Questi personaggi non mi appartengono, ma sono
proprietà di
Akira
Toriyama; questa
storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Quando la mamma non c’è
L’avvenente scienziata
non aveva idea di come si sarebbe potuta organizzare quella sera…
Lei doveva andare a quel
convegno, ma non c’erano i suoi genitori in casa per tenere il piccolo Trunks, e nello stesso
tempo, non poteva lasciarlo a quell’unica persona che aveva la
possibilità di tenerlo, cioè Vegeta.
Non che lei non fosse
convinta che lui sarebbe stato un ottimo padre, anzi, questa convinzione
cresceva in lei ogni giorno di più!
Ma come
buon padre, intendeva un uomo che avrebbe insegnato a suo figlio dei sani
principi, e che sarebbe stato un maestro di vita e di combattimento; non aveva
mai nemmeno contemplato l’idea di lasciare Vegeta solo con un bambino di
un anno per un’intera serata!
Sarebbe sicuramente successo
qualcosa, almeno la distruzione della casa, e oltretutto non era neanche da
mettere lontanamente in dubbio la resistenza che avrebbe opposto il saiyan alla proposta!
Ma
d’altra parte, non c’era altra scelta. Bisognava porre tutta la
fiducia possibile nella bontà del bambino e nella buona sorte.
Bulma si preparò bene per parlare a Vegeta, che dal
canto suo preso com’era dai suoi allenamenti e dal tenere lo
sguardo truce fisso sul mondo, non si era accorto della sfuggevolezza della
consorte.
Il piano della donna era più o meno
questo: aspettare poco al momento della partenza, dare la notizia a Vegeta e
scappare. Non vedeva altre soluzioni…
Alle cinque meno un quarto era pronta:
aveva indosso uno dei suoi tailleur migliori, i capelli legati in un elegante
chignon ed una borsa abbinata (faticosamente trovata nel bel mezzo del perpetuo
disordine che contraddistingueva la camera della donna) nella quale c’era
il cellulare, più volte controllato; non si poteva certo permettere che
la batteria facesse cilecca proprio quella sera.
Presa la valigetta che
conteneva tutti i fogli che le servivano e si avviò verso il salone,
luogo dove Vegeta si rifugiava sempre al termine dei suoi allenamenti.
Lo trovò seduto sulla
sua poltrona, mentre stava tranquillamente ignorando il figlio, che stava
andando in giro per la stanza cercando di eludere tutti i sistemi di sicurezza
di cui era
fornito il salone della Capsule Corp.
La donna incrociò le
dita della mano destra, che nascose nella borsa, e si stampò un bel sorriso sul
volto.
- Mh… ciao Vegeta! -
L’uomo la
squadrò attentamente… c’era sicuramente qualcosa che non
andava, sia nel tono, che nel vestiario.
- Che vuoi? -
- Sai, oggi c’è
un importante convegno a cui non posso assolutamente mancare… -
- E allora? -
- Vedi, i miei genitori non
possono tenere Trunks,
quindi mi chiedevo
se… -
- Portatelo! -
La risposta pronta
di chi non voleva assolutamente sentire il resto della richiesta!
Nel frattempo,
l’oggetto dei loro discorsi era impegnato nel tentare di aprire lo
sportello del mobile su cui era poggiata la tv, che a causa delle ripetute
percosse si era trovata piuttosto in bilico, a forza di telecomandate.
- Invece lo terrai tu!
L’unica cosa che devi sapere è che la cena di Trunks è già pronta, devi
solo scaldarla nel microonde… in fondo sai come si usa, vero? Sono trenta
secondi. Per te ho
preparato dei panini, sono in frigo, i tuoi preferiti!
Prima di cena fallo giocare un po’, tornerò verso le nove,
penserò io a pulire tutto! -
Ritenendo il mobile della tv
poco interessante, il bambino era passato ad un’esperienza davvero molto
più eccitante,
la scalata della libreria.
- No. -
Quella donna era veramente
impazzita… credeva veramente che lui, il principe dei saiyan, si sarebbe ridotto a fare da badante
ad un marmocchio?!?
- Come sarebbe a dire no? Invece
sì! Il figlio è anche tuo, e non mi pare che fino ad ora, in questo anno,
io ti abbia mai chiesto nulla! -
Addio sorriso e tono
dolce… stava
facendo tardi, e non poteva certo saltare quell’impegno di lavoro per il
capriccio di un uomo!
Bulma si girò e fece per andarsene, e dopo essersi
infilata la giacca non fece in tempo ad arrivare alla maniglia della porta che si
ritrovò il compagno di fronte.
Eppure
era pronta a giurare che fino ad un momento prima lui stava ancora seduto sulla
poltrona… ecco il brutto di avere un marito alieno.
- Non ho la benché
minima intenzione di badare al marmocchio. -
E
così la donna non poté fare a meno di giocarsi la sua ultima
carta…
- Ed io che pensavo al
ritorno di premiarti… ma se non vuoi, non c’è problema,
vorrà dire
che puoi tornare a dormire nella tua vecchia stanza. -
- Se non sei qui entro
le nove precise, giuro che ti vengo a portare il marmocchio al tuo convegno di cervelloni! -
- Ovviamente! Allora è
deciso! A dopo! -
Così Bulma scoccò un
bacio all’uomo e scappò via… era così in ritardo che
si era scordata persino di salutare il figlio… a quanto pare nel
suo piano c’era qualche piccola pecca!
BOOOM!
Vegeta si girò di
scatto, e la scena che gli si presento innanzi lo portò a
ringraziare il Signore che la moglie se ne fosse già andata…
La libreria era crollata a
terra, e Trunks
sembrava particolarmente soddisfatto mentre prendeva a calci le
macerie del mobile.
Naturalmente l’anormale
forza del bambino, la stessa che lo aveva salvato dalla caduta, portava il
mobile a distruggersi sempre più ad ogni colpo infertogli.
Vegeta prese il figlio per la
collottola e lo portò nella stanza accanto, dove c’erano tutti i
suoi giochi.
Ed ora
doveva farlo giocare. Ma come?!?
- Forza, usali. -
Trunks lo scrutò interrogativamente,
evidentemente non era ancora in
grado di scegliere i suoi giochi ed usarli autonomamente.
Il saiyan allora lo poggiò a terra,
incurante del fatto di averlo messo a testa in giù, e che quindi il
figlio era caduto, e gli lanciò la prima cosa che gli capitò
sotto tiro, la busta con i dadi.
A quanto sembrava, la fortuna
lo aveva assistito, infatti il piccolo sembrava piuttosto soddisfatto.
- Appeppeppe! -
- Ancora non sa parlare
questo coso?!?
-
Così l’uomo si
sedette sul divano e stette a guardare il figlio, che con
l’esasperante lentezza e pazienza che contraddistinguono i giochi di ogni
bambino, stava tentando di costruire una torre.
Troppa lentezza…
soprattutto per un tipo irrequieto come Vegeta, che non riusciva a stare a
guardare quei dadi che cadevano, e che il bambino riportava alla posizione
originaria, per poi farli ricadere, tutto con estrema calma…
Il nervosismo lo portò
a vari movimenti involontari… prima la gamba gli cominciò a fare
su e giù, poi si iniziò a scrocchiare tutte le dita, poi prese a
muovere le gambe di qua e di là, pur di non stare fermo…
Alla fine con un mugolio di
rabbia diede una manata ai dadi, che si sparsero per tutta la stanza, e Trunks iniziò a
piangere.
- UAAAAAAHHH! UAAAAAAHHH! -
- ZITTO! -
Il possente urlo
dell’uomo portò solo ad acuire le grida del bambino, che prese a
scalciare ed a dimenarsi.
Vegeta prese il mezzo-saiyan e lo mise
davanti alla tv, dove si sintonizzò su un canale dove trasmettevano
cartoni.
- Uuuuuuuhhhh! -
L’esclamazione gioiosa
del bambino lo portò a tirare un sospiro di sollievo, che però gli
morì in gola: i coniglietti felici erano decisamente peggio delle torri
dei dadi per la sua povera psiche…
A questo punto, prese il
telecomando e iniziò a cambiare canale; in televisione non trovava mai
nulla da guardare, riteneva che tutti i programmi terrestri fossero troppo
stupidi per lui… e forse aveva anche ragione, finché non incappava
in quei programmi che guardava la moglie, di cui non capiva
assolutamente nulla.
Come uomo, poteva ritenersi
molto fortunato: sua moglie non era di quelle classiche donne che sono fissate
con stupide soap opere…
anche se questa convinzione veniva molto meno quando dalla
televisione venivano fuori parole come “quark”, “calcolo
quantistico” e via dicendo.
Quello che riusciva a capire
di quei programmi, era solo il nome della moglie e quello della Capsule Corp., così spesso
citati.
Quando nel corso del suo
zapping, finì per trovare un canale di cucina, maledisse Bulma: non lo aveva
avvertito di
quando il marmocchio dovesse mangiare…
A proposito, dov’era
finito? Era sospetto che nel momento in cui Vegeta aveva levato i cartoni
animati, lui non si fosse messo a frignare!
Ma il mistero venne
risolto presto, infatti trovo il bambino molto allegro nel suo tentativo (lo
doveva ammettere, quel bambino era veramente molto intraprendente!) di prendere
la torta dal frigo, che aveva precedentemente aperto e scalato, dato che la
torta era situata al ripiano più alto.
Quando il dolce stava per
sfracellarsi al suolo, e Trunks
per rimanere chiuso dentro l’elettrodomestico, l’uomo corse verso la
cucina e li salvò entrambi in corner (ovviamente la precedenza fu data
alla torta).
Comunque,
non tentò nemmeno di sgridare il figlio: almeno aveva capito che era
quella, l’ora della sua cena.
Prese il bambino e lo mise
sul seggiolone, nel vano tentativo di allacciargli le cinghie… in fondo,
come poteva sapere che andavano attorno alle gambe e non sulle spalle?
Preso da un eccesso di
nervosismo, prese un rotolo di scotch e tenne fermo Trunks avvolgendolo per tutto il corpo,
lasciando libere braccia, gambe e dal collo in su, sicuramente
non provocando la felicità del bambino.
Azionò il microonde, ma non capendo bene il modo in cui far funzionare il
timer, mise direttamente lo start, senza selezionare la durata della cottura.
Nel frattempo, sicuro e
soddisfatto del modo in cui stava portando avanti la faccenda, tirò
fuori i suoi dieci panini e si mise comodamente seduto a mangiarli, sotto lo
sguardo famelico del piccolo Trunks.
Al sesto panino, però,
si rese conto che c’era qualcosa che non andava: si era certamente
scordato qualcosa… e l’odore di bruciato che proveniva da dietro di
lui non gli prometteva niente di buono.
Nel frattempo, Bulma al suo convegno era persa nei suoi
pensieri catastrofici… la prima preoccupazione, naturalmente, andava
all’incolumità della vita dei due, poi ai nervi del marito, in
seguito alla cena del figlio…
- Signora Brief? Signora Brief? Sta bene? -
- Mh…? Oh sì, certo, mi scusi, devo
essermi persa! -
- Le avevamo chiesto quali
sono i materiali più adatti alla costruzione del sistema di incapsulamento
di intere abitazioni, suo nuovo prototipo appena uscito. -
- Oh, sì certo! Vede,
dopo molti esperimenti, noi della Capsule Corp abbiamo scoperto che… -
Dopo aver gettato un secchio
d’acqua sul pasto del bambino, ormai in fiamme, Vegeta si era dovuto
cavare di bocca uno dei suoi preziosissimi panini per cederlo al figlio…
non aveva assolutamente idea di come fare per usare quel coso che sminuzza il
cibo, quindi aveva lanciato una leggera sfera di energia: la
maggior parte del panino era andata in briciole, l’altra parte si era
disintegrata, a discapito del povero ripiano della cucina, che ora poteva
vantare un bel buco che lo attraversava da parte a parte.
Tutte le briciole che riuscì
ad accumulare le mise in un piattino, che schiaffò sotto il figlio.
Il bimbo, da parte sua, fu
molto felice di poter finalmente mettere qualcosa sotto i denti: non che
l’effettivo cibo
che aveva mangiato fosse molto, ma l’orgoglio di aver fatto la stessa
cena del genitore mise a tacere i brontolii del suo stomaco.
Guardando l’orologio Vegeta
scoprì, con suo immenso piacere, che la moglie sarebbe tornata entro un
quarto d’ora.
Mise il bambino nel box, e
passò il tempo restante a rimettere il figlio nel box, dato che
puntualmente, ad ogni distrazione del padre, ne approfittava per
uscire e cercare in ogni modo di abbreviare il più possibile la sua
giovane vita.
- Sono tornata! -
- Era ora! Riprenditi il
moccioso! -
Bulma, non tenendo conto del tono usato dall’uomo, si
avvicinò al figlio e gli scoccò un enorme bacio sulla guancia,
non prima di avergli levato una forchetta dalle mani.
Lo portò al piano
superiore, e mentre lo svestiva si stupì non poco di trovare fra i suoi
vestiti briciole e pezzi di scotch, ma preferì non indagare.
Dopo aver finalmente messo il
figlio a dormire, scese al piano inferiore, dove trovò l’uomo che
la guardava con desiderio…
- Hai ragione, il
premio… sai, te lo sei proprio meritato! Aspettami
qui! -
Si diresse verso la cucina,
per poi ritornare con la torta che il saiyan aveva precedentemente
salvato, un po’ dispiaciuta per le varie ammaccature.
- Ecco qui il tuo premio! -
Vegeta la guardò male,
ma lei continuò imperterrita a porgergli il vassoio.
In fondo, e questo lo aveva
imparato per esperienza personale, le prestazioni dei saiyan sono decisamente migliori
a stomaco pieno…
Fine
Ed ecco la mia prima fanfic su Dragon Ball! Per i comportamenti di Trunks mi
sono liberamente ispirata ai figli di mia sorella, che tra l’altro ringrazio (ogni tanto servono pure i rompiscatole…).
Spero vi sia piaciuta! Baci, Charlie.