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Autore: Ali_Nott    24/08/2012    3 recensioni
Dal primo capitolo:
"Un rumore secco e sonoro mi provocò quasi un infarto. Saltai indietro mentre avevo messo una mano sul petto, andando perfino a sbattere contro una ragazza che stava passando di lì. Posai gli occhi sulla mano appoggiata sul mio armadietto ormai chiuso, risalendo con lo sguardo fino ad incrociare due occhi chiari che, ormai, conoscevo fin troppo bene.
«Ehi, Moran, ben tornata a scuola» E il solito strafottente ghigno fece capolinea sul suo volto."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo I  

Dedicato alla persona che ha dato vita al personaggio di Adrian,
che sarà sicuramente più brava ad interpretarlo di quanto ci riuscirò io.
Vorrei dirti un sacco di cose, ma credo che un “ti voglio bene” possa raccogliere il tutto alla perfezione.
 
***

 
L’improvviso e fastidioso suono della sveglia mi riportò alla realtà, interrompendo il sonno tranquillo a cui poche ore prima avevo ceduto.
Con fatica e dopo quelli che mi parvero secoli, riuscii ad aprire gli occhi cercando di ignorare quell’assordante rumore proveniente a nemmeno mezzo metro da me.  Goffamente, misi un braccio sugli occhi, infastidita dalla leggera luce che trapelava attraverso le finestre, nonostante fossero ancora nascoste dalla tenda bianca, mentre con l’altro braccio tastavo la superficie del comodino, in cerca della sveglia per far smettere quel rumore infernale.
Un leggero “crac” e il silenzio piombò nuovamente nella stanza, seguito da un leggero sospiro di sollievo… magari sarei anche riuscita a farmi un’altra ventina di minuti di sonno.
Ma non feci in tempo a terminare di pensare a quell’idea troppo allettante, che un urlo di mia madre riuscì a svegliarmi del tutto, o quasi. «Alinee, sbrigati ad alzarti! Tra mezz’ora arriva Melanie per andare a scuola insieme, vedi di non farla aspettare come al solito.»
Maledizione.
Come avevo potuto dimenticare completamente che oggi  sarebbe rincominciata la scuola?
A quelle parole, anche se controvoglia, tolsi il braccio da sopra gli occhi, iniziando a guardarmi in giro ancora mezza addormentata, senza capire davvero a pieno la situazione. Bastò una rapida occhiata alla sveglia per far si che mi rendessi davvero conto di  quanto in ritardo fossi. Con un rapido gesto mi liberai delle coperte e mi alzai altrettanto velocemente per correre in bagno; non feci in tempo a compiere nemmeno un passo che mi ritrovai completamente spalmata a terra provocando un rumore che, sicuramente, chiunque avrebbe sentito in quella casa, con il piede incastrato nel lenzuolo.
Maledizione, di nuovo.
Perché dovevo essere così maledettamente impacciata in tutto ciò che facevo? Possibile che non riuscissi nemmeno ad alzarmi dal letto senza ritrovarmi dopo nemmeno un secondo a terra?
Un momento dopo la porta di camera mia si spalancò, lasciando che un James ancora in boxer entrasse preoccupato per capire cosa avesse causato tutto quel rumore. Il tutto però, durò poco, e sul suo viso comparve quasi subito una smorfia divertita che, tra l’altro, non si sforzava nemmeno di nascondere. «Come hai fatto a cadere? »
«Genio dei miei stivali, ma che cavolo di domande fai! Sono caduta e basta.»
Alzò gli occhi al cielo e, senza nemmeno prendersi la briga di aiutarmi a rimettermi in piedi, si dileguò fuori dalla mia camera. «Grazie per l’aiuto eh. » Sbuffai, cercando di alzarmi poggiandomi al comodino lì accanto ed evitando di imprecare mentalmente, dopo aver liberato con non poche difficoltà il piede dal lenzuolo.
Andai spedita verso il bagno, ignorando le urla di mia madre che mi rammentava nuovamente quanto fossi in ritardo. Il tempo di una rapida doccia tiepida prima di tornare in camera a cambiarmi; la sera precedente non avevo nemmeno pensato di tirar già fuori i vestiti da mettere, quindi avrei anche dovuto perdere del tempo a cercarne.  Aprii l’armadio e, dopo una manciata di minuti, tirai fuori un paio di jeans scuri e una camicetta azzurra che misi con nemmeno tanta fretta, prima di tornare in bagno a pettinare i lunghi capelli corvini e mettere giusto un filo di trucco, senza ricoprirmi l’intera faccia come invece tendevano a fare molte ragazze della mia età.
Afferrai al volo la tracolla con dentro giusto il minimo indispensabile per la giornata e scesi rapidamente le scale, rischiando di finire a terra per la seconda volta nell’arco di una mezz’ora.
 «Finalmente! Forza, siediti e fai colazio…» «Mamma mi spiace, ma non ho tempo! Credo di essere già in ritardo e sono sicura che Melanie mi stia aspettando qui fuori! » Afferrai al volo un toast prima di correre verso la porta d’ingresso, udendo appena un “ci vediamo dopo” di mio fratello che, a differenza mia, stava seduto comodamente a mangiare uova strapazzate.
Con un tonfo richiusi la porta alle mie spalle, correndo per il vialetto verso la mia amica che, come immaginavo, mi stava pazientemente – si fa per dire - aspettando. Non feci nemmeno in tempo ad accennare un “scusami” che il vulcano quale era Melanie mi travolse tra le sue braccia. «Wow… Che accoglienza!» Mi lasciò andare solo dopo avermi stritolata ancora un po’, mentre con una mano si toglieva i capelli biondi finiti davanti al suo viso. Erano solo due giorni che non la vedevo, ma mi era comunque mancata tantissimo. E ora era lì, davanti a me, tutta eccitata come una bambina di cinque anni per il rientro a scuola, anche se sapevo a cosa in realtà era dovuta tutta quella felicità.
Mi prese a braccetto per poi trascinarmi via letteralmente sul marciapiede, mentre aveva preso a raccontarmi dei due giorni passati al mare con i suoi genitori che, al contrario dei miei, erano molto più “moderni”.
«E ho anche conosciuto un ragazzo, dovevi vederlo Ali! Era bello come il sole, anche se troppo timido per i miei gusti.» disse, continuando a camminare verso la scuola con passo svelto.
«Certo che sei incredibile! Fino a due giorni fa non facevi altro che sbavare dietro a mio fratello e ora fai questi… commenti.» A chiunque altro quello sarebbe parso qualcosa di simile a un rimprovero, ma non a Melanie che, invece di prendersela, mi fece una linguaccia a cui non potei rispondere se non alzando gli occhi al cielo.
Arrivammo a scuola in perfetto orario, mentre le porte d’ingresso venivano aperte a tutti gli studenti, alcuni contenti di riprendere la scuola, altri indifferenti e altri, come me, che avrebbero preferito tornarsene nel proprio lettuccio caldo a sognare unicorni.
Ok, forse non a sognare unicorni, ma il senso restava comunque quello.
Salutai rapidamente Melanie che stava correndo nella direzione opposta alla mia, anch’essa alla ricerca della sua classe.
“Terzo piano, terza classe sulla sinistra…” Camminai velocemente leggendo i cartellini che stavano ad indicare le classi appesi sulle porte, notando che, per mia fortuna, Melanie aveva la classe proprio di fronte alla mia. Velocemente, mi precipitai oltre la soglia della porta che stava ad indicare la III A, ritrovandomi, con mia enorme sorpresa, già metà dei compagni di classe intenti a chiacchierare animatamente delle vacanze appena trascorse. E io che credevo sarei stata una delle prime ad arrivare!
Salutai tutti con allegria, perché, nonostante la rottura di alzarsi presto tutti i giorni, quelle erano comunque le persone con cui passavo la maggior parte del mio tempo. Il sorriso si allargò maggiormente quando, in fondo all’aula, notai Kaila intenta ad agitare un braccio nella mia direzione, facendomi cenno di sedermi accanto a lei. Lodata sia Kaila che, anche quest’anno, aveva occupato un posto per me, dandomi la possibilità di potermi distrarre dalle lezioni senza che il prof se ne rendesse subito conto.
Mi avvicinai velocemente a lei, togliendo la tracolla dalla spalle e buttandola su tavolo, per poi sedermi accanto a lei e rincominciare a parlottare tra noi.
Prima ora il professor Milton, di matematica… Non potevamo iniziare in modo migliore! Era ormai noto a tutta la scuola che, nonostante fosse il primo giorno, lui avrebbe subito iniziato a fare lezione, ma questo comunque non impedì a me e la mia compagna di banco di continuare la nostra silenziosa discussione, mentre accennavamo a tutti i particolari sull’estate che avevamo trascorso. Anche lei, come Melanie, aveva conosciuto un bel ragazzo. Possibile che tutte le mie amiche avessero fatto incontri interessanti, eccetto la sottoscritta?
Le tre ore successive passarono abbastanza velocemente e, non appena suonò la campanella, buttai tutto nella borsa, mimai a Kaila un “ci vediamo dopo” e corsi velocemente fuori dalla classe, diretta verso il mio armadietto. Non passarono nemmeno tre secondi che James mi fu accanto… Che anche lui avesse la classe su questo piano?
Gli rivolsi un rapido sorriso, che lui ricambiò con calore, fermandosi poi accanto a me, intenta a mettere la combinazione per aprire il mio armadietto verde.
«Allora, stai bene?» Chiese, fin troppo premuroso.
«Come scusa?» Risposi sorpresa per la domanda, non riuscendo a comprendere a cosa si riferisse.
«La botta di stamattina e… volevo sapere se qualcuno ha già iniziato a gironzolarti intorno.»
Sbuffai sonoramente mentre tiravo fuori dalla borsa un libro per volta, riponendoli uno sopra l’altro nell’armadietto. «James, non iniziare. Sono grande e vaccinata, almeno qui a scuola posso tranquillamente cavarmela da sola» Lui prese la mia risposta come un “no, non preoccuparti”, tanto che alzò entrambe le mani in segno di resa e mi scompigliò i capelli prima di andarsene. «Che rompiscatole» Rimasi intenta ad osservarlo di schiena mentre si allontanava per qualche secondo, adoravo quel ragazzo, era mio fratello e discutevamo spesso, era normale, ma alle volte tendeva ad essere davvero troppo protettivo e… invadente.
Un rumore secco e sonoro mi provocò quasi un infarto. Saltai indietro mentre avevo messo una mano sul petto, andando perfino a sbattere contro una ragazza che stava passando di lì. Posai gli occhi sulla mano appoggiata sul mio armadietto ormai chiuso, risalendo con lo sguardo fino ad incrociare due occhi chiari che, ormai, conoscevo fin troppo bene.
«Ehi, Moran, ben tornata a scuola» E il solito strafottente ghigno fece capolinea sul suo volto.
Verde e marrone si incrociarono per diversi istanti, uno con aria arrogante, l’altra infastidita. Come avevo detto pochi attimi prima a James? Vaccinata e abbastanza grande da potermela cavare da sola, ecco. In quel momento mi presi a calci mentalmente, mandandomi ogni genere di maledizione possibile e immaginabile contro, desiderando di poter tornare indietro nel tempo e rimangiarmi tutto, in modo che mio fratello fosse rimasto ancora con me e tutta quella conversazione – se così poteva essere definita -  sarebbe stata evitata.
Ripresi il controllo di me, aspettando che il battito del cuore tornasse normale dopo lo spavento, prima di scagliarmi contro il mio “nemico”… o meglio, vittima.

Salve a tutti :)
Piccolo angolo per accennarvi di me.
E' la prima storia che scrivo e pubblico, o meglio, io e una mia cara amica abbiamo dato vita a due personaggi - Alinee e Adrian, appunto - e ho deciso di scrivere la loro storia in una ff, ma verranno aggiunte anche delle novità alla generale.
Accetto critiche, ma non insulti, l'educazione è la cosa più importante.
Cercherò di aggiornare una volta a settimana, massimo una e mezza.

Bene, credo possa bastare, alla prossima gente!
Ali.

 

   
 
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