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Autore: kiara_star    26/08/2012    2 recensioni
"Ed ora vorresti solo poter rimediare, ma non puoi. Nessuno può, neanche colui un tempo chiamato Dio del tuono può cancellare il passato, eliminare i gesti compiuti per un infantile moto di orgoglio e far tornare tutto come un tempo."
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Faccio intrusione anche in questo fandom perché non mi sono saputa trattenere.
Dopo aver letto numerose fiction ed essere rimasta ammaliata e rapita da alcune e sinceramente sconvolta da altre (leggersi sia in senso negativo che positivo) ho comunque fatto una constatazione comune, se non a tutte, ad una buona parte delle storie che ho visionato. Molte volte il personaggio di Thor che io personalmente amo moltissimo, viene svilito e ridotto ad un semplice quanto limitato cliché: il biondissimo tontolone tutto muscoli e niente cervello. Ora, è pur vero che sotto alcuni punti di vista la descrizione non è sbagliata, ma Thor non è solo questo e quindi mi avvilisce vederlo giocare sempre lo stesso ruolo.
Però invece di ammorbarvi con le mie vuote teorie preferisco dire giusto due cose sulla storia che state per leggere. È una lettura introspettiva della scena del tetto subito dopo la chiacchierata fra Jane e Thor incentrata sui pensieri di quest’ultimo.
That's all.
Banale, scontata, noiosa, OOC, fredda, inconcludente, inutile, brutta, splendida, adorabile, vomitevole? Dite la vostra, non vi mangio ^_^
kiss kiss Chiara
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Mighty Guilty 





Jane si è appena addormentata.
Le sistemi dolcemente la coperta e puoi sentire i suoi delicati respiri levarsi nell’aria umida della notte. Piccola luce nel buio che porti nel cuore. Sposti lo sguardo al manto nero costellato di piccole gemme che chiamano cielo e ti stringi nel tuo maglione, quasi a volerti proteggere.

Dai tuoi pensieri, dai ricordi, da quel senso di colpa che ti cavalca nel cuore da quando hai saputo.
E gli occhi di Loki erano sinceri.
Il tuo sbaglio, la tua ottusa cocciutaggine hanno spento per sempre la vita di tuo padre.

Come si può pensare di restare indifferenti di fronte ad un tale peccato? Come può un uomo, ora davvero un semplice umano, pensare di poter vivere altri giorni consapevole di essere stato una sventura per coloro che più ha amato e che più lo hanno amato?
Tua madre, i tuoi amici, tuo fratello... il tuo regno...
Tutti loro sono ora immersi nel pantano della disperazione e tutto a causa tua.
Avessi imparato prima, avessi dato ascolto agli insegnamenti di quel vecchio folle, forse...
Ma la vita ti insegna qualcosa nel modo più crudele possibile, solo così - ed adesso lo sai - puoi imparare. Perché sei sempre stato un pessimo scolaro e la semplice lezione non l’hai mai voluta ascoltare.
Ed ora vorresti solo poter rimediare, ma non puoi. Nessuno può, neanche colui un tempo chiamato Dio del tuono può cancellare il passato, eliminare i gesti compiuti per un infantile moto di orgoglio e far tornare tutto come un tempo.

E fa male esserne certo e sai che non esiste speranza alcuna affinché ciò avvenga. Magari solo una folle utopia che sotterri vergognoso nel punto più debole del tuo cuore.
Sospiri a lungo sentendo gli occhi bruciare. Vorresti solo versare calde lacrime ma ti restano imprigionata nelle iridi azzurre, come ghiacciate da quel abnorme senso di colpa. Forse anche piangere, non è un diritto che ti è concesso.




You are unworthy of these realms,
you're unworthy of your title,
you're unworthy...
of the loved ones you have betrayed!



La sdraio scricchiola e senti un mugugno salire dalle labbra di Jane. Ti volti appena, non vuoi di certo svegliarla. Quella gentile creatura a cui non puoi che essere grato e che paradossalmente fa aumentare il tuo peso di infamia, perché quel dolce sentimento che senti nascere piano nel cuore, è un insulto al dolore di tua madre.
Rivolgi gli occhi in alto, al cielo color pece e li fissi su una sola gemma: Asgard, la tua casa, il luogo a cui non potrai ritornare ché con i tuoi sogni.
E mentre l’oro del palazzo ancora risplende nei tuoi ricordi fanciulleschi al suono dell'allegra voce di Loki che afferma ansante che questa volta riuscirà ad arrivare prima di te, ti abbandoni ad un sonno illecito che non ti concedi, ma che semplicemente ti attira a sé, senza che tu ti renda conto del luccichio salato che ti riga una guancia.
E non sai.
Non sai che il trono su cui sedeva tuo padre ora sostiene il corpo di un re mendace, non può farti altro male la verità che ti è stata nascosta con tale elegante menzogna, non puoi vedere il ghigno dipingersi sul suo volto né tanto meno puoi udire la sua voce che ti schernisce, mentre nella sala dorata uno sospirato “patetico” abbandona le sue labbra ingannatrici.










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