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Autore: cranberry sauce    27/08/2012    1 recensioni
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il banchetto


Quella tavola era stata imbandita per lei e per lei soltanto. Quindi le sembrava più che normale sedersi compostamente ad un capo della stessa, aspettando che qualcuno arrivasse per chiederle cosa desiderava mangiare. Magari sarebbe arrivato anche qualche ospite con cui discorrere piacevolmente durante la degustazione dei piatti.
Fiduciosa, si mise ad aspettare pazientemente, i piedi che picchiettavano il tappeto persiano sotto di lei. Non dovette comunque attendere molto: ecco dei rumori provenienti dal corridoio che conduceva alla sala ed ecco anche la fonte di quei rumori.
I primi due ospiti entrarono. Erano il Signore e la Signora Brownie, entrambi abbigliati in modo piuttosto strano, quasi venissero da un paese straniero, e la bambina non lo escluse. Si accomodarono dalla parte opposta a lei, chinando appena la parte superiore a mo’ di saluto – si sa, i rettangoli di cioccolato non sono né molto loquaci né snodabili, e nessuno voleva che si spezzassero proprio lì, in mezzo alla sala. I due coniugi avevano sparso briciole di cioccolato un po’ ovunque e così la bambina, senza farsi vedere, ne raccolse una e l’assaggiò, trovando l’impasto gustoso e soffice, proprio come piaceva a lei. Sperava che il cameriere arrivasse in fretta a prendere le ordinazioni perché le stava venendo un certo languorino.
Pochi minuti dopo i tre vennero raggiunti dal Signor Lecca Lecca, a braccetto con la Signora Stringa Di Liquirizia.
“Vede, Signora Di Liquirizia, al giorno d’oggi i bambini non ascoltano più i loro dentisti e i loro denti finiscono col cariarsi irrimediabilmente”, diceva il Signor Lecca Lecca. “Così le loro mamme non ci comprano più, e addio guadagni. Un dolce rispettabile come me al giorno d’oggi come può guadagnarsi da vivere? Non sono stato creato altro che per piacere alle persone!” E mentre concludeva la frase e prendeva anche lui posto insieme ad una Signora Di Liquirizia che annuiva con fare grave, la bambina si ricordò che, in effetti, i lecca lecca e le stringhe di liquirizia le piacevano davvero tanto.
Prima che potesse perdersi in altre considerazioni, ecco arrivare i Cupcake, famiglia così composta: Papà Cupcake, con un cappello giallo pastello e decorato con eleganti scorze di limone, Mamma Cupcake, che, invece, indossava un copricapo rosa chiaro con diademi alla fragola, e i loro tre figlioletti, Marsh, Mal e Low, deliziosamente ricoperti di caramello e scagliette di cocco. La loro entrata aveva fatto fare salti di gioia allo stomaco della bambina, la quale, mentre salutava educatamente tutta la famiglia e accarezzava la testa caramellata dei tre bambini, sorridendo, non vedeva l’ora di mettere sotto i denti qualcosa di dolce.
Quando tutti si furono sistemati ai loro posti, uno squillo improvviso di trombe risuonò nel corridoio e dal corridoio al salone del banchetto. Tutti i dolci più la bambina si girarono verso la porta d’accesso, chi sorpreso, chi ansioso, chi affamato. Gli ultimi due ospiti entrarono in pompa magna nella sala, mentre gli occhi dei presenti si spostavano dai riccioli di cioccolato bianco della capigliatura del Sindaco Muffin Al Mirtillo II alla glassa che ricopriva sua moglie, la Signora Ciambella, entrambi agghindati con gli zuccherini colorati più deliziosi che io abbia mai visto.
Il Sindaco avanzò lentamente, seguito dai passi pesanti della Signora Ciambella, che si muoveva in modo piuttosto goffo vista la sua mole. Questo si piazzò davanti alla bambina ed esclamò: “Sono il Sindaco Al Mirtillo Muffin II, e sono colui che l’ha invitata a questo banchetto. Ora si inginocchi e mi baci la mano, pardon, il can-dito, in segno della sua riconoscenza.”
La bambina, ubbidiente, si chinò come lui le aveva detto, ma, nel momento di baciargli il can-dito o la mano, ecco che aprì la bocca e, senza volerlo, diede un morso al Sindaco, staccandogli il braccio intero. Subito la stanza fu riempita da grida di sdegno e di paura, tra Marsh, Mal e Low che si nascondevano dietro alla madre, il Signor Lecca Lecca che saltellava in giro appiccicandosi da tutte le parti e il Sindaco stesso, che osservava la bambina inorridito. Ma lei aveva troppa fame e non badò a nessuno di loro, anzi, si mise a divorare Al Mirtillo Muffin con tanta voracità che in pochi secondi di lui non rimaneva che il vestito spiegazzato. I dolci correvano di qua e di là in preda al terrore; c’era chi si nascondeva dentro ai vasi, chi tentava di farsi piccolo piccolo sotto la sedia e chi usava un vassoio come scudo, senza contare la Signora Di Liquirizia che si sentiva discriminata in quanto di colore e accusava la bambina di essere xenofoba e senza il minimo tatto – questa avrebbe, infatti, potuto mangiare prima lei piuttosto che il pallido Sindaco. Ma la presunta xenofoba non si fece scrupoli e ingoiò tutti i dolci, dal primo all’ultimo, e senza fare una piega.
Dopo che ebbe finito di mangiare anche l’ultima briciola di quel lauto e dolce pasto, si sedette al suo posto, in attesa del cameriere, per vedere cosa c’era sul menù e per ordinare almeno qualcosa da bere. Pochi minuti dopo arrivò un uomo alto e distinto che chiese dove fossero finiti tutti gli ospiti. La bambina si strinse nelle spalle, e in quel mentre il suo stomaco brontolò rumorosamente. Il cameriere la guardò allora un po’ accigliato, girò sui tacchi e camminò spedito verso le cucine, ma non fece in tempo a raggiungerle che la bambina era già piombata su di lui e, in quattro e quattr’otto, questo sparì completamente nel suo stomaco.
   
 
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