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Autore: somochu    24/08/2012    3 recensioni
Vi siete mai chiesti "cosa sarebbe successo se io avessi..."?
Blaine ha sempre creduto al fato. Quella piccola parte di ogni uomo sulla terra che decide per lui ogni azione e ogni decisione.
Il fato sa cosa fare per ogni individuo; è quella casualità inaspettata; sono quegli eventi, negativi o positivi, che trascendono il volere dell'uomo. Quei momenti che non possono essere controllati.
Può accadere con una decisione importante, o con una persona che muore o con un abbandono.
E perché no, può anche prendere la forma di un volantino.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Choices

 

 



 

 

 

Blaine ha sempre creduto al fato. Quella piccola parte di ogni uomo sulla terra che decide per lui ogni azione e ogni decisione.

Il fato sa cosa fare per ogni individuo; è quella casualità inaspettata; sono quegli eventi, negativi o positivi, che trascendono il volere dell'uomo. Quei momenti che non possono essere controllati.

Può accadere con una decisione importante, o con una persona che muore o con un abbandono.

E perché no, può anche prendere la forma di un volantino.

 

 

 

 

 

Blaine faceva le boccacce verso la macchina fotografica, portando Sebastian a sbuffare ripetutamente, mentre lo guardava attraverso l'obiettivo.

"Anderson, ti ficco questa macchinetta nel deretano se non fai un espressione decente. Anche se non credo che la cosa ti dispiacerà così tanto."

Blaine lo fissò oltraggiato, allargando la bocca in una 'O' di stupore. Stava per mandarlo gentilmente a quel paese per quella -neanche poco velata- frecciatina, ma il flash che gli accecò improvvisamente gli occhi lo bloccò sul nascere.

"Hey!" disse, guardando come Sebastian si stesse rotolando sul letto a furia di ridere. "L'hai fatto apposta per fotografarmi in maniera ridicola!"

Sebastian continuò a ridacchiare ancora per un po'. "Dovevi vedere la tua faccia, davvero," disse, contento. "E io l'ho immortalata, non potrei essere più soddisfatto di me stesso."

Blaine guardò come il suo ragazzo stesse ancora sorridendo, mentre fissava distrattamente la sua macchina fotografica nuova di zecca.

L'aveva acquistata da poco: diceva che Blaine era fissato con quelle smancerie tipiche da ragazzina e quindi aveva comprato loro quella macchinetta, così da immortalare i loro anni insieme.

Blaine, al trovarsela davanti, aveva saltellato dalla felicità e lo aveva baciato come se non ci fosse stato un domani e ricordava vagamente come si erano trascinati nella loro camera, intenti a divorarsi la faccia a vicenda.

In quel momento, mentre lo guardava sorridere al ricordo di una foto, non riusciva a controllare quell'insana felicità che gli stava rendendo quasi gli occhi lucidi.

Fece un finto broncio, portando entrambe le braccia al petto. Sebastian lo guardò alzando un sopracciglio.

"Su, non ci crede nessuno che sei davvero arrabbiato."

Decise di aumentare il suo broncio, gonfiando le guance d'aria e voltandosi dall'altra parte.

Immediatamente si ritrovò spinto contro il letto, mentre sentiva il peso di Sebastian sopra di sé e le sue labbra scendere sul suo collo in una scia bagnata e dannatamente eccitante.

"Mmm," mugolò l'altro sul suo collo, "sei così carino quando metti il broncio che potrei mangiarti."

Detto questo gli lasciò un morsetto sulla spalla, ridacchiando giocosamente.

Blaine lasciò che Sebastian si adagiasse meglio sopra di lui, prima di cercare le sue labbra; si baciarono lentamente e assaporando a vicenda il sapore delle loro labbra.

Come la lingua del suo ragazzo si fece strada nella sua bocca, Blaine lasciò andare un gemito, prima di staccarsi.

"Non ti basta la sveltina mattutina? Se continuamo così arriverai tardi a lavoro," disse, a bassa voce, carezzando una guancia morbida di Sebastian.

"Mi conosci, Blaine, pensi davvero che una sola scopata mi fa stare buono buono?"

Blaine gli diede uno schiaffetto per la poca delicatezza, ma si mosse dalla presa dell'altro, cercando di liberarsi.

“Dai, andiamo a fare colazione,” disse, mentre si alzava e Sebastian rotolava dall'altra parte del loro letto che condividevano. “Cosa vuoi stamattina?”

“Latte e te,” rispose Sebastian pronto, un ghigno storto sul volto.

Blaine sbuffò. “Questa fa così 2005, Seb.”

Sebastian ridacchiò, alzandosi dal letto e incurante della sua nudità s'incamminò fuori dalla stanza, certo che l'altro gli stesse fissando il sedere.

Una volta solo in stanza, Blaine sbuffò, cercando di controllarsi.

Prima o poi avrebbe ucciso il suo ragazzo. O l'avrebbe sbattuto contro un muro e fatto di lui cosa indicibili, perché no?

 


 

 

 

 

Mentre gustavano la propria colazione, Sebastian aveva l'abitudine di leggere il giornale. Blaine non sopportava questa cosa: preferiva che chiacchierassero durante i pasti.

Infatti Sebastian non si stupì quando Blaine gli afferrò la carta dalle mani e la buttò dietro di sé con un sorriso noncurante.

“Oh, non sapevo di avere una mogliettina in cerca di attenzioni.”

“Ora lo sai,” disse, Blaine, noncurante del sarcasmo dell'altro. “Dimmi cosa farai oggi al lavoro.”

Quando s'impuntava era impossibile smuoverlo.

“Stiamo ancora facendo il praticantanto, lo sai, quindi le solite scartoffie inutili.”

Blaine piegò i gomiti sul tavolo, posando il viso sulla mano per sorreggerlo mentre sbuffava. “Uffa. Odio che tu debba andare a lavorare e io no,” borbottò, appoggiando i gomiti sul tavolo. “Mi sento così... Inutile.”

Da quando Blaine aveva finito la scuola delle Arti non aveva ancora trovato uno straccio di lavoro. Aveva fatto mille provini, ma l'avevo scartato in quasi tutte e le piccole parti che aveva ottenuto non bastavano per definirsi 'lavoro'.

“Tu hai la stoffa per fare grandi imprese. Però la tua occasione deve ancora venire, semplicemente,” lo consolò Sebastian,” per ora posso pagare io l'affitto e quindi tu tieniti calmo.”

“Troverò un lavoro,” disse, invece, Blaine risoluto.

Sebastian si sporse verso di lui, posando una mano sulla sua guancia per pulire dove l'altro era rimasto sporco di farina.

“Ma guardati, non sai nemmeno mangiare per bene.”

Posò le labbra su quelle di Blaine, in bacio leggero e quasi affettuoso. “Ti basterà muovere un po' di bacino e vedrai in quanti ti prenderanno.”

Blaine fece finta di pensarci.

“Oppure potrei andare a letto con qualche regista importante.”

Sebastian lo ribaciò di nuovo, questa volta con più passione. Lasciò che le loro labbra si staccassero e rincontrassero un paio di volte, prima di mordergli con forza il labbro inferiore.

“Non provarci. Ricordati che sei di mia proprietà,” scherzò Sebastian, sebbene la luce nei suoi occhi non prometteva nulla di buono.

Blaine ridacchiò della gelosia dell'altro, prima di dargli una spinta per farlo alzare.

“Su, forza, fila a lavorare ,” disse, ridendo.

Sebastian si lagnò un po', prima di andare in camera sua.

Tornò vestito di tutto punto, giacca e cravatta e capelli pettinati. Blaine poteva concedersi di fare sogni erotici sul suo stesso ragazzo quando già lo aveva?

A quanto pare era possibile.

Sebastian lo osservò con un ghigno. “Lo so che ti mancherò da morire. Cerca solo di non trastullarti troppo in mia assenza.”

Prima che Blaine potesse tirargli qualcosa contro, Sebastian si era chiuso la porta alle sue spalle.

Di nuovo si trovò a sorridere tra sé e sé e a benedire il giorno in cui aveva conosciuto Sebastian.

 

 

 

 

 

 

 

Quando il fato s'intromette nella vita non puoi percepirlo.

Blaine non era sicuro di cosa stesse per accadergli, finché, uscito dal bar, non si trovò la più grande bufera mai vista davanti agli occhi.

Il caffè che aveva in mano stava per volargli via a causa del vento, e stava cercò di farsi strada sul marciapiede per riuscire a tornare a casa.

Era difficile camminare controvento, soprattutto per Blaine che era piccolino e rischiava di trovarsi in Alaska, con quel ritmo.

Mentre stava cercando di coprirsi gli occhi per un po' di sabbia che c'era finita dentro, notò qualcosa che volava davanti di lui, avvicinandosi a velocità incredibile.

Fece giusto in tempo a notare che era un foglio di carta, prima che il foglio lo prendesse in pieno viso.

Sembrava una di quelle scene da film cretine e si maledì quando dovette staccarsi il foglio dalla faccia. Probabilmente gli sarebbe rimasto il segno sul viso.

Riuscì a tornare a casa solo venti minuti più tardi, ringraziando il cielo di essere ancora vivo.

Mentre si stava togliendo il giacchetto, vide il foglio di carta che gli era venuto addosso cadere a terra; lo raccolse, incuriosito.

Lo posò sul tavolo, mentre si sedeva e leggeva.

Offerta di lavoro.

Se sei un artista, ma nessuno riesce ad apprezzarti come meriti. Se ami cantare e danzare, ma non hai mai avuto il coraggio di farlo.
Se semplicemente non riesci a farti strada nel mondo dello spettacolo, ecco a te un'offerta unica: lavoro in Europa con noi.

I fratelli Frixman cercano uomini talentuosi che siano disposti a trasferirsi per sempre dall'altra parte dell'oceano con loro, esibirsi in diversi spettacoli e farsi notare dalla gente importante di tutto il mondo.
Una settimana di provini: se sei abbastanza bravo, sei dei nostri.
Che aspetti a venire? Prova. Non perdere la tua chance.

Blaine sentiva il suo cuore battere all'impazzata mentre leggeva quel volantino.

Era come se l'offerta della sua fosse gli fosse volata in faccia. Ed era successo. Letteralmente.

Aveva l'occasione si farsi notare, se non in America, lontano.

Magari era tutta una farsa, ma se non avesse provato...

Sobbalzò quando sentì la porta chiudersi dall'altra parte della stanza.

“Hey, Mogliettina, sei in casa?”

E l'unico problema in tutto quello era appena entrato. Sebastian...

 

 

 

 


Blaine era sicuro di averlo nascosto per bene, il volantino, per questo si stupì, tre giorni dopo, di trovarsi il suo ragazzo seduto al loro tavolo con quel foglio davanti agli occhi.

Quando entrò lasciò andare le chiavi e aspetto che fosse Sebastian a parlare.

“Perché non me l'hai detto, Blaine?”

Blaine sapeva che glielo avrebbe chiesto. Decise di rimare in piedi, fissando la finestra per non voler sostenere lo sguardo del suo ragazzo.

“Non so ancora se accettare, io... Non credo di voler partire per sempre...”

“Blaine, questa è l'offerta che aspettavi da tutta la vita, non fare il coglione,” disse Sebastian, concitatamente.

“No,” rispose Blaine, risoluto.

“Blaine, non puoi rifiutare. Ti prenderanno sicuramente e sarà una cosa che rimpiangerai tutta la vita. Non voglio pensare di averti tra cinque anni, ma con il rimpianto negli occhi.”

“No,” ritentò.

“Devi farlo. E lo sai.”

Non poteva star succedendo veramente.

“Io... Posso non andare. Troverò qualcosa qui!” disse Blaine, concitatamente. “Certo, questa è un'opportunità, ma non è l'unica. Posso farcela anche da solo!”

Sebastian scosse la testa, alzandosi e andando ad abbracciarlo.

Blaine si lasciò cullare dalle sue braccia, incurante si star bagnando con le lacrime la camicia costosa di Sebastian.

Poi quelle parole, quelle che non avrebbe voluto dire, ma che gli uscirono dalla bocca involontariamente non appena capì come sarebbe andata.

Non appena capì che Sebastian lo avrebbe lasciato andare.

“Non voglio perderti.”

“Non preoccuparti, non lascerei scappare il tuo bel culo neanche tra mille anni.”

Risero entrambi, ormai certi di come sarebbe andata.

 

 

 

 

Al primo anno erano i voli: prenotavano sempre dei voli per vedersi. O meglio, Sebastian li prenotava, andando in ogni parte del mondo fosse Blaine durante il tour.

Parigi, Londra, Praga, Roma, Budapest. Si vedevano e per quel poco che Blaine poteva vedere Sebastian restavano giorni chiusi in stanza d'albergo a fare l'amore, a visitare le varie città e comportandosi da coppietta appena sposata.

Erano bellissimi quei momenti assieme. Erano bellissimi finché non era il momento di ripartire e stare lontani per altre settimane intere.

Al secondo anno era i messaggi e internet: si erano accorti che i voli costavano troppo e il lavoro non permetteva a entrambi di prendersi troppe vacanze. Quindi facevano di tutto purché anche solo dieci minuti di una giornata potessero vedersi su skype e ripetersi mille volte quanto si mancavano.

I messaggini dove flirtavano, ridevano, scherzavano, si amavano erano tantissimi e nessuno dei due aveva intenzione di smettere di scriversi. Almeno finché le bollette troppo alte, il lavoro troppo stancante per sentirsi tutti i giorni e la troppa frustrazione non diventavano troppo pesanti da gestire.

E come si erano trovati, si allontanarono.

Dopo cinque anni si consideravano mollati, anche se non ne avevano mai parlato direttamente.

Blaine ancora mandava qualche raro messaggio a Sebastian. Non riusciva a smettere. Non riusciva a farsene una ragione.

Dopo dieci anni Blaine non sentiva Sebastian da quasi tre anni, ma si era ormai rassegnato a una vita senza l'altro. Aveva un lavoro fisso, un agente personale e aveva scoperto che a Londra si viveva molto bene, quindi aveva deciso di stabilirsi del tutto lì.

Ogni mattina si svegliava nella sua nuova casa in un letto vuoto, abbracciava il cuscino forte senza lasciarsi andare alle emozioni e ogni giorno andava a lavorare con la mente completamente svuotata.

Era uscito con altri ragazzi, tutti troppo noiosi, troppo ricchi, troppo stupidi, troppo non da lui.

Non capiva, ma continuava a cercare il motivo per cui era partito quel giorno di tanti anni fa.

 







Ora, dopo quindici anni, Blaine sta insieme a un altro uomo. Nicholas è fantastico, simpatico, dolce. Blaine sente di amarlo e di aver trovato finalmente il suo posto nel mondo.

Eppure ogni giorno non può far a meno di chiedersi cosa sarebbe successo se avesse preso un'altra decisione. Se non fosse partito.

Se quel cazzo di volantino non fosse andato a sbattere contro di lui.

Come sarebbe ora, la sua vita, insieme a Sebastian?

 

 







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Storiella divisa in due parti che ci ha messo mooolto a convincermi. Diciamo che se ora è qui è anche per l'aiuto di Ila e Marti che mi iniettano un po' di autostima! Ragazze, siete l'amore, davvero. 
Non so se farò piangere qualcuno, ma... Oddio, SI SONO LASCIATI *piange
Mentre scrivevo ero disperata tra me e me e sì, non sto bene.
Spero che apprezziate e ci tenevo a dire che siete mitici anche solo se siete arrivati fin qui a leggere queste note. 
Un saluto :)

Somo

 

   
 
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