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Autore: The Chemist    26/08/2012    4 recensioni
Era come un'ossessione, passavo davanti casa sua ogni singolo giorno, prima di andare a scuola, anche se la scuola era dalla parte opposta della strada in cui vive lui.
Ma c'era qualcosa, qualcosa che non andava. Le serrande sempre chiuse, per di più la macchina della madre non c'era mai.
FAN FICTION SOSPESA. NON SARA' PIU' RIPRESA.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chester Bennington, Mike Shinoda
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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sssshiao a tutti.
questa è la mia prima ff, e il primo capitolo è davvero molto corto, vabbeh, alla fine non volevo scrivere tutto, volevo lasciare un po' di suspance jsfdsjhd.
mi ha aiutato una mia carissima amica per aggiustarla un po' ecc ecc.
sì,devo dire che io nello scrivere faccio davvero pietà :')
Grazie Fabi.
Spero vi piaccia,ciao.

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Erano giorni che non lo sentivo.
Giorni che pensavo a lui, seppur lui fosse solamente un amico.
Non capisco perchè non si facesse sentire.
Era come un'ossessione, passavo davanti casa sua ogni singolo giorno, prima di andare a scuola, anche se la scuola era dalla parte opposta della strada in cui vive lui.
Ma c'era qualcosa, qualcosa che non andava. Le serrande sempre chiuse, per di più la macchina della madre non c'era mai.
Non si faceva vedere neanche più a scuola, è sempre stato presente.
Si okay, era un po' strano,ma con la scuola sapeva darsi da fare. Mi domando sempre... perchè?

[...]

Sono qui disteso sul letto, e ancora una volta penso a lui, ma tutto ciò viene risvegliato dall'urlo di mia madre dal piano di sotto. Ecco,la cena è pronta.
Come al solito ci metto quasi un quarto d'ora per scendere,infatti mi chiama sempre prima che lei posi i piatti in tavola.
Odio scendere a tavola se non profumo, se ho gli occhi stanchi, se ho i capelli un po' alla cazzo. Sono un tipo perfetto, sì... a differenza di lui.
Mi alzo dal letto con lo sguardo quasi 'spento', mi dirigo al bagno della mia camera che è a sinistra del mio letto.
<< Cazzo che faccia che hai, Mike >> mi parla il mio stesso pensiero. Sono così da quando non lo sento. Da quando non lo vedo. Era tutto fermo a quel giorno,dove ci siamo detti
<< Ciao a domani, e studia mi raccomando >>
<< Tranquillo, lo faccio sempre >> mi rispose lui, battendoci il pugno, e andandosene per la sua strada, mentre tutti lo fissavano in un modo alquanto strano, seppur erano tre anni che frequentava quella scuola. La mia stessa scuola.
Mi do una sciacquata veloce con acqua abbastanza fredda, in modo da farmi 'risvegliare' da quei pensieri maledetti, cazzo.
L'ho detto. È un ossessione.
Ero tanto affezionato a lui. Mi manca.
Mi guardo allo specchio con le mani che toccano il mio viso con una leggera barbetta che la ricopre, non è molto folta, però penso che me la taglierò in questi giorni.
Sospiro.
Abbasso lo sguardo, e esco dal bagno,chiudendo la porta.
Scendo dalle scale, e mi dirigo verso la mia cucina, dove vi si trovano mia madre e mio fratello. Mio padre non c'è. Come al solito. Lavora sempre, e torna ogni volta di notte, verso l'una, e riprende a lavorare alle dieci di mattina,mentre io sono già a scuola.
Passo poco tempo con mio padre, e di ciò me ne dispiace, anche se non riusciamo a comprenderci la maggior parte delle volte. Penso sia per questo fatto,che ci conosciamo poco.
"Tieni Mike" mi dice mia madre con tono contento e sorridente, come ovviamente fa sempre.
Nota la mia tristezza, lo so. Ma non me ne ha ancora parlato. So che lo farà comunque.
Serve la cena a Jason, mio fratello, e poi, infine, a se stessa.
"Buonappetito!" dice.
"Anche a te." rispondo freddamente, mentre mio fratello non apre bocca.
Non ho molta voglia di mangiare. Normale, d'altronde.
"Mike.. Mangia." mia madre ha un tono di voce molto rattristito rispetto a prima.
"Non ho voglia." rispondo con la mia voce agghiacciante.
"Almeno le patatine fritte" mi sprona
"No."
La conversazione finisce con il silenzio di mia madre e mio fratello che mi fissa.
Abbasso lo sguardo, e mi allontano dal tavolo senza far rumore con la sedia, per poi ritornare in camera mia.
Mi abbandono nel mio letto, a pancia in giu, con il viso che tocca il guanciale. Quasi piango. Voglio piangere.

   
 
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