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Autore: o donnell    24/08/2012    11 recensioni
"chi sei e cosa vuoi"
"se ti dicessi chi sono, il gioco finirebbe troppo presto"
"dammi almeno un indizio"
"z"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad Abigail Malik, grazie.


-Romeo e Giulietta è una tragedia di William Shakespeare tra le più famose e rappresentate, e una delle storie d'amore più popolari di ogni tempo e luogo. Mi riferisco a voi ragazze, principalmente,- disse la professoressa di letteratura inglese, abbassandosi gli occhiali sul naso, -è un libro molto romantico, vi suggerisco di leggerlo, anche perché potrebbe essere la prima e l’ultima volta che sentirete pronunciare certe parole da una ragazzo-   
Amavo l’ironia veritiera della professoressa Riddell.
La campanella suonò, e io mi precipitai in caffetteria per fare un break.
Le parole della professoressa Riddell mi risuonavano nella testa, così decisi di fiondarmi in biblioteca, a prendere in prestito “Romeo e Giulietta” .
Vagai un po’ per gli scaffali di legno scuro e polverosi, fin quando, scorrendo tra i vari titoli, non trovai il libro.
Mi appostai in un angolino remoto della biblioteca, fuori da occhiate indiscrete e da rumori fastidiosi, solo qui mi riuscivo sempre a concentrare, e cominciai a divorare la prima pagina del volume.
Arrivai a pagina tre e vi trovai un bigliettino.
“secchiona e romantica come sei, sapevo che avresti letto questo libro”
Lo rilessi più volte, pensando a chi potesse essere il mittente, mi passò per la testa l’idea che quel biglietto potesse essere rivolto a me, ma poi lo accartocciai e continuai la mia lettura, ignorandolo.
A pagina otto, trovai un altro biglietto.
“molto probabilmente avrai ignorato il mio primo biglietto, perciò sto ritentando di attirare la tua attenzione”
In quel momento, l’idea che quel biglietto iniziale fosse rivolto a me, mi ripiombò in testa. Mi torturai per un momento decisamente troppo lungo, il cervello, quando poi decisi di riporre il libro, con la promessa che avrei continuato la lettura il giorno seguente.
Prima di lasciare il libro, però, scrissi un biglietto e lo infilai nella prima pagina.
“chi sei e cosa vuoi?”
Il giorno seguente, come promesso, tornai in biblioteca, e ripresi il libro.
Ricominciai da pagina ventotto, e vi trovai l’ennesimo biglietto.
“se ti dicessi chi sono, il gioco finirebbe troppo presto.”
Cominciai a giocare ad “indovina chi”, con il mio cervello.
Pensai che indubbiamente questa persona doveva frequentare la mia stessa classe di letteratura, visto che sapeva di “Romeo e Giulietta”
Però non è facile indovinare tra trenta ragazzi.
Arrivai a fatica, causa i miei ragionamenti contorti, a pagina trentadue, dove trovai un altro biglietto.
“se vuoi sapere cosa voglia da te, Abbie, vai a pagina 173”
Rimasi spiazzata, notando che questo tizio sapeva anche il mio nome e poi freneticamente sfogliai il libro fino ad arrivare a pagina 173.
C’era una frase evidenziata. “il giovane l’amava.”
Il cuore mi uscì dal petto leggendo la frase finemente sottolineata con un tratto scuro di matita.
Decisi che per quel giorno avevo letto abbastanza, così, rimisi apposto il libro nello scaffale, lasciando però un biglietto in risposta.
“dammi almeno un indizio..”
La notte stessa e la mattina seguente, secondo il mio stupido cervello, erano durati troppo.
Avevo dormito a malapena quattro ore, troppo impegnata a capire chi fosse “il mio amico di penna”.
Tornata in biblioteca, nel pomeriggio, camminai velocemente per gli scaffali, alla ricerca del mio libro, che appena trovato, spaginai velocemente per poi trovare a pagina trentanove, il mio tanto desiderato indizio.
“Z”
Diceva solo questo il biglietto.
Magari era l’iniziale del nome di questo sconosciuto.
In quel momento però,  il primo nome a cui pensai, fu Zac.
Non solo perché fu una delle mie prime cotte qui al liceo, ma anche perché era un assiduo frequentatore della biblioteca.
Ma c’era qualcosa che non andava.
Zac non sapeva neppure della mia esistenza e poi non frequentava il corso di letteratura con me.
La mia mente era in black-out totale.
In un secondo mi scordai anche tutti i nomi dei miei compagni di classe, non riuscivo a ragionare.
Scocciata riposi il libro e me ne andai, incapace di darmi una risposta.
Ero delusa da me stessa e dalla mia brillante intuizione che aveva deciso di abbandonarmi proprio in quell’istante.
Il giorno dopo, tornata in biblioteca, e preso il libro, notai un foglietto sporgere dal libro di almeno tre centimetri. Aprii il libro a pagina sessantadue
“credevo fossi più brillante.
ma non posso più aspettare, perciò ho intenzione di aiutarti.
metti in ordine i numeri delle pagine nelle quali ti ho lasciato i biglietti, quello è il mio numero di telefono.”
Le mie mani tremavano e il cuore mi stava abbandonando, me lo sentivo, tutta quell’attesa tra un biglietto e un altro, e tra un indizio e un altro mi avrebbe uccisa.
Cominciai a ricordare i numeri delle pagine in cui trovai i suoi biglietti, il primo era a pagina tre, se non erravo.
Dovetti ammettere che il tizio in questione aveva una bella testa.
Non è da tutti architettare questa “caccia al tesoro”.
3828323962.
Decisi di comporre il numero, nascondendomi tra gli scaffali della  sezione “letteratura tragica”, oggi stranamente poco affollata.
-Ce l’hai fatta finalmente!- esclamò una voce pastosa dall’altra parte del telefono.
-Chi sei?- chiesi frastornata tenendo il libro stretto al petto.
-Non ci sei ancora arrivata?- chiese lui sorpreso. Io non risposi.
Passarono alcuni secondi in cui i suoi sospiri riempirono le mie orecchie, poi finalmente parlò, di nuovo.
-Direi che per il nostro primo appuntamento la biblioteca sarebbe perfetta- continuò.
-E quando sarebbe questo primo appuntamento?- chiesi scorrendo le dita tra i libri dello scaffale, giusto per far finta di essere ancora un topo di biblioteca che si rispetti.
-Vai all’ultima pagina del libro.- rispose lui. Dal suo tono di voce, il ragazzo parve sorridere.
Aprii il libro incastrando il telefono tra la spalla e l’orecchio.
Scorsi velocemente tra le righe dell’ultima pagina, fin quando scoprii una parola evidenziata.
“subito”
Il mio interlocutore attaccò il telefono, e un ragazzo moro dalla pelle ambrata, mi sbucò davanti agli occhi.
-Per fortuna il libro ha solo 735 pagine!- esclamò ridendo il mio compagno di banco, per poi avvicinarsi a me.

hello!
rieccomi a scassare i maroni
con la seconda OS che pubblico in appena 15 ore. ahaha
questa OS, accessoriata di Zayn Malik, la dedico ad Abigail malik,
anche lei assidua recensore di "pane e tulipani".
spero che sia una dedica decente, e spero che piaccia anche a voi lettori,
ora me ne vado.
old yellow bricks

 
 
 
 
  
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