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Autore: crissya    24/08/2012    1 recensioni
Loki sputò un grosso grumo di sangue e riuscì finalmente a respirare. Si accasciò al suolo cercando ogni tanto di rialzarsi facendo leva sulle braccia ossute.
-fratello…- Thor si avvicinò per aiutarlo ad alzarsi ma il Dio delle malefatte lo cacciò bruscamente.
-non sono tuo fratello!!-
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfic la dedico a MaRmOtTeLlA    che ha seguito le mie precedenti fanfic commentandole sempre! Grazie! =)
I'll never be your brother
Loki era li, immobile e sconfitto. Mai avrebbe pensato che qualcuno alla fine sarebbe riuscito a batterlo.
Erano pochi i giganti sopravvissuti al suo ultimo attacco e dopo qualche tempo passato a progettare una degna vendetta, gli uomini blu si erano ribellati tendendo una trappola al Loki, dio delle malefatte. I superstiti erano circa 100 e avevano scagliato la loro ira contro il dio che era da solo al momento dell’imboscata. Si trovava a Jotunheimr, terra dei Giganti di Ghiaccio, credendo di incontrare il capo attuale del popolo per stipulare una sorta di pace. Era stato uno sprovveduto a pensare che non ci potesse essere nulla di malvagio. Al suo arrivo aveva trovato un solo gigante che, con un cenno, richiamò tutto il resto del popolo sopravvissuto e questo si era scagliato contro Loki, il quale aveva combattuto strenuamente ma i giganti erano troppi e lo avevano devastato, catturato e gettato in una prigione buia.
Ora si trovava lì, in quel buco di posto con la camicia bianca strappata e bruciata, i polsi legati da una morsa di ferro sopra la testa e una specie di mezza maschera di metallo a coprirgli la bocca. Molto spessa, aveva una sporgenza appuntita che gli avevano infilato in bocca tappandogliela, mentre con delle cinghie gliela avevano  legata dietro molto stretta facendolo sanguinare copiosamente. I capelli nero corvino ricadevano scompostamente sulla fronte piena di tagli così come il resto del viso. Aveva un aspetto orrendo, aveva fallito e stava per morire… esattamente tutto quello che aveva augurato al fratellastro. Maledetto Thor… occupava la sua mente anche i suoi ultimi istanti di vita. Eppure non c’era nulla che potesse fare per combattere il pensiero di Thor, così forte, così bello. Si accasciò per quanto gli era possibile cercando di scrutare una possibile via d’uscita.
La stanza era apparentemente circolare ma il buio era così fitto che non era possibile distinguere nulla. C’era solo tanto freddo e il pavimento e le pareti dovevano essere di ghiaccio dato che le gambe e le mani di Loki erano freddi e molto rigidi, sicuramente a causa del gelo. Aveva provato più volte a usare la magia ma ogni qual volta tentasse, le morse che aveva ai polsi e alla bocca si infiammavano lanciandogli una scossa che, al lungo andare, lo avrebbe sicuramente ucciso prima. In ogni caso sarebbe morto. Fulminato, congelato o di fame avrebbe posto fine alla sua miserabile esistenza. L’unico rimpianto era non essere riuscito a vedere Thor e a dirgli ciò che si portava dietro da secoli.
Gli avrebbe sicuramente detto che lo odiava, che era invidioso di lui e di tutto quello che aveva; la famiglia che lo amava, gli amici, il mjorlin e quel maledetto trono. Avrebbe continuato dicendogli che erano molte le volte in cui aveva desiderato che morisse ma altrettante erano le volte che aveva desiderato di baciarlo. Di intrecciare le mani nei suoi capelli dorati come il grano e di sfiorare il viso chiaro come la luna.
Scosse la testa rassegnandosi al suo destino che incombeva su di lui; chiuse gli occhi per un solo momento quando dei rumori lo distrassero. Sentì urla, gemiti e colpi di spade poi tutto accadde molto velocemente.
Una frattura si creò nella prigione e gli occhi di Loki vennero colpiti da un fascio di luce. Una figura possente, alta e vigorosa era ferma sulla soglia dell’apertura e teneva in mano un martello.
Thor.
Thor corse incontro il fratello e con un colpo di martello ruppe la catena ai polsi.
Loki, dal canto suo, iniziò a dimenarsi ferocemente cercando di sfuggire alla presa del Dio
.-sono venuto a salvarti, fratello.-
Il moro provò a smaterializzarsi ma la morsa alla bocca glielo impedì e lo fece crollare a terra in una pozza di sangue.
Thor rimase interdetto poi afferrò Loki per le spalle mettendolo di forza alla luce.
-che ti hanno fatto, fratello mio?-
Il corpo di Loki era davvero devastato; non solo il volto ma anche il petto era pieno di ferite profonde ed escoriazioni sanguinanti. La pelle pallida era dilaniata anche da grossi ematomi diffusi in diversi punti. Dalla bocca coperta usciva il sangue che sporcava il pavimento confondendosi con la saliva. Gli occhi, una volta verdi brillanti, erano opachi e vitrei contornati da pesanti occhiaie scure.
Thor si intenerì e con cautela gli si avvicinò rompendo la banda di ferro attorno alla bocca
Loki sputò un grosso grumo di sangue e riuscì finalmente a respirare. Si accasciò al suolo cercando ogni tanto di rialzarsi facendo leva sulle braccia ossute.
-fratello…-  Thor si avvicinò per aiutarlo ad alzarsi ma il Dio delle malefatte lo cacciò bruscamente.
-non sono tuo fratello!!-
-Loki… fatti aiutare- insistette cercando di afferrarlo.
-VATTENE VIA THOR!- gridò alzandosi debolmente in piedi.
-SONO VENUTO QUI PER SALVARTI LA VITA! SII ALMENO RICONOSCENTE!- urlò di rimando.
-IO NON LO VOGLIO IL TUO AIUTO! NON L’HO MAI CHIESTO!!-
Thor ridimensionò il tono di voce cercando si essere più convincente -Allora se non per me fallo per te stesso! Se vuoi vivere devi…-
-MA IO NON VOGLIO VIVERE!- gridò Loki abbassando la testa subito dopo. Nella pozza di sangue scuro si stavano mischiando le lacrime del Dio che cadevano calde confondendosi nel liquido rosso.
Thor rimase fermo per qualche secondo ascoltando i singhiozzi sommessi del “fratello”, decise di avvicinarsi solo dopo un po’ prendendogli il mento e sollevandolo. Quello che vide gli fece inumidire gli occhi e colmare il cuore di tenerezza.
Gli occhi di Loki erano arrossati e pieni di lacrime che gli rigavano le guance escoriate ed emaciate, le labbra rosse di sangue tremavano come quando era piccolo e cadeva facendosi male, tentava di non piangere cosicché le labbra vibravano facendolo sembrare ancora più indifeso e impaurito.
Quello era il vero Loki, il ragazzo che aveva conquistato Thor.
-non guardare cosa sono diventato- sussurrò rassegnandosi e sprofondando ancora di più nell’umiliazione.
Thor gli sorrise afferrandolo da sotto le braccia.
-andiamo a casa…-
Così dicendo alzò il martello verso il cielo e volò velocissimo dirigendosi ad Asgard assieme a Loki.
 
Arrivati ad Asgard Thor atterrò pesantemente tenendo stretto Loki al suo petto mentre le guardie del palazzo corsero loro incontro allarmate ma Thor le liquidò con un cenno della mano
-state lontani, non dite nulla a mio padre e specialmente non fate entrare nessuno nelle mie stanze-
Senza attendere alcuna risposta, si diresse verso la grande scalinata d’oro al centro del palazzo che conduceva a un’enorme porta decorata con motivi floreali e le maniglie erano teste di leone.
Con un calcio aprì i battenti lasciandoli chiudere alle sue spalle con un tonfo; si diresse verso il bagno, un’elegante stanza di marmo con una vasca grossa e lucente. La riempì d’acqua girando le manopole anch’esse a forma di testa di leone, l’acqua scrosciò producendo molto fumo e in pochi secondi colmò la vasca.
Thor levò la lunga camicia sfilacciata di Loki gettandola in un angolo della stanza, prese il fratello tra le braccia immergendolo nella vasca. Senza proferire parola, crucciato ma molto attento, afferrò la spugna e delicatamente lavò il corpo pallido e dilaniato.
Loki non riusciva ad aprire gli occhi, la vergogna e l’umiliazione lo stavano letteralmente mangiando vivo. Forse prima si sbagliava.. c’era una quarta opzione. Sarebbe potuto morire di vergogna. Ma ormai il danno era fatto, poteva lasciarsi andare all’acqua calda e alle mani di Thor che lo sfioravano con delicatezza.
Thor immerse la spugna nell’acqua, la posò sui capelli di Loki strizzandola in modo da sciacquare i capelli corvino del Dio.
Una volta finito, lo avvolse il un grande asciugamano bianco e lo portò nella stanza accanto.
Al centro vi era un grosso letto a baldacchino di oro con i drappi chiari che cadevano morbide sulla struttura. La coperta color crema faceva risaltare i colori brillanti dei cuscini che erano posizionati all’altezza della spalliera. Thor spostò i veli e, con tutto l’asciugamano, pose Loki sul materasso asciugandolo con estrema delicatezza, come se la pelle di porcellana potesse rompersi.
-perché sei così gentile con me?- domandò d’un tratto Loki aprendo gli occhi che avevano ripreso il loro colore verde brillante.
-perché sei mio fratello.-
-smettila di chiamarmi così. Ti ho già detto che non sono tuo fratello, non siamo neanche fratellastri.-
-ma siamo una cosa molto vicina all’essere fratelli…- sussurrò passando una mano tra i capelli di Loki che si scansò girando il viso dalla parte opposta.
-smetti di fare la guerra Loki..almeno non con me. Sono tutto ciò che hai, tutto ciò che hai sempre avuto.-
-è vero-  ammise Loki –quello che aveva tutto eri sempre e solo tu. Io ero il gracilino della famiglia, quello che ha sempre vissuto nell’ombra del grande Dio Thor! Quei tempi sono finiti…avrai un degno rivale-
-e se io volessi solo un degno amante?-
Ci fu silenzio.. un silenzio carico di emozioni, di parole cacciate in gola ma di sguardi complici.
Thor si stese sul letto accanto al moro. I suoi capelli biondi erano sparsi sul cuscino come la criniera di un leone; fissava l’altro con gli occhi vispi, azzurri come il cielo del primo mattino e Loki di rimando lo guardava con gli occhi smeraldo circondati da ciglia simili a pizzo nero. La pelle d’alabastro brillava alla luce della luna che proveniva dalla finestra.
Il filo di tensione venne rotto dalla voce di Loki
-ti amo, fratello.-
-ti amo anche io.-
Rimasero così finché entrambi vennero rapiti dal sonno. Le ore passavano e inconsapevolmente Loki era scivolato accanto a Thor che, nel sonno, lo aveva abbracciato. Una fusione di oro e onice su di uno sfondo bianco. Respiri che andavano in simultanea e il battito dei loro cuori che scandiva il silenzio di quella notte tranquilla.
 
Era appena l’alba e Loki era in piedi accanto a letto. Con i suoi soliti vestiti neri e verdi e il suo copricapo d’oro, fissava Thor dormire con il braccio disteso il quale qualche ora prima teneva stretto il suo corpo minuto. Si chinò passando le dita tra i capelli biondi del “fratello” guardandolo con dolcezza. Baciò lievemente le labbra dischiuse dell’altro facendo molta attenzione a non svegliarlo. Si rimise in piedi guardandolo un’ultima volta.
-ci rivediamo presto, fratello-
Ancora con gli occhi rivolti verso Thor, Loki si smaterializzò.
  
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