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Autore: nyere    26/08/2012    2 recensioni
Sbarrai gli occhi quando mi accorsi che un metro scarso mi divideva dall’auto che mi veniva contro.
Mi aggrappai con le mani al sedile e serrai le palpebre.
Un altro schianto.
Assordante quella volta.
Subito dopo vidi le fiamme accendersi e farsi vive intorno all’auto.
Poi, buio.
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Niente di che, un'altra one-shot.
E' presente il signorino Malik, ed è sovrannaturale :)
Se vi ho incuriosito passate a leggere! :D
Mà.
Genere: Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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eternity begins now.



La notte era calata, e io guidavo verso casa, come al solito. Nella mia autoritaria blu elettrico il silenzio era spezzato solo dalla radio che passava l’ultima canzone di Katy Perry.
Avevo staccato il turno di lavoro un quarto d’ora prima, ero a pezzi, quella giornata al ristorante vi erano stati molti clienti in più del solito, colpa delle olimpiadi.
In quel periodo Londra si era riempita come un uovo.
Mi fermai ad un semaforo e presi il cellulare per rispondere velocemente ad un messaggio di mia madre, che mi chiedeva quanto tempo ancora ci volesse prima di arrivare a casa.
Appena scattò il verde poggiai il piede sull’acceleratore.
Sospirai, sbattendo velocemente le palpebre, un altro minuto e sarei crollata.
Assottigliai lo sguardo, guardando due forti luci bianche che si dirigevano verso di me.
Un auto era sulla corsia sbagliata, probabilmente stava solo facendo un sorpasso.
Ma poi, la vidi continuare imperterrita nella mia direzione.
Frenai di botto cercando di fare retromarcia, il sangue gelato nelle vene, ma l’unica cosa che ottenni furono i suoni di vari clacson dietro di me e una macchina che, essendosi inevitabilmente avvicinata troppo, e a velocità troppo elevata, mi tamponò spingendomi in avanti.
Sbattei violentemente allo sterzo, e subito il petto prese a farmi male.
Non sapevo cosa fare, volevo uscire dalla macchina, ma non riuscivo a togliere la cintura.
Sbarrai gli occhi quando mi accorsi che un metro scarso mi divideva dall’auto che mi veniva contro.
Mi aggrappai con le mani al sedile e serrai le palpebre.
Un altro schianto.
Assordante quella volta.
Subito dopo vidi le fiamme accendersi e farsi vive intorno all’auto.
Poi, buio.


Il sole può tramontare e poi risorgere; noi, invece, una volta che il nostro breve giorno si spegne, abbiamo davanti il sonno di una notte senza fine.



Il calore è troppo intenso all’interno del mio petto.
Serro i pugni e mi trattengo dall’urlare. Brucia, e ogni secondo in più aumenta.
Non riesco ad aprire gli occhi, è come se fossero incollati tra loro.
Inizio a respirare lentamente, poi per il dolore, sempre più in modo convulso.
C’è un rumore fastidioso che mi impedisce di sentire altro.
Come un battito incessante…
un battito.
Il mio cuore.
Ma sta battendo molto più veloce del normale.
Sembra che voglia sbriciolare la gabbia toracica e volare via, il più lontano possibile.
Lentamente il fuoco scompare dai margini e prende vita nel centro, in più piccolo puntino, ma milioni di volte più doloroso dei carboni ardenti.
E’ come vedere l’inferno in anteprima, nero, bollente, e aggiungete pure tutti gli altri aggettivi che fanno parte di questa categoria.
Ma quando, una frazione di secondo dopo, il dolore sparisce e il mio cuore smette di battere, prendo un respiro profondo, sorpresa.
Provo ad aprire gli occhi, e stavolta, ci riesco.
Vedo unicamente un soffitto bianco.
Tocco con le mani la superficie dove sono sdraiata.
Un letto.
Sono in una camera da letto.
Ma di chi?
Mi alzo titubante e mi posiziono davanti allo specchio dell’armadio.
Ho addosso un jeans e una canotta, ma non sono miei.
I lunghi capelli corvini mi ricadono su una spalla.
Mi guardo il braccio, il mio colorito è latteo, non vedo neanche le vene; devo aver perso parecchio sangue.
Guardo il mio viso, ed è lì che rimango sconvolta.
I miei occhi, i miei occhi neri.
Perché ora sembrano fatti d’oro liquido?
Che diamine è successo?
Mi accorgo che non sto respirando, è come se l’aria non mi servisse.
Poggio una mano sopra il seno sinistro e rimango sconvolta.
Il cuore, non batte più.
E’ tutto così maledettamente strano.
Mi tiro i capelli indietro, sospirando.
Aspetta.
Ma quello è un.. morso?
Avvicino le dita a quell’impronta che sta sul lato destro del mio collo, è reale.
Respiro allarmata e mi dirigo verso la porta, aprendola velocemente per poi guardare fuori.
Sembra una casa così normale.
Scendo al piano di sotto, e solo in quel momento mi accorgo che qualcuno è in salotto a guardare la televisione.
Mi avvicino intimorita al divano, ho paura che da un momento all’altro mi cedano le gambe.
Un ragazzo dai capelli neri, vestito con una t-shirt bianca e un jeans è seduto sul divano.
“Ti sei svegliata.” La voce di quello sconosciuto arriva come musica alle mie orecchie.
“Si..” come? È questa la mia voce?
Non è più aggraziata e fine, è profonda e anche tetra oserei dire.
Ma non risulta sgradevole nonostante tutto.
“Puoi anche venire a sederti, non mangio quelli della mia specie. E presumo che tu voglia una spiegazione.”
Della sua specie? Ma che?
Sospiro, prima di ascoltare il suo consiglio.
Mi siedo e alzo lo sguardo su di lui.
La prima cosa che noto sono gli occhi, uguali ai miei.
E’ un ragazzo davvero bellissimo.
Pelle olivastra, sopracciglia ben definite, mascella squadrata.
Non potrà avere più di 19 anni..
“Ne ho duecentoquarantasette.” Lo guardo sorpresa.
leggi nel pensiero eh? Chiedo silenziosa.
“Si, da un po’ oramai.” Annuisco.
“Io sono Lexy.” Provo a sorridere.
“Zayn.” Mi tocco il morso.
“Allora, Zayn.. Mi potresti spiegare cos’è successo?” un ghigno serafico si dipinge sulle sue labbra.
“Tu hai avuto un incidente..” questo lo ricordo. Mi guarda scocciato. “..non interrompermi con i tuoi pensieri. – faccio un segno d’assenso e lo invito a continuare – E’ divampato un incendio, sia nella tua macchina che in quella del pirata che ti ha investito. Mi sono trovato lì per caso, ho visto le fiamme e mi sono avvicinato. Poi ho notato il tuo corpo, avevano chiamato le ambulanze.. ma sapevo che non avrebbero potuto fare nulla. Ti ho presa senza farmi notare e ti ho portata qui. avevi delle ustioni di terzo grado, o anche più profonde. Non era un bello spettacolo, credimi. Ti ho morso senza pensarci due volte, era l’unico modo per salvarti.” Mi passo una mano nei capelli, nervosa.
“Cosa sono diventata ora?” sospira.
“Lo sai.” Stringo il pugno fino a conficcarmi le unghie nella carne.
“Non posso essere diventata una vampira.” Si stringe nelle spalle.
“So che non è facile accettarlo, ma è così.” scuoto la testa con vigore, cercando di focalizzarmi su altro.
“La mia famiglia?” mi poggia una mano sul ginocchio.
“Ti credono carbonizzata.” La notizia mi fa rimanere di sasso.
“Capisco.” Mi rivolge uno sguardo comprensivo.
“Mi dispiace.” Faccio spallucce.
“Ci farò l’abitudine.” Sorride.
“Sei forte, l’hai presa molto meglio di quanto pensassi.”  Abbasso lo sguardo.
perché mi hai salvata Zayn?
“Guardami.” Faccio come mi dice. “Tu eri troppo giovane per morire. Potevi avere una vita meravigliosa, ma il destino ha deciso di mettere fine alla tua vita troppo presto. Io sono l’essere che per eccellenza va contro il destino, dovevo salvarti.” Annuisco leggermente.
“Non hai sete?” mi chiede ovvio.
Mi porto velocemente una mano alla gola, che, appena ha pronunciato quella parola, è andata in fiamme.
“Si.” Sorride.
“Arrivo subito.” in un millesimo di secondo sparisce, per poi ritornare all’istante con un enorme bicchiere pieno di liquido rosso.
sangue.
“Ecco a te.” Lo prendo titubante prima di annusarlo.
Appena avvicino il naso, una voglia improvvisa di berlo mi assale.
Subito attacco il bicchiere alle labbra e faccio scendere il liquido dal sapore leggermente metallico giù per la gola.
“Buono, eh?” un ghigno fuoriesce dalle mie labbra mentre guardo il recipiente ormai vuoto.
“Già.. è molto strano comunque.” Sorride comprensivo.
“Presto ti sembrerà normale.”  Guardo accigliata il bicchiere.
“Da dove hai preso quel sangue?” si stringe nelle spalle.
“Ho una scorta di sacche provenienti dall’ospedale, ma a volte caccio.” Sospiro.
“Presumo che dovrò farlo anche io.” Annuisce.
“Purtroppo è uno dei lati negativi, soprattutto per te che sei una neonata. Hai ancora un lato umano dentro di te, e non riusciresti a controllarti davanti a una vena pulsante in bella vista. Ma sono certo che con il mio aiuto ti stabilizzerai presto.” Mi mordo un labbro, accorgendomi di quanto sono affilati ora i miei denti.
Anche se non avevo progettato di vivere per l’eternità, mi aveva comunque salvata dalla morte.
“Zayn?” inchioda lo sguardo nel mio.
“Si?” sorrido.
“Grazie per non avermi lasciato morire.”




La morte è l'unica delle mie avventure che non potrò raccontare.



Non mi era mai piaciuto veder piangere le persone.
Soprattutto a causa mia.
Resto a guardare mia madre inginocchiata davanti alla pianta di rose di cui mi ero sempre occupata io.
Era una delle cose a cui ero affezionata in maggior modo.
Un singhiozzo spezza il silenzio e si disperde nell’aria.
Vederla lì, piangente, per una figlia che crede carbonizzata e che invece è diventata un demone, è struggente.
Mi fa davvero male, e la cosa più strana è che non riesco a far inumidire gli occhi.
Una mano si poggia sul mio fianco.
“Mi dispiace Lexy, anche se il tuo lato umano riuscirà a prendere il sopravvento, non potrai più piangere.” Mi giro verso Zayn e lo abbraccio spontaneamente.
“Non sarei dovuta venire, vederla così è più dura di quanto mi fossi immaginata.” Mi cinge la vita e mi stringe a sé.
“Vuoi andare via?” sospiro.
“Vorrei tanto poterla abbracciare.. ma so che non riuscirei a trattenermi. Portami via.” Gli stringo le braccia intorno al collo e lui mi passa un braccio sotto alle ginocchia e uno sotto la schiena.
“Andiamo via allora.”



Per molti l'eternità è un sogno, io invece, la vivrò.




124 anni dopo..
Prendo i fiori recisi e li butto nel cestino, per poi infilare la nuova composizione nel piccolo vasetto vicino al lumino acceso.
Sono passati trentaquattro anni da quando anche mia madre è volata in cielo.
Spesso ritorno qui a Londra, ma solo per fare visita ai miei genitori.
“..non mi piace come mi guarda quella signora. Sembra che voglia picchiarmi con la sua borsetta.” Rido sentendo le parole di Zayn che si è appena avvicinato a me e mi poggia la testa sulla spalla prima di cingermi la vita.
“Tutto ok?” mi chiede poi. Sospiro.
“Certo, tutto bene.” Mi stringe di più.
“Hai bisogno di qualcosa?” scuoto la testa.
“No ho finito. È meglio se andiamo.” Mi fa girare verso di sé.
“Sei la vampira più straordinaria che conosca. Dopo un secolo e mezzo dalla trasformazione hai ancora un lato umano, eppure quando devi combattere diventi spietata in modo impressionante. Ti ostini a non voler venire a caccia con me e preferire le sacche dell’ospedale. Quando, quelle rare volte, ti convinco, cacci solo animali di grande stazza. Hai un autocontrollo formidabile, superi anche me. E questi sono solo alcuni dei motivi per cui ti amo. Sono certo che loro, da lassù, siano orgogliosi di te.” Gli sorrido e poggio le labbra sulle sue intrecciando le braccia dietro al suo collo.
“Non so come avrei fatto tutti questi anni se non ci fossi stato tu. Ti amo anch’io Zayn, non voglio nemmeno immaginare come sarebbe andata la mia vita se non mi avessi trasformata. Grazie di tutto.” usciamo a velocità umana dal cimitero mano nella mano, per poi accelerare il passo, diretti nella prossima città, pronti a superare qualunque cosa voglia ostacolarci.
D'altronde, ci aspetta l'eternità.



Zayn.



Lexy.


Okay c:
Ho scritto questa shot di getto, e prima che possa pentirmene, la pubblico e tanti saluti.
E' la prima volta che scrivo una cosa del genere, non so cosa possa esserne uscito fuori D:
Peeeeerciò, chiedo a voi, bellezze che avete letto, di lasciarmi un parere, anche piccolo piccolo *occhiettidolci*
Okay, non so più che dire u.u
A preeesto c:
Mà.

   
 
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