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Autore: hanaka    26/08/2012    2 recensioni
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ti hai mai detto nessuno che sei un'incapace?” le disse con un sorriso il ragazzo che le stava di fronte.

“E a te ha mai detto nessuno che sei un cattivo maestro?” rispose lei, facendosi beffa del suo senso dell'umorismo.

Il suo sorriso sghembo era la cosa che più adorava di lei: creava delle piccole fossette agli angoli della sua bocca in cui spesso Lee sentiva di potersi perdere.

Ed ora lei, la ragazza di cui si era innamorato in quei due mesi, era a casa sua, in camera sua, seduta sul suo letto.

Hikaru Park.

Età: sedici anni, come il tempo in cui Lee aveva atteso di conoscerla, tra relazioni sbagliate e amori finiti male.

Hikaru Park.

Occhi verde oceano o blu mare, a seconda dell'umore. Occhi cangianti. Occhi in cui affogare.

Una chitarra, la sua, e la voglia di imparare a suonarla nelle mani.

Hikaru Park.

“No! Ferma...così spezzi le corde, scema!” le strillò bonariamente Lee, per correggere una tecnica del tutto erronea di pizzicare le corde.

“Oh uffa! Io mi sto impegnando sai?” si lamentò la ragazzina, con voce civettuola.

“Aspetta...ti faccio vedere come si fa, prima che tu mi distrugga la chitarra” le disse, prima che lei, sconfitta, potesse posare lo strumento.

Lei lo guardò con quei suoi occhi profondi, facendogli posto accanto a lei sul letto.

Con molta delicatezza, quasi temesse di poterle fare del male, il giovane le si accostò dietro, aiutandola con lo strumento con il quale lei si stava approcciando.

Hikaru Park.

Un odore di fragola che si fonde a quello della sua pelle bianco latte.

Il profumo della sua ex fidanzata non era neppure lontanamente paragonabile a quello di Hikaru, si ritrovò a pensare ad un palmo dai suoi capelli cortissimi.

All'improvviso, forte come un'onda, sentì il desiderio di toccare quei capelli, di accarezzare quella pelle di frutta.

No, non voleva altro...A lui sarebbe bastato quello.

Baciarla, certo, sarebbe stato dolce come bere l'ultima goccia d'acqua nel deserto, lasciarla andar via straziante come un addio definitivo.

“Lee...” domandò la ragazzina, notando lo sguardo smarrito di lui.

“Hai degli occhi stupendi” riuscì a dire lui, specchiandosi in quei due fiumi in piena.

“Me lo dici sempre” gli fece notare con un sorriso la ragazza, continuando a reggere lo sguardo di lui ignara di tutto.

No, non sorridere così, è una morsa al cuore.

“So di non essere brava, ma non c'è bisogno di guardarmi così!” si ribellò, abbassando lo sguardo.

Hikaru Park.

La voglia di fare proprio quel sorriso ingenuo, di catturarlo con un bacio e non lasciarlo andare più.

Me lo prendo questo sorriso, Hikaru...spero di lasciarti il mio, perché se te lo rubassi non saprei come vivere.

E' un lampo: le labbra che si uniscono, il sapore di fragola che si mischia a quello di arancia della caramella mangiata prima, il profumo dei suoi capelli a contatto con quelli di Lee...

E' un tonfo: la caduta degli spartiti per terra.

E' un attimo e tutto cambia: non c'è più un loro, ma un piccolo noi che si insinua piano piano sotto la corazza dell'amicizia.

E' un attimo e quel furto finisce.

Che cavolo ho fatto!

“I miei occhi saranno belli...ma le tue labbra lo sono di più” sorrise lei.

 

E' resa.

  
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