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Autore: ART RevolveR    25/08/2012    8 recensioni
Bussò forte sulla porta di casa Sanders e, appena l’amico gli aprì, lo salutò gioioso “Ehilà, fratello! Pronto per iniziare ad incidere oggi?” Il frontman non ricambiò il saluto, ma rimase impalato a fissarlo, la bocca aperta senza che ne uscisse alcun suono, gli occhi spalancati dallo stupore. Era molto pallido. ”Oh? Che ti succede, Matt...?” domandò Jimmy, preoccupato da quella reazione decisamente insolita. ”Io... Niente.” Rispose Matt dopo un attimo di esitazione “E’ sempre bello vederti, Jimbo!” disse con un sorriso affettuoso, mettendo in mostra le fossette agli angoli della bocca. Fece poi per abbracciarlo, ma si avvicinò a lui molto lentamente, come se avesse timore di toccarlo. Quando però le dita del cantante sfiorarono le braccia tatuate del suo batterista, improvvisamente lo strinse a sè molto molto forte. ”E-ehi! Così mi stritoli, bestione!” protestò Jimmy ricambiando l’abbraccio e sorridendo meravigliato dal comportamento inusuale dell’amico. ”Scusami... E’ che sono davvero felice di vederti, Jimmy...” mormorò il cantante adagiando la testa sulla sua spalla. ”Uh? Ma se ci siamo visti solo poche ore fa!” obiettò “Sì, alla festa a casa di Zacky ieri sera!”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: The Rev, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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One Day...

Un raggio di sole tagliò l’oscurità attraverso uno spiraglio nelle tende e James Owen Sullivan si svegliò come di consueto. Come d’abitudine si vestì, scese a far colazione – tre toast generosamente imburrati e spalmati di marmellata – poi si recò in bagno per lavarsi denti e faccia. Dopo essersi passato velocemente una manata di gel nei capelli ormai da molti anni tinti di nero era pronto per iniziare la giornata.
Spese qualche secondo per rimirarsi nello specchio, mentre un sorriso radioso gli sbocciava sul viso, rendendo brillanti i suoi occhi azzurri come il cielo sereno in una giornata d’estate: c’era un nuovo album da registrare!
Uscì di casa per avviarsi verso quella di Matt, il cantante della band di cui faceva parte, nonché suo migliore amico.
Era davvero un giorno splendido: l’aria era limpida e non c’era neanche una nuvola ad ingrigire il celeste del cielo sopra Huntington Beach.
Lungo il tragitto si godette la tiepida luce del sole sul viso. ‘Però! Oggi è decisamente caldo per essere fine dicembre!’ rifletté Jimmy tra sè e sè. 
‘Beh, meglio così.” Concluse sorridendo, mentre muoveva gli ultimi passi verso l’abitazione di Matt.
Chissà perchè, ma oggi si sentiva particolarmente euforico.
Bussò forte sulla porta di casa Sanders e, appena l’amico gli aprì, lo salutò gioioso “Ehilà, fratello! Pronto per iniziare ad incidere oggi?”
Il frontman non ricambiò il saluto, ma rimase impalato a fissarlo, la bocca aperta senza che ne uscisse alcun suono, gli occhi spalancati dallo stupore. Era molto pallido.
”Oh? Che ti succede, Matt...?” domandò Jimmy, preoccupato da quella reazione decisamente insolita.
”Io... Niente.” Rispose Matt dopo un attimo di esitazione “E’ sempre bello vederti, Jimbo!” disse, con un sorriso affettuoso, mettendo in mostra le fossette agli angoli della bocca.
Fece poi per abbracciarlo, ma si avvicinò a lui molto lentamente, come se avesse timore di toccarlo. Quando però le dita del cantante sfiorarono le braccia tatuate del suo batterista, improvvisamente lo strinse a sè molto molto forte.
”E-ehi! Così mi stritoli, bestione!” protestò Jimmy ricambiando l’abbraccio e sorridendo meravigliato dal comportamento inusuale dell’amico.
”Scusami... E’ che sono davvero felice di vederti, Jimmy...” mormorò il cantante adagiando la testa sulla sua spalla.
”Uh? Ma se ci siamo visti solo poche ore fa!” obiettò “Sì, alla festa a casa di Zacky ieri sera!”
A quelle parole Matt sussultò e lo strinse ancora più forte.
Passarono almeno due minuti in quel modo, fermi, abbracciati nell’ingresso. Jimmy iniziava a sentirsi leggermente in imbarazzo.
”Guarda che puoi anche lasciarmi adesso, eh!” gli disse ridendo “Non sparisco mica!”
”Hai ragione, perdonami Jimbo...” rispose il frontman, sciogliendo lentamente l’abbraccio e staccandosi da lui con riluttanza. Jimmy si accorse che aveva gli occhi un po’ lucidi.
’Certo che Matt oggi è proprio strano.’ Pensò, ma decise di non chiedergliene il motivo: sapeva che il suo migliore amico gliene avrebbe sicuramente parlato, appena se la fosse sentita. Era sempre stato così tra loro due: si sostenevano a vicenda senza avere mai bisogno di chiedersi il motivo e si aprivano l’uno all’altro solo quando era il momento giusto. E questa era una cosa che uno spirito libero come Jimmy adorava della loro profonda amicizia.
Con la coda dell’occhio notò una macchia scura sul dorso della mano destra di Matt: a prima vista sembrava un Deathbat, ma non ne era sicuro, poiché non era riuscito a vedere bene.
“Oh! Hai un nuovo tatuaggio?” chiese indicandolo “Ma quando l’hai fatt-“
Non fece in tempo a terminare la domanda che l’amico aveva già nascosto la mano infilandola nella tasca dei jeans.
”Ah... No, aspetta Jimmy! E’ una... sorpresa!” rispose visibilmente a disagio, cercando di evitare che il suo sguardo entrasse in contatto con quegli occhi azzurro cielo che a volte sembravano vedere oltre le cose e coglierne la vera essenza.
”Ma aspettami qui un attimo...” proseguì “ Vado di là a prendere il cellulare ed avviso tutti gli altri che stiamo arrivando allo studio e di farsi trovare lì davanti.” Detto ciò sparì dentro casa, lasciando Jimmy sull’uscio, solo con i propri pensieri.
Sentiva la sua voce provenire dalla cucina mentre parlava al telefono: suonava decisamente agitata, ma il batterista non riuscì a capire cosa stesse dicendo.
Matt oggi era strano: si comportava come se stesse cercando di nascondergli qualcosa. Anche il fatto che fosse rimasto dentro casa per telefonare insospettiva Jimmy.
’Ma sì, tanto lo so che quei quattro deficienti mi staranno sicuramente organizzando uno scherzo!” pensò “Starò al loro gioco e fingerò di non sospettare nulla.” Concluse soddisfatto, già pregustandosi il momento in cui li avrebbe smascherati.
”Eccomi qua!” annunciò Matt di ritorno “Possiamo andare!”
Ora indossava un paio di guanti neri senza dita.

Quando giunsero davanti allo studio di registrazione Brian, Zacky e Johnny erano già lì. Anche loro osservavano Jimmy con stupore, in silenzio.
”Buongiorno, ragazzi!” li salutò quest’ultimo con calore.
”Ciao, Jimbo!!!” urlò Brian, saltandogli improvvisamente al collo e cingendolo in un abbraccio a dir poco stritolante.
”Ciao, Brian! Woah! Com’è che siete tutti così affettuosi, oggi?” chiese il batterista ridendo.
”Ehi Jimmy!!!” disse Johnny entusiasticamente sfoggiando un largo sorriso.
”Ciao anche a te, Johnny!”  rispose Jimmy, liberando un braccio dalla morsa del chitarrista per poter scompigliare la cresta al bassista.
”Ciao, Jimmy...” accennò Zacky, sorridendo debolmente: i suoi occhi verdi brillavano di una luce triste ed il suo viso era ancora più pallido di quanto non lo fosse solitamente.
”Ehilà, Vee! Che hai, non ti senti bene?” domandò, notando che portava una bandana avvolta intorno al collo.
”Eh, sì... Ho un po’ di mal di gola!” si affettò a giustificarsi Zacky, evidentemente agitato. Sembrava che le sue emozioni stessero per esplodere e che lui stesse compiendo uno sforzo immane per evitare di lasciarle fuoriuscire senza controllo dal proprio cuore.
”Ahahah!!! Hai fatto troppo casino ieri sera!” rise Jimmy, assestandogli una vigorosa pacca sulla spalla. Il secondo chitarrista incassò il colpo senza replicare ed abbozzò un sorriso.
Poi il batterista si rivolse a Matt: “Bene, iniziamo a registrare? Sono supercarico oggi!!!”
Il cantante rispose “Ma sentite, ragazzi! Visto che poi dovremo metterci a lavorare duramente all’album, perchè non ci prendiamo ancora una giornata per cazzeggiare tutti insieme? Dai, vedrete che così poi saremo ancora più pronti e l’album verrà una bomba!”
Tutti quanti annuirono con gioia.
”Uh... Va bene!” acconsentì Jimmy, pur non comprendendo l’improvviso cambiamento di programma. Si fidava ciecamente di Matt, avrebbe messo la sua stessa vita nelle sue mani senza esitazione. Se aveva deciso così, doveva aver sicuramente avuto una buona ragione.
Passarono la giornata insieme, vagando a caso per le strade i Huntington Beach, scherzando, prendendosi in giro a vicenda, scolandosi lattine di birra e combinando ogni genere di cavolate, come avevano sempre fatto.
Jimmy si tranquillizzò quando vide Zacky ridere di gusto subito dopo che Synyster aveva appena sparato una battuta davvero pessima, che non avrebbe fatto ridere nessuno se non fossero stati tutti un po’ubriachi.
’Meno male.’ Pensò rasserenato ‘E’ tornato ad essere lo Zacky Vengeance di sempre.’
Il batterista si divertì un sacco quel giorno: passarono nuovamente da casa di Matt dove si affrontarono in una partita a  Call Of Duty, che vide ovviamente trionfare il frontman, forte di ore ed ore di allenamento; poi si recarono al parco, dove pranzarono tutti insieme con degli ottimi hot-dog e Jimmy diede inizio ad una gara di rutti a cui i due chitarristi si unirono immediatamente con entusiasmo; successivamente molestò il povero Johnny, acciuffando il piccolo bassista e caricandoselo sulla schiena, mentre quest’ultimo protestava scalciando e ridendo.

La sera si trasferirono tutti a casa di Zacky.
Jimmy pensava che avrebbero trovato uno sfacelo, i rimasugli della festa della sera prima, invece l’abitazione era perfettamente in ordine e tirata a lucido.
”Ma Vee, come cavolo hai fatto a pulire tutto così bene ed in così poco tempo?” chiese meravigliato “Ammettilo, hai chiamato qualcuno perchè venisse a sistemarti la casa mentre eravamo in giro! Dico bene, pelandrone?” incalzò l’amico, ammiccandogli con aria complice.
”Eh, cavoli, mi hai scoperto!” replicò imbarazzato il chitarrista.
Poi, come se fosse stato improvvisamente folgorato da un’idea, corse a staccare un calendario dalla parete del salotto per rinchiuderlo velocemente in un cassetto. Jimmy fece appena in tempo ad intravedere mese ed anno: Febbraio 2012.
Possibile?
Si sfregò gli occhi. No, non era possibile: di sicuro aveva visto male a causa di alcool e stanchezza.
Cenarono insieme e la serata trascorse piacevolmente tra canti e risate finché non si fecero le 22:00.
Di colpo Jimmy si sentì piombare addosso una profonda stanchezza, un po’ come quando ti gettano addosso un indumento o una coperta molto pesanti sulle spalle, senza preavviso.
“Scusate, ragazzi, mi sento un po’ stanco...” annunciò, lasciandosi sprofondare nel divano.
In un batter d’occhio se li ritrovò tutti intorno, i volti invasi da espressioni preoccupate.
”Insomma, cosa cavolo avete oggi?” sbottò spazientito “E’ tutto il giorno che vi comportate in maniera strana! Pensavate che non me ne fossi accorto? Vi decidete a farmi questo benedetto scherzo?” chiese infine ridendo.
Ma nessuno rise. Continuarono a limitarsi a fissarlo con apprensione.
E improvvisamente Jimmy capì.
Capì il perchè del comportamento insolito dei suoi amici, capì perchè Matt gli aveva nascosto la mano destra, capì perchè la casa era già in perfetto ordine e perchè Zacky aveva messo via il calendario...
”Io... Quella notte io sono morto, vero?”
”...sì.” rispose Matt commosso.
”Quanto... Quanto tempo è passato?”
”Ormai sono già due fottutissimi anni, Jimmy.”
La preoccupazione se n’era andata dai visi dei suoi compagni, lasciando il posto ad una profonda tristezza.
A vederli così, distrutti dal dolore, sentì il proprio cuore stretto in una morsa.
”Cos’è successo mentre... ero via?” chiese, gli occhi lucidi che brillavano come due piccole stelle azzurre.
Questa volta fu Brian a rispondere “All’inizio è stata molto dura. Non riuscivamo a crederci. Non sapevamo cosa fare. Ci sembrava che nulla avesse più significato. Poi...
Poi abbiamo registrato l’album. L’abbiamo fatto per te.”
”Sì. E poi abbiamo fatto anche questi...” aggiunse Johnny sfilandosi la maglietta, subito imitato dal primo chitarrista.
Gli mostrarono i loro nuovi tatuaggi: Johnny aveva un gigantesco Rev-bat sul torace, Synyster si era fatto incidere la scritta “FOREVER” in grandi lettere sopra i pettorali, Matt aveva un piccolo Rev-bat sul dorso della mano destra, mentre Zacky portava un “FOREVER” sul lato sinistro del collo.
”Vedi? Ti portiamo sempre con noi.” Spiegò il bassista sorridendo.
”Ci manchi Jimmy. Ci manchi tantissimo. Da morire...” mormorò Zacky, i verdi occhi completamente inondati di lacrime.
”Mi dispiace... Devo avervi fatto soffrire tantissimo...” Disse Jimmy scosso da quelle parole. Poi chiese “Posso... Posso ascoltare l’album?”
”Ma certo.” Rispose Matt, alzandosi dal bracciolo del divano dove era seduto. Andò a prendere un CD e lo inserì  nel lettore. Dopo averlo fatto partire, riprese il proprio posto accanto a lui.
Quando le prime note di “Nightmare” iniziarono a danzare nell’aria che li circondava, erano già tutti abbracciati intorno al loro batterista.
Ascoltarono metà album in silenzio, beandosi nel calore di quell’abbraccio collettivo e lasciandosi cullare dalla musica. Poi il cantante dichiarò “La prossima canzone l’ha scritta Brian.”
”Ma dai Brian! Hai scritto una canzone? E’ un evento!” disse Jimmy sorridendogli.
Syn, per tutta risposta gli scompigliò i capelli sorridendo di rimando.
”E’ bellissima...” mormorò commosso, non appena fu finita “So Far Away”.
”Qui invece ci sei anche tu.” Gli disse Matt, quando si sentirono le prime note a pianoforte di “Fiction”.
”E’ la canzone che stavi componendo. L’abbiamo finita.”
Durante “Save Me” la stanchezza sugli occhi di Jimmy si fece più pesante.
”Grazie ragazzi” mormorò il batterista “Non so perchè io mi sia ritrovato di nuovo qui, ma sono felicissimo di avervi potuto salutare...”
”Io forse so perchè sei qui proprio oggi!” gli rispose Zacky “Lo sai che giorno è oggi? E’ il 9 febbraio: buon compleanno, stupidone!” esclamò sorridendogli tra le lacrime a cui ormai aveva deciso di arrendersi e che ora scorrevano copiose sulle sue guance morbide.
”Grazie. E’ stato il più bel compleanno che io abbia mai passato...” li ringraziò dolcemente il batterista “Siete la cosa più bella che mi sia mai capitata in questa fottuta vita e vi voglio un mondo di bene.”
Si strinsero ancora di più intorno a lui.
Cullato dal tepore di quell’abbraccio, Jimmy si lasciò vincere dalla stanchezza e abbassò lentamente le palpebre.
Buio.
Silenzio.
Pace.


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Salve a tutti! =D
Questa è la mia seconda fanfiction e la mia prima a tema Avenged Sevenfold!
Mi è venuta in  mente la notte tra il 14 e il 15 agosto, e l’ho scritta di getto a matita per non dimenticarmela, anche se poi mi sono concessa un po’ di tempo prima di trascriverla e di fare l’illustrazione.
Boh, ho messo l’anima sia nella storia che nel disegno, quindi spero che vi siano piaciuti entrambi.
Ammetto che in certi momenti mentre la scrivevo, con l’album “Nightmare” nelle orecchie, mi sono presa parecchio male e la malinconia si è impadronita di me.
Evidentemente ho una strana tendenza per cui le storie tristi/malinconiche mi piacciono da morire, quindi oltre a leggerne una marea ho iniziato anche a rompervi le scatole scrivendole! ^^’
Quando mi è venuta in mente ho pensato “E se Jimmy ritornasse un giorno, all’improvviso, in carne ed ossa, senza ricordarsi nulla... Cosa succederebbe? Come si comporterebbero i suoi amici?” E da quel piccolo pensiero è nata questa breve storia.
Poi, ho deciso di raccontarla dal suo punto di vista, perchè vorrei che il lettore, se non conosce già gli Avenged Sevenfold e la loro storia, si renda conto che Jimmy è morto solo quando se ne rende conto anche lui stesso.
Boh, magari è un’immane cavolata però a me ha fatto bene scriverla, perchè sono molto affezionata agli A7X e a The Rev, quindi la storia e l’illustrazione sono state un po’ il mio modo di esprimere il mio affetto per loro.
Vi ringrazio infinitamente per averla letta.
Un abbraccio,

Lulu-chan
xoxo

   
 
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