VIVA: CAP. 1: SPECCHIO…
È sabato sera e in casa Beltrame c’è un gran
trambusto:
- Betta! Dove hai posato la mia cintura
della D&G? Ti ho detto mille volte che non devi
prendere le mie cose senza permesso! –
- Oh Gian… sei il solito noioso. Non l’ho presa io. Prova a chiedere a Stefano –
- Non urlate. Sapete che la mamma si arrabbia se
fate confusione-
- Si, si, hai tu la mia cintura? –
- Ecco a te –
Dice il diciottenne Stefano a Gianluca, entrando
nella camera di quest’ultimo, seguito a ruota dalla
sorella minore Elisabetta.
- Oh Gian: che bello che sei! Su chi devi
fare colpo? –
Infatti il proprietario della camera,
aveva indosso un paio di jeans firmati “angel devil”, una camicia
bianca della “Calvin Klein” e ai piedi le shox
della nike nere; come ultimo tocco la cintura della D&G e il profumo della
medesima marca.
- Si, su che devi fare colpo fratellino? –
- Beh, anche voi non scherzate: Stef, con quella maglietta di Armani e i jeans di D&G, sembra che devi rimorchiare
tre ragazze in un colpo, quando ne hai già una tutta per te, e tu Betta,
non ti sembra di esagerare con quel completo mini gonna e canottiera scollata
di Versace? Ti ricordo che hai solo tredici anni, poi
con tutto quel trucco…–
- Beh, credo che voi due piccolini avete degli obbiettivi molto
precisi per stasera! Io sono già a posto. –
Continuarono a chiacchierare sulle varie persone che avrebbero incontrato alla festa di quella sera; i commenti
sui vari ragazzi-ragazze, non mancarono.
Vennero interrotti dalla madre agitata per il ritardo.
- i miei tre angioletti preferiti hanno per caso finito di
prepararsi?
Siamo tardissimo su, muovetevi!! –
Senza protestare i tre fratelli si diressero verso l’ampio
ingresso della casa, i due ragazzi presero i loro portafogli della nike dal
cassetto del mobile accanto alla porta blindata, e la tredicenne si mise al
braccio la sua borsetta della Gucci.
Anche i genitori, in fatto di marche di abbigliamento
non scherzavano, del resto, una famiglia così benestante, residente in
quel bel quartiere di lusso, non era una cosa tanto “anormale”.
Uscirono dalla loro “modesta” villa,
sempre per modo di dire e si diressero verso la mercedes situata nel
garage affiancato alla villa.
Venti minuti dopo la famiglia era
arrivata in un’altra villa, molto più grande della loro, dove dei
loro cari amici stavano tenendo una festa con altre varie famiglie.
Sarebbe stata una serata abbastanza monotona…
Questa era la vita di lui…
***
Uno stereo a tutto volume, stava trasmettendo la canzone “Hung Up” di Madonna, alle nove e
mezza di sera, mentre una ragazza quindicenne, si stava truccando per
uscire.
Indossava dei jeans a tubo taglia 36, una
canottiera scollata azzurra della Calvin Klein, e delle adidas numero 35
bianche ai piedi.
- Kim, ti dispiacerebbe abbassare il volume? Sto lavorando!
–
Nessuna risposta dalla ragazza troppo impegnata
davanti allo specchio, a sistemarsi i capelli.
- Kim! –
Disse entrando nella camera affumicata della sorella fumatrice
- Vuoi abbassare? –
- E non rompere! Tanto ho finito adesso e
me ne vado! –
- Dove vai? –
Fece finta di niente, prese le chiavi del motorino e poi,
staccandosi la sua Diana rossa dalle labbra, disse al fratello
- In giro con gli altri… dammi. –
Michael tirò fuori il portafoglio ed estrasse 50 €
- Potresti chiedermeli con più gentilezza –
- Tanto me li dai lo stesso… -
Rispose con noncuranza, poi spense lo stereo e uscì di casa, senza salutare il fratello, ormai abituato a questi
comportamenti. Poi andò alla finestra, giusto in tempo per chiederle a che ora tornava.
- Dovresti essere abituato ai miei orari,
tanto te dormi già quando torno… sempre se torno. –
Così ingranò la marcia è sparì dietro la curva in fondo alla strada.
Quindici anni e poteva fare quello che voleva: quella
era la sua vita, e niente e nessuno gli e l’avrebbe cambiata.
Dopo cinque minuti, la ragazza arrivò in piazza
Primo Maggio, vicino a porta Manin, dove la sua comitiva si ritrovava ogni sera
per organizzarsi la serata.
Tante luci rosse, erano attaccate alle
mani dei giovani, e tanti motorini li accerchiavano, ma tutti si spostarono per
far spazio alla ragazza più conosciuta da tutti.
- Ehi Kim! Come butta? –
- Bene, bene, Miky mi hai portato vero? –
- Si, due grammi –
- Hai il resto? Ho solo cinquanta interi –
- No… stavo appunto aspettando i tuoi per la serata. –
- Pisa hai da cambiarmi? –
- Se, se, non preoccupa… -
Così Kim era a posto per una settimana, senza farselo dire
due volte, si preparò la canna di inizio
serata.
- C’è una festa a casa di un
riccone, ha la piscina in giardino, andiamo a fargli una visitina? –
- Senza darmi tante arie… io lo sapevo
già e ho il costume sotto… voi il bagno potete farlo anche
nudi! –
Senza farselo dire due volte, tutti montarono sui propri motorini
e si diressero verso la villa di quella famiglia che pochi minuti dopo avrebbe
dovuto chiamare la polizia.
I pochi minuti passarono e i nostri ragazzi erano già
entrati in piscina dal cancello forzato del retro.
- Ehi, bambina! Portami un bicchiere di spritz!
–
- Io non sono una bambina! Ho tredici anni sai? E potrei pure
chiamare la polizia, visto che non siete invitati alla festa e siete entrati di nascosto! –
- Senti: o me lo porti, o non me lo porti, basta che ti faccia i cazzi tuoi. –
E si immerse nell’acqua.
Dopo due minuti la ragazzina tornò in giardino con un
bicchierone pieno di acqua frizzante e cabernet rosso
di prima classe.
-Ah, grazie ragazzina! Hanno già chiamato gli sbirri?
–
- no, non se ne sono ancora
accorti… come ti chiami? –
- Senti, non montarti la testa, solo
perché ti ho chiesto di portarmi da bere, non sei mica entrata
nelle mie grazie. Anzi, già che sei fuori, passami quel pacchetto di
Diana che è li sopra la canottiera azzurra. -
Senza ribattere la ragazzina obbedì, gli
portò il pacchetto e ricominciò ad attaccar bottone.
- Mi fai conoscere uno dei tuoi amici? Sembrano carini! –
Kim fece finta si niente, si accese la
sigaretta, e con il bicchiere in mano, se ne andò dai suoi amici.
- Ciao Betta! Cosa ci fai qui?
C’è Laky per caso? –
- Ciao Miky! Si, Gian è dentro, te lo vado a chiamare?
–
- Ecco vai che è meglio… -
Dopo un po’, Gianluca uscì dalla porta che conduceva
alla casa, ma non sapeva che lo aspettava una… sorpresa.
Vide una ragazza molto magra, con i
capelli neri bagnati, e il trucco un po’ sceso, dei bellissimi occhi
verdi che risaltavano con i capelli, un costume a fascia viola con delle righe
gialle e blu, risaltavano il bel seno provocante, decorato da un bel tatuaggio
a forma di cuore trafitto. Lo guardava con il bicchiere di spritz in una mano e la sigaretta nell’altra, ma
aveva uno sguardo così intenso, che il ragazzo non riuscì
a reggerlo.
- Oh, finalmente Laky! Non sapevo che fossi qua! Potevi dirmelo
così venivo prima… -
- Miky… mi sa che vi hanno beccati –
Dice guardando verso la finestra accanto alla porta.
Ed aveva ragione, il padrone di casa uscì dalla porta
avvisando i ragazzi che aveva appena chiamato la polizia.
- Ehi moretto! Tieni qua il bicchiere… ringrazia tua sore by by! –
Così Kim mise nelle mani del moro il
bicchiere, prese i suoi vestiti, e si mise a correre anche lei verso il
cancello, proprio quando le sirene delle auto volanti iniziarono a farsi
sentire.
Iniziò la loro fuga, che si
concluse nel capanno della casa di Serena, proprietaria della gelateria
più buona della città.
- Cazzo ragazzi che lofiata!! Dobbiamo
farlo più spesso! –
Disse Miky, il ragazzo che ama scappare dai poliziotti e pianifica sempre tutto in modo da rientrarci perfettamente
con i tempi solo per farla sotto il naso di tutti.
- Senti, esaltato! Fammi su ‘sta canna che ho ancora le mani bagnate… -
- Si, e non solo quello… -
Lo guardò negli occhi con aria vogliosa poi, senza
guardarla negli occhi, disse a Serena
- Senti Sere, noi andiamo a farci un giro
–
Tutti capirono il senso di quella frase, infatti tutti si misero a ridere, anche se abituati al rapporto fra quei
due.
Così Kim salì sul motorino di Miky e si
abbracciò a lui, il seno ancora bagnato dato il costume che non si era ancora tolta, era ben premuto nella schiena nuda del
ragazzo, anch’essa bagnata.
Si diressero al giardino di via del Bon, dove di solito andavano a
farlo quando non avevano niente da fare.
Non stavano insieme, erano solo due amici
che si volevano tanto bene e che quando ne avevano voglia, facevano sesso.
Questa è la vita di lei…
FINE CAP. 1