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Autore: Yuki_o    26/08/2012    5 recensioni
Quando si è adolescenti e si soffre si pensa di avere il diritto di stare soli, di pensare un po' a se stessi e -magari- commiserarsi un po'. Ma non si può stare soli a Mystic Falls.
Non ti danno le istruzioni per l'uso quando ti sbattono nel bel mezzo della Vita.
Prima ff su TVD: spero che vi piaccia!
Buona lettura!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Jeremy Gilbert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lezioni di vita
 


Non credevo di essere così disperato.
Che fossi imbarazzante nel football, come nel baseball, mi era parso chiaro già a 10 anni e non era stato così difficile accettare la cosa. Non mi erano mai mancati: io ero quello sfigato ed era una condizione di vita a cui mi ero adeguato. Ero io.
Ora invece me ne sto nel campetto più ridicolo e fatiscente che abbia mai visto a fare lanci ancora più ridicoli con il vecchio pallone da football di mio padre. E più mi rendo conto di essere al limite del patetico più non posso che continuare, ricominciare, accanirmi in gesti che non conosco e non controllo.
Lo so cosa sto facendo: le ragazze piangono e scrivono nei loro diari – o almeno mia sorella lo fa- io invece cerco di slogarmi una spalla, ma il concetto non cambia. Sto facendo i capricci.
Mi sento solo e frustrato, non riesco a reagire e quindi eccomi qui … Ma non si può stare soli a Mystic Falls.
-Ti stai divertendo?- parlo al nulla, ma ho la chiara percezione della sua presenza proprio dietro di me.
-Più che ridere stavo considerando la prospettiva di piangere sulla tomba del football…o anche della semplice dignità umana. Seriamente, Jeremy fermati: sei imbarazzante.-
Dovrei offendermi e invece rido, rido e mi volto verso Damon Salvatore.
-Nessuno ti costringe a stare qui a guardare. Vattene.- detto mentre ancora sto ridendo non sembro convincente nemmeno a me stesso.
-Stai zitto, ragazzino. Ti slogherai una spalla e allora mi toccherà ascoltare le lagne di tua sorella e di Alaric su quanto si sentono in colpa per non essere un sostegno per te, su come la tua vita sia difficile e ti meriteresti molto di più …-
Parla, parla e si avvicina e prima ancora che io possa accorgermene mi ha tolto il pallone dalle mani.
-… o magari sarò graziato e in uno slancio di originalità vorranno parlarmi di quanto tu fossi un ragazzino meraviglioso prima che i tuoi genitori morissero, la tua ragazza fosse tramutata in vampiro e tentasse di ucciderti e la tua seconda ragazza, che vampiro lo era già, venisse uccisa e tutto il tuo piccolo mondo ti crollasse addosso, eccetera eccetera …-
Si allontana, rigirandosi il cuoio tra le mani, osserva la notte, come se potesse scorgere qualcosa che invece a me sfugge totalmente. È un attimo: si volta e lancia. Prima ancora che io possa rendermene conto ho afferrato la palla. L’ho afferrata.
-Sai, Jeremy Gilbert, in effetti la tua vita fa decisamente schifo vista in questo modo. Sei perseguitato da una discreta dose di sfiga. Magari un giorno tornando a casa ti troverò accucciato in angolo con Stefan a piangere sui vostri dolori succhiando scoiattoli …-
Mi rigiro la palla tra le mani ma fisso avanti a me, lui, lui e le sue labbra atteggiate in quei ghigni che solo lui può fare rimanendo sexy e bellissimo, su chiunque altre parrebbero i sintomi di una colica renale.
-…o magari inizierete a tenere un diario insieme, scambiandovelo in un romantico romanzo epistolare. Ti ci vedo … mai pensato di passare all’altra sponda, cambiare parrocchia … sbatterti un ragazzo per intenderci? Magari ti va meglio, rispetto alle esperienze con le donne, dico …-
Alzo il braccio, tendo la schiena un po’ indietro e mi ricordo le parole di mio padre:
                “Devi imprimere un movimento rotatorio alla palla, Jer: così!”
Damon Salvatore afferra senza alcuno sforzo l’oggetto; non sembra nemmeno sorpreso, il bastardo …
-Seriamente Damon, tu parli troppo! Stai mai zitto per più di due minuti di fila?-
Ridacchia e di nuovo quel ghigno: il viso di Damon è uno di quei fottuti soggetti, bellissimi a vedersi e difficilissimi da ritrarre, perché la sua bellezza sta proprio in quelle sue espressioni irritanti che disegnano sulla sua pelle, intorno alla sua bocca e ai suoi occhi quella miriade di rughe che lo rendono perfetto … degli sfregi che arricchiscono il suoi tratti di luci e ombre che rispecchiano totalmente la sua personalità.
Il tipo di soggetto, insomma, che sai benissimo non potrai mai ritrarre davvero, che non sarà mai abbastanza somigliante o vivo nemmeno se dedicassi la tua intera vita a provarci, ma Dio! Solo a guardarlo ti prudono le mani perché vuoi,devi almeno provarci.
-Hai ragione, piccolo Gilbert. Starò zitto, solo un’ultima cosa …-
Mi sfugge un sospiro e un sorriso. La verità è che anche se lo odio, razionalmente intendo, a livello emotivo lui è … inebriante. Mi ubriaca e mi dimentico di detestarlo ogni volta di più.
-Sentiamo l’ultima perla di Mr. Salvatore!-
-Riguardo alle tue doti di atleta … forse non sei poi così irrecuperabile.- e mi ripassa la palla.
-Bel lancio, Jeremy.- E sorride.
-Mi correggo Damon: tu non solo parli troppo, ma anche sorridi troppo! Ti prenderanno per idiota …-
-Meglio passare per idiota che per un uomo senza sense of huomor .-
E poi in un istante lui è dietro di me. Vicino.
-Tendi meglio la schiena mentre lanci: non puntare tutto sulla spalla o finirai davvero per farti male. Prova.-
È a fianco a me e con occhio critico osserva ogni mio gesto mentre lancio. Un istante e la palla e di nuovo nelle sue mani.
-Accettabile … prova ancora.- sembra quasi compiaciuto mentre mi restituisce l’oggetto.
Se solo mi fermassi un istante probabilmente inizierei a pormi domande importune, come per esempio perché me ne sto qui a farmi dare lezioni di football da Damon Salvatore, perciò mi limito a ripetere il gesto, con più decisione e aspettare di vedere tornare come per magia il pallone tra le mani di Damon.
-Comincio a pensare che tu non sia poi così irrecuperabile: Stefan era molto peggio la prima volta che gli ho messo in mano un pallone … chissà che non possiamo fare qualcosa anche per te, cosa dici Jer?-
Crede davvero che quel sorriso possa nascondere l’ombra che è scesa nei suoi occhi nel nominare Stefan? Si può essere così ciechi?
-Giocavate a football nel 1864?-
Ride. –L’ho visto nascere questo sport, Gilbert, tra i soldati, negli accampamenti e nel fango … e tornato a casa tutto quello che volevo era insegnarlo al mio fratellino …-
-E ora lo insegni a me. Mio padre ci ha provato per anni, ma ho fatto molti più progressi stanotte con te.-
È una frase strana da dire, così come è strano lo sguardo che mi lancia lui.
Affetto? È così che guardi lui, Damon?
-Tu me lo ricordi molto, Stefan: sempre addolorato, sembra che la vita si diverta ad accanirsi contro di te … e fai schifo a football, ovvio.-
Non vorrei davvero ridere, vorrei avvicinarmi e dirgli qualcosa … ma esiste qualcosa che potrei dirgli che non abbia già sentito in 150 di sofferenza? C’è molto più che un ghigno strafottente sul suo viso: c’è la storia di un uomo quale io probabilmente non potrò mai essere.
-Bene, Jer. Ora è tardi quindi torna a casa. Ci vediamo qui, domani alle 9.- e si volta.
-Come? E a fare cosa, scusa?-
Si gira e la tentazione di mandarlo al diavolo è forte.
-Non basta certo una seratina così per insegnarti come si gioca a football, Gilbert. Confidiamo nei miracoli, comunque: se Stefan ci è riuscito allora forse anche tu hai una chance.-
-Io non sono Stefan.-
E qui forse avrei dovuto stare zitto. Ma lui sorride ancora.
-E questo aumenta solo le tue possibilità!-
E poi è scomparso.
È strano pensare a cosa è successo, è strano pensare che più di un secolo fa una scena simile era la normalità per Damon, era la sua vita; ma ciò che è più strano di tutto è pensare quale ruolo io abbia giocato in questo inquietante de jà vu. Stefan era al mio posto, allora, e lo è sempre nella mente di suo fratello. Stefan ha rinunciato a tutto questo per talmente tante ragioni che nemmeno lui probabilmente le comprende tutte … né sa se ne è valsa la pena.
Sento come se avessi rubato qualcosa, un ricordo o un’illusione, e penso che in una notte in cui mi sentivo completamente solo, accanto a me c’era l’unico uomo che avrebbe potuto capirmi.
Fra le mani mi rigiro il pallone di mio padre ed è come se per la prima volta nella mia vita lo avessi tra le mani davvero. Mi volto per tornare a casa e credo che riuscirò a prendere sonno, stanotte.
-Buonanotte Damon.-
 



Angolo dell’autrice(?)

Ok, prima che iniziate a lanciarmi contro oggetti contundenti e passanti malcapitati chiariamo subito le carte in tavola: NON E’ UNA SLASH!! NO DAMON/JEREMY INTENDED!!! U_U
Finish Jora potrei defilarmi e sparire per la vostra gioia … ma io sono una sadica incallita *W*
Voglio solo aggiungere che è la prima ff su questo fandom e che quindi spero in pareri che mi facciano capire se come inizio possa ritenersi almeno accettabile xD E tanto per evidenziare quanto amo i clichè, se non fosse chiaro, io AMO IRRAZZIONALEMENTE DAMON SALVATORE!! (spesso penso sia l’unica ragione, insieme a Elijah-Sexy-Mykelson, per cui guardo TVD … compatitemi -.-“)
E non odio Stefan (nonostante lui si impegni sempre molto per minare questa mia presa di posizione U.U)
Quindi sì, potrei avere esagerato il carattere, ma è un eccesso d’amore: non voletemene *W*
Riguardo Jeremy invece mi sembra abbastanza IC, perciò potrei essere quasi soddisfatta…ma se è solo una distorsione mentale di me medesima povera fanwriter vi prego fatemelo notare e (mi suiciderò) provvederò ad aggiungere l’avviso J
Ora davvero metto fine al vostro dolore e mi eclisso dedicando questo peace of writing alla mia lovely beta-reader : robiii <3 I love you sweetly *.*

Yuki_o ( o anche boby )


 
 

  
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