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Autore: habanerossosangue    27/08/2012    4 recensioni
Fu in quel momento, quando la guardò con lo Sharingan, con quegli occhi rossi come il sangue che aveva versato intenzionalmente mesi fa, che capì di essersi innamorata del Vendicatore, del traditore di Konoha.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Il sole quocente batteva sopra gli alberi del piccolo bosco presente al Villaggio della Foglia, mentre un lieve venticello faceva muovere le cime degli alberi. Sasuke Uchiha stava tranquillamente passeggiando, con la sua solita aria da strafottente, lungo un sentiero da lui creato all'interno di quel bosco. I raggi che riuscivano a sorpassare i rami degli alberi, lo inseguivano in ogni suo passo illuminando, quasi con ardore, sia il viso che il corpo. Calpestava le foglie e  i rami secchi trascinando i piedi uno dopo l'altro,  con un'andatura alquanto seducente, mentre stringeva i denti per il leggero dolore che gli procurava camminare.
Non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che Naruto Uzumaki era riuscito davvero a riportarlo a Konoha. Erano passate settimane dalla fine della Quarta Guerra Mondiale Ninja ed era da settimane che, l'unico Uchiha rimasto, si chiedeva che cosa ci faceva ancora tra quelle mura. Non ci volevano nemmeno due minuti per correre verso i cancelli d'entrata e andarsene -di nuovo- da tutto e da tutti. Ma non riusciva a farlo. Il corpo non rispondeva ai suoi comandi e non solo perchè era gravemente ferito dallo scontro tra lui e Naruto, ma non voleva saperne di andarsene da li.
La gente del Vilaggio era contrariata del fatto che fosse ritornato alla Foglia, ma la vecchia Tsunade -per gentilezza verso Naruto- aveva acconsentito di porgergli la mano piuttosto che condannarlo al carcere o direttamente condannarlo a morte. Il popolo, di conseguenza, accettò la decisione del Quinto Hokage, anche continuando a giudicare Sasuke un traditore.Infatti, in cooerenza col pensiero, lo trattavano da tale -così lui aveva scommesso appena dimesso dall'ospedale. Ma lui non voleva essere dimesso, non voleva ritornare a camminare in mezzo a quella gente come se niente fosse successo, non voleva stare in mezzo a coloro che lo avrebbero trattato come un animale da macello. Si, l'ultimo rimasto del famoso Clan Uchiha, aveva paura.Paura di una massa di inetti, senza forza e senza cervello, in grado solo di spettegolare delle disgrazie altrui. Ovviamente quando disse apertamente di voler andarsede definitivamente da Konoha ai suoi vecchi compagni di team, un giorno dopo essersi risvegliato in ospedale, non c'è stato alcun incoraggiamento.
«Sasuke questa è casa tua, non puoi andartene! Dopo tutto quello che abbiamo fatto! tu vuoi ancora ...» gli disse Sakura con gli occhi pronti a far scendere altre lascrime.
«Cos'è Sasuke?! Hai paura?! Pensavo che in questi anni che sei stato lontano eri diventato più forte, invece che più debole. Io a sette anni ho dovuto affrontare tutto il Villaggio e non ho avuto paura, tu a 16, invece, ti tiri indietro?! Questo conferma che sono diventato più forte di te Sasuke!» lo provocò Naruto con un sorriso di sfida sulle labbra che lo fece avvampare dalla rabbia. 
Ma non sapendo il motivo spostò lo sguardo da quegli occhi azzurri per posarlo sulle sue mani che stringevano con violenza il lezuolo bianco del letto d'ospedale. Poi la mano di Kakashi-sensei si posò sulla spalla per dargli forza, per fargli capire che qualunque cosa accada lui sarebbe stato al suo fianco insieme agli altri membri del vecchio Team 7. E fu in quel momento, dopo tanto tempo che un senso di tranquillità [felicità] lo invase.
«Tks» rispose solamente, mentre vedeva di sottechi un largo sorriso comparire sul viso del suo migliore amico.
Ecco perchè non riusciva a compiere quel grande passo. Ecco perchè i suoi piedi in quel momento -l'unico oppurtunità che era riuscito a procurarsi- evitavano a qualsiasi costo di prendere la strada per i cancelli principali del Villaggio. No, non riusciva proprio a staccarsi, a riallontanarsi dal suo vecchio maestro Kakashi, da Sakura o da Naruto, il suo eterno rivale, il suo migliore amico, suo fratello. E questo lo faceva mandare fuori si sè convinto che quei sentimenti lo stavano condizionando dalla sua scelta. Lui è -e rimarrà sempre- un Vendicatore del suo Clan, un Traditore del Villaggio della Foglia.
Maledì se stesso per essere così debole e si maledì anche perchè tutti -Naruto, Sakura e Kakash-sensei- lo staranno sicuramente cercando a destra e a manca. Mentre in ospedale era incominciata la pausa pranzo era riuscito a mettersi velocemente la sua vecchia tuta e scappare dalla finestra un pò dolorante. Così finì li in mezzo al nulla, aspettando che compaia da un momento all'altro una copia di Naruto per poi cominciare a fargli il solito discorso 'questa è casa tua, io sono il tuo migliore amico'. Per il nervoso, Sasuke si ripromise che appena si fosse rimesso del tutto in sesto lo avrebbe pestato a sangue -di nuovo
Stava per ritornare sui propri passi per evitare un simile -snervante- situazione, quando dietro un albero intravide un'esile figura. Si avvicinò lentamente fino a quando non aveva davanti alla sua visuale Hinata Hyuga, in mezzo a due vecchi e grandi alberi. Era ad occhi chiusi, con la testa leggermente chinata verso il basso, con le mani giunte all'altezza del petto, concentrata su non sa cosa in particolare. I lunghi capelli corvini erano in disordene con la frangetta attaccata alla fronte per il sudore. Indossava la solita tuta viola dall'enamento e Sasuke non potè fare a meno di squadrarla da capo a piedi. La giovane Hyuga era cambiata durante la sua assenza e di parecchio, si ritrovò a pensare il ragazzo. Si era tolta la larga felpa appoggiandola malamente dietro di lei per il troppo caldo ed era rimasta con la magietta attillata che faceva vedere perfettamente le prosperose forme della ragazza. Non potendo più guardare il suo corpo -aveva un dignità anche lui- la guardò in volto ancora concentrato su chissà che fesseria. Rimase come paralizzato da quel viso tanto delicato, di una carnagione bianca che si avvicinava alla sua, dalle labbra rosee sottili, dal naso perfettamente dritto, nè troppo piccolo nè troppo grande. E poi c'erano quegli occhi che, non sapendo dove nascesse questo desiderio, voleva che li mostrava in tutta la sua bellezza. Non diede segno del suo interesse verso di lei, anche se perse un battito quando incrociò lo sguardo con il suo. Serrò il pugno così forte che le nocche le diventarono ancora più bianche. Hinata aveva spalancato gli occhi all'improvviso sussurrando "Byakugan", mentre delle vene comparivano intorno agli occhi e diventando più chiari di quanto lo erano già. Quando si ritrovò a guardare il flusso di chackra  del ragazzo a pochi passi da lei, saltò sul posto per lo spavento, convinta che non c'era nessuno. Velocemente prese la felpa a terra e se l'imfilò diventando rossa in viso.
«S-Sasuke! M-mi hai spaventato» disse timidamente.
Poi guardò il ragazzo in tutta la sua bellissima forma e arrossì di più vedendo i suoi occhi neri guardarla con insistenza. Chinò immediatamente lo sguardo verso i suoi piedi, cominciando a torturarsi le mani.
«Puoi continuare ad allenarti. Non ti ammazzo mica se assisto.» le disse sfrontatamente, mentre notava che diventava sempre più rossa con il passare dei secondi.
«N-non è questo ... è che ... io ...» Sasuke sbuffò per quella cercata giustificazione. 
Le diede le spalle e cominciò ad andarsene, quando la flebile voce della Hyuga gli arrivò alle orecchie.
«Aspetta Sasuke! p-potresti ... aiutarmi ... ad a-allenarmi?» gli propose rendendosi conto che poteva sembrare quell'offerta ai suoi occhi ridicola. 
Lui Sasuke Uchiha poteva mai aiutare un ninja tanto inferiore a lui ad allenarsi?! Soprattuto un ninja del clan Hyuga che era stato sempre in conflitto a causa delle abilità del potente Byakugan, con il suo di clan. Poi, del resto, non comprendeva nemmeno con quale coraggio gli aveva detto una cosa del genere, quando gli unici compagni di allenamento erano sempre stati Kiba e Shino. Forse l'aveva fatto solo per gentilezza nei suoi confronti, in fondo non gli era rimasto più nessuno apparte il suo team. Incrociò lo sguardo impassibile del Vendicatore e si sentì ancora di più una stupida. 
Incrociò le braccia dietro la schiena, chinando la testa, aspettandosi da un momento all'altro la risata arrogante dell' Uchiha e aspettando anche, con ansia, qualche insulto per fargli scendere la sua autostima.
«Conosco il potere di quegli occhi quindi vedi di non bloccarmi il flusso del chackra o cose del genere, altrimenti veramente potrei avere voglia di ammazzarti.» affermò prepotentemente, con sguardo di sfida, riavvicinandosi a Hinata del tutta sorpresa con gli occhi sgranati. In fin dei conti che aveva da perdere Sasuke? Non voleva ritornare in ospedale, stare coricato tutto il giorno in un letto troppo scomodo per i suoi gusti ad oziare come un vecchio. Poi più stava lontanto da Naruto, più il suo nervosismo calava.
«N-no. Colpirò s-solamente i punti in cui s-sentirai d-dolore.» rispose timidamente.
«Un'altra cosa: non balbettare. Lo odio.» le confidò apertamente, posizionandosi a qualche passo da lei con le mani in tasca, come se aiutarla ad allenare fosse la cosa più semplice del mondo.
«Scusa.» sussurrò Hinata sapendo che Sasuke l'avrebbe sentita.
Congiunse le mani all'altezza del petto e chiuse gli occhi nuovamente per aquisire il massimo di chakra che aveva. Non voleva fare una brutta figura davanti ad un Uchiha.Sasuke si ritrovò ad osserlavarla [ammirarla] di nuovo, mentre questa volta un senso di calore gli infase il petto. Che cosa gli stava succedendo [provando] in quel momento l'Uchiha non poteva spiegarselo, ma non volle nemmeno cacciare quella strana sensazione che lo stava invadendo facendolo sentire finalmente in pace con se stesso. Poi -di nuovo- perse un battino nel momento in cui Hinata spalancò quegli occhi grandi dal taglio meraviglioso.
Si avventò su di lui lasciandolo spaesato per qualche secondo.Una serie di colpi si susseguirono uno dopo l'altro con un ritmo troppo veloce per un normale donna ninja. Questo lo notò immediatamente Sasuke mentre, con prontezza li evitava o li parava. Strinse i denti il più che potè notanto che la forza lo stava abbandonando. Maledetto il suo corpo che non può guarire in fretta come quella del suo migliore amico. Gli stava arrivando un calcio all'altezza della spalla, e non sapendo in quel momento come evitarlo ottivò quegli occhi ormai temuti da tutti i ninja. Lo Sharingan. Più veloce di Hinata, afferrò violentamente la gamba per poi allontanarla in mal modo.Lo fece con tanta forza tanto che Hinata stava per andare a sbattere contro un albero, ma grazie ai suoi riflessi pronti lo evitò con un balzo. Un gran dolore invase Sasuke tanto che non riuscì a evitare di fare un piccolo gemito mentre premeva una mano sugli occhi, come per attuttire la sofferenza.
Hinata notò subito -grazie al Byakugan- che il ragazzo ancora non era del tutto guarito e quindi non al massimo delle sue forze per l'allenamento. Ma non aveva mai pensato che i suoi occhi erano in quelle condizioni appena attivati. Si sentì estremamente in colpa quando vide del sangue colargli, come una lacrima, lungo il viso perfetto.
«Se sapevi che i tuoi occhi ancora non erano guariti non dovevi usarli»
«Non mi sembra che siano affari tuoi.»
«Nemmeno il tuo fisico è guarito. Non ti hanno ancora dimesso dall'ospedale vero?» disse con le sopracciglia leggermente alzate e con quello sguardo colpevole e dolce allo stesso tempo. 
Sasuke non riuscì a sostenere quello sguardo nemmeno due secodi, si allontanò di qualche passo e si rimise alla stessa posizione di prima, questa volta più concentrato sugli attacchi.
«Tks.Forza continua.» le disse con tono che non ammetteva repliche. 
E Hinata non obbiettò sapendo anche l'infinito orgoglio che possedevano i ragazzi. Una prova lampante era Kiba che anche coricato a terra tutto dolorante, non ammetteva di essere inferiore o essere stanco e continuava testardo l'allenamento. La ragazza sospirò, per poi prendere dalla tasca un piccolo fazzoletto. Si avvicinò a lui, stava per pulirlo da quel sangue troppo rosso per i suoi gusti, ma poi vide il suo viso allontanarsi leggermente dalla mano tesa e guardarlo perplessa. Imbarazzata, arrossì immediatamente. Si era scordata che lui non era come Kiba. Il suo animo freddo non si farebbe mai toccare da quello caldo di lei
«Per favore togliti il sangue dal viso.»disse senza guardarlo in volto, mollandogli il fazzoletto in mano per poi ritornando dov'era prima. 
Di sottecchi lo vide che, stizzito, riposava il fazzoletto in tasca e pulirsi il viso con la manica della tuta. Un mezzo sorriso divertito gli comparì sul volto, che Sasuke guardò perplesso, pensando che qualsiasi cosa facciano le donne per i maschi, loro non abbandoneranno mai il loro stupido orgoglio.
«Allora?» disse lui irritato, pensando che la 'timida' Hinata lo stesse prendendo in giro.
«Ti vorrei chiedere un favore. Non usare lo Sharingan, almeno finchè non diventato abbastanza forte per affrontarti mentre lo utilizzi. Altrimenti sarebbe come giocare a cane e gatto.»
«Tks» rispose solamente alla ragazza mettendosi in posizione di attaco, mentre un sorriso di sfida faceva largo sul suo volto. 
Lo stava percaso invitando ad allenarsi periodicamente con lei?! Non sapendo spiegarsi nemmeno questo, ne fu abbastanza lieto.
Continuarono così per altre tre ore, combattendo senza un attimo di tregua, fino a che il sole non cominciò a tramontare.E Sasuke, tra un colpo ed un'altro, la guardava. Guardava i lisci capelli ballare al vento, mentre lei balzava da un parte all'altra della sua visuale. Guardava i suoi movimenti tanto aggraziati quando potenti. Gaurdava quel viso e quegli -meravigliosi- occhi guardarli con aggressività, ma mantendendo sempre quella delicatezza che, come si ricordava, l'avevano caretterizzata fin dai tempi dell'Accademia. E fu in quei momenti, mentre i suoi occhi più neri della notte, si posavano su quella figura che emanava luce, senza alcun apparente motivo, che potè sentirsi finalmente a casa.


Erano passate settimane da quando l'avevano dimesso dall'ospedale. Ed erano passate settimane da quando aveva cominciato ad allenarsi con Hinata. Rimase affascinato dal miglioramento, quasi istantaneo, della ragazza in combattimento. Era diventata più agile, più veloce e riusciva ad evitare o parare qualche suo colpo -in fin dei conti lui rimarrà sempre almeno otto scalini sopra lei. Quel giorno erano finiti per allenarsi in un fiumicello che c'era vicino ad una delle terme del Vilaggio, mentre la gente la guardava con aria infastidita o interessata. Era da un paio di giorni che gli piaceva ad entrambi usare, come campo di combattimento, tutto il Vilaggio, avevano più spazio e sembrava proprio una vera lotta. Molti si lamentarono o si preoccuparono i primi giorni, ma poi si comportarono come se niente fosse.
Sasuke, meravigliandosi, notò che gli abitanti di Konoha -la maggior parte- continuarono a trattarlo come uno di loro, 'dimenticandosi' delle disgrazie che aveva creato non più di qualche mese fa. 
Di questo ne furono più che contenti Naruto, Sakura e Kakashi-sensei. Anche lui, ma non lo diede e vedere ovviamente.
Come d'abitudine, mentre combattevano, la guardava come incantato. Era completamente bagnata per via dei grandi schizzi d'acqua che creavano con le loro tecniche, e così la tuta fradicia si attillava alle abbondanti farme della ragazza. I capelli bagnati si erano attaccati sulla schiena e in viso, mentre dalle punte gocciolava l'acqua. 
Sicuramente era nelle stasse acondizioni anche lui.
Improvvisamente lei si fermò, con il fiatone e lo guardò impassibile.
«L'altro giorno ... a casa ... sono riuscita a battere Neji» affermò con un sorriso timido sulle labbra
«Era ora.» disse cercando di non far notare il suo stupore, per poi scattare velocemente verso di lei per scagliargli un pugno, ma che, sorprendentemente, riuscì a bloccarlo, mettendo il braccio come scudo. 
Sapeva che da quando era bambina veniva giudicata da suo padre troppo debole per la sua aristocratica casata ed era ogni volta messa in ombra dal cugino Neji. Quelle era per lei un traguardo di una corsa, durata per troppi anni, che finalmente aveva finito. Aveva finito quella maratona dove era solo lei il partecipante ed il traguardo era Neji. Aveva finalmente non solo raggiunto, ma anche superato quel traguardo, prendendo poi come medaglia lo sguardo fiero del padre.
Ricominciarono l'allenamento correndo e saltando da una parte all'altra del fiume e questa volta fu Sasuke a interrompere il silenzio.
«Sei venuta a conoscenza della 'bella' notizia? quella di Naruto e Sakura...» disse con tono indifferente, ma alquanto curioso, abbassandosi per evitare un colpo.
«Si. Ieri Ino e Shikamaru sono passati a casa mia e ce l'hanno riferito...» gli rispose riferendosi anche a Neji che era presente alla loro breve conversazione. 
Le stava arrivando un calcio all'altezza dello stomaco, ma saltò in aria verso l'alto per poi atterrare nel piccolo ponte presente. Sasuke gli comparì davanti in un batter ciglio, cercando nuovamente di colpirla.
«Come l'hai presa?! ti sei chiusa in camera e ti sei messa a piangere?!» la stuzzicò con quel tono provocante, mentre indietreggiava e finiva col stare in equilibrio sulla ringhiera del ponte. 
Hinata si mise di fronte a lui, mantenendo l'equilibrio anche lei, guardandolo con il Byakugan e con occhi colmi di aggressività.Il suo sangue cominciò a scorrergli più velocemente. Quanto era cambiata da quando aveva cominciato a frequentarlo.
«Mi credi così sentimentale?!» Disse tirandogli un pugno in pieno stomaco facendolo cadere in acqua. 
Il ragazzo si maledì mentalmente, mentre scendeva verso il fondo del fiume, per essersi fatto distrare per l'ennesima volta dalla sua bellezza. Sentì il dolce suono della voce di Hinata arrivargli alle orecchie per poi rimbombargli nel cervello finchè non fece uscire la testa in superfice.
«E' da molto tempo che il mio interesse verso Naruto è calato.»
Si rimise in piedi e la guardò. Ancora non riusciva a credere a quanta bellezza aveva davanti a sè. Lo guardava con quei grandi occhi chiari, gli rivolgeva un sorriso tenero e imbarazzato, mentre le guance arrossivano vistosamente. Trattene -non seppe per quanto- il fiato, rimanendo paralizzato sul posto. Poi abbasso lo sguardo e un sorriso malizioso fece largo sul suo volto bellissimo per gli standard di un ragazzo della sua età.
Hinata dal canto suo, non seppe spiegarsi il motivo di tanto interesse dell'Uchina verso il suo pensiero per il fidanzamente di Naruto e Sakura.Ma alla fine lo pensava veramente. Non vedeva più il biondino con gli stessi occhi di una volta.Non sapeva perchè, ma non gli interessava più minimamente dimostrargli quando poteva essere forte. Non sapeva spiegarsi questo improvviso cambiamento di idea, fino a quel giorno.
Guardò Sasuke negli occhi per qualche secondo. Notò nei suoi occhi qualcosa di diverso, come una luce, che li rendeva leggermente meno minacciosi di quanto lo erano nei giorni precedenti. Poi abbasso lo sguardo è intravide un sorriso su quelle labbra perfette. Fu in quel momento che capì.Capì tutto. Capì perchè il suo battito accellerava ogni volta che gli stava tropo vicino. Capì perchè arrossiva solo a sapere che la guardava con i suoi occhi più neri dell'oscurita. Capì perchè con lui riusciva a non sentirsi per niente inutile. Fu in quel momento, quando la guardò con lo Sharingan, con quegli occhi rossi come il sangue che aveva versato intenzionalmente mesi fa, che capì di essersi innamorata del Vendicatore, del traditore di Konoha.
L'Uchiha corse verso di lei, sensa sapere dove e come attaccare, ma corse verso di lei il più veloce che potè, mentre Hinata attivava il Byakugan pronta a reagire a qualsiasi attacco diretto o non. Quando se lo ritrovò a pochissimi passi da lei senza ancora aver capito che tecnica voleva usare si ritrovò a indietreggiare con il cuore che gli maltellava nel petto. Con uno scatto improvviso provò a tirargli un calcio al fianco, ma come previsto, lo bloccò spingendola per la gamba verso dietro. Appena mollò la presa la vide correre verso di lui, appena gli fu abbastanza vicina, cercando di non usare tutta la sua forza, gli passò un braccio intorno allo stomaco e la sbattè sulla superfice dell'acqua, per poi allontanarsi da lei di qualche passo. Appena la ragazza si alzò corse verso di lui pronta a tirargli un pugno in piena faccia, sapendo con certezza che lo avrebbe evitato. Infatti, appena prima di colpirlo, si spostò e gli afferrò violentemente il polso. Si tolse dalla sua presa ferrea bruscamente e cominciò a scagliare una serie di colpi, uno dopo l'altro, concentrando il massimo del suo chakra, sperando di riuscire anche solo a sfiorarlo. Per lei combattere contro lo Sharingan era come cercare l'ago in un pagliaio. Non era ancora abbastanza forte da affrontarlo con tutta la potenza di quell'occhio.
Quando Sasuke bloccò l'ennesimo calcio l'attirò a se violentamente. Gli stava tirando un schiffo, ma scansò la mano brutalmente.Pervaso poi da un desiderio improvviso, che gli bruciava i polmoni come se gli mancasse l'aria, gli afferrò il delicato viso con le mani e prepotentemente la baciò.
Spalancò gli occhi appena sentì le labbra dell'Uchiha di allenamento sulle sue, mentre gli sembrava che il viso stava andando in fiamme. Un brivido la percorse per tutta la spina dorsale e si dovette aggrappare alla sua tuta per non cadere, perchè le forza, improvvisamente, gli vennero a mancare. Era un bacio feroce, come se fosse colpa sua se provava un sentimento così grande verso di lei. Ma era un bacio di beatitudine, come se non avesse aspettato altro che saggiare le sue labbra sottili e morbide. Come se finalmente potesse esternare quell'esigenza di lei che l'aveva cominciato a tormentare dalla prima volta che aveva cominciato ad allernarsi con lei.
Si staccò lentamente da lei, per guardarla non più con quegli occhi rosso sangue, ma con quegli occhi neri che per lei erano come un faro in mezzo alle tenebre. Le diede le spalle e cominciò ad allontanarsi cercando di regolare la respirazione mentre sentiva il cuore 'ricominciare' a battere. Ad Hinata le si ghiacciò il sague al cervello. Non riusciva più a capire quello che è successo e quello che stava succedendo in quel momento a lei. Non riusciva a vedere niente. Nient'altro che lui. I suoi occhi. Tutto il resto era offuscato, era come se il Byakugan adesso avevano la capacità solo di guardare Sasuke Uchiha. Sentiva caldo anche era bagnata fradicia e per poco non svenne se non era per la voce fredda,impassibile che proveniva poco [troppo] lontano da lei.
«Allora? Continuiamo si o no? Non ho tempo da perdere!» Disse con un sorriso vincente sulle labbra. 
Ancora rossa in viso, sorrise timidamente per poi avventarsi su di lui.


Fece scattare lentamente la serratura della porta, entrò silenziosamente in casa chiudendosi la porta alla spalle e si diresse verso camera da letto, dove avrebbe trovato sicuramente sia suo marito che suo figlio. Un senso di dolcezza invase la donna quando vide il suo amato Sasuke caricato nel loro letto matrimoniale, con la testa appoggiata al proprio braccio leggermente chinata verso il piccolo neonato che da li a un paio di giorni avrebbe compiuto un anno.
Si avvicinò cautamente al letto per poi coricarsi cercando di non svegliarli e continuò ad assorvali, cercando di memorizzarsi ogni dettaglio di quel momento. A rovinare quel senso di pace fu la voce profonda del marito, che con quegli occhi freddi la rimproverò
«Era ora che tornavi. Stavo venendo a cercarti.» le disse mentre con il braccio che non usava come cuscino strinse a se il bambino. 
Era da anni che Hinata capiva il modo di comunicare del marito. Era stato veramente in pensiero per lei guardandolo in faccia.E lei non poteva obbiettare. Se ne era andata per una missione per così tanti giorni che chiunque avrebbe pensato che gli fosse successo qualcosa. Gli rivolse un dolce sorriso per poi alzarsi
«Vado a farmi un bagno e poi vengo a dormire okay?!» gli comunicò senza badare alla risposta.
Lui non era tipo da smancierie, da baci in pubblico o cose del genere, quindi non si preoccupò di fargli un gran festa quando se la ritrovò accanto. Sapeva anche che Hinata amava questo suo lato riservato, ma non potè a fare a meno di sussuragli che gli era mancata con un leggero rossore in viso.La vide rivorgergli un altro tenero sorriso, per poi dirigersi verso il bagno presente in camera. 
Per poco non soffocava il figlio tra le braccia nel momento in cui vide che sua moglie -la sua magnifica e affascinante moglie- zoppicava. Aveva un braccio fasciato e sicuramente una ferita alla schiena o allo stomaco visto che camminava leggermente chinata verso avanti. Strinse forte il pugno tanto da far conficcare le unghie del palmo della mano, mentre a denti stretti mandava imprecazioni a chiunque l'abbia anche solo sfiorata con un dito.
«Spero vivamente che hai squartato da capo a piedi quel Porco che ha azzartado ridurti in questo stato!»
«Se ti rende felice si.» disse sorridendo per l'amore che suo marito cercava di mostrargli attraverso quelle frasi rozze.
«Bene!» disse per poi serrare gli occhi per non guardarla. 
A quell'affermazione la giovana Hyuga entrò in bagno e cominciò a spogliarsi per entrare nella vasca da bagno.
Erano passati quindici lunghissimi giorni da quando era partita per l'urgente missione verso il Vilaggio del Fuoco. E dopo una smania quasi insostenibile era tornata finalmente a casa.
  
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