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Autore: MotaCarota    27/08/2012    15 recensioni
-Sai Zayn tu sei come un’onda…- disse soltanto guardandolo dritto negli occhi, con un sorriso sulle labbra.
-Un’onda? Perché?-
Megan trattenne una risata in uno sbuffo –Un giorno magari te lo spiegherò- sussurrò al suo orecchio.
Il moro si avvicinò al suo viso, combaciando le labbra con le sue in quel meccanismo dall’incastro perfetto.
Aveva ragione, Zayn era imprevedibile, strano, lunatico, pericoloso alle volte, Zayn era come un’onda.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A Ludovica, perchè ti voglio bene, ma mi piace farti morire lentamente :)   





Come un’onda.

 




Era ufficiale: Megan odiava suo fratello. Odiava doverselo subire anche in vacanza. Odiava che la calcolasse solo quando gli serviva. Ma più di ogni altra cosa odiava che, a differenza sua, lui potesse portarsi dietro i suoi amici. Li odiava, li odiava con tutta se stessa. Si credevano superiori soltanto per quei due anni in più di lei. E si permettevano di fare irruzione in camera sua e mettere tutto a soqquadro, quando i suoi genitori non c’erano. Lei e Harry non erano mai andati d’accordo. Quando lui aveva otto anni e aveva già i primi compiti da fare, lei saliva in piedi sulla sedia e gli scarabocchiava tutto il foglio. E lui, quando lei era piccola, le metteva il ciuccio nel sale. Il loro rapporto era così da sempre. E adesso che lei aveva sedici anni e lui diciotto, le cose non erano di certo cambiate.
Ovviamente quella non era la prima volta che veniva presa di peso e buttata in acqua, ma decise quella sarebbe stata l’ultima che gli perdonava. Si sentiva impotente davanti a Harry e i suoi amici. Di solito le bastava un semplice ‘scusaci’ per farle tornare un sorriso sulle labbra. Non era capace di vendicarsi, come le dicevano di fare le sue amiche. Era più forte di lei, quando sentiva quella parola, l’arrabbiatura le passava automaticamente. Anche se sapeva bene che quelle scuse non erano affatto sentite, e che Harry e i suoi amici non avrebbero aspettato molto per organizzarle un altro scherzo.
Al mare era tipico che la prendessero in braccio in cinque e la gettassero in acqua, vestita o no non aveva importanza. Megan uscì dall’acqua mentre strizzava i capelli, sistemandoli poi su una spalla, come faceva sempre. Appena arrivata all’ombrellone, prese subito il suo asciugamano insieme al costume di ricambio, per poi filarsela in cabina, a pochi metri dalla spiaggia. Prima si accertò che Harry e gli altri fossero impegnati altrove, per evitare di essere chiusa dentro, di nuovo…
Suo fratello era intento a parlare con l’ennesima vicina di sdraio, il biondino leggeva un giornale, quello pazzo si rotolava nella sabbia, mentre il più normale era al bar a bere qualcosa. Del pakistano non c’era traccia, Megan ipotizzò che fosse rimasto ancora in acqua.
La situazione sembrava tranquilla. Scattò a tutta velocità per raggiungere la passerella, nel tentativo di non bruciarsi i piedi con la sabbia ardente.
Una volta arrivata alla cabina, bussò per accertarsi che non ci fosse nessuno all’interno. Non ricevette risposta, così aprì la porta, tranquilla. Non fece in tempo ad alzare gli occhi che vide davanti a sé un paio di infradito, poi delle gambe scure, muscolose e infine gli addominali, seguiti da una lieve accentuazione di peluria sotto l’ombelico. Il costume era basso, eccessivamente basso e ancora arrotolato sui fianchi, segno che era stato tirato su all’improvviso, di fretta…
-Oh cazzo!- fu in grado di dire lei ancora traumatizzata –scusami, io… p-pensavo fosse libero- aggiunse tremante.
Lui non rispose, continuava a fissarla con quegli occhi scuri, immobile. I capelli tirati indietro, ancora bagnati, le spalle possenti, frutto di lunghi allenamenti in palestra, la pelle ambrata, scuritasi ulteriormente al sole.
-E’-è meglio che t-torni dopo- balbettò lei, tentando di nascondere le gote rosse.
-No- la fermò per un braccio, e Megan si sentì sul punto di morire –tanto avevo finito-  aggiunse serio.
-Okay, grazie-. Si avvicinò alla porta fino ad entrarci. Ma poco dopo si diede della stupida per non averlo lasciato uscire prima. In quello scarso metro quadrato si respirava appena, figurarsi con lui a pochi centimetri da lei! Una volta che il moro ebbe messo un piede fuori, si sentì alleggerita, l’ossigeno sembrava essere tornato lì dentro. Si chiuse la porta alle spalle, ma non appena Megan si sedette sulla piccola panca interna, notò che il ragazzo aveva dimenticato il suo costume bagnato. Si alzò di scatto, spalancando la porta.
-Zayn!- chiamò, notandolo ancora vicino –hai dimenticato questo-
Il moro le rivolse un’occhiata superficiale, e si avviò poi verso di lei, trascinando i piedi. Lui sulla soglia della porta, lei dentro la cabina a mezza spalla di distanza. Megan aveva una sensazione strana addosso. Si sentiva soffocare, come se l’aria stesse diventando sempre più rarefatta. Come l’esatto secondo prima di essere stata spinta in acqua. Ti prepari al peggio, immaginando già l’acqua fredda e pungente sul corpo, anche se non l’hai ancora nemmeno sfiorata. Zayn era come un’onda, quella che ti terrorizzata appena si avvicina con tutta la sua potenza, perché sai già che ti scaraventerà a riva. E anche se ti dai per salva, andando sott’acqua per non essere travolta, ha sempre la meglio lei su di te.
Megan si accorse solo in quell’istante di quanto fosse particolare il viso di lui. Il naso affilato, seguito di un lieve accenno di barba sopra le labbra, che si arrestava poco prima degli zigomi. Le labbra rosee e carnose, pronunciate in avanti come a volersi mostrare ancora più piene.
Lo aveva sempre ritenuto un bel ragazzo, nessuno avrebbe avuto niente da obbiettare. Era forse il più bello tra tutti gli amici di suo fratello, secondo lei. Ma aveva sempre cercato di trattenere l’attrazione che provava per lui, un po’ perché non si sentiva all’altezza di sbandierarlo ai quattro venti, e un po’ perché lo riteneva irraggiungibile. Zayn era il tipo che usciva la sera e, una volta arrivato nel locale più popolare di Londra, aveva solo l’imbarazzo della scelta davanti a tutte le ragazze che vedeva. Perché mai avrebbe dovuto accorgersi proprio di lei? Una banale sedicenne, dal carattere chiuso e una seconda scarsa. Non aveva di certo alcuna possibilità, questo si ripeteva sempre quando il cuore cominciava a scoppiargli nel petto, vedendolo vicino.
-Tieni- mormorò, porgendogli il costume umido.
Non appena la sua mano lo strinse, Megan sentì un suo dito sfiorarla, gelido e bagnato. Scostò subito la mano, temendo di aver fatto un errore imperdonabile, come se l’avesse voluto lei quel contatto. Si voltò di scatto, rivolgendogli la spalle, e poco dopo sentì il rumore della porta chiudersi. Era finita, finalmente era di nuovo sola, pensò.
Ma all’improvviso un profumo forte e vicino la invase, a seguire due mani sui suoi fianchi, fredde e calde insieme. Fu colpita da un fremito che la spinse indietro di scatto. Sentì la schiena aderire al petto di Zayn, il tessuto del costume di lui sul fondo schiena. Il viso le sbucò tra la spalla, accostandosi alla sua guancia. Si buttò sul suo collo, lasciandovi quasi impercettibili e lievi baci o semplici contatti tra le sue labbra e la pelle bollente di lei. Megan sgranò gli occhi. Che diavolo stava succedendo?! Era solo una sua sensazione, doveva essere soltanto l’ennesimo sogno ad occhi aperti.
Si voltò di scatto, guardandolo con occhi spalancati, impauriti. Zayn spostò una mano sul suo viso, solleticandole appena il collo. Si chinò su di lei, e Megan rabbrividì nel vedere il suo viso inclinarsi e gli occhi socchiudersi un poco. Si tirò indietro, sbattendo la testa sulla parete di legno. La porta era socchiusa, avrebbe solo dovuto agguantare la maniglia e scappare da lì dentro, al più presto.
Non fece in tempo a riposare gli occhi su di lui che il suo viso si era avvicinato di nuovo, questa volta più di prima. Sentii le sue labbra stringere quelle di lei, trovando i denti serrati poco dopo.
-Z-Zayn- annaspò come se l’onda la stesse sommergendo.
La punta del naso di lui le sfiorò lo zigomo, la barba incolta strusciò sulla sua pelle morbida. Quando le loro bocche furono a pochi centimetri una di fronte all’altra, soffiò un lieve ‘Ssh’ che le rimbalzò sulle labbra. Di nuovo quel contatto col suo viso, di nuovo qualcosa di languido su di lei. Si sentì succhiare lievemente il labbro inferiore, e a quel punto dischiuse la bocca per gustarlo meglio. Sussultò nello sfiorare la sua lingua calda, ma addolcì ogni movimento quando si abituò a quel contatto che la mandava in estasi. Il suo mento le premeva sul viso, spingendola indietro un poco, e chiedendole di concedersi sempre un po’ di più, piano piano. Lei gli circondò il collo con le mani, quasi tenendosi aggrappata a lui, mentre le sue mani dai fianchi scivolavano più in basso, nascondendosi sotto i fianchi del costume e giocando con il tessuto.
Come un’onda, Zayn la prese alla sprovvista, come un’onda approfittò di lei nel momento in cui meno se l’aspettava. E come un’onda, adesso se la stava trascinando via, non sapeva dove, ma sicuramente in un posto dove non aveva mai immaginato di poter andare.
In quegli istanti, l’unico rumore che li accompagnava era quello dei loro sospiri, del fiato che a volte mancava a Megan per la troppa adrenalina in circolo. Zayn dischiuse un poco gli occhi per vedere l’espressione di lei, e proprio in quel momento sentì qualcuno bussare alla porta.
-Dovremmo uscire da qui- gli sussurrò ancora sulle labbra.
-Ma non mi va…- soffiò lui sulla sua pelle –E’ occupato!- gridò poi, cercando di assumere un tono di una normale persona che si sta cambiando il costume.
-Non dovremmo essere qui... insieme-
-Sei tu che sei entrata senza bussare!- scherzò lui.
-Ma cosa dici!? Ho bussato, più volte anche, ma sei talmente sordo che non hai sentito nulla!-
Zayn sorrise, carezzandole delicatamente una guancia con le dita –E non pensi che magari io non abbia voluto sentire?-
Quindi era tutto architettato?! Aveva progettato tutto di nascosto!? Megan avvampò, sentendo le gambe sgretolarsi pian piano.
-Sai Zayn tu sei come un’onda…- disse soltanto guardandolo dritto negli occhi, con un sorriso sulle labbra.
-Un’onda? Perché?-
Megan trattenne una risata in uno sbuffo –Un giorno magari te lo spiegherò- sussurrò al suo orecchio.
Il moro si avvicinò al suo viso, combaciando le labbra con le sue in quel meccanismo dall’incastro perfetto.
Aveva ragione, Zayn era imprevedibile, strano, lunatico, pericoloso alle volte, Zayn era come un’onda.
 


Carota's Moment.
Salve bellezze! Questa os mi è venuta in mente al mare, e non ho resistito a scriverla. Spero vi piaccia :)
Ho immaginato Zayn piuttosto dolce, a differenza di molte ff dove viene ritratto come il cattivo del gruppo.
Spero sia di vostro gradimento e che mi lascerete qualche recensione, anche se non vi piace, accetto qualsiasi consiglio per migliorare.
Thank you babes,
Un bacio

Mota 

  
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