Titolo:
Replica
Personaggi/Pairing: Echo/Paul
Conteggio parole: 478
Rating: verde
Genere: introspettivo, generale
Warning: *SPOILER* per tutta la seconda stagione, flashfic
N/A: Scritta a random, #perchésì. Perché ho finito da pochissimo la seconda stagione e sono ancora piena di feelings. *piange a caso*
Replica
As you can see, when you look at
me, I'm pieces of what I used to bePersonaggi/Pairing: Echo/Paul
Conteggio parole: 478
Rating: verde
Genere: introspettivo, generale
Warning: *SPOILER* per tutta la seconda stagione, flashfic
N/A: Scritta a random, #perchésì. Perché ho finito da pochissimo la seconda stagione e sono ancora piena di feelings. *piange a caso*
Replica
[…] Empty shell inside of me,
I'm not myself, I'm a replica of me.
(Replica – Sonata Arctica)
Sono ormai
passati diversi mesi da quando Paul si è infiltrato alla
Dollhouse, e molte cose sono cambiate. Ha visto così tante
volte le Doll entrare con una personalità nell'ufficio di
Topher e uscirne con un'altra, che ha quasi fatto l'abitudine a trovare
Victor ora a discutere di questioni scientifiche, ora ad atteggiarsi
con fare civettuolo nei panni di Kiki, o a vedere Sierra vestita
talvolta da elegante donna in carriera e altre da spogliarellista.
Ma c'è qualcosa che lo turba ancora profondamente, qualcosa che non riuscirà mai ad accettare: è lo sguardo vuoto di una Doll - di Sierra, di Victor, di November.
La prima volta che gli occhi di Echo si sono posati su di lui, Paul ha avuto un sussulto impercettibile: erano gli occhi spenti di chi non prova nulla all'infuori di una pace indisturbata, di una tranquillità di cui nemmeno è consapevole.
Sul suo volto che non riusciva a trasmettergli nessuna emozione, ha continuato per tanto tempo a tentare di scoprire almeno un residuo di quella ragazza allegra che aveva visto nel video, di quella luce che illuminava gli occhi di Caroline.
In Echo, a lungo, ha visto solo il triste risultato di ciò a cui lui stava cercando di porre fine: il guscio fragile e indifeso di quella che una volta era stata una persona.
Gli ci è voluto del tempo per capire di essersi sbagliato. Ha dovuto vederla soffrire per il dolore di aver perso un bambino che nemmeno era suo, lottare con tutte le sue forze per fuggire dalla Dollhouse insieme a Daniel, e opporsi strenuamente al ritorno di Caroline, per accorgersi finalmente che Echo è una persona. Una persona che può accedere ai ricordi di 38 identità diverse – che non sempre Paul riesce a distinguere - e non ai propri, certo, ma pur sempre una persona in grado di provare dei sentimenti che non siano solo quelli decisi da Topher.
Sono ormai passati anni da quando lui ed Echo hanno cominciato la loro guerra contro la Rossum Corporation, e ancora tante cose sono cambiate per lui. Affrontare i Macellai è da tempo diventato un fatto quotidiano, ha ucciso Harding e Clyde in innumerevoli occasioni, ha creduto tante volte di poter fermare tutto quell'orrore, e altrettante ha scoperto di essersi illuso.
Adesso, Paul sa sempre con esattezza chi ha davanti – Echo, Caroline, Eleanor, Esther o una qualsiasi delle sue personalità. Non ha mai più trovato i suoi occhi vuoti, ma in essi ha imparato a leggere tante cose: paura, determinazione, caparbietà, fragilità e anche tradimento, se ripensa a Boyd – perché Paul sa che lei ci pensa ancora, anche se non gliene parla mai. Tuttavia, non l'ha mai vista sorridere. Non sinceramente, almeno. E allora, qualche volta, Paul spera ancora di scorgere sul volto di Echo gli occhi sorridenti di Caroline; quegli occhi che lo fissano dalla vecchia fotografia sciupata che tiene sempre riposta nella tasca interna della giacca.
Ma c'è qualcosa che lo turba ancora profondamente, qualcosa che non riuscirà mai ad accettare: è lo sguardo vuoto di una Doll - di Sierra, di Victor, di November.
La prima volta che gli occhi di Echo si sono posati su di lui, Paul ha avuto un sussulto impercettibile: erano gli occhi spenti di chi non prova nulla all'infuori di una pace indisturbata, di una tranquillità di cui nemmeno è consapevole.
Sul suo volto che non riusciva a trasmettergli nessuna emozione, ha continuato per tanto tempo a tentare di scoprire almeno un residuo di quella ragazza allegra che aveva visto nel video, di quella luce che illuminava gli occhi di Caroline.
In Echo, a lungo, ha visto solo il triste risultato di ciò a cui lui stava cercando di porre fine: il guscio fragile e indifeso di quella che una volta era stata una persona.
Gli ci è voluto del tempo per capire di essersi sbagliato. Ha dovuto vederla soffrire per il dolore di aver perso un bambino che nemmeno era suo, lottare con tutte le sue forze per fuggire dalla Dollhouse insieme a Daniel, e opporsi strenuamente al ritorno di Caroline, per accorgersi finalmente che Echo è una persona. Una persona che può accedere ai ricordi di 38 identità diverse – che non sempre Paul riesce a distinguere - e non ai propri, certo, ma pur sempre una persona in grado di provare dei sentimenti che non siano solo quelli decisi da Topher.
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Sono ormai passati anni da quando lui ed Echo hanno cominciato la loro guerra contro la Rossum Corporation, e ancora tante cose sono cambiate per lui. Affrontare i Macellai è da tempo diventato un fatto quotidiano, ha ucciso Harding e Clyde in innumerevoli occasioni, ha creduto tante volte di poter fermare tutto quell'orrore, e altrettante ha scoperto di essersi illuso.
Adesso, Paul sa sempre con esattezza chi ha davanti – Echo, Caroline, Eleanor, Esther o una qualsiasi delle sue personalità. Non ha mai più trovato i suoi occhi vuoti, ma in essi ha imparato a leggere tante cose: paura, determinazione, caparbietà, fragilità e anche tradimento, se ripensa a Boyd – perché Paul sa che lei ci pensa ancora, anche se non gliene parla mai. Tuttavia, non l'ha mai vista sorridere. Non sinceramente, almeno. E allora, qualche volta, Paul spera ancora di scorgere sul volto di Echo gli occhi sorridenti di Caroline; quegli occhi che lo fissano dalla vecchia fotografia sciupata che tiene sempre riposta nella tasca interna della giacca.