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Autore: Leo    24/08/2012    5 recensioni
Mi piace scrivere storie romantiche. Sono ormai così lontane dalla realtà, che è come scrivere di una persona con poteri paranormali!
Questo breve racconto fa parte di una storia molto più lunga che forse in un futuro o in un mondo parallelo, o magari stesso domani, potrei pubblicare. Tuttavia ho scritto questo pezzo di notte, dopo aver finito di leggere il fumetto con il groppo alla gola tipico di un disgustoso romantico. E rileggendolo ho pensato che in fondo sta molto bene anche da solo, per cui mi son detto: perché no?!
Così vi presento i pensieri di un adulto Kyosuke Kasuga che ricorda il momento in cui finalmente riuscì a confessare i suoi veri sentimenti per Madoka Ayukawa, nonché il momento in cui le rivelò i suoi poteri speciali.
Enjoy
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyosuke Kasuga, Madoka Ayukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Fu un momento di sofferenza per tutti. A pensarci ora mi vengono ancora i brividi…

Madoka, la mia bella Madoka alla fine aveva ceduto, e stava per andare in America. Sembrava una fuga, agli occhi di tutti. Ricordo che il Master era molto preoccupato, ed era a un passo dal chiudere l’Abcb, perché credeva di essere la causa della sospensione di Madoka. Ma non esisteva nessuna sospensione. No, lei era semplicemente distrutta, annientata dalla fatica di trattenere costantemente i suoi sentimenti. Perché, anche se Dio in persona fosse venuto a risolvere la situazione…anche in quel caso, la matematica non mentiva: uno più uno non sarebbe mai stato uguale a tre…

Aveva ormai diciotto anni. La sua scelta non poteva certo essere ostacolata, e in più la sua ostinazione era ormai nota ai più. Lo stesso Master non poté nulla. Hun…ricordo ancora le sue parole: ‘le persone qui attorno stanno facendo un gran trambusto…lei ha diciotto anni ormai, spero che la lascino in pace. Ma Kyosuke…Ayukawa…la affido alle tue cure’

Aveva una gran premura. Ed era una bravissima persona…

La trovai lì, dove non avrei mai pensato di trovarla. In una discoteca. Non so se fu sorpresa di vedermi. Mi disse che non avrei dovuto dire nulla…perché lei sarebbe andata via.

Il mio cuore si fermò. Ricordo ancora la sensazione. Ricordo ancora il vuoto che mi pervase, come una voragine nel mio petto. Ricordo che non riuscii neppure a piangere, ma sentivo gli occhi umidi, e non riuscivo a parlare in nessun modo. Ma, sai, quando non hai più nulla da perdere…quando non rimane che il tuo unico desiderio, lontano da tutti e sai che probabilmente non avrai una seconda occasione per realizzarlo…quando devi confessare qualcosa che cambia tutto e quel tutto sta già cambiando…è proprio allora che una persona non obbedirà più, e non sarà più controllabile. In quel momento le dissi quelle due parole. Quelle due semplici parole che sono le più belle e le più difficili da pronunciare. In quel momento le dissi ‘ti amo’!

Credimi: è la sensazione più dolce del mondo. Nella tua testa rimbomba l’eco di ciò che hai appena detto e non puoi sentire né vedere altro che la persona che hai di fronte. Sei attento ad ogni suo cenno, ad ogni sua reazione, ad ogni suo sussulto. Il tempo si dilata, e ogni cosa perde il suo significato. Rimani tu e le tue parole che ormai sono volate nell’aria, e non torneranno indietro. E allora ti aspetti di tutto, sei pronto ad ogni cosa, ogni singolo muscolo del tuo corpo è in tensione, aspetti la sua risposta e quella sarà la cosa più preziosa, che andrà al di là di ogni regalo possibile. Non esiste una risposta intermedia, il tuo mondo è finito nel momento stesso in cui hai deciso di confessare quei sentimenti, e di fronte a te si prospetta l’immenso dolore di un rifiuto o il paradisiaco sorriso che accompagnerà gran parte dei tuoi giorni a venire.”

La ragazza deglutì a fatica ascoltando quella descrizione. Non credeva potesse essere così affascinante.

“…e lei ti ha risposto?!”

A questo punto Kyosuke portò una mano alla testa e distolse lo sguardo.

“Beh…no…non subito. Di solito ero io il ragazzo indeciso e insicuro, ma quella volta fu lei ad esitare. Mi assicurò che sarebbe tornata quando sarebbe stata in grado di esprimere i suoi sentimenti. Ed io allora aspettai. Quanto aspettai…furono i mesi più lunghi della mia vita. E un giorno la trovai li, sulla scalinata, dove ci incontrammo per la prima volta, con il suo cappello rosso in testa. Era come se non fosse mai andata via. ‘Amicizia o amore?’ le chiesi.

L’angelo rispose, e fu il paradiso: ‘che differenza fa? Mi piaci anche perche sono innamorata!’”

Kyosuke si fermò qualche secondo. Sorrideva vistosamente, forse anche un po’ tristemente al pensiero che poteva solo ricordare quel momento e non riviverlo con tutta quell’intensità. Ma anche solo dalle sue parole giungeva l’eco di una passione incrollabile, di un amore veramente solido. Quando riabbassò la testa incrociò gli occhi lucidi del suo interlocutore. Sorrise di nuovo.

“…ecco come ci dicemmo ‘ti amo’. Perciò, se posso darti un consiglio, non buttare via queste due parole, perché dette al momento e alla persona giusta, ti faranno provare l’emozione più grande della tua vita.”

La ragazza sembrava essersi appassionata al racconto, e ne voleva ascoltare il lieto fine. Difatti chiese: “e poi? Vi siete baciati?”

Anche a questa domanda Kyosuke sembrò piuttosto imbarazzato.

“Si, ci siamo baciati…anche se…”

Prese un po’ di coraggio prima di continuare.

“…beh, il nostro primo bacio coincise con una rivelazione un po’ particolare...”

Tornò con la mente di nuovo a quel momento. Quando i due ragazzi unirono le loro labbra e i loro cuori.

“Ricordo che la guardai imbarazzato; e quasi volevo desistere, ma anche per quello non potevo più aspettare! Così le confessai…

 

 “Credo che adesso possa bastare, è ora di andare a letto!”

La voce femminile li raggiunse mentre l’uomo ancora stava parlando.

“Beh, Kiyoko, penso che immagini come sia andata a finire in fondo”

La ragazza era visibilmente contrariata. “Ma io voglio sapere!”

“Già anche noi?”

Kyosuke si guardò alle spalle. Senza accorgersi di niente anche i due gemelli si erano avvicinati, interessati al racconto, e ora lo guardavano appoggiando i menti ai braccioli delle poltrone con due occhi che sembravano dei cerbiatti.

Ripresosi dalla sorpresa, diede un leggero colpo di tosse, e senza avere il coraggio di guardare nessuno di loro, disse con voce chiara: “Avete sentito la mamma?! Tutti a letto, coraggio!”

I ragazzi sbuffarono, ma Kiyoko sorrise. Ascoltare quella storia le aveva fatto bene. Così schioccò un bacio sulla guancia dell’uomo e rivolse un sorriso verso la madre che era rimasta a guardare sullo stipite della porta.

“buonanotte papà, buonanotte mamma!” disse avviandosi verso il piano superiore, seguita dai due bambini che invece avevano mantenuto un’espressione triste e imbronciata, e salivano le scale tenendo le teste basse e rassegnate.

Kyosuke si voltò verso Madoka che lo guardava con un sopracciglio alzato…

“Allora Kyosuke…ti ricordi come andò a finire?!”

L’uomo sorrise.

“Come potrei dimenticarlo…”

 

“Sai…Ayukawa…non essere sorpresa di quello che sto per dirti, ochei? A dire la verità io sono…un esper!”

Ayukawa spalancò gli occhi per un attimo. Non sapeva assolutamente che dire. Poi prese a ridere leggermente. “ah si?! E quali sono i tuoi poteri? Sposti gli oggetti? O puoi volare?”

Proprio in quel momento sentì qualcosa appoggiarsi sulla sua testa…sollevò gli occhi. Vide di nuovo la visiera rossa del cappello di paglia…quello che era caduto a terra proprio qualche momento prima, quando la bella si avviò con decisione verso il viso del suo amato, facendolo volare via…

Riabbassò lo sguardo a incrociare gli occhi azzurri di Kyosuke. Lo osservò stupita per qualche interminabile secondo. Poi digrignò i denti e voltò la testa per allontanarsi…

Il ragazzo corse per raggiungerla, chiamandola insistentemente. “Andiamo, cerca di capire! Non potevo confessartelo prima. Ci siamo dovuti trasferire parecchie volte, ogni volta che siamo stati scoperti! Ayukawa! Ayukawa!”

La ragazza si fermò. Esitava a parlare.

“Sei davvero imperdonabile…”

Kyosuke deglutì a fatica. “A-Ayukawa” per un momento sembrò tutto finito. Poi lei si voltò.

“Possibile che ancora non capisci che non mi devi più chiamare Ayukawa?!”

Il ragazzo rimase perplesso. Tanto che non riuscì a dire una parola per qualche momento.

“A-Ayu…”

Lei si avvicinò di scatto, e, con il suo viso imbronciato, lo interruppe. “Ma-do-ka! Adesso puoi chiamarmi Madoka!”

Poi sul suo volto si stagliò un sorriso che illuminò il suo viso.

“Ma…h-hai capito cosa…”

“Si” disse lei allontanandosi di nuovo. Si avvicinò alla ringhiera della lunga scalinata guardando verso l’orizzonte. Kyosuke non le staccava gli occhi di dosso un momento. Poi lei continuò: “Il ragazzo…il ragazzo che amo possiede per caso dei poteri speciali, tutto qua.”

Il ragazzo a queste parole sorrise. Non poteva vedere il suo viso, mentre arrossiva vistosamente guardando un punto indefinito.

“Kyosuke…”

Sembrava un sogno. Lei, il suo angelo, Madoka Ayukawa lo stava chiamando per nome. In quel momento sentiva che avrebbe poteto fare qualsiasi cosa per lei. Anche raggiungere la luna…

Ma la capricciosa Ayukawa aveva qualcos’altro in mente. Si voltò sorridendo. “…spero che tu possieda un qualche potere che possa farmi arrivare a casa senza troppa fatica.” Guardò il borsone che era rimasto a terra per tutto il tempo. “Sai, sono un po’ stanca del lungo viaggio”

Kyosuke rimase di sasso, e cominciò a guardarsi attorno spaesato. Ma la ragazza non gli diede il tempo di rispondere. Si avvicinò cingendogli le braccia al collo.

“In più…” aggiunse la bella Madoka. “Mi piacerebbe che tu ti fermassi un po’ da me"

Gli diede un bacio. Poi lo guardò di nuovo con aria maliziosa. “Voglio vedere con i miei occhi questi tuoi poteri!”

Tornò a baciarlo, e, in un istante, sparirono entrambi…

 

Madoka guardò sorridente il marito che con calma si alzava dalla poltrona per avvicinarsi a lei. Raccolse il suo viso con una carezza e lentamente si avvicinò, e i due si scambiarono un lungo bacio. Quando si staccarono le loro labbra erano arrossite ed entrambi sorridevano. Poi Madoka chiuse gli occhi. “Ora che mi ci fai pensare…”

Si voltò di scatto e cominciò ad avviarsi verso le scale. “…mi pare di averti detto che non ti perdonerò mai per non essermi venuta a trovare in America con tutti i poteri che ti ritrovi, vero?!”

Kyosuke la guardò imbronciato. “Non è giusto! Ti ho chiesto scusa migliaia di volte ormai” e cominciò ad inseguirla mentre lei prese a correre su per le scale ridendo.

  
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