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Autore: SvaneH    24/08/2012    2 recensioni
La sede dello SHIELD trabocca di telecamere di sorveglianza, poste in ogni angolo, anche il più recondito; pronte a captare il più minuscolo segnale di pericolo.
Ogni tanto, però, capita che captino anche qualcos'altro.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sede dello SHIELD trabocca di telecamere di sorveglianza, poste in ogni angolo, anche il più recondito; pronte a captare il più minuscolo segnale di pericolo.

Ogni tanto, però, capita che captino anche qualcos'altro.

 

15 Gennaio, ore 01:45 am

Clint Barton scivola silenziosamente fuori dalla sua stanza, guardandosi intorno circospetto, prima di dirigersi a passo felpato verso destra.

Senza essere vista, la telecamera nascosta lo segue, implacabile.

Giunto a un bivio, svolta a sinistra, cammina per alcuni metri poi si ferma.

Di botto, si blocca; come se avesse sentito qualcosa.

Alza il viso e mormora qualcosa di incomprensibile.

L'ultima sillaba era appena stata pronunciata, che sul soffitto si apre un passaggio, e sbuca fuori Natasha Romanoff, stretta nella sua tuta di latex nero; scivola giù con grazia e piomba davanti a Clint, che sorride.

-Agente Romanoff, ce l'ha fatta.- sussurra.

-Ne dubitava, Barton?- ribatte fredda la spia; un bagliore negli occhi.

-Assolutamente.- risponde pronto l'arciere, e le si avvicina.

-Pronta per la seduta notturna di allenamento?

-Me lo dica lei.- sussurra maliziosa la Romanoff, e insieme si dirigono verso la palestra; stando attenti a non farsi sentire.

Intanto, nella sede centrale, l'addetto al controllo delle telecamere osserva tutto; scuote la testa, seduto comodamente con le gambe allungate sulla scrivania, i monitor azzurrini che illuminano la stanza.

Allenamento notturno; ma per piacere- pensa, scartandosi un panino -Lo sanno tutti quello che è successo a Budapest.

 

3 Marzo, ore 00:00 am

Rogers si gira e si rigira nel letto, incapace di prender sonno.

Brutti sogni tormentano la sua mente, impedendogli di dormire.

Irritato, scatta a sedere, pensando disperatamente a un modo per addormentarsi.

Poi, l'idea.

Lancia un'occhiata al cellulare sul comodino; un regalo/obbligo di Fury, e tentenna un attimo prima di prenderlo in mano, poi sospira e lo afferra.

Compone un numero, lo porta all'orecchio e attende.

Dall'altra parte, qualcuno risponde, e lui parla -Sì, lo so. Lo so. Non riesco a dormire, io- esita, poi continua -Ho bisogno di qualcuno con cui parlare.

Ascolta la risposta in silenzio, poi sorride -D'accordo, fra cinque minuti.

Riattacca, ed esce con attenzione, camminando in punta di piedi.

La telecamera lo osserva.

Cinque minuti dopo è nella sala riunioni, le luci spente, solo una piccola lampada ad illuminare il tavolo, su cui sono poste due tazze di tè.

In piedi davanti alla finestra ammira le stelle, quando una voce dalle tenebre lo fa sussultare -Allora, Capitano. Cosa ti turba da farmi buttare giù dal letto a quest'ora indecente?

Rogers si volta -Incubi. E rimpianti. Pensavo che tu potessi aiutarmi, o sbaglio?

Stark fa un mezzo sorriso che sembra una smorfia, poi lo chiama con un gesto vicino a sé -Posso provarci.

Si siedono, sorseggiando i loro tè, e parlano.

Ridono, anche, e dopo poco meno di un'ora tornano a dormire.

Stavolta Steve sogna, senza preoccupazioni.

Il sorvegliante sorride.

Figurarsi. Fingono di odiarsi, ma in realtà non saprebbero cosa fare l'uno senza l'altro. Se lo sapesse Fury, con tutte le volte che lo esasperano coi loro litigi ... ridacchia, bevendo una tazza di caffè per tenersi sveglio, e si sistema meglio sulla sedia imbottita.

 

20 Aprile, 12:30 pm

Banner è chiuso in laboratorio da tutta la mattina.

Non esce nemmeno per mangiare, o andare in bagno.

Sta passando un brutto momento: ha appena trovato, per caso, una fotografia di Betty in mezzo a un suo libro di fisica nucleare, e sta cercando di trattenere il dolore.

Sente la rabbia strisciare in mezzo alla sofferenza, avvolgerlo piano come le spire di un serpente; vuole contrastarlo, ma sta per cedere ….

La telecamera lo scruta, attenta; il sorvegliante pronto a dare l'allarme.

Ma ad un certo punto la porta del laboratorio si spalanca di botto, ed entra Stark, ignaro del disastro incombente -Ehi Banner, oggi in mensa c'è la pizza. Vieni?

Bruce si volta di scatto, gli occhi fiammeggianti, i pugni chiusi, e cerca di trattenere un ringhio.

Tony sgrana gli occhi, ma non si scompone più di tanto; anzi: sorride.

-Avanti, Banner. Non è il momento di far visita a Hulk, ci aspetta la pizza.- nota la foto accartocciata tra le sue mani e, contro ogni buonsenso, si avvicina e gliela sfila delicatamente -Non è il momento di pensarci.

Lo fissa, gli occhi color cioccolato penetrano i verdi smeraldo, e mormora, serio -Lei sta bene. Non c'è alcun motivo di arrabbiarsi.

E Hulk se ne va, lasciando a metà la trasformazione.

Ritorna Banner, e sorride, stanco.

Apre la bocca per parlare, ma Stark lo precede -Muoviti, o non ci rimarrà niente. E dopo sì, che Hulk dovrà spaccare!

Bruce sorride, mentre Tony lo trascina amichevolmente fuori dal laboratorio, ciarlando di pizza e patatine; ringraziando per l'ennesima volta la leggerezza del suo carattere e il suo aiuto.

Il sorvegliante, immobile davanti alla telecamera, tira un sospiro di sollievo.

Pericolo scampato.

Torna ad accomodarsi sulla sedia, e sorride anch'esso, osservando i due scienziati ridere come bambini per una battuta sui Quark, incomprensibile ad orecchie normali.

Fratelli di scienza … stavolta il soprannome è davvero azzeccato, pensa.

 

9 Giugno, 4:15 pm

C'è del tafferuglio in sala riunioni: Stark ha riunito tutti i Vendicatori, tranne Rogers, per esporre un suo piano d'attacco della massima importanza.

Deve assolutamente vincere.

-Allora, avete capito? Agiremo stanotte, alle 3. Puntuali, qui!

Un coro di assenso segue le sue parole, e tutti si disperdono.

La telecamera li ha ascoltati, attenta, e quella notte sarebbe stata sveglia ad aspettarli.

10 Giugno, 3:00 am

-Siete pronti?- sussurra Stark ai suoi compagni, immersi nel buio.

-Sì. Andiamo io e Barton.- replica la Romanoff, e i due si allontanano silenziosi come gatti.

-Banner, tu stai con me. Ok?- sussurra Stark, e lo scienziato annuisce.

-Non pensi che sia pericoloso? Se ci scopre?

-Oh, non preoccuparti. Staremo attentissimi e silenziosissimi.- lo rassicura Tony, e in quel momento il walkie talkie al suo orecchio crepita, e la voce della Romanoff lo invade.

-Tutto a posto, potete venire. Fate in fretta, però.

-Arriviamo.

Camminando con passo felpato, li raggiungono: l'arciere e la spia sono davanti la camera, che fanno la guardia; con un cenno della testa, Barton fa segno di entrare, mentre loro aspettano fuori.

I due scienziati scivolano dentro, e si fermano davanti al letto: Nick Fury dorme placidamente, la solita espressione seria sul viso un po' rilassata.

La benda è al suo posto sull'occhio.

Stark lancia un'occhiata a Banner, che tira fuori dalla tasca una macchina fotografica, e aspetta il momento giusto.

Tony si china, e delicatamente, con una biro elettronica di sua invenzione, disegna accuratamente qualcosa sulla benda della spia, e dopo una piccola esitazione, anche sul viso.

Con espressione soddisfatta si volta verso Bruce, che trattiene una risata e scatta la foto, con un flash muto.

Silenziosi come erano entrati escono, seguiti da Barton e dalla Romanoff.

E dall'occhio segreto della telecamera.

10 Giugno, ore 8:00 am

-Allora Rogers, pronto a perdere?- si pavoneggia Stark nella sala pranzo, circondato dal resto del team.

-Non dirmi che ce l'hai fatta perchè non ci credo.- ribatte Steve, e Tony gli porge una foto con un'espressione eloquente.

Il Capitano la fissa, ad occhi sbarrati, e scoppia a ridere sbalordito.

-Come hai fatto?!

-Oh, niente di che. É bastato un ottimo piano d'attacco.- sogghigna, e Rogers, rassegnato, porge dieci dollari al miliardario, che li intasca soddisfatto.

-E ora … andiamo ad appendere il cartellone nella sala comandi!

Cinque minuti dopo, una gigantesca fotografia appesa sopra ai sofisticati computer dei comandi fa bella mostra di sé, ritraendo un addormentato e inconsapevole Fury con un'occhio incazzato disegnato sulla benda, e con un bel paio di baffi bianchi sopra le labbra.

Sopra, la scritta “Io posso” a caratteri cubitali completa l'opera.

La foto fece il giro di tutti i dipendenti dello SHIELD, creando risate e scompiglio, e Fury non scoprì mai il colpevole (benchè lo sospettasse).

La telecamera invece lo sapeva, come lo sapeva anche il sorvegliante.

Sorvegliante che non rivelò mai nulla, giurando di non aver visto niente: rischiava, ma il gioco valeva sicuramente la candela.

 

3 Luglio, ore 2:00 am

Loki è nella sua cella, in piedi, lo sguardo gelido perso nel vuoto.

Chissà cosa guarda, pensa il sorvegliante, perplesso.

Lo vede avvicinarsi al vetro, e sfiorarlo con le dita, poi sollevare la testa e guardare dritto nella telecamera.

Telecamera che è nascosta e quindi, almeno teoricamente, invisibile.

Il sorvegliante si agita sulla sedia, nervoso, vedendo il Dio sorridere maliziosamente.

Lo osserva mentre si siede, composto, e chiude gli occhi.

Pochi secondi dopo, la sua esatta copia è nella camera di Thor, a fianco al suo letto.

Il sorvegliante scatta sulla sedia, cercando di dare l'allarme, ma non ci riesce: sembra che qualcosa glielo impedisca; e resta, impotente, a guardare la scena.

Ha capito che quella è una proiezione, ma non sa cosa è in grado di fare.

E se l'avesse ucciso?

Sudando freddo, lo vede afferrare un coltello di piccole proporzioni da sotto la veste di pelle, e puntarlo sulla gola del fratellastro.

Il sorvegliante cerca di gridare, ma dalle sue labbra non esce nessun suono.

Si contorce sulla sedia, terrorizzato, ma nota che non sta agendo.

É immobile.

Perplesso, si chiede perchè non affonda il coltello nella carne: è alla sua mercè, lui non può chiamare i soccorsi, la vittoria è assicurata.

Perchè esita?

Interessato e col cuore che batte forte lo fissa, e con suo grande stupore lo vede riporre il coltello sotto la veste.

Rimane un attimo a fissarlo, poi sparisce.

Nella sua cella, Loki ha un sussulto, e ritorna in sé.

Il sorvegliante è a bocca aperta, e in quel momento si rende conto che può muoversi, parlare e quindi chiamare aiuto.

Ma non lo fa.

Resta a contemplare Loki, sbalordito, e lo vede prendersi la testa tra le mani e chinarsi sul pavimento; l'immagine della disperazione.

Alza per un attimo lo sguardo, e il luccichio di una lacrima brilla sul suo viso, subito asciugata con un gesto rabbioso, prima di tornare nella posizione iniziale.

Il sorvegliante è turbato; non sa cosa pensare.

Quest'uomo è tormentato, pensa; e decide di tacere quello che ha visto.

 

1 Settembre, ore 11:23 am

Sala riunioni.

Regna il silenzio.

I Vendicatori sono riuniti per commemorare l'agente Coulson nell'anniversario della sua morte.

Sono in piedi, vestiti di nero; tra di loro c'è anche Pepper, le guance rigate di lacrime.

-A Coulson.- esclamano in coro, forte; e bevono un bicchiere di Whisky alla sua salute, come piaceva a lui.

-Agente, sei stato vendicato.- mormora Stark in un sussurro appena udibile, e Pepper gli stringe la mano, un sorriso triste sulle labbra sottili.

Tony ricambia, e alzando lo sguardo incontra gli occhi di Rogers, lucidi di pianto ma fermi.

Tra le mani, stringe una figurina autografata.

Il sorvegliante si tampona gli occhi, e spegne la telecamera di quella sala.

Non può sopportare quella vista, quei ricordi che riempiono i volti di uomini coraggiosi e forti, ma inermi di fronte alla morte di un collega; un amico.

A Coulson, pensa, sorseggiando un bicchiere di vino nel silenzio buio della sala registrazioni.

 

6 Ottobre, ore 4:16 pm, tre anni prima

Fury osserva alcuni fascicoli posti sulla sua scrivania, esaminando attentamente i nomi e le descrizioni.

Clint Barton, assassino professionista; specializzato in tiro con l'arco, detto “Occhio di Falco”.

Natasha Romanoff, spia professionista; detta “Vedova Nera”.

Entrambi nuovi agenti dello SHIELD.

Tony Stark, genio inventore e produttore di armi; è Iron Man.

Bruce Banner, scienziato geniale; “Hulk” causa incidente con le onde gamma.

Steve Rogers, soldato; detto “Captain America”, è un super soldato.

Thor Odinson, Dio leggendario.

La telecamera lo osserva mentre riflette, le mani giunte davanti al viso.

Poi, di colpo, afferra il telefono e compone un numero.

Risponde quasi subito -Sì, sono io.

Attimo di silenzio.

La risposta.

-Il Progetto Avengers è confermato.

Il sorvegliante ascolta, e scuote la testa.

Chissà che combineranno quei tizi strani, pensa.

E cosa mai dovranno vendicare?

 

 

 

Angolo autore:

Ehilà, bella gente!

Allora, spendo un paio di parole per spiegare questa … cosa: l'idea mi è venuta così, a caso, e l'ho scritta di getto. I riferimenti temporali sono a random, quindi non cercate un filo logico perchè non c'è; Loki è in cella non so per quale motivo, ma lo volevo lì xD E ovviamente, non ho idea di che giorno fosse quando è morto Coulson, o quando Fury ha dato inizio al progetto Avengers e se era già a conoscenza di Thor.

Perciò: prendetela per come è xD

Ho mischiato un po' di comicità con il dramma; spero di non aver fatto un casino.

Aspetto le vostre opinioni, anche critiche xD

Adieu :)

  
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