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Autore: likechemestry    24/08/2012    1 recensioni
Ebbene si, vi starete chiedendo cos'è questo; di cosa parla questa storia, perchè la sto scrivendo, chi sono i protagonisti... Oppure no, e credo sia l'opzione più probabile. Beh, quello che voglio fare è scrivere una specie di diario di sopravvivenza. « Di sopravvienza a cosa? » alle medie, è ovvio. Ok, magari non era poi così ovvio. Cosa penso io delle medie? Penso che siano i tre anni peggiori che qualcuno possa passare. Oppure i migliori. Dipende da chi sei e da come ti comporti. Dipende tutto solo ed esclusivamente da TE. Adesso voglio solo raccontarvi la mia storia, sperando che vi facciate qualche risata, ma soprattutto che riusciate a capire, insieme a me, come affrontare questi tre anni. Perchè anche io, ancora adesso, sto cercando di capire come superarli. E ho davvero bisogno del vostro aiuto.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene si, vi starete chiedendo cos'è questo; di cosa parla questa storia, perchè la sto scrivendo, chi sono i protagonisti... Oppure no, e credo sia l'opzione più probabile. Beh, quello che voglio fare è scrivere una specie di diario di sopravvivenza. « Di sopravvienza a cosa? » alle medie, è ovvio. Ok, magari non era poi così ovvio. Cosa penso io delle medie? Penso che siano i tre anni peggiori che qualcuno possa passare. Oppure i migliori. Dipende da chi sei e da come ti comporti. Dipende tutto solo ed esclusivamente da TE. Adesso voglio solo raccontarvi la mia storia, sperando che vi facciate qualche risata, ma soprattutto che riusciate a capire, insieme a me, come affrontare questi tre anni. Perchè anche io, ancora adesso, sto cercando di capire come superarli. E ho davvero bisogno del vostro aiuto.
 
« Cipollina, è giorno! » ha appena gridato papà cominciando ad alzare la tapparella, facendo entrare tutta la luce possibile e immaginabile nella mia stanza. Dio, siamo nel ventunesimo secolo, e ancora i padri non hanno capito che una figlia non bisogna svegliarla urlando e accendendo le luci? E poi si stupiscono quando gli rispondiamo male..
« Che palle pà, tira giù quella cazzo di tapparella. Io a scuola non ci vado. Non puoi obbligarmi. » borbotto io nascondendo la testa sotto al cuscino, l'unico posto dove è rimasta un pò d'ombra.
« Appena sveglia, e hai già detto due parolacce. Un record, direi. » ridacchia lui. « Fra dieci minuti ti voglio pronta. » continua poi.
« Venti! »
« Quindici, o a scuola ci vai in pigiama. »
« Affare fatto. » faccio io scocciata. Appena quel padre-che-non-capisce-le-necessità-della-propria-figlia se ne va dalla stanza, cerco di trascinarmi giù dal letto: una battaglia quotidiana. 
« Uno.. » e apro gli occhi, « due.. » mi preparo per lo sforzo, « tre! » mi sollevo, ma non ho il tempo di battere le ciglia che la mia testa si ritrova di nuovo appiccicata al cuscino. « Fanculo questa merda! » sbotto. Ma perchè devo alzarmi a un orario indecente  per andare in un posto indecente circondata da gente indecente? Si ok, devo imparare la matematica e tutta quella robaccia là che poi non mi servirà a niente nella vita, ma davvero le persone non si accorgono che andare a scuola è come andare in guerra? O anche peggio. Lì verrai giudicata. Verrai giudicata in base a come ti vesti, a che musica ascolti, a quanto sei bella, a quanto sei stupida e così via. Già, appena ci metti piede puoi sentire la scuola stessa che ti dà il benvenuto « Pronta a venire giudicata? Pronta a piangere di nascosto nei bagni mentre gli altri ti prendono in giro? Benvenuta nella nostra società. »
E' sul serio una merda, e io non vedo davvero l'ora che finisca questo strazio. 
« Sta scadendo il tempooo! » sento la voce di papà arrivare dalla cucina.
« Arrivo, arrivo! » sbotto di rimando, ma lo dico così piano che non penso l'abbia sentito.
Prendo tutti i miei pensieri, li rimetto accuratamente nel cassetto del cervello 'pensieri mattutini sulla scuola', e mi trascino verso il bagno.
Dieci minuti dopo essermi cambiata, aver lavato i denti e fatto la piastra, esco dal bagno, accompagnata dai soliti « Oggi non arrivi in tempo! Poi ti arrangi eh! » di mio padre, a cui abitualmente rispondo « Lo dici tutte le volte, e poi non succede mai. Comunque, al massimo mi fanno entrare l'ora dopo, il che migliorerebbe di gran lunga la mia giornata, così evito quella palla della prof di mate. » Papà mi fa segno di stare zitta, così prendo lo zaino e usciamo di casa. Destinazione: inferno.
 
 
 
 
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Ok, è davvero corto come primo capitolo, e non mi soddisfa neanche più di tanto, ma ero annoiata e volevo fare qualcosa, capitemi D: ahahah no però ho sempre sognato di scrivere una storia tipo questa, quindi fatemi capire se vi piace. :)
se volete potete contattarmi su twitter, sono @likechemestry.
grazie. :)
  
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