feci un sorriso soddisfatta. Nessuno riesce a battermi in giochi stupidi. Forse perché io sono altrettanto stupida!
Matt non era per niente scioccato, probabilmente a causa dell’alcool, anzi.. si tolse i pantaloni e i boxer e si mise una mano li davanti.
“Voglio fare un video” disse Andy che si stava strozzando dalle risate.
Matt sbucò da dietro l’albero e incominciò la corsa sfrenata verso la piscina.
La scena fu eclatante.
L’unica cosa che si vide furono le chiappe di Matt e questa scena rimase per un bel po’ nella mente di tutti i presenti.
Qualche ragazza si metteva le mani in faccia per non guardare mentre qualche altra guardava la scena divertita.
Qualche ragazzo fischiava a tutti applaudivano.
Ritornò dietro l’albero trionfante.
“Rimarrò nella storia” disse facendo finta di asciugarsi una lacrima di commozione.
“Si ma per favore, rivestiti!” dissi anche io in preda alle risate.
Dopo che si furono calmati gli animi (e dopo che Matt si fu rivestito) il gioco continuò.
“Dai, tocca a me!  Babù, obbligo o verità?” era stato Andy a parlare.
“Mmmm vediamo, verità!”
“Sei mai stata a letto con un ragazzo?” disse incominciando a ridere sotto i baffi.
Ma io ero più astuta di lui.
“Ovviamente si..”
Partirono degli ‘ohoh’ provocatori.
“..se per stare a letto con un ragazzo intendi dormirci insieme!”
Soddisfatta ancora una volta.
“Ehi ma così non vale!”
“Non hai specificato mio caro!”
Il gioco andò avanti per un bel po’ ed io ero riuscita a far baciare (ovviamente a stampo) Alex e Matt, far fare una finta dichiarazione omosessuale da parte di Andy ad un ragazzo spaventato e a scucire qualche verità scomoda al povero Alex riguardo le sue ex ragazze. Dal mio canto, quando interpellavano me, ero sempre pronta a dire ‘verità’ poiché sapevo rigirare bene le frittate a mio favore.
Fin quando..
“Obbligo o verità, Babù?” mi chiese Alex.
“Ovviamente verità!”
“Devi dirci il tuo vero nome”  questa volta furono i tre ragazzi a sorridere soddisfatti ed io messa in un angolo.
“Credo che per questa volta sceglierò l’obbligo” speravo di riuscire a svignarmela in qualche modo.
“Allora ti obbligo a darmi un bacio”
Non saprei descrivervi la scena in altro modo: Alex che mi guardava in attesa del suo bacio, Matt che guardava Alex con uno sguardo furente e Andy, ovviamente ignaro di tutto, che mi guardava divertito.
Oh santo cielo che situazione del cavolo!
“Va bene, ci sto” risposi guardando gli occhi di Alex illuminarsi.
Ah, i ragazzi! Quanto sono prevedibili da uno a cento? Ovviamente mille.
Alex era seduto con le gambe incrociate e le braccia appoggiate sul prato. Mi avvicinai lentamente e mi sedetti sulle mie ginocchia di fronte a lui.
“Chiudi gli occhi però!” gli sussurrai dolcemente.
Aspettai che li chiudesse e gli misi una mano sulla spalla e una sulla guancia. Lui era in evidente tensione, lo percepivo chiaramente, ma fece finta di rilassarsi e si protese leggermente verso di me in attesa del bacio. La sua pelle era così morbida!
Mi avvicinai lentamente e potrei giurarvi che tutti quanti stavano trattenendo il respiro in quel momento. Alex, del quale percepivo l’elettricità attraverso il contatto mano-guancia, Matt che in quel momento non vedevo ma ero certa che stesse ribollendo e Andy che probabilmente stava filmando la scena.
Ero quasi vicina alle sue labbra ma all’improvviso deviai e gli stampai un sonoro bacio sulla fronte.
Alex aprì di scatto gli occhi e vidi Matt ed Andy scoppiare a ridere.
Anche questa volta ce l’avevo fatta!
“Ehi!” protestò Alex.
“Mi dispiace Al! Tu non mi hai detto dove lo volevi questo bacio, così mi sono presa la briga di scegliere al posto tuo” ridevo anche io.
“Ci sa fare la ragazza!” disse Andy.
“Bene ragazzi! Per me si è fatto un po’ tardi, credo di dover andare” si era effettivamente molto tardi per me, soprattutto perché l’indomani ci sarebbe comunque stata scuola.
“Ti accompagno io” mi disse Alex.
“Tranquillo, non ce n’è bisogno” che tenero! Ma non volevo che si facesse strada in più solo per accompagnare me.
“Non era una domanda, era un’affermazione! Non vorrei che ti stuprassero o ti uccidessero strada facendo!”
Era riuscito a sciogliermi, completamente. Ma che razza di potere seduttivo aveva questo ragazzo? O ero io così polla da cascarci? Non credo proprio.
“No, è che non vorrei avere una morta sulla coscienza. Tutto qui.”
Ah, ecco.
“L’importante è che prometti tu di non stuprarmi! O devo ricordarti..”
“..che sono un assalitore e pedinatore, però amante delle giraffe e perciò carino? Certo che me lo ricordo!”
Anche molto modesto devo dire.
“Prometto di non fare niente.. se non sarai tu a chiedermelo.” Ancora un luccichio nei suoi occhi.
Salutai tutti.
Andy mi diede nuovamente il cinque mentre Matt mi diede un bacio sulla guancia.
“Salutatemi voi Cookie e Katie! A domani!” e li salutai ancora una volta.
 
T.N.T watch me explode!
 
“Hai freddo?” mi disse Alex con tanta premura indicando la sua felpa.
Allora, premettendo che questa scena risulta molto da film romantico/strappa-lacrime/diabetico e che io, ogni volta che vedo film del genere, non faccio altro che paraculare gli attori per le loro frasi e i loro gesti smielati, in mia discolpa posso solo dire che faceva molto, molto freddo. Perciò la mia risposta fu un ‘si, grazie’ molto imbarazzato.
Mi posò gentilmente la felpa e rimase con il braccio intorno alla mie spalle per tutto il tragitto.
Sentivo il profumo della felpa, era il suo. E ciò mi mandava letteralmente fuori di testa.
“Bene, eccoci a casa tua” mi disse fermandosi e mettendosi di fronte a me.
Non potevo incolpare l’alcool poiché lo avevo già ben smaltito. Così incolpando i suoi occhi da cerbiatto, non dissi nulla.
Alex esitò un attimo, forse pensava che fossi in attesa di qualcosa. Poi si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia più lungo del previsto. Infine si girò e se ne andò lasciandomi ancora una volta imbambolata di fronte l’ingresso di casa.
 
..just watch me explode!
 
 
 

Salve a tutti! Anche per questo secondo capitolo vorrei scrivere due righe (o forse più) alla fine, ma ovviamente se non vi va di leggere i miei lunghi viaggi/seghe mentali siete liberi di non farlo. Ancora una volta sarò felice per il semplice fatto che voi stiate seguendo o leggendo questa storia! 
 
Che dire! Sono molto contenta di essere stata recensita nello scorso capitolo (chiedo ancora perdono per i tremendi errori di ortografia che ho fatto che faccio e che farò!). Per questo invece non ho molto da dire a parte un ‘Spero che vi piaccia!’. Ho voluto postarlo oggi, a distanza di poco dal precedente, perché nei prossimi giorni non avrò modo di usare il computer (mio padre si è dimenticato di installarmi il nuovo antivirus e domani scade quello vecchio [ti voglio bene papà!]) e poi tra un po’ parto. No, non di cervello, è ovvio! Lui è partito molto tempo fa. Veramente partirò per altre ben due volte e poi inizierà la scuola, quindi non ho assolutamente idea di quando potrò continuare a scrivere e postare. Però vorrei rassicurarvi dicendo che nel frattempo Babù, Alex e gli altri continueranno la loro vita, perciò quando riprenderò la penna (o meglio, la tastiera) avrò mille cose da raccontarvi su di loro! Vorrei ringraziare tutti quei musicisti che con la loro musica continuano ad ispirarmi e a farmi crescere ogni giorni di più. Cheers!
P.S (non riesco a non mettere i p.s, sono tremenda lo so!) per quanto riguarda il vero nome di Babù, beh lei mi ha pregato di non rivelarlo (per ora!)

Sixteen
 
T.N.T degli AC/DC è una canzone che mi piace molto, se vi va ascoltatela! (non faccio altro che cantarla portando all’esaurimento tutti quanti!)

http://www.youtube.com/watch?v=hJOywrT0WXk
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Arctic Monkeys / Vai alla pagina dell'autore: Sixteen16