Era un suono delizioso, per quanto strano potesse sembrare. Osservare quell’esserino era quasi più divertente di distruggere tutto quello che vedeva.

Il cagnolino gli leccò affettuosamente una guancia, e lui lo imitò, pensando che si trattasse di un particolare rituale di quel pianeta.

Come sono strani i terresti, pensò Majin Bu, ridacchiando tra sé e sé.

“Perché non hai paura di me?” chiese il mostro rosa, guardando il cagnetto con sguardo di chiara perplessità. L’animale rispose abbaiando allegramente, saltellandogli tra le gambe con felicità.

Qualunque cosa stesse cercando di dirgli, doveva essere per forza una cosa carina.

“Mi trovi bello?”

Il cagnolino abbaiò ancora, scodinzolando e mordicchiandogli la punta di uno stivale. Lui lo allontanò delicatamente con il piede, e per la prima volta non sentì il bisogno di usare la violenza. Anzi, provava una strana sensazione di protezione nei confronti di quell’animale tanto debole e tanto stupido.

Avrebbe potuto farsi male, senza di lui.

“Che cosa sta dicendo, Satan?”

L’uomo sobbalzò, come spaventato, e fece un sorriso di circostanza.

“Non lo so, non conosco la lingua dei cani” fece lui, poi aggiunse con un grande sorriso “Ma è sicuro che gli piaci!”

Majin bu sorrise, uggiolando di contentezza, sollevò con aria di importanza il cagnetto e lasciò che gli leccasse la faccia.

Poi ricambiò, con gran disgusto di Satan.

Per lui non era disgustoso. Era carino. E incredibilmente dolce.

…forse leccare un gelato sarebbe stato più soddisfacente. Ma non gli pareva che sulla Terra esistessero dei gelati che ti leccano la faccia invece di colarti da tutte le parti.

La cosa brutta -probabilmente l’unica- dei dolcetti è che sono tanto dolci, ma più con i tuoi denti cariati che con il tuo cuore.