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In ritardo. Era
maledettamente in
ritardo.
“Jake ti prego, dammi un passaggio!”
Era il primo fottutissimo giorno in una
scuola nuova, in una città nuova, ma lei era già
in ritardo.
“Se mi fai ritardare all’università,
ti uccido, sappilo”
Il traffico di Chicago lo
spazientiva,
ma ogni mattina decideva sempre di andare in macchina a scuola,
chissà perché.
“Forse perché ami avere
indipendenza” gli disse la sua coscienza. Ed aveva
perfettamente ragione. Ma voleva anche allontanarsi da tutte quelle
coppiette che ultimamente gli giravano intorno, manco si fosse
scatenato Cupido. Non era contrario all’amore, assolutamente,
ma
gli stava venendo il diabete di fronte a tutte quelle coppiette. I
suoi genitori, i suoi fratelli. Perché lui no?
Quindi, l’unico modo per non
pensarci, erano quei venti fottutissimi minuti trascorsi nel traffico
di Chicago per arrivare a scuola.
Il semaforo diventò rosso davanti a
lui proprio in quel momento. Alzò gli occhi al cielo.
Oggi non è proprio giornata.
Abbassò il finestrino per prendere un
po’ d’aria, e proprio in quel momento una moto nera
accostò
proprio accanto a lui, aspettando che il semaforo scattasse.
E lui non poté fare a meno di guardare
verso quella moto e rimanere folgorato.
Mentre non riusciva a vedere il
guidatore, coperto da un casco integrale nero, dietro di lui vi era
una splendida ragazza, molto probabilmente della sua età,
con un
semplice casco bianco che lasciava completamente libero il suo viso e
la sua chioma di capelli scuri.
E che viso.
La ragazza si volse proprio in
quell’istante verso di lui, mostrando due occhi scuri
dolcissimi e
due labbra che lo conquistarono subito.
Mentre lui ancora la studiava, lei
sembrava presa dalla musica che ascoltava tramite le cuffie del suo
i-pod. S’illuminò improvvisamente.
Probabilmente, adora questa canzone.
“Posso sapere cosa stai ascoltando?”
la domanda rotolò fuori dalle sue labbra prima che potesse
anche
solo pensarci.
Lei lo guardò sorridendo, pensando che
forse, come primo approccio non era proprio il massimo. Ma insomma,
il ragazzo alla sua destra era uno schianto, doveva giocarsi bene le
sue carte.
“Viva la Vida, dei Coldplay. Te la
consiglio vivamente”
E mentre lo diceva chiuse
momentaneamente gli occhi muovendo le labbra sulle parole della
canzone.
Dio, come la faceva sentire viva
quella canzone..
Doveva muoversi, e velocemente anche.
Afferrò il suo i-phone e lo accese velocemente, si
girò verso la
ragazza che aveva appena aperto gli occhi e che sembrava avergli
letto nel pensiero, inclinò il capo, sorrise pronta al..click.
Il semaforo diventò verde in
quell’istante, facendo partire a razzo la moto. Il ragazzo
rimase
un attimo sconcertato dall’incontro appena vissuto, ma
ingranò la
marcia e si avviò verso la scuola.
Appena arrivato nel parcheggio, si
guardò intorno, in cerca di una moto che ovviamente, non
c’era.
Guardò nuovamente la foto, e con uno
slancio di coraggio decise di pubblicarla su twitter. Aveva parecchi
followers, merito dei suoi video caricati su youtube, e provava una
certa falsa speranza nel credere che lei fosse una di quelli.
Bella, sexy, su
una moto e fan dei coldplay.. di più, vorrei sapere solo il
nome.
E scritto questo, si incamminò verso
l’ingresso della scuola.
Un primo giorno davvero
indimenticabile.
Ma proprio mentre tornava nella pagina iniziale, notò che qualcuno aveva ritwittato il suo post,un nuovo follower, ma aveva aggiunto anche un commento oltre al suo:
Bella: sexy, su una moto e fan dei coldplay. Ora sai tutto di me.