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Autore: Wolfy_RK_13    26/08/2012    0 recensioni
Arkham è un ragazzo lupo che vive assieme alla sua famiglia nella foresta a sud di Riversteed. Vivono principalmente di Caccia, Pesca e raccolta di bacche. Sembra un giorno come un altro, quando a un tratto, una gigantesca chimera attratta dall'odore della carne appena cacciata, distrugge la casa del giovane Arkham, uccidendo la madre. Il fratello maggiore morì durante l'attacco della bestia e il padre fù ferito a morte, l'unico che riuscì a salvarsi è Arkham che deciso a vendicarsi, dopo aver ottenuto la spada del padre prima che lui morisse intraprende un viaggio per scoprire dove quella bestia era diretta, in modo che così la sua vendetta si sarebbe compiuta faccia a faccia con quel mostro.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Sono Arkham, e questa è la mia storia.

Eravamo una famiglia pacifica che viveva nella foresta a nord di Riversteed lontano da ogni genere di contatto umano, io ero il piu piccolo, c'erano mio padre, mia madre e mio fratello maggiore.

Vivevamo principalmente di caccia e di pesca e in alternativa raccoglievamo bacche e funghi nel bosco.

Era un giorno come un'altro, ero uscito assieme a mio padre e mio fratello per cacciare selvaggina per il pranzo, quando a un tratto sentimmo le urla di nostra madre provenire dalla direzione di casa nostra, così ci affrettammo a tornare indietro per vedere cosa fosse successo, fù un attimo, venimmo attaccati da una gigantesca figura metà leone e metà drago.

"UN CHIMERA" urlò mio padre, probabilmente lo aveva attirato la carne che era fuori di casa, quell'odore di sangue misto alla carne fresca doveva in qualche modo aver scatenato la sua attenzione.

Mentre pensavo a cosa fosse successo mio padre iniziò a urlare a quell'essere "HEI SONO QUI MOSTRO" per distrarlo da noi, la mia reazione fu istintiva, corsi in casa cercando mia madre ma di lei trovai solo un corpo smembrato e senza vita, consumato dalle artigliate di quel mostro.

Le mie lacrime scavavano sul mio volto piccole righe umide che contenevano rabbia e disperazione,

uscii di casa preso da una rabbia incontrollabile, incoccai una freccia all'arco e puntai verso la chimera che ora rincorreva mio padre, scagliai la freccia che pero rimbalzò sulla sua dura corazza, cio non servi a nulla se non ad attirare l'attenzione di quella belva che mi squadrò con occhi che parevano due tizzoni ardenti, non passo poi molto prima che quell'essere si girò e iniziò a venire verso di me.

Preso dalla paura il mio corpo non riusciva a muoversi e rimasi a fissare quella creature che avanzava verso di me con l'intenzione di uccidermi, nulla piu che un istante e la creatura mi fù addosso minacciosa, ma quando i miei occhi videro la zampa della bestia alzarsi per infliggere il colpo mi resi conto che mio fratello era li, davanti a me, lui prese il colpo destinato a me e cadde con violenza a terra con un grosso squarcio in pieno petto.

Non sapevo piu che fare, la rabbia e la disperazione mi esplodevano nel petto, eppure la sola cosa che smascheravo era la paura, corsi verso mio padre piangendo ma prima ancora che riuscissi ad avvicinarmi a lui un suo urlo mi disse "Scappa, mettiti in salvo".

La morte di mia madre e di mio fratello mi portarono a disobbedire a mio padre che continuava senza sosta a ripetermi di scappare, qualche secondo, mi fermai e decisi che l'avrei ascoltato sebbene la rabbia che avevo dentro di me mi imponeva di rimanere, scappai velocemente in lacrime verso il folto della foresta, dietro di me, solo rumori indistinti, il tintinnio della katana di mio padre che fendeva l'aria producendo un rumore metallico seguito subito dopo dal ruggito di dolore della bestia, continuai a correre piangendo tutta la rabbia che avevo in corpo.

Continuai a correre nel folto della foresta ma a un tratto non sentii piu nulla, ne la katana di mio padre che tintinnava sul corpo di quella bestia, ne il ruggito minaccioso della chimera.

Non sapevo interpretare quella calma, quel silenzio carico di tensione era stressante, decisi di tornare sui miei passi, magari mio padre era ancora vivo.

Mi affrettai a tornare verso casa, ma cio che trovai fù solo un cumulo di macerie che una volta era la mia casa e li, in fondo un corpo rantolante e sanguinante disteso a terra "...Papà", corsi verso mio padre che respirava a fatica, sul petto aveva una profonda artigliata.

"Figliolo" disse con una voce debole e fioca, con voce tremolante gli risposi che ero io.

Lui sospirò prima di continuare, mi disse poche parole prima di porgermi debolmente la sua zampa che reggeva la sua katana, "prendi figliolo, fanne buon uso", piansi molto tempo e supplicai che non morisse ma quando mio padre esalò l'ultimo respiro sapevo che tutto era finito, piangevo mentre tenevo nelle zampe la sua katana sporca del sangue della bestia, non saprei per quanto tempo rimasi li, sò soltanto che era buio e sapevo soltanto che il giorno che iniziava non sarebbe piu stato come gli altri, rimasi per qualche minuto in quella radura a ricordare i miei cari che avrei seppellito il giorno seguente.

"Vi vendicherò, ve lo prometto" sono le uniche parole che mi uscirono di bocca mentre guardavo i piccoli tumuli di terra che coprivano le salme di coloro che un tempo erano le uniche persone che amavo.

Passai l'intero pomeriggio a fissare quelle croci, la rabbia e la tristezza che portavo in me erano quasi insopportabili, mi alzai da terra e dopo aver dato l'ultimo saluto mi incamminai nella foresta, da quel giorno sapevo che nulla piu sarebbe stato come prima.

Camminai a lungo senza meta, il sole faceva capolino dal folto degli alberi, non sapevo dove stavo andando, ne cosa avrei fatto, i miei pensieri erano tutti rivolti alla scena della morte dei miei cari.

A un tratto sentii uno scricchiolio e mi fermai, "magari è una preda" pensai, mi chinai e spostandomi piano nella boscaglia arrivai a un cespuglio, "si, la preda è senz'atro qui dietro", non feci a tempo a uscire dal cespuglio che subito mi fermai.

Davanti a me un giovane lupo completamente bianco che mi fissava con sguardo inespressivo.

Io mi fermai a osservarlo, il mio corpo tremava, avevo paura ma nello stesso tempo ero felice di quell'incontro, il mio corpo non voleva comunque rispondere come successe con la chimera.

Lentamente il lupo si avvicina a me e mi soquadra con occhi seri, l'unica cosa che poteva percepire nei miei occhi era una tristezza misteriosa, una sofferenza muta, così dopo qualche secondo senza che me lo immaginassi quel lupo era li, vicino a me e tentava in qualche modo di rassicurarmi, da allora capii di non essere piu solo.

Questa è la mia storia, la storia di Arkham il cacciatore e del suo fedele lupo, il destino mi ha tolto i miei, ma ora mi ha donato un compagno, la mia vita reinizia da qui e non troverò pace fino a quando quella bestia non cadrà ai miei piedi, o io cadrò ai suoi.

  
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