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Autore: Rick    04/06/2004    0 recensioni
Aprire gli occhi,svegliarsi,e trovarsi in un nuovo mondo...o e' lo stesso di prima,ma qualcosa e' andato per il verso sbagliato?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In fondo era andata bene....il tentativo azzardato di Ryusei era servito a qualcosa, ma la faccenda non le andava giù. "Perchè sono arrabbiata?", si chiese, ma non ci mise molto a rispondersi: il suo tecnico più brillante, il suo amico....aveva rischiato di buttare in aria anni di lavoro con quella bravata. Sapeva che, se fosse arrivato in un altro momento, le contromisure del capoingegnere sarebbero state ben peggiori di un RESPINTO su quel fascicolo.... da anni gli diceva che comportarsi in quel modo l'avrebbe fatto finire male, prima o poi, e forse era proprio per quello che era arrabbiata: il ragazzo non le aveva mai dato ascolto, seguendo nient'altro che la sua testa.
-(Stavolta se l'è meritato, il rimprovero) - pensò, fissando la scritta sul fascicolo che teneva tra le mani -(Ma forse è il caso che gli chieda scusa. Ha agito in buona fede.)-
Una divisa rossa uscì dall'ombra, e lei, alzando lo sguardo, si trovò davanti il capitano che la guardava incuriosito. L'uomo le prese educatamente il fascicolo dalle mani, lesse la copertina e commentò:
-"Approvato"... è quel progetto che stai sviluppando da anni, no?-
Fuu, al sentire quel tono informale, capì che Domon voleva semplicemente farsi una chiacchierata fuori dai ranghi militari, come sia lei che lui non facevano da quando avevano ripreso il servizio. Gli sorrise, e disse:
- Esatto.-
-Beh, sembra che mio fratello Kyoji- constatò lui, sedendosi al suo fianco- sia tornato ai ritmi di sempre.-
-Non credo proprio.- replicò la dottoressa, scherzando-Secondo me, la detenzione in mano ai terroristi l'ha ammorbidito un pò: Ryusei è piombato dentro l'ufficio senza permesso, e lui non gli ha detto niente.-
-Secondo me è abitudine... Ryusei l'ha già fatto tante di quelle volte...-
Ma la dottoressa non rispose, sospirando e mostrando un pò d'ansia. Passarono qualche istante in silenzio, quando Domon iniziò una frase:
-Senti...-
Prontamente troncata dall'arrivo di Ryusei. Il ragazzo, un pò trafelato, si rivolse alla dottoressa, ma non appena notò il capitano eseguì il saluto militare.
- Riposo, riposo.- rispose Domon, alzandosi e dando un ultimo sguardo al fascicolo prima di porgerlo al tecnico. Si rivolse quindi a Fuu, continuando la frase di prima:
-Non hai fissato la data per il collaudo, o mi sbaglio?-
-Porre una scadenza mi sembra troppo azzardato nella situazione in cui ci troviamo, ed il capoingegnere mi ha dato ragione.-rispose lei, alzandosi a sua volta.-Appena lo riterrò opportuno, ti farò sapere.-
-Capisco. Quindi...-
Ma venne nuovamente interrotto dall'arrivo di Umi che li raggiunse correndo. I tre notarono immediatamente la sua espressione scioccata, e la ragazza dai capelli blu, senza neanche salutare il superiore, riferì:
-Signore, i sensori a lungo raggio hanno rilevato qualcosa che farebbe meglio a vedere!-

-Atmosfera composta per il 35% di ossigeno,63% di azoto, 2% di altri gas....laghi, fiumi, erba, piante....segni di civiltà?-
-Il sensore non ne rileva...ma, avendo subito dei danni nell'ultima battaglia, non è completamente affidabile.-Riferì il tecnico, seduto davanti al monitor.
Domon rimase qualche attimo a riflettere, e disse, certo di avere una risposta:
-Tra quanto tempo sarà possibile il contatto visivo?-
-Mantenendo i motori a questo regime- constatò un altro tecnico- raggiungeremo il pianeta tra 10 ore e 36 minuti.-
Era a dir poco emozionato: quel pianeta che vedeva sul monitor principale non poteva essere la Terra, il sistema in cui si trovava non assomigliava neanche lontanamente al sistema solare...avevano scoperto un nuovo pianeta? Magari un posto dove era possibile lo sbarco ed il ritrovamento di materiali primi per le riparazioni necessarie? Un porto spaziale disposto a riparare la Teti? O forse un luogo dove ricominciare una nuova vita lontano dalla guerra, insieme ai suoi amici e alla donna che amava?
Stava per partire con la mente su un'autostrada per il nulla, ma la voce della dottoressa Houhouji attirò la sua attenzione:
-Capitano?-
-Ehm...si?-chiese lui, cadendo dalle nuvole.
Fuu continuò, con un tono completamente diverso da quello con cui si era rivolta a lui qualche minuto prima:
-Come membro della comunità scientifica, suggerisco una spedizione a scopo esplorativo.-
Domon tornò a guardare l'immagine del pianeta sullo schermo, dubbioso. Ne valeva la pena, certamente, ma il fatto che i sensori non riuscissero a rilevare una cosa evidente come la presenza di una eventuale civiltà lo turbava non poco.
-Non possiamo assumerci troppi rischi, dottoressa.-rispose lui dopo una breve riflessione, cercando di imporle la sua autorità.-Se sul pianeta fossero presenti forme di vita intelligente, non potrebbero gradire gli "invasori"....e se fossero abbastanza progrediti da combatterci, potremmo trovarci in una situazione peggiore di quella in cui ci troviam...-
Fuu non ebbe bisogno di replicare, le bastò fissare il capitano negli occhi per qualche secondo: Domon non ci mise molto a cedere, dicendo:
-Manderemo una squadra di biologi.. e una squadriglia di Metal Armor di supporto, nel caso la spedizione incappi in entità ostili. Ovviamente, non sarà permesso aprire il fuoco o iniziare attacchi a meno che non siano attaccati.-
-Uno scienziato.- Rispose Fuu, decisa -E due Metal Armor di supporto. Non possiamo assumerci troppi rischi, l'avete detto voi o sbaglio?-
-In effetti...ma qualcosa mi...-
Qualcosa risuonò nella testa del capitano.
-Non avrete mica deciso di andarci di persona?-
Fuu annuì con un cenno del capo, e Domon replicò, involontariamente in tono informale:
-Non posso permettertelo. La presenza di una civiltà ostile non è l'unico rischio che...-
-Nessun rischio.- Rispose la donna dagli occhi verdi, con tono sicuro -Io e la mia squadra ci siamo trovati in situazioni ben peggiori, e ce la siamo sempre cavata.-
Inutile: ogni tentativo di imporre la sua autorità sopra quella donna era vano, tale erano i punti a suo favore e la sua determinazione. Diamine, era per questo che l'amava in segreto da molto tempo, ma non era quello il punto. Forse... giocò l'ultima carta a sua disposizione: si lasciò sfuggire il nome della ragazza, mentre diceva:
-Fuu, vorrei ricordarti che il tenente Hikaru Shidou è stato rimosso dai suoi servizi per la sua salute cagionevole.-
-Non è un problema. Posso ancora combattere....- affermò una voce alle loro spalle. Fuu sorrise, riconoscendola, mentre il capitano, voltandosi, se la vide davanti: una giovane donna con un'uniforme da sottoufficiale, lunghi capelli rossi e dagli occhi rubino infastiditi dalla luce della sala comandi, che si appoggiava alla parete con una mano.

Il solito tran-tran quotidiano che regnava della stazione spaziale Hayabusa venne interrotto senza preavviso da un uomo che, vestito di una tuta da pilota di colore rosso, avanzava con passo violento e deciso incurante delle persone che gli stavano accanto. Quando si sfilò il casco si rivelò essere un ragazzo sui 20 anni dai disordinati capelli marroni e dagli occhi scuri, con uno sguardo omicida sul volto, che si esprimeva nelle sue parole:
-Dannato capoistruttore! Dannati pivellini buoni a un cazzo! Fottuto servizio militare! Strafottutissimi allenamenti! Porco....-
Mentre bestemmiava per i corridoi dell'impianto, ripensava al commento del suo superiore:
-Si chiamano allenamenti perchè devi allenarli, Colt, altrimenti si chiamerebbero "competizioni di guarda-come-ti-sfascio-la-recluta"!!! Sai quanto tempo ci vorrà adesso a liberare Gallardo dalle lamiere?-
Si fermò un secondo a guardare che i colpi di sole sulle frange della sua capigliatura fossero a posto, sorridendo come un idiota, pensando:
-(Quanto sono figo.)-
Per poi allontanarsi dalla vetrata e tornare a imprecare per la sua strada. Voltò l'angolo a testa bassa, scontrandosi contro qualcuno e imprecando istintivamente:
-Hey! Perchè non guardi dove vai....-
Rimase a bocca aperta al vedere, sulla nera giacca del suo interlocutore, i gradi di comandante. Inorridì, ma l'uomo dai capelli neri e dagli occhi azzurri gli diede una mano ad alzarsi, e disse, guardando il ragazzo dalla divisa rossa:
-Immagino che tu sia un istruttore.-
-V...voi siete il comandante Lantis?- domandò balbettando Colt, alzandosi in piedi e scordandosi di salutare il suo superiore.-N-non dovevate arrivare domani?-
-Il tempo è relativo, quando ti trovi ad orbitare attorno a un pianeta. E dammi del "tu", odio i formalismi militari.-
Il ragazzo dai capelli bruni non riusciva a spiccicar parola, ancora in preda al terrore. Fu Lantis, dopo lunghi attimi di silenzio, a spingerlo a parlare:
-Vorrei essere informato sul personale disponibile.-
-Ehm....eh,si signore!- esclamò l'altro, scattando sull'attenti. -La stazione spaziale Hayabusa conta di 200 persone,delle quali 80 soldati, 20 sottufficiali, 10 ufficiali, 50 ricercatori e 40 tec....-
In quella, una delle piastre sul pavimento si aprì rivelando un ragazzo dai lunghi capelli verde chiaro, dalla divisa azzurra completamente sporca di grasso.
-...facciamo 41 tecnici.-
-Hey Colt!- esclamò il giovane,uscendo dalla botola e ponendosi tra l'istruttore e Lantis.- Ho trovato qual era il guasto nel tuo Leo! Un cavo era rimasto stritolato tra le giunture del gomito:avresti dovuto vederlo!- si lanciò per terra, mani al collo, dicendo:-Mi sembrava parlasse! "Aiuto, liberami, sto soffocando!-
-Gamma...- rispose Colt, scuotendo la testa, mentre Lantis gli lanciava uno sguardo scettico.
Il ragazzo dai ciuffi biondi ammiccò al suo amico steso a terra a strangolarsi e disse:
-Non si preoccupi, è un pò strano ma sa fare bene il suo lavoro. Lasci che glielo dimostri.-
Afferrò il cercapersone del comandante e lo sbattè violentemente contro il muro, spaccandolo a metà, per poi passarlo al ragazzo dai capelli verdi dicendo:
-Hey Gamma, temo che il cercapersone del comandante sia rotto.-
-Uhm.- rispose lui, ancora steso per terra, prendendo tra le mani i resti dell'oggetto.-Hai ragione. Ma dovresti fare più attenzione alle cose degli altri!-
Lantis cercava di guardare altrove, mentre Colt contava il tempo.
-1,2,3,4,5....-
Un *bip* interruppe il conteggio, e la voce di Gamma affermò:
-E' per voi!-
Porgendo al comandante, senza alzarsi da terra, il cercapersone, perfettamente funzionante, rattoppato con della gomma da masticare. Lantis lo osservò un pò sconcertato,e si rivolse quindi a Colt:
-Almeno, qui dentro, c'è qualcuno che fa il suo lavoro...-

La sala era scura, tranne per una fioca illuminazione che arrivava da una grande finestra, puntata verso la skyline di Acura.
E lì, davanti a quella vetrata, lontano dalla sua scrivania, il Reggente del governo da parte di Sephiro era assorto nella contemplazione delle strade sottostanti. Sotto i suoi occhi, uomini d'affari indaffarati, ragazzi che correvano per arrivare in orario a scuola, bambini che piangevano per aver perso di vista le proprie madri....
Sospirò. Il nuovo ritmo di Sephiro era troppo frenetico per lui: ormai aveva più di 800 anni, e anche se ne dimostrava appena una ventina era sempre il solito Clef - saggio, calmo e riflessivo... o, almeno, così dava l'impressione. Il suo animo era ancora turbato dai ricordi della guerra, e lo era ancora di più da qualche giorno: che c'entrassero qualcosa le parole di Ferio la sera precedente?
"Devo parlarle, è una cosa seria", diceva "Ma..non credo sia il momento, ora..."
E allora, quale momento gli andava a genio? Erano quasi le 10 di mattina, e non si era ancora visto. La sua attenzione fu attratta da un incidente automobilistico accaduto proprio sotto il Palazzo Reale, dalla quale una persona di sua conoscenza era spuntata fuori.
Dopo qualche minuto, l'entrata del suo ufficio si aprì lentamente, e lui, senza neanche voltarsi, commentò.
-Una volta eri più puntuale.-
-Chiedo scusa.- replicò Ferio, chiudendosi la porta alle spalle.
Fece un passo verso la scrivania, voltando i suoi occhi azzurri verso l'interlocutore osservando:
-Non giustificarti, non è colpa tua, so dell'incidente che ti è capitato.-
-Di già?- rispose l'uomo, scherzando - Sta di nuovo avendo segni di chiaroveggenza?-
-No, ti ho semplicemente visto da qui – ammiccò, indicando la finestra. -E, anche volendo, non potrei farlo. Da quando nessuno la usa più, la magia su Sephiro sta morendo.....il nostro stesso lento seppur inesorabile invecchiamento ne è un segno. Comunque-proseguì, sedendosi dietro la scrivania - suppongo che quello che tu mi debba dire non sia niente di importante, in fondo, se sei riuscito a restare in silenzio per una notte intera.-
-Scioccato, casomai..- rispose Ferio, appoggiandosi al piano del tavolo con le mani.-Ieri mattina, nel centro commerciale....ho incontrato Hikaru.-
Alla notizia, Clef non battè ciglio, rispondendo:
-Non mi sembra il caso di scherzare su Hik....-
-Ho forse l'aria di uno che scherza?!- esclamò il giovane uomo interrompendolo, un pò stupito dalla scetticità del reggente.- Hikaru è viv....-
-Non mi interrompere, Ferio...- lo ammonì il ragazzo dai capelli lavanda, nascondendo la speranza che le parole dell'amico fossero veritiere dietro la sua freddezza.-Sappiamo tutti che Hikaru, Umi e Fuu sono morte. Anche se tu non l'hai mai accettato, non ti servirà a niente immaginare che...-
D'un tratto, una musichetta sintetizzata risuonò nell'aria. I due si fissarono l'un l'altro, e toccò proprio a Ferio ammettere:
-E' il mio.-
Estratto un telefono cellulare dal taschino della camicia, rispose:
-Pronto?-
-Ferio...- esordì nel telefono la voce di Hikaru.-Ti disturbo?-
-No, no anzi, capiti a proposito!- Affermò lui, dimostrando un totale imbarazzo.
La ragazza riprese:
-Scusa se non ti ho chiamato prima, ma ero indecisa se farlo....poi mi sono ricordata che ho una cosa da chiederti: ma...gli altri?-
-Gli altri ch...-
-Massì, Lantis, Caldina, Presea, quell'altro tipo di cui non mi ricordo il nome....insomma! Che fine hanno fatto?-
Il ragazzo esitò un attimo, per poi cercare di dirle:
-Loro sono....sono...-
-Sono cosa?-
Sono morti? Poteva dirle che alcuni dei suoi amici sopravvissuti alla guerra di Debonair erano morte nella Grande Guerra, Presea prima di tutte (che poi si era rivelata essere sua sorella, ma la cosa non era importante), e altri erano tranquillamente morti di vecchiaia? Soltanto pochi, oltre a lui, Clef e Lantis, desideravano sfidare la morte pur di rivederle.
A parte Caldina, lei viveva per accumulare denaro.
D'un tratto, la soluzione al dilemma di Clef gli sembrò chiara.
-...Aspetta, ti passo qualcuno che sarai felice di sentire.-
Clef, da dietro la sua scrivania, non vide altro che Ferio conversare al telefono con qualcuno, ma quando il ragazzo gli porse l'oggetto rimase sorpreso.
-E' per me?-
-Certo.-
Passò qualche secondo di silenzio, mentre il guru avvicinava all'orecchio l'apparecchio e pronunciava:
-...pronto?-
Un attimo dopo, una voce che non sentiva da tanto tempo lo colpì come il suono di una campana stonata:
-...Guru Clef!?-
-(Qu...questa voce!)-Pensò, sorpreso. Si schiarì la voce imponendole un tono neutro che però malamente celava lo shock della scoperta -Con...con chi sto parlando?-
-Ma come?!- Rispose la ragazza, più contenta che mai.-Sono io, Hikaru! Non si ricorda?-
La giovane non riceveva dal suo telefono altro che un sommesso respiro, mentre il Guru Clef, esterrefatto, teneva il cellulare in mano senza accennare movimento.
-Pron..?- Ma la linea venne bruscamente interrotta dal suo interlocutore, che riattaccò senza pensarci due volte.
-E'...è tornata...è davvero tornata- sussurrò poi con un filo di voce all'amico dai capelli verdi, chinando la testa.-Scusami se non ti ho creduto, Ferio....-
-Non si preoccupi, in fondo capita a tutt...-
-No. Sono io che non ti ho voluto credere. Sai anche tu cosa potrebbe significare il ritorno dei Magic Knights su Sephiro... l'inizio di una nuova guerra...-

  
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