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Autore: OpenEyesDreamer    24/08/2012    1 recensioni
Ogni tanto Kibum chiedeva a Jonghyun come stava, e lui rispondeva che andava tutto bene, che non doveva preoccuparsi.
Ogni tanto la mano di uno sfiorava quella dell'altro, e si creava un silenzio imbarazzato che però si dissolveva in una battuta o in una risata.
Ogni tanto, forse per sbaglio, forse apposta chissà, i loro sguardi si incrociavano, gli occhi si abbassavano e spuntava un sorriso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jonghyun era seduto. Non faceva nulla, non pensava a nulla, stava semplicemente seduto su una sedia in cucina.
 Si sentiva vuoto, e chi poteva colmare quel vuoto se non lui? Decise di andarlo a svegliare.
Andò verso la loro stanza, e senza far rumore, per non svegliare anche gli altri, aprì la porta. Si avvicinò al suo letto, si sedette sul bordo e restò per un paio di minuti a guardarlo, il ciuffo di capelli davanti agli occhi, la bocca leggermente aperta, il braccio bianco dietro la testa...è perfetto, pensò.
Con le labbra sfiorò delicatamente la sua guancia, si spostò piano verso il suo orecchio e con un sussurro gli disse "Alzati, perfavore."
Kibum, senza aprire gli occhi, passò le dita di una mano tra i capelli di Jonghyun per un po', poi con l'altra si appoggiò alla sua spalla e si mise seduto. Le loro teste erano così vicine che ognuno poteva sentire il respiro dell'altro, ma non si baciarono.
Non ora, pensarono tutti e due.
Jonghyun lo prese per mano e lo trascinò piano fuori dalla stanza. Quando Kibum vide che erano le 5 del mattino, si girò per tornare a dormire ma l'altro gli strinse il polso con delicatezza.
Kibum fece un sorriso compiaciuto, si girò e quasi si sciolse vedendo che Jonghyun aveva una mano che gli copriva la faccia, che le sue spalle tremavano e che delle lacrime gli scendevano dalle guance. Gli andò vicino e lo abbracciò. Potevano sentire entrambi il viso dell'altro sulla propria spalla, le mani che accarezzavano i capelli e la schiena...
Kibum appoggiò la sua bocca sul collo di Jonghyun, annusò l'odore della sua pelle, dei suoi capelli, della sua maglietta...gli disse che andava tutto bene, che non doveva preoccuparsi, che tutto sarebbe finito e che lui non avrebbe permesso che qualcosa avrebbe sciolto il loro gruppo e la loro amicizia.
Jonghyun sentiva che le labbra dell'altro gli sfioravano il collo, e non poteva non venir scosso da brividi e sorrise, felice che la persona che lo stava abbracciando e confortando era lui. Non desiderava stare con nessun altro.
Restarono così per un po', fino a quando Kibum si staccò dall'abbraccio, lo guardò, gli scostò i capelli dal viso e rise. Tutti e due risero, felici che il momento di tristezza era passato. Decise di andarsi a cambiare e di andare a portare Jonghyun da qualche parte, per distrarlo.
Lui lo aspettò, già vestito, seduto sul divano. Non poteva far altro che pensare ai suoi occhi, alla sua bocca, alle sue braccia, al collo, alle mani, alla maglietta che si alzava quando ballava, alle sue gambe che si muovevano sul palco, ai loro sguardi che si incrociavano mentre cantavano...è perfetto, ripetè a se stesso.
Kibum ritornò, vestito in modo impeccabile come sempre, con dei vestiti un po' eccentrici, ovvio, ma piacevano a entrambi. Lo prese delicatamente per un braccio e lo aiutò ad alzarsi, prese le loro borse e uscì di casa. Jonghyun lo seguì.
Era curioso di sapere dove voleva portarlo, lui adorava passeggiare per Seoul di prima mattina, e farlo con Kibum sarebbe stato ancora più bello.
Le strade erano deserte, solo qualche auto sfrecciava sull'asfalto, un vento leggero agitava la cima degli alberi e i capelli dei due ragazzi, che camminavano piano uno accanto all'altro, senza parlare.
Si sentivano bene lontani dalle fan e dai fotografi, in quel momento erano delle persone normali.
Ogni tanto Kibum chiedeva a Jonghyun come stava, e lui rispondeva che andava tutto bene, che non doveva preoccuparsi.
Ogni tanto la mano di uno sfiorava quella dell'altro, e si creava un silenzio imbarazzato che però si dissolveva in una battuta o in una risata.
Ogni tanto, forse per sbaglio, forse apposta chissà, i loro sguardi si incrociavano, gli occhi si abbassavano e spuntava un sorriso.
Dopo una mezz'oretta, arrivarono a destinazione: un grande parco nel centro della città, dove Kibum spesso si rifugiava agli inizi della sua carriera per riordinare le idee.
A Jonghyun fece piacere che avesse scelto quel posto, lo trovava rilassante, quieto, fresco, pulito...trovarono una panchina sotto un grande albero, si sedettero e per un po' non parlarono. Non ce n'era bisogno.
Jonghyun era da molto tempo che ci pensava...che senso aveva tenersi tutto dentro? Kibum era uno dei suoi più cari amici, c'era sempre per lui, poteva svegliarlo a qualsiasi ora della notte, poteva dirgli quello che voleva, avevano le stesse opinioni, quando erano insieme stava bene, erano in sintonia...
 
Kibum non aveva più voglia di aspettare. Era da sempre stato una persona molto energica, sempre di corsa, non amava starsene con le mani in mano. Solo lui sapeva quello che provava quando si guardavano, quando cantavano insieme, quando si alzavano la mattina e lo vedeva, quando tornava a casa stanco e aveva voglia di stare un po' da solo (il che voleva dire stare con lui...).
  
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