Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: hale    23/08/2012    6 recensioni
Fino a quale punto l’amore è pronto è spingersi? L’amore che prova questa ragazza è disposto a superare qualsiasi cosa,e le fusa e i miagolii del suo lui l’aiuteranno.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Where are you now.

Un cane è un cane, un uccello è un uccello, un gatto è una persona.

(Ascoltate: 
http://www.youtube.com/watch?v=ZXPeUsVlgmc)
 


Image and video hosting by TinyPic


Sfregai le mie mani tra loro in modo da creare un poco di calore. Era solamente la stagione autunnale, eppure, in una città come Londra, il freddo si faceva sentire pesantemente. Si doveva ringraziare il cielo se non era scattato uno dei soliti temporali. Mi risistemai su quella panchina umida in attesa nel suo arrivo. Incrociai le gambe e sbuffai, era ancora in ritardo. Presi la mia borsa ed iniziai a frugarci dentro alla ricerca del mio cellulare. Guardai l’orologio e realizzai che erano di già le cinque del pomeriggio passate, l’appuntamento era alle quattro e mezza.
Proprio quando avevo bisogno di lui, non si faceva più sentire. Avevo bisogno del suo aiuto e invece di prendermi la mano, scomparse.
Ma non dovevo stupirmi, era suo solito comportarsi così. Il suo risolvere i problemi equivaleva a evitarli completamente. Quella volta, a quanto pare, evitò anche me. Ed io, invece di reagire e liberarmene, sto al suo gioco fingendo un sorriso nel rivederlo. Tutto questo perché credevo in una speranza. Ma dovevo aprire gli occhi, lui non amava me come io amavo lui. Non gli interessavo, ero solo un oggetto, un insulso oggetto che veniva usato solo quando a lui pareva, solo quando ne aveva lui bisogno. Rigettai il cellulare nella borsa per poi lasciar cadere quest’ultima a terra di fianco alla panchina. Mi sdraiai per poi portarmi le mani alla fronte tirando la mia lunga chioma castana all’indietro.
“Perché sei così stupida, perché?” Dissi tra me e me chiudendo gli occhi.

Image and video hosting by TinyPic


Sentii qualcuno agitarmi per la spalla, facendomi svegliare e saltare i nervi. Strizzai gli occhi e mi alzai di scatto quando notai un ragazzo seduto accanto a me sulla panchina.
“Stai bene?” Mi chiese umile lui guardandomi preoccupato.
“Sì che sto bene, stavo dormendo.” Risposi con tono acido togliendo la sua mano dalla mia spalla.
“Ehi, scusami tanto se mi ero agitato. Sembravi svenuta.” Ribatté lui mandandomi un’occhiataccia per poi alzarsi dalla panchina intento a dirigersi per la sua strada.
“No, non andare.” Dissi pentendomi della mia reazione. Era stato umile, grazie al mio carattere invece io ero stata maleducata. Lui si voltò e mi guardò stranito infilandosi le mani nelle tasche dei jeans.
Spostai una ciocca di capelli dietro l’orecchio con fare nervoso, ero stata troppo azzardata.
“No, cioè.. Volevo dire, scusa se ti ho risposto male.” Balbettai, ero ancora nel mondo dei sogni. Lui mi sembrava un sogno.
“Ti perdono se mi dici il motivo per cui te stavi appisolata sola su una panchina.” Riprese il ragazzo avvicinandosi a me. Notai che il cielo si era leggermente scurito e il freddo era aumentato. Presi la mia borsa e la poggiai sulle mie gambe, tentando di prendere il mio cellulare.
“Aspetto un ragazzo.” Dissi. “Da due ore.” Sibilai guardando l’ora sullo schermo, avevo dormito per un’ora e mezza.
“Da due ore, e tu sei ancora qui?” Fece lui stupito quasi ridendo. Lo guardai male, mi sentii maggiormente stupida.
“Non ridere, ti prego.” Gli chiesi. “Se sei d’accordo, esco io con te.” Mi sorrise porgendomi la mano, intimandomi ad alzarmi. Lo guardai confusa prima di prendergliela, accettai l’invito e mi lasciai trasportare da lui.
Ci avviammo al primo bar che trovammo, mi fece entrare per prima ed io ricambiai il gesto con un sorriso insicuro. Il cielo si divenne di un color grigio spento e fu ricoperto di numerose nuvole, da lì nacque un forte e infrenabile temporale. Entrammo giusto in tempo per prevenirlo.

    Image and video hosting by TinyPic    

Ci sedemmo su un tavolo accanto alla finestra, osservai la gente camminare velocemente sotto la pioggia, chi era distribuito di un ombrello e chi si accontentava di un giornale.
“Non mi hai ancora detto come ti chiami.” Disse il ragazzo attirando la mia attenzione, facendomi distogliere lo sguardo dalla finestra per portarlo ai suoi occhi, incantevoli occhi.
“Helen, tu?” Gli sorrisi finalmente.
“Harry.” Rispose sfoggiando un sorriso a trentadue denti, il che mi fece accelerare il battito cardiaco.
Sentii il cellulare vibrare dalla borsa, senza esitare lo presi velocemente per scoprire di chi fosse il messaggio.

- Hel, penso che sia ora di mettere una fine a tutto questo, mi dispiace.-

Rilessi il messaggio un paio di volte, in modo che quello che avevo appena letto paresse la realtà. I miei occhi cominciarono a bruciare e le mani a tremare.
“Va tutto bene..?” Mi chiese Harry cercando il mio sguardo. Il cellulare mi cadde dalle mani finendo sul tavolo sbattendo rumorosamente. Mimai un ‘no’ con la testa per poi guardare il soffitto per evitare che le lacrime scendessero lungo il mio volto. La cosa successe comunque, con una mano tolsi velocemente le lacrime.
“Ehi, perché piangi?” Si agitò lui prendendomi l’altra mano poggiata sul tavolo.  
Sentii l’ira crescere dentro me, non avevo intenzione di piangere un’altra volta per la stessa storia. La furia saliva nel rivivere quella situazione, ancora una volta decise di mettere una fine ma sapevo che, non appena lui avrebbe avuto voglia di divertirsi una notte, sarebbe subito tornato da me a chiedermi perdono e di ricominciare. Ero una sciocca, non potevo continuare a far finta di nulla.
Presi il cellulare con gesto deciso e senza badare allo sguardo di Harry corsi fuori dal locale mentre intanto componevo il numero di lui. Finii sotto la pioggia senza neanche accorgemene, non dandole importanza.

Image and video hosting by TinyPic

“Pronto?” Rispose dopo un po’ di attesa.
“E’ finita? Questo è il tuo modo di lasciarmi, attraverso un insulso messaggino?” Cominciai tentando di mantenere la rabbia.
“Non avevo il coraggio di dirtelo di persona.” Si giustificò.
“Tu hai il coraggio di ignorare le mie lacrime, il mio soffrire. Hai il coraggio di sfruttare una ragazza, e non hai le palle per lasciarla di persona?” Gli sbraitai d’un tratto.
“Hai ragione Hel, non ti merito.” Riprese.
“Esatto, non mi meriti. Non cercarmi più, non farti rivedere.” Conclusi per poi riattaccare senza sentire la sua ultima risposta.
Diedi un pugno al muro che si trovava alle mie spalle, strizzando gli occhi cercando di non fare fuoriuscire quelle lacrime che si sarebbero comunque confuse con le gocce della pioggia. Appoggiai la schiena al muro e pian piano scivolai lentamente fino a sedermi a terra. Scostai lo sguardo verso la mia sinistra e mi apparve Harry in piedi, il quale non sapeva se avvicinarsi o meno.
“Helen, la tua borsa.” Disse camminandomi incontro porgendomi la mia borsa. “Vuoi rimanere qua, sotto la pioggia?” Mi chiese dopo.
“Sì, tu puoi anche andare.” Risposi con voce spezzata. Lui non badò alla mia frase e si sedette al mio fianco.
“Era solo una domanda, rimango anche io.” Mi sorrise. Lo guardai confusa ma allo stesso tempo grata. Nonostante il dolore e il furore, riuscì a strapparmi un sorriso.
“Perché lo fai?” Gli chiesi guardandolo negli occhi.
“Fare cosa?” Ridomandò a sua volta.
“Perché sei qui con una ragazza che nemmeno conosci, invece di stare con i tuoi amici?” Mi spiegai.
“Beh, possiamo conoscerci e diventare amici.” Non rispose perfettamente alla mia domanda, ma poco mi importava. Presi il mio cellulare per poi cancellare lo sfondo che rappresentava me e quel ragazzo, lo sostituii con un’immagine di un gatto. Guardai l’orario e realizzai che erano quasi le otto di sera.
“Devo tornare subito a casa.” Esclamai alzandomi di colpo.
“Ma..” Cercò di dire Harry ma fu interrotto dal mio fare frettoloso.
“E’ stato un piacere Harry, ci vediamo.” Lo salutai per poi iniziare a correre lungo il marciapiede raggiungendo la mia casa.
Forse, non sarei più stata sola. 

 


Accipicchia.
Salve a tutti, questa è la mia seconda FanFiction che scrivo c:
Vi chiedere che c'entrerà mai la presenza del gatto, lo scoprirete molto più avanti.
Spero che vi sia piaciuto l'inizio e spero di aver tempo per aggiornare spesso.
Lasciatemi un vostro parere recensendo se vi va, grazie c:
Seguitemi su Twitter
@stylessingstome
Un bacio, Ale. 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: hale